Confucianesimo
Il Confucianesimo (scuola confuciana, cinese: 儒家, pinyin: Rùjiā; dottrina confuciana, cinese: 儒學/儒学, pinyin: Rúxué) è una delle maggiori tradizioni filosofiche, morali, politiche della Cina. Si è sviluppato nel corso di due millenni a partire dagli insegnamenti del filosofo Kǒngfūzǐ, il «Maestro Kong» (551-479 a.C.), conosciuto in occidente col nome latinizzato di Confucio. Confucio creò un sistema rituale e una dottrina morale e sociale, che si proponevano di rimediare alla decadenza spirituale della Cina, in un'epoca di profonda corruzione e di gravi sconvolgimenti politiciGerhard J. Bellinger. Enciclopedia delle religioni. Milano, Garzanti, 1989. Confucio non volle mai, invece, trattare questioni soprannaturali e che trascendessero l'esperienza umana. Nel confucianesimo non c'è alcuno spunto soteriologico e questo rende difficile considerarlo una religione, se non in senso sociologico, come lo ha considerato Max WeberIl Confucianesimo di Pietro Corradini su Tuttocina.it.
Dopo essersi confrontato con le scuole di pensiero concorrenti, durante il Periodo dei regni combattenti, e violentemente combattuto sotto l'imperatore Qin Shihuangdi, il confucianesimo fu imposto come dottrina di Stato sotto l'imperatore Han Wudi (156-87 a.C.) ed è rimasto tale fino alla fondazione della Repubblica di Cina nel 1912.
Oltre che in Cina, il confucianesimo ha esercitato un'influenza grandissima in Giappone, in Corea e nel Vietnam.
Dottrina
Il confucianesimo è una delle maggiori tradizioni filosofiche, morali, politiche della Cina. È un complesso di credenze, riti e costumi fondati sull’antica saggezza cinese e associati al nome di Confucio, filosofo e uomo politico.
Storia
Sviluppo del primo confucianesimo
Come per molte altre figure storiche fondamentali nella storia del pensiero (Buddha, Socrate, Zarathustra) non disponiamo di fonti che possano essere fatte risalire a Confucio. Gli scritti di cui disponiamo furono tramandati dai discepoli del filosofo, che raccolsero le parole e il pensiero del loro maestro. Nel caso di Confucio, inoltre, il problema delle fonti è reso ancora più grave dalla persecuzione di cui furono fatte oggetto le scuole filosofiche durante la dinastia Qin o C'in, oltre due secoli dopo la morte di Confucio.
I frammenti esistenti permettono comunque di avere un quadro abbastanza chiaro del pensiero confuciano. Confucio era un letterato che si preoccupava dei tempi agitati in cui viveva. Aveva viaggiato attraverso la Cina, cercando di diffondere le sue idee politiche e di influenzare i sovrani dei numerosi piccoli regni in lotta per il dominio della Cina, sorti dopo l'indebolimento della dinastia Zhou. Intimamente persuaso di avere una missione terrena, Confucio era un instancabile promotore delle virtù degli antichi sovrani illustri, come il duca di Zhou. Cercò di acquistare potere politico, ma non ebbe mai l'occasione di mettere in pratica le sue idee; più volte espulso dai vari regni, tornò infine nella terra natale dove spese l'ultima parte della sua vita dedicandosi all'insegnamento.
I Dialoghi, l'opera più vicina alla fonte del pensiero confuciano, riportano le discussioni del filosofo con i suoi discepoli. Essendo una compilazione di conversazioni, domande e risposte e di parti dedicate alla vita di Confucio, i Dialoghi non sono la descrizione di un sistema filosofico coerente. I primi abbozzi di un vero sistema furono realizzati da discepoli, o da discepoli di discepoli, primo fra tutti Zi Si, nipote di Confucio. Durante il fertile periodo delle Cento scuole di pensiero, numerose importanti figure del confucianesimo come Mencio e Xun Zi svilupparono la dottrina sul piano etico e politico. Mencio, in particolare, si soffermò sulla natura umana e sulle teorie del buon governo.
