Klosterneuburg (forte romano)
Il forte romano di Klosterneuburg era il castrum più occidentale facente parte della catena di postazioni fortificate presenti lungo il limes danubiano nel settore pannonico. Si trova nei pressi della omonima città, appartenente al distretto di Wien-Umgebung, nello stato federato della Bassa Austria.
Klosterneuburg | |
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Periodo di attività | forte ausiliario a partire dai Flavi, fino al V secolo; a) forte in legno e terra b-e) forte in pietra; |
Località moderna | Klosterneuburg |
Unità presenti | a) Coh.I Montanorum b) Coh.II Batavorum[1] c) Coh.I Aelia (severiana) sagittariorum mil.eq.[2] d) Equitesps sagittarii[3] e) gens Marcomannorum |
Dimensioni castrum | 2,2 ha |
Provincia romana | Pannonia superiore |
Inizialmente, (sotto i Flavi) fu occupato da una coorte di ausiliari (auxilia). A partire invece dal II secolo divenne la base di un'unità milliaria equitata di 1.000 armati. Il vero nome dell'antica fortezza è ancora un mistero, poiché non disponiamo di fonti certe che nominano questo sito (più probabilmente Quadriburgium,[4] meno Arrianis). Il forte (castrum) era situato in cima ad una terrazza rocciosa che dominava la riva destra del Danubio, dove oggi si trova l'abbazia di Klosterneuburg ed altri edifici adiacenti costruiti sulla città antica.
Il forte aveva pianta rettangolare allungata, e subì diverse fasi ricostruttive fino alla fine del V secolo, quando poi fu abbandonato. Il compito principale della guarnigione era quello di sorvegliare l'attraversamento del Danubio e la principale via di comunicazione tra le due grandi fortezze legionarie di Vindobona e Lauriacum. Inoltre, nelle vicinanze del forte, si trovavano anche un insediamento civile (vicus) ed una necropoli.
Nei pressi del forte sono stati trovati, nella frazione Maria Gugging e a Greifenstein, una frazione di Sankt Andrä-Wördern, resti di probabili torri di avvistamento.
Posizione
La città di Klosterneuburg si trova a circa 13 km ad ovest della capitale austriaca Vienna (la latina Vindobona), sulla riva destra del Danubio, tra i rilievi di Leopoldsberg e Bisamberg. A nord e ad est confina con le foreste della pianura del Danubio, a sud e ad ovest è racchiusa dalle pendici di alcune alture della Selva Viennese (Leopoldsberg, Kahlenberg, Buchberg, Eichberg e Freiberg).
Per il sito del forte romano vennero inizialmente ipotizzate diverse località, tra cui la vicina Stockerau (che tuttavia si trova sulla riva sinistra del Danubio). Friedrich von Kenner e Joseph Aschbach ritenevano che dovesse identificarsi con Zeiselmauer. Per Maximilian Fischer invece era evidente che il forte dovesse trovarsi in una posizione soprelevata, particolarmente adatta sia da un punto di vista militare, sia per favorire gli scambi commerciali con le vicine tribù germaniche al di là del Danubio (i Marcomanni). Federico von Kenner, in seguito alla scoperta di un diploma militare presso Klosterneuburg, dell'epoca dell'imperatore romano Tito (datato 13 giugno dell'80 d.C.), giunse alla convinzione che
- „...nel luogo di ritrovamento si trovava un piccolo insediamento, della cohors I Montanorum, che era sotto il comando dei legati della Pannonia“.
Da allora, i ritrovamenti in questo settore del limes si susseguirono continuamente, e secondo Karl Drexler
Anche Eduard Nowotny indicò sempre la parte alta della città e cercò nel 1925 di trarre conclusioni sulle fondamenta del forte, sulla base del piano catastale del monastero. Secondo lui era improbabile che il forte fosse situato nella parte bassa della città. Nowotny ha quindi disegnato nella parte alta della città la superficie del forte, per la quale ha usato come modello il forte di Eferding:
- Fronte nord occidentale: giardino dell'abbazia,
- Lato nord occidentale: chiesa abbaziale,
- Fronte sud orientale: Piazza principale superiore, di fronte la facciata a NO ,
- Lato sud occidentale: Leopoldgasse e proseguimento fino alla via Hundskehle.
