Guglielmo di Prussia (1882)

pretendente al trono di Germania-Prussia

Friedrich Wilhelm Victor August Ernst von Preußen (Potsdam, 6 maggio 1882Hechingen, 20 luglio 1951) fu Principe ereditario dell'Impero tedesco e di Prussia.

Guglielmo di Prussia
Guglielmo in una cartolina del 1937
Pretendente al trono di Germania e di Prussia
PredecessoreGuglielmo II
SuccessoreLuigi Ferdinando
Trattamento
Sua Altezza Reale
NascitaPotsdam, 6 maggio 1882
MorteHechingen, 20 luglio 1951
PadreGuglielmo II
MadreAugusta Vittoria
ConsorteCecilia di Meclemburgo-Schwerin
FigliGuglielmo
Luigi Ferdinando
Uberto
Federico
Alessandrina
Cecilia

Biografia

I primi anni e la prima guerra mondiale

 
Il piccolo principe ereditario Guglielmo di Prussia (in fasce), attorniato dal padre Guglielmo (futuro Guglielmo II, a destra), dal nonno Federico (futuro Federico III, a sinistra) e dal bisnonno imperatore Guglielmo I di Germania che lo tiene in braccio.

Guglielmo era il figlio primogenito dell'imperatore Guglielmo II di Germania e della moglie Augusta Vittoria. Il principe ricevette la propria prima educazione presso la Prinzenhaus di Plön per poi frequentare l'Università di Bonn. Dal 1911 fece parte dell'associazione culturale Alldeutscher che si proponeva l'unificazione linguistica di tutto il popolo tedesco con l'intento di perseguire la politica paterna nel voler accentrare il ruolo della Germania come grande potenza europea.

Guglielmo passò il resto della propria gioventù in ambienti militari, educato a quest'arte dalla supervisione del generale Erich von Falkenhayn. Allo scoppio della Prima guerra mondiale ebbe il comando della Quinta Armata, comando che mantenne fino al 1916, incluso il periodo della battaglia di Verdun. Malgrado questo ruolo, la presenza effettiva di Guglielmo sul campo di battaglia, data la sua posizione di erede al trono, fu simbolica e l'effettivo comando pratico venne affidato a Konstantin Schmidt von Knobelsdorf sino al 21 agosto 1916 per poi passare a Walther von Lüttwitz sino alla conclusione della guerra. Guglielmo, giovane entusiasta, non era felice di questo ruolo a latere nelle vicende belliche ma il suo ruolo era stato un chiaro ed imperativo ordine del padre che gli aveva inviato una lettera proprio all'inizio della guerra con contenuti brevi ma chiari: "Ho affidato a voi il comando della 5^ Armata e vi ho affiancato il generale Schmidt von Knobelsdorf come capo di stato maggiore generale. Fate ciò che egli vi consiglia".[1]

E' ad ogni modo risaputo che il principe Guglielmo entrò in conflitto diverse volte coi suoi generali, soprattutto perché egli a differenza degli altri militari, in una situazione disperata come quella che preludeva alla Battaglia di Verdun, avrebbe voluto mantenere una posizione difensiva anziché un comportamento aggressivo. Dal 1916 Guglielmo divenne comandante del gruppo d'armate Deutscher Kronprinz col quale ad ogni modo dovette sottostare alle decisioni strategiche dei suoi ufficiali. Il susseguirsi degli eventi della prima guerra mondiale resero la posizione di Guglielmo II al governo sempre più debole e le sconfitte subite pesavano ancora di più sul principe ereditario dal momento che anche lo stesso Guglielmo, in politica interna, aveva delle preferenze particolari. Le dimissioni del cancelliere Bethmann Hollweg il 13 luglio 1917 fecero si che il principe descrivesse quella giornata come "una delle più belle della sua vita" e contribuì inoltre alle dimissioni di Rudolf von Valentini.

Il crollo dell'Impero tedesco

A seguito della rivoluzione del novembre 1918, i soldati di Guglielmo nella 5^ armata si ammutinarono. Poco dopo sia Guglielmo che il padre abdicarono e l'ex principe ereditario andò in esilio sull'isola di Wieringen nei Paesi Bassi. Guglielmo rientrò in Germania nel 1923 grazie agli sforzi del cancelliere Gustav Stresemann, dopo aver assicurato di non avere ambizioni politiche. Nonostante queste rassicurazioni, Guglielmo, infatti, coltivò per un certo periodo l'idea di presentarsi come candidato alla presidenza della Germania nelle elezioni del 1932 opponendosi a Paul von Hindenburg. Tale idea fu però bocciata dal padre con le seguenti parole:

«[…] Se accetterete questo incarico dovrete giurare fedeltà alla Repubblica e non si è mai visto un Hohenzollern giurare fedeltà alla repubblica e mai si vedrà. Se dopo aver vinto le elezioni tenterete di prendere il potere personalmente dovrete rompere il vostro giuramento e mai si è visto un Hohenzollern venir meno alla parola data.[2]»

