Borgo del Ponte
Borgo del Ponte è una frazione del comune di Massa, in provincia di Massa-Carrara.
Borgo del Ponte frazione | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
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Provincia | ![]() |
Comune | ![]() |
Territorio | |
Coordinate | 44°02′32.016″N 10°08′24.772″E |
Altitudine | 65 m s.l.m. |
Abitanti | |
Altre informazioni | |
Prefisso | 0585 |
Fuso orario | UTC+1 |
Nome abitanti | pontesi |
Cartografia | |
Sito istituzionale | |
Geografia
Borgo del Ponte sta nella parte settentrionale della città di Massa . In antichità il Borgo del Ponte era un luogo di transito con due direttrici: monti/mare e Liguria/Toscana. La prima strada , in linea orizzontale Luni/Lucca, corrisponde al tracciato della Via Francigena . Questo primo percorso è di carattere storico-artistico , legato a luoghi significativi ancora esistenti , ma anche ad altri perduti : l’antico ponte a schiena d’asino e le immagini che lo ricordano , la porta , gli ospedali , la chiesa , la fontana , la via Francigena. La seconda strada , in linea verticale monti/mare , corrisponde alle vie Frigido-Cavallotti-Galliano (significativi i luoghi chiamati “dazio”). Questo percorso invece è di carattere storico-antropologico , legato ad alcuni luoghi che si sono conservati come la finestra “ a bandiera” che ricorda la dimensione mercantile-commerciale , l’aia con il torchio , la conformazione delle proprietà lato Frigido , tutte con accesso al fiume , i mulini , le cantine , la trattoria Milani , la sagra del Bollento , il Palazzo Andrei con la Concia.
Storia
Origini
Le origini di Borgo del Ponte sono certamente da recarsi tra le più antiche esistenti dell’intero territorio massese. In un vecchio documento datato 882 , si accenna all’intenzione di fondare una città <<intorno a quel gruppo di case sul Fiume Frigido>> , la cosiddetta <<Massa prope Frigidus>>. Sembra che questa allusione non fosse riferita al raggruppamento di case esistenti in quel tempo in località Cerbaria o Ponte di Martin Ferrajo , proprio sul luogo che all’epoca della via Emilia era segnata << Ad Taberna Frigida>>, in quanto la possibilità di costruirla in quel sito era già stata scartata da tempo. Il documento dovrebbe accennare invece al gruppo di piccole case che erano state fabbricate nella località <<COLLE>> o <<Santa Lucia>>. Se qualche cosa era stata fatta da famiglie agricole , sul colle ameno dove sorse poi <<Massa Vecchia>> col solido Castello , il gruppo più numeroso di abitazioni modeste e con stile rudimentale era quello che occupava e che tutt’ora occupa in modo però , più pulito e corretto , la sponda del fiume Frigido e che partendo dal casottino del dazio di Consumo, va a terminare alle casupole quasi cadenti dell’antico Ospedale , divenuto poi , Casa Vannucci.