Alcuni discepoli di Xun Zi, come Han Fei Zi si convertirono al legismo Per un confronto tra confucianesimo e legismo si veda Paolo Farah, L'influenza confuciana sulla costruzione del sistema giuridico e politico cinese in Giovanni Bombelli e Bruno Montanari (eds), IDENTITA EUROPEA E POLITICHE MIGRATORIE, Vita e Pensiero, 2008, pp. 193-226 [1]. una teoria politica totalitaria basata su un sistema penale severo, diametralmente opposta al confucianesimo, e furono di aiuto all'unificazione della Cina da parte di Shihuangdi.
Riconoscimento ufficiale
Il confucianesimo riuscì a sopravvivere alla persecuzione di cui fu fatto oggetto durante la dinastia Qin solo grazie ai letterati che ne conoscevano i testi a memoria. Successivamente, alcuni ritrovamenti diedero un supporto di prove storiche a quanto era stato ricostruito solo in base a testimonianze orali: il ritrovamento più noto è quello dei classici rinvenuti dietro ai muri della casa di famiglia di Confucio.
Gli imperatori Han sostennero la dottrina confuciana. Forse influenzato da intellettuali come Dong Zhongshu, l'imperatore Wudi fece del confucianesimo la filosofia di stato ufficiale, senza tuttavia conferire un reale potere agli intellettuali confuciani, i quali, delusi, diedero il loro sostegno alla presa di potere da parte di Wang Mang (45 a.C.-23 d.C.).
Lo studio dei classici confuciani divenne la base degli esami per il reclutamento o la certificazione dei funzionari, facendo così del confucianesimo il cuore del sistema educativo cinese, anche se il pieno regime degli esami imperiali iniziò soltanto nel VII secolo, sotto la dinastia Sui. Il confucianesimo penetrò quindi profondamente nel sistema di pensiero dei cinesi e dei loro statisti, divenendo il pensiero politico dominante, raramente messo in discussione fino agli inizi del XX secolo.
Sviluppo dopo gli Han
Quando il confucianesimo divenne dottrina ufficiale sotto gli Han anteriori, si potevano già riconoscere varie correnti al suo interno. Successivamente, due millenni di commenti, rinnovamenti, interpretazioni e ritorni alle origini hanno contribuito alla complessità del quadro.
Si possono distinguere sei periodi nella storia del confucianesimoJ H Berthrong. Internet Encyclopedia of Philosophy:
- Periodo classico di formazione, fino alla dinastia Qin (221 a.C.)
- Dinastia Han (202 a.C.—200 d.C.): ricostruzione dei testi perduti e radazione di commentari che divennero essi stessi oggetto di studi. Pur proclamando di voler semplicemente tramandare i testi antichi, i letterati dell'epoca lasciarono una forte impronta negli studi confuciani.
- Dal II all'VIII secolo: comparsa dello xuanxue collegato al taoismo; alcuni autori del movimento (Wang Bi, per esempio) si considerano confuciani. Sviluppo di una filosofia buddhista cinese, che trovò favore a corte.
- A partire dal IX secolo fino alla fine della dinastia Ming (metà del XVII secolo): comparsa di filosofi e correnti influenzati dal taoismo e dal buddismo - Han Yu, Li Ao, Liu Zongyuan (fine della dinastia Tang); neoconfucianesimo Song, con filosofi come Cheng Jing, Cheng Yi e Zhu Xi, Scuola dello spirito di Wang Yangming (fine del XV secolo). Sotto gli Yuan il canone classico di Zhu Xi diventò il programma di riferimento degli esami imperiali. Il neoconfucianesimo si diffuse in Corea e in Giappone.
- Dinastia Qing, a partire dalla fine del XVII secolo: sviluppo dell'Hanxue, "studi Han", corrente che vorrebbe un ritorno ai testi originari, vale a dire alla versione della dinastia Han. I pensatori di questa corrente rimproveravano infatti ai filosofi dei secoli precedenti di essersi allontanati troppo dal confucianesimo originario.
- A partire dal XX secolo: sviluppo del nuovo confucianesimo sotto l'impatto della filosofia occidentale.