L'appoggio a Hitler e la seconda guerra mondiale

Guglielmo rimase ad ogni modo vicino agli ambienti politici che andavano evolvendosi nella Germania degli anni '20 e soprattutto seguì con attenzione e trepidazione il progressivo crollo della Repubblica di Weimar. Già dal 1926 egli conobbe al castello di Cecilienhof un ancora sconosciuto Adolf Hitler col quale iniziò a intessere dei rapporti di stretta amicizia e supporto reciproco. La moglie di Guglielmo, la principessa Cecilia, descrisse poi questo colloquio e disse come a quel tempo Hitler era convinto di essere lo strumento che avrebbe spianato la strada al ritorno degli Hohenzollern, non tanto per la gloria di poter tornare all'impero, ma perché attraverso questa amicizia egli avrebbe potuto aumentare ancora più la propria potenza e l'influsso dei propri ideali.[3] Guglielmo del resto sosteneva la politica di Hitler in quanto pensava che egli avrebbe potuto fare in Germania ciò che Mussolini aveva fatto in Italia, ponendo fine all'influenza bolscevica e marxista. Le elezioni presidenziali del tedesco Wilhelm 1932 sostenuto Hitler, che tuttavia quasi sconfitto da Hindenburg. Nel gennaio del 1933, come risultato di questa politica di amicizia, il principe Guglielmo sostenne assieme a Elard di Oldenburg-Januschau e ad altri la nomina di Hitler a cancelliere, ma dopo l'assassinio del suo amico, l'ex cancelliere Kurt von Schleicher, nella notte dei lunghi coltelli, Guglielmo si ritirò da ogni attività politica.

Durante la Seconda guerra mondiale visse da privato cittadino, nelle tenute di famiglia. Alla morte del padre, nel 1941, Guglielmo divenne il Capo della famiglia degli Hohenzollern. Nel 1944, venne catturato da alcuni combattenti marocchini agli ordini del generale francese Jean de Lattre de Tassigny e venne detenuti per tre settimane a Lindau, per poi essere trasferito per diversi anni a Hechingen ove rimase agli arresti domiciliari e dove gli fu consentito di muoversi liberamente entro un raggio di 25 km, rimanendovi sino all'ottobre del 1945.

Guglielmo morì nel 1951 presso il castello di Hechingen, nei territori che la famiglia Hohenzollern possedeva in Germania, mentre le tenute di famiglia nel Brandeburgo erano occupate della truppe sovietiche. La causa della sua morte fu un attacco cardiaco dovuto alla sua passione per il fumo che negli anni lo aveva logorato.

Matrimonio e discendenza

Guglielmo sposò, il 6 giugno 1905, Cecilia di Meclemburgo-Schwerin, figlia di Federico Francesco III di Meclemburgo-Schwerin e di Anastasija Michajlovna Romanova. Dal matrimonio nacquero sei figli:

Antenati

Guglielmo di Prussia Padre:
Guglielmo II di Germania
Nonno paterno:
Federico III di Germania
Bisnonno paterno:
Guglielmo I di Germania
Trisnonno paterno:
Federico Guglielmo III di Prussia
Trisnonna paterna:
Luisa di Meclemburgo-Strelitz
Bisnonna paterna:
Augusta di Sassonia-Weimar-Eisenach
Trisnonno paterno:
Carlo Federico di Sassonia-Weimar-Eisenach
Trisnonna paterna:
Marija Pavlovna di Russia
Nonna paterna:
Vittoria di Sassonia-Coburgo-Gotha
Bisnonno paterno:
Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha
Trisnonno paterno:
Ernesto I di Sassonia-Coburgo-Gotha
Trisnonna paterna:
Luisa di Sassonia-Gotha-Altenburg
Bisnonna paterna:
Vittoria del Regno Unito
Trisnonno paterno:
Edoardo Augusto di Hannover
Trisnonna paterna:
Vittoria di Sassonia-Coburgo-Saalfeld
Madre:
Augusta Vittoria di Schleswig-Holstein-Sonderburg-Augustenburg
Nonno materno:
Federico VIII di Schleswig-Holstein-Sonderburg-Augustenburg
Bisnonno materno:
Cristiano di Schleswig-Holstein-Sonderburg-Augustenburg
Trisnonno materno:
Federico Cristiano II di Schleswig-Holstein-Sonderburg-Augustenburg
Trisnonna materna:
Luisa Augusta di Danimarca
Bisnonna materna:
Luisa di Danneskiold-Samsøe
Trisnonno materno:
Cristiano Corrado di Danneskiold-Samsøe
Trisnonna materna:
Giovanna Kaas di Mur
Nonna materna:
Adelaide di Hohenlohe-Langenburg
Bisnonno materno:
Ernesto I di Hohenlohe-Langenburg
Trisnonno materno:
Carlo Ludovico I di Hohenlohe-Langenburg
Trisnonna materna:
Amalia di Solms-Baruth
Bisnonna materna:
Feodora di Leiningen
Trisnonno materno:
Emilio Carlo di Leiningen
Trisnonna materna:
Vittoria di Sassonia-Coburgo-Saalfeld

Onorificenze

Onorificenze tedesche

Onorificenze straniere

Note

  1. ^ Guglielmo di Prussia, "Meine Erinnerungen aus Deutschlands Heldenkampf", ed. Mittler & Sohn, Berlino 1923
  2. ^ Günter Grützner e Manfred Ohlsen, Schloss Cecilienhof und das Kronprinzenpaar, Museums- und Galerie-Verlag, Berlino 1991, S. 46
  3. ^ Principessa Cecilia, Erinnerungen an den Deutschen Kronprinzen, Biberach, 1952
  4. ^ In quanto figlio del Kaiser che aveva dichiarato guerra al Regno Unito nell'ambito della Prima Guerra Mondiale

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