Con queste dimensioni, Nowotny definì un'area di 540 x 640 piedi romani, che era molto vicina a quella di Eferding. Inoltre corrispondevano a quelle del forte di Weißenburg in Baviera, che era stato progettato anch'esso per una cohors milliaria equitata di 1000 uomini (unità in parte montata).
Oggi sappiamo che il castello si trova nella parte più antica della città, sotto il complesso del monastero nella "città alta", collocata su una terrazza rocciosa tra il Danubio e le pendici del Buchberg, delimitata a nord dal comune di Kierlingbach e a sud da quello di Weidlingbach.
Il percorso del limes che veniva dalla fortezza legionaria di Vindobona, non attraversava il campo, ma si dirigeva direttamente al Buchberg. Infine piegava a ovest verso la valle di Kierling e conduceva di nuovo verso il Noricum. A Kierling probabilmente c'era anche il confine provinciale tra Pannonia e il Norico. Probabilmente era a ovest dell'odierna frazione di Maria Gugging.
Nome
Nelle antiche fonti scritte non si trova alcuna indicazione precisa per il nome antico di Klosterneuburg e nemmeno le ricerche svolte successivamente sono riuscite a ricondurre le diverse interpretazioni sull'antico nome a un denominatore comune. Mentre per quanto riguarda l'appartenenza di Klosterneuburg alla provincia Pannonia non sussistono più dubbi, il suo nome romano rimane fino ad oggi controverso. Sono stati proposti, tra gli altri, i nomi di Asturis, Cannabiaca, Quadriburgium o Arrianis, mentre recentemente si propende per Quadriburgium.<[4]
Inizialmente si è cercato di equiparare il forte con la stazione di posta denominata, sulla Tabula Peutingeriana, come Citium (vicino Tulln)[6], in seguito Theodor Mommsen ha identificato l'antico Klosterneuburg con Asturis. Questo nome deriva probabilmente da un reparto dell'esercito romano, che era stato formato nella costa spagnola settentrionale, l'Asturia. Dopo che anche William Kubitschek ha definito Klosterneuburg una "presunta Astura", è stato - oltre a Herma Stiglitz e Hannsjörg Ubl - in particolare Edward Zenker, che si è occupato molto meticolosamente della questione del nome antico di Klosterneuburg[7]. Allo stato attuale delle conoscenze il vero nome antico di Klosterneuburg non può essere determinato in modo inequivocabile.
Storia dei ritrovamenti
XVIII e XIX secolo
Le prime notizie su ritrovamenti romani a Klosterneuburg risalgono, secondo Maximilian Fischer, a Benedikt Prill. Questi notò, tra le altre cose, che nel 1736 nella costruzione della nuova abazia barocca, quando si spianò la vecchia cancelleria assieme alla sua "Briefturm" (torre della corrispondenza), fu scoperto un vaso con monete d'argento romane del periodo da Giulio Cesare all'imperatore Decio. Durante la costruzione del cosiddetta " Vecchia caserma" all'inizio del XIX secolo, sono state trovate nuovamente delle monete. Vennero anche scoperte, durante questi lavori di costruzione, dei resti che si supponeva fossero tombe. Nel 1834, durante la costruzione della corte del convento, vennero alla luce tre lastre con delle iscrizioni[8]. In seguito delle copie di queste sono state murate da Maximilian Fischer. Una grande quantità di ritrovamenti venne alla luce con la costruzione del cosiddetto tratto ernestino negli anni 1834-1842. Qui vennero alla luce numerosi bolli laterizi del gruppo OFARN[A 2] con la legenda OFARNVRSICINIMG[9]. Bolli del Master figlinarum Ursicinus sono stati spediti fino alla provincia della Pannonia Valeria, e si trovano non solamente lì nel non terminato castrum di Göd-Bócsaújtelep, ma anche nel Burgus Dunakeszi[10]. I bolli OFARN sono databili al periodo degli imperatori Costanzo II (337–361) e Valentiniano I (364–375). Poiché le sigle AR, ARN e ARAN possono essere spiegate grosso modo ma non esattamente, le ipotesi di interpretazione rimangono solo su un piano ipotetico[11]. Dalla stessa area viene anche una Votivara (iscrizione votiva) di un Quintus Attius[12] e una tabella con l'epigrafe "Q. Aelii Valentis opus"[13]. Inoltre, possono essere osservati resti di muri e mattoni di epoca romana. In rilevante ritrovamento romano ci fu il 23 luglio 1838. Dalle macerie delle fondamenta sotto l'abside principale della chiesa abbaziale fu possibile individuare dei frammenti bronzei, che furono messi di nuovo insieme da E. Stoy; ne risultò un diploma militare del tempo di Tito (13 giugno 80 a.C.).[14].