L'Ospedaletto Dei Santi Giacomo e Cristoforo
La sua origine risale all’epoca di Papa Innocenzo III , poiché fin dal 1092 , esisteva accanto alla scalinata per il [[Frigido] , L’Ospizio San Cristoforo e San Giacomo che in origine serviva da rifugio per i pellegrini , ma che poi venne trasformato in Ospedale per gli infermi. L’Ospedaletto era situato alla Porta del Ponte ,sul lato destro; possedeva un’ampia scalinata in marmo con un prezioso portale che oggi trovasi ben conservato ad ornamento dell’antica porticina che un tempo dava accesso alla chiesa dell’ospedale. Oltre il portale un’altra rampa di scale che conduceva alle corsie vere e proprie , sopra il quale esisteva una antichissima scultura in marmo che rappresentava una miniatura stilizzata dei due Santi Giacomo e Cristoforo in atto penitente; della scultura se ne persero le tracce durante gli scavi per la costruzione dei rifugi antiaerei (1944) e la demolizione di una parte del vecchio fabbricato dell’Ospedale. Ma 41 anni dopo , nel 1985 , fu ritrovato in una casa privata . Oggi è ben conservata presso il museo Etnologico della Madonna degli Uliveti , quale dono offerto dalla famiglia che lo teneva in casa da tempo. Durante gli scavi vennero alla luce anche numerosi teschi e ossa umane di persone decedute in seguito a un epidemia o di pellegrini morti per cause naturali e seppellite con semplici lenzuola. I miseri resti riuniti in alcune casse funerarie avrebbero dovuto trovare degna sistemazione nella <<cripta>> sotterranea esistente al Centro della [[Chiesa di San Martino]] dove in epoca remota furono seppellite alcune salme; ma a causa dell’ingombrante misura delle bare furono sistemate alla rinfusa sopra i corpi già presenti. Circa il mantenimento dell’Ospedale si ha notizia che il primo Marchese di Massa Alberico I Cybo-Malaspina , del ramo di Fosdinovo , nel suo testamento del 1515 lasciava mille ducati d’oro all’Ospedale di Borgo del ponte per acquisto di beni immobili.
Il Ponte Vecchio
Dopo il 1100 con la costruzione dell’Ospedale e dei nuclei abitati periferici cominciò a fiorire la vera e propria borgata. Fu costruito il <<Ponte Vecchio>> a schiena d’asino a tre arcate in mattoni , che a secondo alcuni sorresse i possenti carri che trainavano blocchi di marmo fino al 1859. Dopo questo periodo fu vietato il transito anche ai mezzi di trasporto, che portavano i detriti della vicina segheria allo scarico dei <<poggi>> , tanto è vero che all’inizio ed alla fine del ponte ,furono erette al centro , le colonnine in marmo , conosciute al Ponte come <<Coronèli>> che ostruivano il passaggio ad ogni specie di carro. Il 29 Ottobre 1859 , in seguito ad una impetuosa fiumana , il ponte cedette alla forza della corrente andando a frantumarsi contro il fiume. Dell'antico ponte che un tempo collegava le due rive del Frigido al Borgo del Ponte permettendo i transiti lungo la via pedemontana , rimane la testimonianza di Gio Antonio Matteoni il quale riferisce delle circostanze nelle quali il ponte viene travolto dalla furia delle acque:
" Il 29 Ottobre dell'anno 1859 una straordinaria fiumana lo messe a terra , precipitando con esso , e affogando , quattro persone , che stavano imprudentemente sopra di esso a veder la fiumana , mentre il ponte già flesso scuoteva orribilmente , e le acque chiudevano quasi l'intera luce . La mattina dopo Pietro Bontemps si Massa , paesista stimato in patria , ne prendeva ricordo per arricchire il suo Album , che poi ha ripetuto in qualche lavoro di particolare suo gusto ".
La sua ricostruzione avvenne nello stesso anno, cambiando però il materiale di costruzione sostituendo il legno , con spalliere in ferro resistente. Nell’Aprile del 1945, qualche giorno prima della liberazione della città di Massa , il ponte fu fatto saltare dai tedeschi in ritirata con forti cariche di polvere da sparo. Fu ricostruito uno provvisorio costituito da grossi bidoni ripieni di sassi e ghiaia e alla fine del 1945 venne sostituita la parte lignea con altra in ferro.
