Aldo Semerari

psichiatra e criminale italiano (1923-1982)
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Aldo Semerari (Martina Franca, 1921Ottaviano, 1º aprile 1982) è stato un criminologo, psichiatra e politico italiano .

Biografia

Nel corso della sua carriera, ha avuto rapporti con parte della Banda della Magliana, con i terroristi di Ordine Nuovo, con la P2 alla quale è stato associato, con i servizi segreti militari e con la criminalità organizzata, in particolare con Raffaele Cutolo e con Umberto Ammaturo. È presente, come perito psichiatrico forense, in molti processi italiani, ad esempio quelli che vedono come imputati, Rocco Mangia, Aldo Braibanti, Giuseppe Pelosi, Luciano Luberti, oltre a numerosi esponenti della camorra.

Tra il 1974 e il 1977, è uno dei leader di Costruiamo l'azione, gruppo di estrema destra costituito attorno all'omonima testata giornalistica. In un'intervista a Gente, nel 1976 dichiara che Pasolini poteva essere salvato da se stesso, se solo avesse accettato di curarsi per quella che, in termini tecnici, è stata definita una psicopatia dell'istinto.[1]

Nel 1978 Aldo Semerari, in quel momento vicino al movimento Ordine Nuovo, entra in contatto con Banda della Magliana. Il professore stabilisce accordi con i famosi criminali: dai delitti commessi, gli esponenti della destra eversiva sarebbero stati finanziati in cambio di perizie psichiatriche favorevoli ai componenti della banda.

Nei suoi confronti, il 28 agosto 1980, la Procura di Bologna emette un ordine di cattura per un presunto coinvolgimento nella Strage di Bologna. Dopo un anno è scarcerato e ricoverato presso la clinica Villa Mafalda per poi essere prosciolto per mancanza di prove.

Semerari viene assassinato ad Ottaviano dalla camorra il 1º aprile 1982 e il suo corpo viene rinvenuto in un'auto, decapitato. Lo stesso giorno, la sua collaboratrice e compagna Maria Fiorella Carraro viene ritrovata morta. Si sarebbe tolta la vita con una 357 Magnum, ma tutt'oggi si ritiene che sia stata uccisa per nascondere informazioni riservate. Pochi giorni dopo, la casa della donna viene derubata da una banda di scassinatori, mai identificati.

Il 13 febbraio 1985, il pentito Giovanni Pandico rivela che il mandante del cruento delitto è Raffaele Cutolo; secondo questa testimonianza, l'uomo sarebbe stato ucciso in un macello di Ponticelli e, successivamente, il corpo sarebbe stato portato ad Ottaviano abbandonato in un'auto.

In un'intervista del maggio 2010,[2] l'ex boss pentito Umberto Ammaturo ammette di aver decapitato personalmente Aldo Semerari: "Gli tagliai io la testa (...) perché si era impegnato con noi della Nuova Famiglia a seguire le nostre cose, ed era ben remunerato da me personalmente, ma Cutolo fece ammazzare uno giù alle camere di sicurezza del tribunale e Semerari gli fece una perizia falsa per farlo assolvere"[3].

Note

Bibliografia

  • S. Flamigni, Trame atlantiche, Kaos edizioni, 1996.
  • A. Semerari, Medicina criminologia e psichiatria forense, Vallardi Milano, 1975
  • L. Cipriani, "Il caso Ustica-Libia", 1990.
  • ”Il Mattino”, 24 maggio 1994, Semerari? La sua decapitazione fu un avvertimento per Cutolo, p. 27.

Collegamenti esterni

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