XX secolo
Il forte
Struttura del forte
Il forte aveva angoli arrotondati ed era circondato da un doppio fossato. Era di forma rettangolare abbastanza allungata appoggiato sulla terrazza di roccia che dava sul Danubio. Copriva una superficie di circa 2,2 ettari.
Note
- ^ RHP 253a-d; AE 1988, 928;AE 1992, 1445.
- ^ AE 1988, 929; AE 1992, 1440; AE 1992, 1441; AE 1992, 1439; AE 1977, 616; AE 1977, 617; AE 1992, 1435.
- ^ Notitia dignitatum, Occ., XXXIV.
- ^ a b Genser 1986, p. 407 segg.
- ^ CIL XVI, 26.
- ^ Tabula Peutingeriana, segmento V.
- ^ V. anche: Der Römische Limes in Österreich, 1986, p. 408-412.
- ^ CIL III, 5645, CIL III, 5646, CIL III, 5647.
- ^ CIL III, 4660.
- ^ Zsolt Mráv: Archäologische Forschungen 2000–2001 im Gebiet der spätrömischen Festung von Göd-Bócsaújtelep (Rapporto preliminare) 2002. In: Communicationes archeologicae Hungariae 2003. Népművelési Propaganda Iroda. Budapest 2003. p. 105.
- ^ Ádám Szabó, Endre Tóth (Hrsg.): Bölcske. Römische Inschriften und Funde – In memoriam Sándor Soproni (1926-1995) Libelli archaeologici Ser. Nov. No. II. Ungarisches Nationalmuseum, Budapest 2003, p. 80.
- ^ CIL III, 5646.
- ^ CIL III, 5649
- ^ CIL XVI, 26 = CIL III p. 854; Diplom XI = p.1960, DXIII.
Documenti
- ^ «Imp(erator) Titus Caesar divi Vespasiani f(ilius) Vespasianus/ Augustus pontifex maximus tribunic(ia) potestat(e)/ VIIII imp(erator) XV p(ater) p(atriae) censor co(n)s(ul) VIII/ iis qui militaverunt equi[te]s et pedites in alis/ quattuor et cohortibus d[ecem] et tribus I Arva/corum I civium Romanor[um II] Arvacorum Fron/[to]niana I Alpinorum I Montanorum I Nori/[cor]um I Lepidiana I Augusta Ituraeorum II Lu/[censi]um I Alpinorum I Britannica II Astu/[rum et] Callaecorum II Hispanorum III Thra/[cum V] Breucorum VIII Raetorum quae sunt/ in Pannonia sub T(ito) Atilio Rufo quinis et vic[e]/nis pluribusve stipendiis emeritis dimissis/ honesta missione item iis qui militant in a/lis duabus I civium Romanorum et II Arva/corum et coh(o)rte VIII Raetorum et sunt sub eo/dem emeritis quinis et vicenis stipend[iis]// quorum nomina subscripta sunt ipsis [li]/beris posterisque eorum civitatem dedit et/ conubium cum {cum} uxoribus quas [tun]c ha/buissent cum est civitas iis data aut s[i q]ui cae/libes essent cum iis quas postea duxissent dum/taxat singuli singulas Idibus Iuni(i)s/ L(ucio) Lamia Plautio Aeliano/ [C(aio) Mario] Marcello Octavio Publio Cluvio Rufo / co(n)s(ulibus)/ [coho]rt(is) I Mon[t]anorum cui prae(e)st / [Sex(tus) Ne]rianus Sex(ti) f(ilius) Clu(stumina) Clemens/ ex peditibus/ [Soio]ni Muscelli f(ilio) Besso/ [des]criptum et recognit[um] ex tabula ae/nea quae fixa est Romae in Capitolio// Imp(erator) Titus Caesa[r divi Vespasia]ni f(ilius) Vespasia/nus Augustus [pontifex max]imus tribunic(ia) / potestat(e) VIIII im[p(erator) XV p(ater) p(atriae) cens]or co(n)s(ul) VIII / iis qui militaver[unt equite]s et pedites in / alis quattuor et co[horti]bus decem et tri/bus I Arvacorum I civium Romanorum II Ar/vacorum Frontoniana I Alpinorum I Monta/norum I Noricorum I Lepidiana I Augusta / Ituraeorum I(I) Lucensium I Alpinorum I / Britannica II Asturum et Callaecorum II / Hispanorum III Thracum V