L'Antica Villa Della Cuncia
Questa zona limitrofa del Borgo del Ponte era la più frequentata dai ragazzi di allora e anche dalle lavandaie , che erano di passaggio o scendevano sul fiume , coi loro panni da lavare o per raggiungere attraverso il mulino il caratteristico <<Trumbin>> dove esisteva un modesto e comodo lavatoio. Oltre <<Rutin>> , una strada sassosa denominata <<Fossa-Ceca>> conduceva a Castagnetola; all’inizio di questa scorciatoia sulla destra si trovava un ampio cancello in ferro che portava alla villa cinquecentesca della Cuncia attraverso un percorso fiancheggiato da piante di aranci e limoni. Quasi al termine di questa strada ghiaiosa si erge ancora in alto , il Palazzo Rosso che fu residenza patrizia , alla quale vi si accede attraverso una lunga e ripida scalinata in pietra arenaria. La Villa Marchionale dei Malaspina detta volgarmente <<della Cuncia>> fu costruita dal primo Principe di Massa e Marchese di Carrara Alberico I Cybo-Malaspina , a cui si deve la creazione della <<Massa Nuova o Cybea>> cinta di alte mura. L’inaugurazione della Villa fu fatta nel 1557 e qui furono trasportate le piante di arancio che si trovavano nel vecchio giardino del Prado, orto di Don Pieretti e successivamente di Don Paolini. La Villa si trovava in posizione piacevole , quasi lambita dalle acque del Frigido , lodate tra gli altri da Francesco Petrarca. Dai Marchesi Malaspina la Villa passò di possesso a proprietari privati. Faceva parte della Villa anche l’agrumento già proprietà della Famiglia Giorgieri e successivamente della Famiglia Pellerano. Sopra una pendio dell’agrumento trovasi un’artistica terrazza con colonnine e statue marmoree in una esecuzione seicentesca di buon pregio. L’insieme di case lungo la sponda destra del Frigido fungevano da granaio ed era unito ad esso anche una stalla ad ampie arcate.
L’Arco di Alberico I
La Borgata del Ponte era attraversata da una strada medioevale che raggiungeva attraverso una lunga e caratteristica scalinata il <<Ponte Vecchio>> sul Frigido. Questa strada acquistò notevole importanza nel XII secolo. Quando la vecchia strada romana fu deviata per una nuova via a monte che toccava l’antica Pieve di San Pietro in Bagnara ed andava a Sarzana, evitando la città di Luni e le paludi che circondavano la zona piena di siepi e sterpi. All’inizio di questa <<Scalinata>> fu eretta da Alberico I Cybo-Malaspina la più antica Porta di Massa che , poi ,venne denominata <<Porta Liguria>> volgarmente dette <<Porta del Ponto>>. All’inizio di questo Arco , troviamo tuttora una lapide murata in marmo che ricorda l’ospitalità data allo stesso Principe ai <<Nomadi Vecchi>> di San Luca , provenienti da Genova dopo i moti del 1575. Il testo originale della lunga epigrafe è il seguente :
CUM IN POP , GEN ,SEDICTIONEFACTA QUAMPLURIMI NOBILES VIRI MASSAM SE CONTULISSENT ATQ ILLOS PER HUMANITER EXCEPISSET ALBERICUS CYBO PRINCIPES P. PULCHERRIMAM SUBURBANAE REGIONIS PARTEM QUAE EST SITU MUNITO ET AD ASPECTUM PRAECLARO AGGERIBUS CINXIT UT QUI LOCUS SICURITATIS ET QUIE TIS IDEM IUCUNDITATIS ATQ AMOENITATIS PLENISSIMUN FORET M.D.I.XXV ANNO SANCTO
Riportiamo il significato di questa epigrafe nella sua integrale traduzione: <<Dopo i moti del 1575 , nel popolo genovese avvenne una rivolta che costrinse vari nobili “i Nobili Vecchi di San Luca” a fuggire dalla loro città , molti di essi si recarono a Massa dove trovarono asilo e buona accoglienza da parte del principe Alberico I Cybo-Malaspina nella parte migliore della città , che per l’occasione , fu fatta cingere di alte mura affinchè divenisse luogo di sicurezza , quiete e tranquillità >>.
