Fanfulla da Lodi (canzone goliardica)

canzone goliardica italliana

La canzone goliardica "Fanfulla da Lodi", dal testo scanzonato e libertino, che ha trovato tradizione orale tra la gioventù italiana fino agli anni '70, narra le geste amatorie del giovane Bartolomeo Tito Alon, detto Fanfulla, originario di Lodi, definito nella canzone barone.

Secondo la canzone, il barone in questione viene iniziato all'arte amatoria da una donna di facili costumi, che però lo infetta con una malattia venerea.

La morale della canzone si riallaccia a una nota legge del menga, un tempo citata da tanti italiani anche nel parlare comune, ma da pochi in effetti conosciuta. Legge che la canzone svela all'ascoltatore solo all'ultima strofa: chi ha rapporti sessuali occasionali abbia almeno cura di proteggersi con il preservativo, per evitare il rischio di contagio. Inoltre, in coda alla canzone viene talvolta enunciata l'ancor più raffinata (e rara) "legge del Volga", in risposta alla suddetta.

Il Testo

Il testo della canzone, come tramandato dalla tradizione, è quello che segue; la parte fra virgolette, sorta di melodico canto delle vergini, non rispetta il metro del resto della canzone.

Il barone Fanfulla da Lodi
condottiero di gran rinomanza
fu condotto una sera in stanza
da una donna dai facili amor.

Era nuova ai certami d'amore
di Fanfulla la casta alabarda
ma alla vista di tanta bernarda
prese il brando e si mise a pugnar

E cavalca, cavalca, cavalca
alla fine Fanfulla si accascia
lo risveglia la turpe bagascia
"Cento scudi mi devi donar"

Vaffancul, vaffancul, vaffanculo
le risponde Fanfulla incazzato
venti scudi oramai già ti ho dato
gli altri 80 li prendi nel cul

Passa un giorno, due giorni, tre giorni
e a Fanfulla gli prude l'uccello
cos'è mai questo male novello
che natura ci vuole donar?

Fu chiamato un dottore di grido
che gli disse mio caro Fanfulla
qui bisogna amputare una palla
se di scolo non vuoi tu morir"

Di Fanfulla l'uccello reciso
fu deposto in un'orrida bara
mille vergin facevano a gara
per cantargli codesta canzon:

«Facesti il fol, facesti il fol
chiavasti senza guanto, il guanto, il guanto
facesti il fol, facesti il fol,
chiavasti senza guanto e beccasti lo scol!»

La morale di questa novella
ci riporta alla legge del menga:
chi l'ha preso nel cul se lo tenga
ed impari ad usare il goldon!

Però oltre alla legge del menga
ci sta pure la legge del Volga:
chi l'ha preso nel cul se lo tolga
e lo metta nel cul del vicin!

Come Trovarla

Essendo una canzone goliardica non esistono ufficiali versioni registrate, una facilmente reperibile è la versione cantata dal Duo Padano che fa parte dell' album "Popolari, Goliardiche, Boccaccesche a doppio senso". Anche il Rocker Milanese Ul Mik Longobardeath ne fornisce la sua interpretazione, contenuta nell'album Polenta Violenta.

Titoli

Essendo una canzone popolare è conosciuta con diversi titoli tra i quali:

  • La legge del menga
  • Il barone fanfulla da Lodi
  • La Ballata di Fanfulla
  • Fanfulla da Lodi


Note

1, 2