Bartolomeo d'Alviano detto anche "Liviano" (Alviano, 1455Ghedi, 1515) fu un condottiero mercenario italiano.

La carriera militare

Figlio di Francesco d'Alviano e di Isabella degli Atti, combatté sin da giovanissimo, inizialmente in Italia centrale, al soldo della Chiesa e nel 1496 per gli Orsini contro papa Alessandro VI e i Colonna.

Nel 1503 al servizio del re di Spagna Ferdinando II d'Aragona diede un determinante contributo alla sconfitta dei Francesi nella battaglia del Garigliano, con la quale iniziò il dominio della Spagna sull'Italia meridionale.

Nel 1507 passò insieme con Nicolò Orsini, conte di Pitigliano, al servizio della Repubblica di Venezia. Combattendo per la Serenissima nel 1508 sconfisse l'armata imperiale di Massimiliano I d'Asburgo, condotta dal duca Enrico di Brunswick presso la valle di Cadore, alla Mauria e a Pontebba, conquistando il Cadore, Gorizia e Trieste. Anche Pordenone fu costretta nel 1508 alla resa incondizionata e la Serenessima l'assegnò in signoria al d’Alviano stesso.

Nel 1509 tuttavia venne sconfitto nella battaglia di Agnadello (Ghiaradadda) e, sebbene rimasto ferito nello scontro, fu ritenuto colpevole per aver attaccato il nemico senza l'ordine dell'Orsini, allora generale in capo. Fatto prigioniero dai Francesi, rimase in carcere fino al 1513. Venne liberato in seguito alla firma del trattato di Blois tra la Repubblica di Venezia e il re Luigi XII di Francia contro il ducato di Milano. Combatté ancora agli ordini di Luigi de La Tremouille, comandante dell'esercito francese, e fu sconfitto a Vicenza dal viceré spagnolo di Napoli Raimondo de Cardona.

Riconquistò Pordenone, che nel frattempo era finita nuovamente in mano imperiale, ponendola al sacco. Racconta il cronista contemporaneo Sebastiano Mantica che Bartolomeo d'Alviano:

«[…] viense sotto le mura de Pordenone et li dettono battaia per zorni doi tra lo dì et la notte, ma quei poveri ch’erano dentro [la città] se portoreno da paladini perfin che forino amazadi tutti et alcuni altri se sconderono per le case da paura et subito entroreno dentro et sachezareno perfino le Giese et amazareno gente in Giesia et violarono femine assai . Dapoi lo Signor Bartolomio se portò ad Asof [Osoppo…]»

Si attribuisce al d'Alviano il merito della vittoria del re Francesco I di Francia, alleato di Venezia, a Marignano, che comportò la caduta del ducato di Milano, per il veemente assalto dato alle truppe dei mercenari svizzeri il secondo giorno della battaglia con soli 300 cavalieri (14 settembre 1515).

Bartolomeo d'Aviano prese ancora Bergamo contro le truppe imperiali, ma morì il 7 ottobre durante l'assedio di Brescia. Fu sepolto con esequie solenni a Venezia nella chiesa di Santo Stefano.

Bartolomeo d'Alviano fu anche esperto di fortificazioni militari: aveva ricostruito la rocca di Alviano e per conto di Venezia aveva curato le fortificazioni di Padova e di altre città.

La famiglia e la signoria su Pordenone

Aveva sposato Bartolomea, figlia di Napoleone I Orsini e sorella di Clarice, la moglie di Lorenzo il Magnifico. Rimasto vedovo nel 1497 sposò in seconde nozze Pantasilea Baglioni, dalla quale ebbe il figlio Livio d'Alviano, nato nel 1514, che ereditò la signoria di Pordenone alla morte del padre, sotto la reggenza della madre fino al 1529 e morì combattendo per i Francesi a Chernasco nel 1537. Pordenone passò quindi in possesso diretto di Venezia.

Durante la sua signoria su Pordenone nacque nel 1508 l'Accademia Liviana (che ebbe come insegna il Noncello) della quale furono membri, tra gli altri, Andrea Navagerio, Pietro Bembo, Girolamo Fracastoro (medico personale di Bartolomeo), Gerolamo Aleandro (docente alla Sorbona e amico di Erasmo da Rotterdam, oltre che bibliotecario alla Vaticana).

Stemma della famiglia: Partito: nel 1° di rosso alla croce d’argento [gentilizio d’Alviano]; nel 2° troncato: a) d’argento alla rosa di rosso, b) d’argento alla tre bande di rosso, col capo d’Anguillara d’oro, all'anguilla ondeggiante di verde (alias: d’azzurro) [Orsini].

Bibliografia

  • S. Mantica, Diario di Pordenone, a cura di G. Valentinelli, Venezia, 1862 (per nozze Porcia-di Montereale Mantica).
  • S. Mantica, Cronaca di Pordenone dal 1432 al 1544, Pordenone, 1881 (per nozze Wiel-di Montereale Mantica).
  • A. Benedetti, A. Cassini, Cinquecento e dintorni, Pordenone, 1984.
  • S. Bassetti, Bartholomeo "Liviano" d'Alviano, unego sior de Pordenon. Historia de lo governador zeneral di la zente d'arme de la Serenissima Nostra Veneta Republica, Ellerani ed., 1999 ISBN: 88-85339-08-5.
  • F. Metz, G. C. Testa, La Signoria dei Liviani a Pordenone, S. Vito al Tagliamento, 2002.
  • F. Boni de Nobili, Le strade di Pordenone, De Bastiani ed. 2006.

Collegamenti esterni