I Nobili Vecchi al Ponte
Dopo la riforma della Costituzione del 1528, per la quale la partecipazione al Governo era riservata solo ai membri che appartenevano ai 28 gruppi di famiglie nobiliari raccolte nel tipico ordinamento degli Alberghi , i motivi di dissenso fra i nobili Vecchi del Portico di San Luca e i nobili Nuovi di San Pietro furono molto attivi e le gelosie e gli odi si riaccesero più vivi prendendo aspetti anche drammatici. I moti e le sollevazioni popolari obbligarono i nobili Vecchi ad uscire dalla città di Genova con le famiglie e con i loro beni ed a rifugiarsi nei loro feudi i presso principi amici. Fu così che nel 1575 Alberico I Cybo-Malaspina considerandosi del loro partito , ospitò i profughi che a lui si erano rivolti. Giunsero a Massa 40 famiglie tra le quali i Doria ,Grimaldi, Pallavicino, Lomellini e altre. Riportiamo un'antica testimonianza di questi avvenimenti da parte di G.Sforza che scrive nelle "Note illustrative" a "Massa di Lunigiana" (Pag.63,nota 3):
"Sono celebri e note le discordie seguite in genova tra i Nobili vecchi e i Nobili nuovi , le quali terminarono con la mediazione del Papa, dell'Imperatore e del Re di Spagna e colla pubblicazione delle nuove leggi del 1576. In questa occasione i Nobili vecchi uscirono quasi tutti dallo Stato , e molti furono accolti da Alberico , il quale si considerava del loro partito".
Prosegue poi, alla nota 4:
"In uno zibaldone di Carlo Frediani , che si conserva a Modena nella Biblioteca Estense , trova scritto: "I Nobili vecchi che furono ricevuti pei tumulti del 1575 , nati a Genova , dal Principe Alberico in Massa , lo furono maggiormente a compiacenza del Duca di Candia e di Don Giovanni Idiaquez , il primo Ministro e L'altro del Re di Spagna , stati mandati per sedare quei tumulti. Furono i Negroni ,nella cui casa Alberico messe una figlia , che non mentovò il Viani , i Pallavicino , gli Ansaldi , I Grimaldo , i Lecaro , I Carmagnola , i D'Oria di Genova e quei d'Alessio, uno dei quali prese in affitto la zexcca , i Lomellini ed i Pacero ".
La Pubblica Fonte
Nel 1565 fu eretta , per volere di Alberico I Cybo-Malaspina , al Ponte la meravigliosa fonte in marmo che sorge sulla piazzetta del Borgo. La Fontana è costituita da un’ampia vasca in marmo sormontata da un artistico mascherone ai cui lati sono rappresentati simboli della città e del Borgo stesso. A sinistra , infatti , è stilizzato l’antico ponte a schiena d’asino a tre arcate oggi sostituito da un altro in ferro;mentre a destra p rappresentato lo stemma della città , come era in origine. Sopra il complesso architettonico, distaccato dalla fonte , si erige un cartoccio svolazzante in marmo sopra il quale è incisa una lunga iscrizione , in parte corrosa dal tempo che rivela l’epoca e le circostanze della sua costruzione:
FONS…..ISTENNO MDLXV AD PUBLICAM VTILITATEM CONSTRVCVS ALBERICVS CYBO MALASPINA PRINCIPE P.mo. IMPERANTE AVHRIBVS BARTOLOMAEO/STEPHANINO ASPHIERONIMO CASTELLETTO DEINDEQUE A LAPSV SVO RESTITVTVS IN ITA EJVSDEM PRINCIPIS DE ANNO MDCI SVB DELVTATIONE DOMINI CACCIATORI/ ET JOSEPH BEL…..NOSTRIS HISCE TEMPORIBVS PER CYRSVM ANNORVM CIRCITER SEXDECIM FLVENTIA QVA PENTVS DESTITVTVS NON SINE RATIONABILI / MAEROBE IVM TV HOC SUBVRBIO VIGILANTI DEMVM CVRA ET SUPREMO IVSSV SERENISSIMA ALDERANI CYBO MALASPINA DVCIS MASSAE INTIOREM / CARRARIE CIVIS QVARTI FOELICITER DOMINANTIS AD PUBLICAM PARITER VTILITATEM ET/HANC FORM…..SANCTVS FUIT ASSISTENTIBVS FRANCISCO SERVITI AMBROSIO BERLINGHERIO ET FR. AVGVSTINO FVRNESIO A SVA CELSIS/SERENISSIMA DEPVTATIS / ANNO DOMINI MDCCXXI
Riportiamo il significato di questa epigrafe nella sua integrale traduzione: “Questa fontana fu costruita per l’utilità pubblica nell’anno 1565 sotto il dominio del primo principe Alberico I Cybo-Malaspina per iniziativa di Bartolomeo Stefanino e di Gerolamo Castelletto. Di poi venne risistemata dalle sue rovine durante la vita del medesimo principe e a partire dal 1601, quando vi erano preposti Domenico Cacciatori e Giuseppe Belatti, in questi nostri tempi rimase del tutto priva di acqua corrente per circa sedici anni, non senza ragionevole dispiacere degli abitanti di questo sobborgo. Infine, grazie alla vigile cura e per ordine sovrano del serenissimo Alderano Cybo-Malaspina quarto duca di Massa e Principe di Carrara felicemente governante, per pubblica utilità e per decoro dello stesso sobborgo, fu costruita in questa più grande e più elegante forma con l’assistenza di Francesco Serviti, di Ambrogio Berlinghieri e di frate Agostino Fornesi incaricati da sua Altezza serenissima. Anno del signore 1721“.
