Effetto Westermarck

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L'effetto Westermarck è un ipotetico effetto psicologico secondo il quale le persone che vivono a stretto contatto domestico durante i primi anni della loro vita vengono desensitizzati a una successiva attrazione sessuale. Questo fenomeno, che potrebbe spiegare l'origine del tabù dell'incesto, è stato ipotizzato per la prima volta dall'antropologo finlandese Edvard Westermarck nel suo libro La storia del Matrimonio Umano, nel 1891. Le osservazioni interpretate come prova dell'effetto Westermarck sono state da allora verificate in molti ambienti e culture, come nei kibbutzim israeliani, nei matrimoni combinati Shim-Pua in Cina così come nelle famiglie biologicamente imparentate.

Nel caso dei kibbutzim Israeliani (fattorie collettive), i bambini erano suddivisi in gruppi comunali basati sull'età piuttosto che sulle relazioni biologiche. Uno studio sui legami matrimoniali dei suddetti bambini negli anni successivi rivelò che su quasi 3.000 matrimoni avvenuti all'interno del sistema del kibbutz, solo quattordici erano tra bambini dello stesso gruppo. In questi quattordici matrimoni, nessuno aveva conosciuto la propria controparte durante i primi sei anni di vita. Questo risultato suggerisce che l'effetto Westermarck operi tra la nascita e il sesto anno di vita.[1]

Sigmund Freud sosteneva che i bambini provino un'attrazione naturale per gli altri membri della famiglia (teoria del Complesso di Edipo), rendendo necessario per la società la creazione del tabù dell'incesto[2], mentre Westermarck sosteneva l'opposto, cioè che i tabù si origino naturalmente come prodotto di attitudini innate.

Note

  1. ^ Joseph Shepher, Incest: A Biosocial View, New York, Academic Press, 1983, LCCN 81006552, ISBN 0-12-639460-1.
  2. ^ Freud, S. (1913) Totem and Taboo in The Standard edition of the Complete Psychological works of Sigmund Freud, Vol XIII