Asmundo (famiglia)

famiglia nobiliare siciliana

Gli Asmundo sono un'antica famiglia nobile siciliana, che ha segnato la storia politica, culturale ed economica dell'isola.

Stemma della famiglia Asmundo

Le Origini

Le origini della famiglia Asmundo sono molto antiche e si perdono nella leggenda. Secondo alcune fonti, originaria di Pisa, conosciuta anche come Sismondo fin dai tempi di Carlo Magno, sarebbe arrivata in Sicilia al momento della conquista normanna dell'isola al seguito del conte Ruggero[1]. Sarebbe in questo caso legata alla famiglia Sismondi, citata da Dante Alighieri nella Divina Commedia. Altri la ritengono originaria di Malta, trasferitasi in Sicilia al tempo dei vespri siciliani nel XIII secolo[2]. La discendenza potrebbe derivare dagli Asmundo, re di Svezia prima dell'anno mille[3]

La Storia

Nel corso della storia, i membri della famiglia Asmundo, nei suoi vari rami, hanno occupato le più importanti cariche dell'amministrazione del Regno di Sicilia, fin dal tempo degli Aragonesi. Adamo Asmundo, dottore in Diritto Civile dell'Università di Padova, fu Luogotenente Generale, maestro razionale del Tribunale del Reale Patrimonio; nel 1432 fece parte del Regio Consiglio, nello stesso anno divenne Presidente del Regno con funzioni di Viceré fino al 1435, carica che ricoprirà nuovamente nel 1439 e nel 1449, su incarico del re Alfonso I d'Aragona. [4].

Titolari di numerosi feudi e titoli nobiliari, gli Asmundo hanno inciso profondamente nella storia politica e culturale dell'isola. Nel 1434, Adamo Asmundo fondò, insieme a Battista Platamone, l'Università degli studi di Catania, una delle più antiche d'Italia e del mondo. Nel 1693, Giuseppe Asmundo fu commissario generale per la ricostruzione di Noto, dopo la devastazione del terremoto. Insieme a Giuseppe Lanza, vicario generale per il Val di Noto, a Giovanni Montalto, Sipione Coppola, e al gesuita architetto Angelo Italia, fu uno degli artefici di quella forma di rinascimento che prese il nome di Barocco siciliano[5].

Nella prima metà dell'Ottocento, Giuseppe Asmundo Cirino fu uno dei componenti del Decurionato di Catania, cui si deve il completamento del porto[6], determinante per lo sviluppo economico della città etnea, e per la sua supremazia economica nella Sicilia orientale. Fra gli interventi di mecenatismo del Decurionato catanese, è rimasto celebre quello del 1819 in favore del musicista Vincenzo Bellini.

Gli Asmundo possedettero le castellanie di Aci, Taormina e Mazzara, i feudi di Jace, Baldirone, Pontalica, Callura, Lamia, Targia, Xirumi, Troina, Salomone, Ameda, Salandra, San Giuliano, Campopetro, Villasmundo, Missanèllo, San Dimitri, Gisira e Scalarancio.

Una figlia di Adamo Asmundo, Allegranza, nel 1433 sposò Giovanni Paternò, Camerlengo del Regno di Sicilia e Strategoto di Messina nel 1470. Inizia con questa unione il legame fra le famiglie Asmundo e Paternò, proseguito per secoli con numerosi matrimoni, fra cui quello di Francesco Asmundo con Olivia Paternò (1623 ca.), di Michele Asmundo con Agata Paternò (1654), di Baldassarre Asmundo con Eleonora Paternò Castello (1679), di Maria Silvia Asmundo con Giovan Battista Paternò (1683), di Giulia Asmundo e Joppolo con Antonino Paternò Castello (1702), di Silvia Asmundo con Giuseppe Alvaro Paternò (1814).

Asmundo Paternò

Giuseppe Asmundo Paternò (1694-1772) fu presidente dei Tribunali del Concistoro e del Supremo Magistrato di Commercio. Giovanni Battista Asmundo Paternò divenne Presidente del Regno di Sicilia nel 1787.[7].

Altri esponenti

Note

  1. ^ Famiglie Nobili di Sicilia, su famiglia-nobile.com.
  2. ^ Dizionario Biografico Treccani, Adamo Asmundo, su treccani.it.
  3. ^ (FR) Encyclopédie ou Dictionnaire raisonné des arts des sciences et des métiers, su gallica.bnf.fr.
  4. ^ Dizionario Biografico Treccani, Adamo Asmundo, su treccani.it.
  5. ^ Sicilia-Firenze, Lumie di Sicilia, n. 12 - giugno 1991 (PDF), su sicilia-firenze.it.
  6. ^ Salvatore Mancini, Memoria del Decurionato di Catania, Da' Torchi di Francesco Pastore Caudullo, Catania 1836
  7. ^ Dizionario Biografico Treccani, Giovanni Battista Asmundo Paternò, su treccani.it.

Voci correlate


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