Il Palazzo Andrei
Di fronte alla fontana si erge il maestoso Palazzo Cristoforo Andrei con bei marmi lavorati unitamente a terrazze e terrazzini di ferro battuto. Lo stabile è compreso tra le proprietà Dell’Andrea, che fondò la sua sede al Ponte , dopo essere stato iscritto al Patriziato di Siena , e che oggi fa parte del beneficio parrocchiale. Fu donato alla Chiesa dalla Signora Giovanna Andrei ormai vedova , assieme ad un uliveto in località Pruneta presso Turano e ad un vigneto in Forcola nella zona massese di Romagnano.
Ospedale di S.Jacobi
Il 7 Marzo 1785 sotto il Ducato di Maria Teresa Cybo-Malaspina, vennero cacciati dal loro convento presso Turano i Padri Agostiniani.Il Borgo del Ponte decise allora di trasferire là l’Ospedale dei SS.Giacomo e Cristoforo. Per tale trasferimento era però necessario un ampliamento dell’edifico che non poté essere fatto a causa della troppa vicinanza della <<Palude del Lago di Porta>> , poco salutare per la sistemazione di un ospedale. Ma l’ospedale non aveva più le esigenze e la facoltà di ospitare i malati. In seguito venne trasferito provvisoriamente presso il Convento dei Padri Serviti in località <<Campo Rimaldo>> nell’attuale Via Palestro, dopo che gli officianti vennero anch’essi cacciati dalla stessa Duchessa della città di Massa. Finalmente dopo la restaurazione politica del 1815 sotto la Duchessa Maria Beatrice Cybo-Malaspina , figlia di Maria Teresa, vennero ripresi i lavori di ampliamento presso il Convento degli Agostiniani alla Madonna del Monte. Soppresso,quindi l’ospedale presente in << Campo Rimaldo >> venne definitivamente sistemato in quella località. Intanto nel corso degli anni le case cominciarono a formare piccoli nuclei abitativi fino a costruire la Borgata con il numero più elevato di abitazioni dell’intera città.
L'Araglio
Nacque così l'agglomerato di case denominato Araglio , una specie di <<ghetto>> abitato dalle famiglie più povere del sobborgo massese. Ad esso vi si accedeva attraverso tre antiche <<voltole>>, collegate tra loro e costruite in pietra arenaria. La più importante era quella che si apriva sulla Via Medioevale ,l'attuale via S.Martino; la seconda <<Voltola>> aveva il suo imbocco in via del Colle , l'attuale via Cavallotti , proprio all'inizio ed era un passaggio secondario;oggi ostruito e chiuso. La terza <<voltola>> si apriva di fronte all'Aia di <<Cuccàn>> in mezzo a rustiche costruzioni mai rinnovate. L'interno dell'Araglio era costituito da case rustiche con grezze scale che portavano al piano superiore, disseminate lungo un piazzale mal coltivato e sempre umido e fangoso. L'Araglio con il passare del tempo è stato aggregato alla Borgata attraverso un'ampia apertura ottenuta con la demolizione di alcuni gruppi di case cadenti oltre a quella della <<Voltola principale>> stessa. Delle vecchie costruzioni oggi non rimangono altro che tracce delle sole <<arcate>>.
