Guido Ara

calciatore e allenatore di calcio italiano (1888-1975)
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Guido Ara (Vercelli, 28 giugno 1888Firenze, 22 marzo 1975) è stato un calciatore e allenatore di calcio italiano, di ruolo centrocampista.

Guido Ara
NazionalitàItalia (bandiera) Italia
Calcio
RuoloAllenatore (ex centrocampista)
Termine carriera1926 - giocatore
1948 - allenatore
Carriera
Squadre di club1
1906-1922Pro Vercelli? (?)
1924-1926Pro Vercelli? (?)
Carriera da allenatore
1921-1922Pro Vercelli[1]
1923-1924Parma
1924-1926Pro Vercelli
1927-1929Comense
1932-1934Pro Vercelli
1934-1937Fiorentina
1937-1940Roma
1940-1941Milano
1941-1944Template:Calcio Genova 1893
1946-1947Fiorentina
1947-1948Lecco
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.

Considerato il più grande mediano italiano prima della Grande guerra[4] e uno dei migliori in assoluto degli albori del calcio in Italia,[2] nella sua carriera militò unicamente nella Pro Vercelli, con cui vinse sette campionati,[2] e fece parte della Nazionale italiana.

Era soprannominato l'elegante Guido per il suo stile di gioco.[5]

A Guido Ara è attribuita la paternità del famoso detto «il calcio non è uno sport per signorine»,[4][6] coniato nel 1909[7] e ripreso in tutto il mondo.[8]

Biografia

Prima di dedicarsi al calcio, praticò la ginnastica.[4][9]

Partecipò da artigliere alla prima guerra mondiale, sul monte Grappa.[2]

Durante la carriera di calciatore scelse appositamente di abitare in appartamenti situati ai piani alti, per potere fare footing per le scale.[5] Fuori dal campo si allenava anche rincorrendo il tram, oppure facendosi in bicicletta le trasferte delle partite, lunghe anche 70km.[5]

Morì nel 1975 a Firenze all'età di 86 anni.[10]

Caratteristiche tecniche

Alto di statura, spalle robuste, gambe lunghe ed agili, veloce e dotato di molta resistenza fisica, Ara era un atleta completo che avrebbe potuto praticare con successo qualsiasi sport all'aperto.[4][9]

Posizionato da centrosostegno, la sua tattica si basava sull'anticipo delle giocate degli avversari; aveva spesso la meglio sui contendenti in virtù delle capacità balistiche e praticando, in fase di interdizione, un gioco sporco, servendosi della sua stazza fisica e, all'occorrenza, aiutandosi con le braccia.[9]

«Attende l'uomo al varco e lo lavora di anche[9]»

Possedeva un bagaglio tecnico fuori dal comune ed era pieno di inventiva.[4][11] Tra le sue abilità c'erano il palleggio elegante e mai esagerato, l'ottimo stop, le finte, il dribbling breve, la precisione nei passaggi e il colpo di testa. Sapeva sacrificarsi per la squadra e di fronte ad avversari temibili si limitava a praticare un gioco semplice ed efficace, anche con il solo compito di marcatura a uomo per tutta la partita.[9]

Carriera

Calciatore

Club

Ara si presentò, con dei suoi amici, all'età di quindici anni alla Pro Vercelli. Inizialmente incontrò parecchie difficoltà, che — con molti sacrifici — riuscì a superare. Il primo campionato che disputò fu la Seconda Categoria 1906.[2]

L'anno seguente le bianche casacche vinsero il campionato di Seconda Categoria.[5] Nel 1908, appena promossi nella massima serie, vinsero il campionato di Prima Categoria, che bissarono nel 1909.