Diffusione fuori dalla Cina
Dopo la riformulazione del neoconfucianesimo da parte di Zhu Xi, Wang Yangming e altri neoconfuciani, il confucianesimo diventò religione di stato anche in Corea e in Giappone.
Corea
Nel VII secolo, il confucianesimo fu fatto proprio dalle classi nobiliari durante il periodo dei tre regni di Corea e, quando questi vennero unificati dalla dinastia Goryeo, fu alla base dell'ordinamento politico che il nuovo stato si diede. La dinastia Goryeo fu soppiantata dalla dinastia Chosun nel 1392, che proclamò la Corea stato confucianoHistory of Korea: The establishment of a Confucian state su Britannica.com.
Vietnam
Sotto il dominio cinese, il confucianesimo conquistò una posizione importante anche nella società vietnamita(EN) Beliefs and religions' in Learn About Vietnam, Ambasciata vietnamita negli USA, anche se iniziò a diffondersi solo dopo che il Vietnam conquistò l'indipendenza dalla Cina nel 939. Come in Cina, si sviluppò una élite intellettuale, ed i principi di obbedienza e di rispetto per l'istruzione e per l'autorità furono recepiti da tutti gli strati della società. Il confucianesimo influenzò profondamente la struttura familiare e fu alla base del rigido sistema di gerarchia sociale. Nel XV secolo il confucianesimo prese in Vietnam il posto del buddhismo e divenne religione nazionale sotto la dinastia Le.
Giappone
In Giappone, a partire dal 592 d.C., quando salì al trono l'imperatrice Suiko, fu adottato il buddhismo come religione di stato, le istituzioni vennero rifondate secondo il modello cinese ed ispirate dal confucianesimo. Fautore delle riforme fu il principe Umayado, reggente dell'imperatrice e a tutt'oggi venerato dai giapponesi come protettore del buddhismo, della casa imperiale e del paese.Ispirandosi al pensiero di Confucio, ristrutturò i ranghi della società, assegnando i più alti in base ai meriti, e non più in base alle discendenze familiari.(JA) Yoshimura, Takehiko: Kodai Ōken no Tenkai (古代王権の展開), pag. 126. Shūeisha, 1999]Nel 604 compilò la costituzione di 17 articoli, che fissava i codici di comportamento di governanti e sudditi nell'ambito di una società buddhista,(EN) Shotoku's Seventeen-Article Constitution - Jushichijo Kenpo www.sarudama.com e che sarebbe rimasta in vigore fino al 1890.
Quando riemersero i clan fedeli alla tradizione shinto, verso la metà del VII secolo, il buddhismo subì una flessione ma non fu sradicato, dato che molti dei clan imperiali si erano convertiti a tale dottrina. La struttura dello stato fu rafforzata con gli editti di riforma di Taika (大化の改新, Taika no Kaishin), promulgati nel 646 dall'Imperatore Kōtoku. Tali riforme riorganizzarono l'amministrazione statale secondo i criteri del confucianesimo, che influenzò quindi profondamente il pensiero giapponese fino al XIX secolo. Poi , in cina si diffuse il buddhismo ,che è una religione secondo la quale si dice che per finire di soffrire bisognava smettere di desiderare ciò che non si poteva avere.
Note
Bibliografia
- Maurizio Scarpati, Il Confucianesimo, i fondamenti e i testi. Torino, Einaudi, 2010 * Lionello Lanciotti. Confucio. La vita e l'insegnamento. Astrolabio Ubaldini, 1997 * Federico Avanzini. Confucianesimo e Taoismo. Brescia, Queriniana, 2000 * John H. Berthrong, Evelyn Nagai Berthrong. Confucianesimo: Una introduzione. Roma, Fazi, 2004 * Jennifer Oldstone-Moore. Capire il Confucianesimo. Milano, Feltrinelli, 2007 * Max Weber. Sociologia della religione. 2.L'etica economica delle religioni universali. Confucianesimo e taoismo. Torino, Einaudi, 2002
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Collegamenti esterni
- Il confucianesimo di Tiziana Lippiello su Treccani Scuola * Il confucianesimo su Tuttocina.it