Luoghi di interesse
La Chiesa del Ponte
La Chiesa del Ponte cosi denominata per la vicinanza del ponte che cavalca il Frigido,fu consacrata nel 1596 dal Vescovo e Conte di Luni mons. Savago. Il titolo di San Martino , Patrono di Borgo del Ponte fu dato nel 1575 . Riportiamo alcuni documenti antichi che descrivono la situazione al Borgo del Ponte tramite la testimonianza di Gio Antonio Matteoni:
"Poiché la popolazione se era notabilmente accresciuta ,bisognò crearvi una chiesa; e Gaspero V ci fa sapere , che il 1599 si finì la chiesa del Ponte intitolata a S.Martino , che è stato una delle notabili cose che si potesse fare ;poiché ogni mattina quella gente hanno la sua messa , che prima molti ne stavano senza. Fu consacrata il sopra già detto anno dal vescovo di Sarzana; il Sig.Iddio la conserva e Santo Martino. Vicino a detta chiesa dalla parte di tramontana esisteva uno Spedale fino dall'anno 1092 , che nella sua origine serviva probabilmente di albergo ai pellegrini e forestieri , che di qui passavano per la riviera. Forse nei primi tempi fu intitolato a S.Cristoforo , ma in seguito vi fu aggiunto S.Jacopo , che è pure nominato da solo nell'estimo della vicaria di Massa dell' anno 1400. Nei tempi a noi più vicini cominciò a servire per gli ammalati , e la chiesa , divisa soltanto dalla strada , incominciò a nominarsi dell'ospedale , poiché serviva anche agli infermi di questo".
Nelle sue origini la chiesa faceva parte dell’ ospedale di S.Giacomo ed aveva assunto la denominazione di <<Cappella dell’Hospitale Sancti Jacobi>> e ciò è dimostrato dal fatto che il suo ingresso originario era situato presso la porticina attualmente rivolta verso l’Arco di Alberico I Cybo-Malaspina. La Cappella doveva essere di umili dimensioni perché composta soltanto da un altare , quelle che oggi è l’altare maggiore. Di questa Cappella si conservano ancora le piccole statue in marmo che un tempo erano poste ai lati dell’altare della chiesa dopo che fu eseguito il suo rifacimento . Queste due statuette furono patrimonio del Sacello primitivo della <<Vicina Collis>>. Questa chiesa fu fatta cura il 27 novembre 1768 sotto il governo di Maria Teresa d’Este; ma dell’antica <<Capella dello Hospitale >> ben poco si conserva oggi ; infatti , le uniche cose rimaste sono le due statuette già menzionate che rappresentano San Martino e Santa Lucia. Dal 18 Febbraio 1822 , in occasione della fondazione della Diocesi denominata <<Diocesi di Massa Ducale >>, la Chiesa di San Martino al Ponte era una Curazia ed era retta da don Francesco Berti che ebbe funzione di curato fino al 1837 , anno in cui la chiesa del Ponte fu elevata a Parrocchia. Le opere di restauro ed ingrandimento vennero commissionate nel 1830 e di ciò se ne rileva testimonianza della lunga iscrizione sulla lapide che si trova sulla vecchia porticina vicino all’artistico pulpito in legno , oggi scomparso. La sua epigrafe reca incisa questa iscrizione :
LARGITIONIBUS. MUNIFICIS
MARIAE. AUGUSTAE. RELIGIOSISSIMAE
TEMPLUM HOC
TEMPORIS. INURA. IAM. FATICCENS
RENOVATUM
POPULI. FREQUENTIAE. MOX. IMPAR.