All'epoca il calcio era praticato principalmente da vecchi ragazzi. La Pro Vercelli era una polisportiva che disponeva di atleti, quasi tutti molto giovani e borghesi. Avevano tempo per allenarsi e in campo esprimevano un calcio più energico, imponendo agli avversari un ritmo al di fuori della loro portata, talvolta ricorrendo anche ad interventi duri. Il pubblico avversario contestava questo atteggiamento e Guido Ara a tal proposito inventò il detto «il calcio non è uno sport per signorine».[6]

Nella stagione 1909-1910 arrivarono primi, pari merito con l'Internazionale, e chiesero di spostare lo spareggio del 24 aprile 1910 perché avevano diversi calciatori impegnati nella Nazionale militare. L'Internazionale rifiutò e la Pro Vercelli in segno di protesta schierò una formazione di ragazzini di 11 anni. Persero 10-3 e la squadra venne squalificata dalla Federazione fino al 31 dicembre.[12]

Ara e il fratello Emilio, partirono in bicicletta, facendo in successione tappa a Genova, Firenze, Roma, L'Aquila, Bologna, Milano; raccolsero firme per una petizione alla Federazione, la quale decise di ritirare la punizione.[12]

Seguirono tre scudetti consecutivi, dal 1911 al 1913. Inoltre vinse anche la Prima Categoria 1920-1921 e la Prima Divisione 1921-1922.

Dopo lo scudetto del 1922, lasciò Vercelli per fare l'allenatore a Parma.

Nel 1924 ritornò a Vercelli per disputare altre due stagioni, smettendo definitivamente all'età di 38 anni.[2]

Nazionale

Ara esordì in Nazionale il 6 gennaio 1911, in occasione della partita Italia-Ungheria (0-1).[13] Se non fosse stato squalificato dalla Federazione — per la vicenda della finale di campionato — avrebbe debuttato il 15 maggio 1910 contro la Francia, primo incontro della storia della nazionale, e preso parte alla trasferta in Ungheria pochi giorni dopo.[2]

Il 1 maggio 1913 gli Azzurri — composti per nove undicesimi da giocatori della Pro Vercelli — sconfissero, al Campo di Piazza d'armi, il Belgio per 1-0;[14] Ara realizzò il gol della vittoria con un tiro potente su calcio di punizione, rete passata alla storia del calcio italiano.[15][16] Milano I si preparò per calciare, dalla distanza di circa 22 metri, mentre una folta barriera era disposta; all'ultimo, anziché tirare verso la destra del portiere, come lasciava intendere dalla sua rincorsa, saltò il pallone e si spostò, lasciando che Ara — partito nella rincorsa quasi simultaneamente al suo compagno — calciasse, cogliendo impreparati gli avversari che nel frattempo si erano scomposti, lasciando scoperta la sinistra della loro porta, dove si depositò il pallone.[16][17] I due centrocampisti della Pro Vercelli, con astuzia, ingegnarono uno dei primi schemi su calcio di punizione del calcio italiano.[4][18]

Complessivamente disputò 13 gare in azzurro.[13] Fece parte della selezione che partecipò alle Olimpiadi 1920, tuttavia senza scendere in campo.

Allenatore

Dopo il sesto scudetto, nel 1921,[1] cominciò a fare il tecnico alla Pro Vercelli, sempre occupando il suo posto da mediano. Nel 1923 lasciò Vercelli per allenare due anni il Parma.[2]

Svolgeva la sua professione con la massima serietà, curando i minimi particolari.[2] I suoi allenamenti erano incentrati sull'atletica.[2]

Allenò anche la Fiorentina, che portò al terzo posto nel 1934-35, la Roma, finalista di Coppa Italia nel 1936-37, il Milan terzo nel 1940-41 e il Genoa, quarto nel 1941-42.

Fece anche parte del Centro di preparazione tecnica della Nazionale.[16]

Statistiche

Cronologia presenze e reti in Nazionale[13]

Cronologia completa delle presenze e delle reti in nazionale ― Italia
Data Città In casa Risultato Ospiti Competizione Reti Note
06/01/1911 Milano Italia   0 – 1   Ungheria Amichevole -
09/04/1911 Parigi Francia   2 – 2   Italia Amichevole -
07/05/1911 Milano Italia   2 – 2   Svizzera Amichevole -
21/05/1911 La Chaux de Fonds Svizzera   3 – 0   Italia Amichevole -
17/03/1912 Torino Italia   3 – 4   Francia Amichevole -
22/12/1912 Genova Italia   1 – 3   Impero austriaco Amichevole -
12/01/1913 Parigi Francia   1 – 0   Italia Amichevole -
01/05/1913 Torino Italia   1 – 0   Belgio Amichevole 1
11/01/1914 Milano Italia   0 – 0   Impero austriaco Amichevole - Sostituito al 35'
31/01/1915 Torino Italia   3 – 1   Svizzera Amichevole -
18/01/1920 Milano Italia   9 – 4   Francia Amichevole -
28/03/1920 Berna Svizzera   3 – 0   Italia Amichevole -
13/05/1920 Genova Italia   1 – 1   Paesi Bassi Amichevole - Sostituito al 46'
Totale Presenze 13 Reti 1

