Geta

co-imperatore romano (r. 209-211)

Lucio Settimio Geta fu un imperatore romano.

Busto di Geta, al Louvre.
Denario di Geta.

Figlio di Settimio Severo e fratello di Caracalla, nacque a Roma il 7 marzo 189.

Geta fu il figlio più giovane di Settimio Severo dalla seconda moglie Giulia Domna. Geta nacque Rome, quando suo padre era solo un governatore provinciale al servizio dell'imperatore Commodo. Nel Tondo della famiglia dei Severi, with portraits of Septimius Severus, Julia Domna, Caracalla, and Geta. La faccia di Geta è stata cancellata, a causa della damnatio memoriae ordinata da suo fratello ed assassino, Caracalla.

Geta fu sempre posto in secondo piano rispetto al suo fratello più vecchio, Lucio, meglio conosciuto come Caracalla. Forse per questo, the relazioni tra i due furono difficili dall'infanzia. I conflitti erano costanti e spesso richiedevano la mdiazione della madre. Per placare il figlio più giovane, Settimio Severo diede a Geta il titolo di Augusto nel 209. Durante la campagna contro i Britanni dell'inizio III secolo, la propaganda imperiale publicizzava una famiglia felice che divideva le responsibilità del potere. Caracalla was his father's second in command, Julia Domna the trusted counsellor and Geta had administrative and bureaucratic duties. Truth was that the rivalry and antipathy between the brothers was far from being improved.

When Septimius Severus died in York in the beginning of 211, Caracalla and Geta were proclaimed joint emperors and returned to Rome. Caracalla soon had his brother killed.

Following Geta's assassination, Caracalla damned his memory and ordered his name to be removed from all inscriptions. The now sole emperor also took the opportunity to get rid of his political enemies, on the grounds of conspiracy with the deceased. Contemporary sources refer to numbers of about 20,000 persons of both sexes killed and/or proscribed during this time. Nominato Cesare dal padre nel 198, alla sua morte fu Augusto insieme al fratello.

In costante disaccordo con Caracalla fu ucciso da emissari di questi a Roma nel 212 mentre cercava scampo tra le braccia della madre Giulia Domna.

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