AMPLIFICATUM. OPERIS
GRATI. ANIMI. ERGO
M. PP
ANNO MDCCCXXX.
Riportiamo il significato di questa epigrafe nella sua integrale traduzione: <<Questo tempio,già faticosamente rinnovato dalla popolazione in epoca dolorosa , venne ampliato per la magnanima e munifica elargizione della nobile e religiosissima Arciduchessa d’Austria Maria Beatrice D’Este>>. La Chiesa del Ponte , dopo essere stata ingrandita dal Vescovo Strani , venne nominata Parrocchia il 2 Novembre 1837; quindi da quel giorno , subì anche lo smembramento della Cattedrale. L’architettura della Chiesa di San Martino rivela la sua costruzione post-medioevale ; il suo interno ha un’intonazione romanica , si presenta semplice e snello. L’attuale chiesa di S.Martino è situata sul fianco sinistro dell’antica strada medioevale. Con l’abbattimento dell’antica <<voltola della Baralla>> e di alcune abitazioni adiacenti , si venne a delineare uno spazio sufficiente alla costruzione di una piazzetta che suggerì anche l’idea di un nuovo ingresso della chiesa che avvenne nel 966, dopo aver chiuso quello originario laterale. Il primo documento marmoreo , presente nell’ingresso , riguarda la consacrazione della chiesa avvenuta nel 1596 , dice testualmente :
D. O. M ECCLESIA HAEC CONSACRATA FUIT AB ANTISTITE LUNENSI SARZANESI ET COMITE JOANNE B. SALVAGO SALUTIS ANNO MDXCVI.
Riportiamo la traduzione italiana:
<<Questa chiesa fu consacrata dal Vescovo e Conte di Luni e di Sarzana , Giovan Battista Salvago nell’anno di nostra salvezza 1596>>.
Del secondo documento esistente in marmo , a causa della sua lacerazione si legge soltanto l’epoca : 1706.
Fuori dalla chiesa , quando l’ingresso principale si trovava lateralmente , esisteva , una Croce in ferro , cimelio di antico valore storico ben conservato presso la canonica , attualmente posta nel fastoso Palazzo Andrei nella piazzetta del Borgo.
L’interno della Chiesa vera e propria, segna l’inizio con due piccole acquasantiere che poggiano a lati dell’ingresso alla navata e che rivelano i segni di un’ architettura medioevale. All’interno troviamo anche tre altari : a sinistra quello dedicato alla Madonna di Loreto , la cui immagine oggi si trova in un deposito dell’ex canonica; a destra l’altare in cui si venera l’artistico Crocefisso , il cui capo è attribuito alla valenza dello scultore carrarese Pietro Tacca , questo altare un tempo era sormontato da una caratteristica tela di ignoto autore rappresentante una Crocefissione; più tardi fu arricchito da un Crocifisso in cartapesta in una scultura di Pietro Tacca; ma nella sua messa in opera accortosi che la tela si presentava in gran parte coperta dal legno della Croce , fu studiato un modo migliore per evidenziare entrambe le opere ; così fu deciso di ritagliare la parte centrale della tela a forma di Croce rispettando le misure del Crocifisso del Tacca , la bella tela , ponendo così ad incastro l’artistica scultura lignea , Col tempo , però . la tela venne a deteriorarsi tanto che più tardi fu necessario ricorrere al suo smantellamento mettendo così in risalto solo l’opera dell’arista carrarese. I pezzi della tela deteriorati e ridotta in quattro pezzi furono presi in consegna dal Parroco Don Anselmo Luciani e da esso conservati nella canonica dove ancora oggi se ne possono ammirare tre parti , essendo andata perduta la quarta. Al centro troviamo l’altare maggiore in marmo orientale colorato del XIV secolo,donato da Maria Beatrice nel 1804, racchiuso in una balaustra marmorea , opera del prof. Giovanni Isola di Carrara. Al primo piano , erano presenti fino al 1933 , anno in cui morì il Parroco Don Casimiro Peroncini , gli uffici della canonica e l’abitazione del Parroco. Da qui,una porticina porta alla cantoria della chiesa dove è custodito l’antico organo a mantice. Salendo la ripida scala del piano superiore , si raggiungeva la cucina e l’abitazione del sagrestano; costituita da una stanzetta ,un salottino ed un ampio terrazzo , proprio a ridosso del campanile. l'11 Novembre un tempo era considerata grande festa al Borgo del Ponte , era l'unica esistente al Ponte e quel giorno ogni anno , l'intero Rione viveva intensamente la sua giornata anche perché si festeggiava il Santo Patrono del Ponte dal quale fu intitolata al chiesa fin dall'epoca dei Malaspina. Nell’ anno 1987 si sono festeggiati due grandi avvenimenti: il millenario dalla fondazione di Borgo del Ponte avvenuta nel 987 ed il 150° anniversario della elevazione della chiesa di San Martino a Parrocchia ( 2 Novembre 1837).