Palmarès

Pro Vercelli: 1907
Pro Vercelli: 1908, 1909, 1910-1911, 1911-1912, 1912-1913, 1920-1921
Pro Vercelli: 1921-1922

Note

  1. ^ a b Secondo alcune fonti iniziò la professione di allenatore, mentre era calciatore, già dal 1919.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l I grandi allenatori: Guido Ara, in Il Littoriale, 26 marzo 1935, p. 4. URL consultato il 14 novembre 2011.
  3. ^ 15 (1) se si conteggiano anche le partite amichevoli non ufficiali.
  4. ^ a b c d e f Sappino, pp. 40, 41
  5. ^ a b c d e Saper giocare, in La Stampa, 8 gennaio 1970, p. 14. URL consultato il 14 novembre 2011.
  6. ^ a b Sconcerti, p. 41
  7. ^ Papa, Panico, p. 66
  8. ^ Un calcio autentico (ma non sfuma nel mito), in StampaSera, 31 maggio 1971, p. 9. URL consultato il 14 novembre 2011.
  9. ^ a b c d e Colombo, p. 10
  10. ^ E' morto Guido Ara asso degli Anni 20, in La Stampa, 23 marzo 1975, p. 18. URL consultato il 13 novembre 2011.
  11. ^ Renato Romanelli, Un leone di 95 anni, in La Stampa, 24 novembre 1991, p. 41. URL consultato il 13 novembre 2011.
  12. ^ a b Luciano Curino, I vecchi della Pro Vercelli rievocano il glorioso calcio di provincia, in La Stampa, 2 giugno 1968, p. 17. URL consultato il 14 novembre 2011.
  13. ^ a b c Scheda di Guido Ara su www.italia1910.com
  14. ^ (EN) MATCH: 01.05.1913 Italy - Belgium 1:0, su eu-football.info, www.eu-football.info. URL consultato il 16 novembre 2011.
  15. ^ Il grande incontro internazionale Italia-Belgio, in La Stampa, 3 maggio 1913, p. 4. URL consultato il 16 novembre 2011.
  16. ^ a b c Giulio Cicci, La finta di Milano e il goal di Ara, in Stampa Sera, 2 marzo 1950, p. 4. URL consultato il 23 aprile 2012.
  17. ^ Quando la vecchia Pro riuscì a piegare il Belgio, in StampaSera, 13 gennaio 1955, p. 5. URL consultato il 16 novembre 2011.
  18. ^ Da Ara a Cuccureddu, in La Stampa, 25 marzo 1975, p. 16. URL consultato il 16 novembre 2011.
  19. ^ La squadra nazionale e quella mista torinese fanno match nullo: 4 a 4, in La Stampa, 6 gennaio 1913, p. 6. URL consultato il 13 novembre 2011.
  20. ^ Il Reading F.C. vince la Squadra Nazionale con 2 goals a 0, in La Stampa, 19 maggio 1913, p. 5. URL consultato il 13 novembre 2011.

Bibliografia

Libri

  • Antonio Papa, Guido Panico, Storia sociale del calcio in Italia, Bologna, Il Mulino, 1993.
  • Marco Sappino, Dizionario del calcio italiano, Milano, Baldini & Castoldi, 2000.
  • Mario Sconcerti, Storia delle idee del calcio, Milano, Baldini-Castoldi-Dalai, 2009.

Riviste

  • Emilio Colombo, Medaglioni di footballers, in Lo Sport Illustrato, 15 gennaio 1915, pp. pp. 10,11. URL consultato il 14-11-2011.

Collegamenti esterni

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