Breucorum VIII / Raetorum quae sun{n}t in Pannonia sub T(ito) / Atilio Rufo quinis et vicenis pluribusve sti/pendiis emeritis dimissis honesta missio/ne item iis qui militant in alis duabus / I civium Ro[ma]norum et II Arvacorum et / coh(o)rte VIII Raetorum et sunt sub eodem / emeritis quinis et vicenis stipendiis quo/rum nom[ina] subscripta sunt ipsis li/beris p[oste]risque eorum civitatem / dedit et [conubi]um cum uxoribus quas tunc / habuis[sent] cum est civitas iis data / aut si qu[i ca]elibes essent cum is quas / postea duxissent dumtaxat singuli / singulas Idibus Iuni(i)s / L(ucio) Lamia Plautio Aeliano / C(aio) Mario Marcello Octavio Publio Cluvio Rufo / co(n)s(ulibus) / cohort(is) I Montanorum cui prae(e)st / Sex(tus) Nerianus Sex(ti) f(ilius) Clu(stumina) Clemens / ex peditibus / Soioni Muscelli f(ilio) Besso / descriptum et recognitum ex tabula aenea / quae fixa est Romae in Capitolio post ae/dem Fidei p(opuli) R(omani) in muro // L(uci) Pulli Sperati / [3]atini Rufi / [3] Eutrapeli / [3]di Sementivi / P(ubli) Manli Lauri / M(arci) Stlacci Phileti / L(uci) Pulli Ianuar(i)»
- ^ [OF]ficinia [A]uxiliares [R]ipenses [N]orica = „Officine degli ausiliari di frontiera del Norico“.
Bibliografia
- Beiträge zur Kunstgeschichte und Archäologie des Frühmittelalters, Akten des 7. Internationalen Kongresses für Frühmittelalterforschung 1958, Graz/Köln 1962, in Adelheid Schmeller: Die Ausgrabungen in Klosterneuburg 1953-1954, pp. 300–306. (Annotazione.: la torre ad U meridionale è in questo testo indicata come „Flachabsidenbau“ - costruzione absidale piatta).
- Hermann Fillitz, Akten zum VII. Internationalen Kongreß für Frühmittelalterarchäologie, Wien 1958 (Graz/Köln 1962), in Rudolf Egger, Die Anlage im Nordwesten der Capella Speziosa, pp. 325-326.
- Herwig Friesinger & Fritz Krinzinger, Der römische Limes in Österreich, Führer zu den archäologischen Denkmälern. Verlag der Österreichischen Akademie der Wissenschaften, Wien 1997, ISBN 3-7001-2618-2, pp. 236–240.
- Kurt Genser: Die Entwicklung des römischen Limes an der Donau in Österreich, Salzburg 1975, pp. 74–84.
- Kurt Genser: Der österr. Limes in der Römerzeit. Ein Forschungsbericht (Dissertation) Salzburg 1982, Teil II, pp. 1113–1203.
- Kurt Genser, Der österreichische Donaulimes in der Römerzeit. Ein Forschungsbericht, 1986, Wien, Verlag der Österreichischen Akademie der Wissenschaften, ISBN 3-7001-0783-8.
- Jahrbuch Stift Klosterneuburg N.F, 11, 1979, in cui: Hannsjörg Ubl: Neues zum römischen und babenbergischen Klosterneuburg, pp. 112.
- Manfred Kandler, Hermann Vetters (a cura di): Der römische Limes in Österreich. Wien 1989, pp. 166–173.
- Wolfgang Pietsch: Eine Typologie a. Lager- und Kastelltürme am norischen und pannonischen Limes, tesi di diploma, Wien 1993, pp. 180.
- Floridus Röhrig, Gustav Otruba, Michael Duscher e all.: Klosterneuburg. Geschichte und Kultur, Band 1. (Klosterneuburg/Wien 1992), in Hannsjörg Ubl: Das römische Klosterneuburg, pp. 39–120.
- Gudrun Wlach: Römische Badeanlagen in Österreich (Dissertazione non pubblicata), Wien 1986), pp. 158-164.
- Österreichisches Bundesdenkmalamt, Fundberichte aus Österreich, volumi dal 1958 al 2003,