Santa Lucia
Scendendo dalla strada della Bassa Tambura si giunge fino a Santa Lucia,una popolosa borgata legata alla Parrocchia di San Martino al Ponte.Il sobborgo è costituito da antiche casupole situate sulla sponda sinistra del fiume Frigido. La <<Calatella>> e <<L'Arozzo>> che facevano parte dell'antica località del <<Colle>>. Nella piazzetta si erge in alto , su un muro , una lapide che ricorda l'ospitalità data dai repubblicani di S.Lucia a Giuseppe Mazzini. Al centro si erige l'antica e minuscola Chiesa. La chiesa di Santa Lucia si presenta con una facciata rude , ma con una cella scultura in marmo del Capo della Santa sopra l'ingresso centrale, scolpita dall'artista pontese Domenico Contadini. La Chiesa è ricordata in antichi documenti con il nome di <<Villa del Colle>> ed è stata edificata intorno al XV secolo. La sagra di Santa Lucia è una festa molto sentita anche al Borgo del Ponte ; nella tradizione popolare usavano festeggiare quel giorno con l'abbondanza di <<castagnacci>> o <<bollenti>>. Infatti,lungo la strada che unisce Borgo del Ponte a Santa Lucia , il giorno della festa 13 Dicembre , si trovano sparsi un po' dappertutto improvvisati <<castagnacciai>> che con un rudimentale fornello a carbone erano intenti alla cottura dei <castagnacci>> che potevano essere acquistati dalle persone a pochi spiccioli. Questa tradizione è ancora attiva specialmente nei pressi della Chiesa i Santa Lucia dove è più facile il consumo del dolce e saporito castagnaccio.
Attualità
Il 27 Gennaio 2012 alle ore 15.58 il terremoto di magnitudo 5.4 è stato avvertito anche nel Comune di Massa, ma soprattutto a Borgo del Ponte dove le due chiese locali hanno riscontrato danni alla struttura e sono state dichiarata inagibili dai vigili del fuoco[1]: nella Chiesa di San Martino è crollata una porzione di soffitto , mentre nella Chiesa si Santa Lucia si sono riscontrate evidenti crepe sulla volta. Le uniche persone che erano presenti nella Chiesa di San Martino quel giorno erano l'organista e un'anziana , entrambe non son state colpite dai calcinacci. Questi sono caduti sull'altare di sinistra , quello dedicato alla Madonna Immacolata anche questo non ha subito danni.[2]
Note
- ^ http://www.meteoweb.eu/2012/02/il-terremoto-di-venerdi-scorso-a-borgo-del-ponte-in-massa-danni-e-paura-ma-anche-efficienza-e-professionalita-nei-soccorsi-le-foto/115166/
- ^ http://www.pontifex.roma.it/index.php/opinioni/consacrati/10454-terremoto-un-sostegno-per-don-lorenzo-corradini-parroco-di-borgo-del-ponte-massa
Bibliografia
- Claudio Palandrani (Testi e sceneggiatura), Nicola Guerra(Disegni)." Il libro a fumetti della Storia di Massa", Massa, Alberto Ricciardi Editore, 2004.