Satana


Satana [sà-ta-na] (ebraico: שָׂטָן, Satàn, traslitterazione dall'ebraico tiberiense Śāṭān; greco: Σατᾶν o Σατανᾶς, Satàn o Satanâs; latino: Satănas;[1] aramaico: שִׂטְנָא, Śiṭnâ; arabo: ﺷﻴﻄﺎﻥ, Šayṭān. Il significato in ebraico sarebbe "avversario", "colui che si oppone"[2], "accusatore in giudizio", "contraddittore"[3]) è un angelo, demone, o divinità minore in molte religioni; in particolare, nelle religioni monoteiste derivate da quella giudaica, è l'incarnazione e la personificazione del principio del male supremo, in contrapposizione a Dio, principio del sommo bene. Nell'ebraico, in cui ogni lettera costituisce pure un numero, il valore numerico del suo nome Ha-Satan è di 364. Giovanni Semerano ne fa derivare il termine dal sumero ša-tām, attraverso il babilonese Šatām dal quale šatān, šatāmu, šatāmmu indicanti "controllore e capo di una amministrazione", poi nome di una divinità, e successivamente "capo di un tempio"[4].
L'ebraico Śāṭān fu tradotto nella septuaginta in Διάβολος, diábolos, da cui derivò il cristiano Diavolo[5] (dal latino Diábolus, -i e dal greco antico Diabolos, -ou, cioè "Colui che divide") per eccellenza, il Principe delle Tenebre, il Principe di questo Mondo - secondo Cristo; è chiamato anche Belzebù (definizione traente origine dal nome dalla divinità fenicia Baal, e la cui traduzione letterale è "Signore delle Mosche"), Belial, Mefistofele o Lucifero (dal latino Lucifer, cioè "Portatore di luce"). È anche chiamato Mitricoleon poiché, secondo un'antica tradizione ebraica, si fa piccolo con i grandi e grande con i piccoli. Satana è teologicamente un componente "della divina stirpe".
Molti nomi attribuiti a Satana o agli altri diavoli traggono origine dai nomi di divinità dei culti pagani dell'area fenicio-cananea: gli dèi delle nazioni che si contrapponevano ad Israele diventano avversari del Dio degli ebrei,[senza fonte] così come il termine Satana è utilizzato in ebraico per indicare i propri nemici di guerra, oppositori, avversari[2].
Satana nella tradizione ebraica
Il vocabolo שָׂטָ֣ן śaṭan si presenta per la prima volta nella Torah in Numeri 22.22:
«La partenza di Balaam provocò lo sdegno di Dio. Balaam cavalcava l'asina, accompagnato da due servitori. L'angelo del Signore andò a piazzarsi sulla strada per sbarrargli il passaggio.»
esso è un angelo ( מַלְאַ֨ךְ, mal'akh ) di Dio[8] il cui scopo è di porsi come avversario contro Balaam ergendosi lungo il suo cammino con la spada sguainata nella mano. In tale parte del testo, secondo Giulio Busi, esso riassume alcuni attributi fondamentali del śaṭan biblico; in quanto inviato di Dio, del quale segue il comando (anche se R.S. Kluger osservò che il «vero» avversario di Balaam è Dio stesso), il suo obbiettivo è di evitare che Balaam percorra una strada storta, e ch'esso cada in un errore irreparabile. Attraverso la provocazione l'avversario ingenera ira alla vittima, alla quale però diventa evidente quanto è in atto.[9]
Nell'angelologia ebraica è presente la figura di Satanael, angelo al quale viene affidato da Dio il compito di verificare il livello di pietas dell'Uomo (Libro di Giobbe), ovvero del suo amore e della sua dedizione verso Dio stesso. Questo angelo riporta infatti al Signore tutti i peccati dell'uomo: durante il giorno di Yom Kippur una preghiera rivolta a Dio afferma: fai tacere il Satan/chiudi (tappa) la bocca al Satan, richiesta fatta in vista del perdono e dell'espiazione dei peccati. Si dice poi che quest'angelo, chiamato anche Samael, come angelo distruttore concorra con il volere divino alla morte degli uomini. La tradizione ebraica presenta molti demoni, dalle più varie caratteristiche: Astarte, Belfagor, Belzebù, Belial, Lilith, Asmodeus, Azazél, Baal, Dagon, Moloch, Mammona, Mefistofele, Samael e molti altri ancora. Derivano dalle divinità adorate dai popoli della Palestina come i moabiti, canaanei, edomiti, sodomiti, gebusei, filistei, amorrei, aramei, fenici, compresi gli stessi ebrei e si contrappongono al culto di Yahweh o di El. Anche i nomi di diversi angeli (Michael, Gabriel, Uriel, Geremiel, Shealthiel, lo stesso Satanael, ecc.) derivano dalla religione astrale assiro-babilonese. La tradizione cristiana attribuirà a questi demoni ebraici la figura di angeli seguaci del re infernale Satana, caduti dal Cielo insieme a lui[10].
Va ricordato che il termine Satanael viene utilizzato anche nell'apocrifo Vangelo di Bartolomeo come sinonimo di Satana.[senza fonte]
Come un'allegoria
Saadia[11] e Mosè Maimonide[12] hanno interpretato il Satana nel Libro di Giobbe come simbolico.
Satana nella tradizione cristiana
Come essere letterale e reale
Nel contesto cristiano Satana, iconograficamente designato come Arcangelo del male, è la figura in netta contrapposizione con Dio.
La storia riportata dalla Bibbia cristiana e dagli scritti dei Padri della Chiesa, è che in origine Lucifero fosse l'arcangelo più bello, più splendente e più vicino a Dio, chiamato quindi Lucifero ("portatore di luce"), che però, proprio per questa sua vicinanza, credette d'essere non solo come Dio, ma più potente dell'Onnipotente stesso, peccando così di blasfema superbia e ribellandosi al volere di Dio (come è scritto: "Similis ero Altissimo", cioè "Sarò simile all'Altissimo", Isaia, 14,14). Raduna a sé un terzo delle schiere angeliche e muove guerra contro l'Onnipotente, suo Creatore, che lo vince e lo precipita dal Cielo insieme ai suoi angeli devoti. La loro caduta dura 9 giorni, ed infine l'Inferno si spalanca sotto di loro, inghiottendoli. Secondo la tradizione, in quel momento il vero nome di Lucifero viene "cancellato dai Cieli", con l'imposizione che nessuno lo pronunci mai più, e col comando che venga chiamato da allora in avanti "Satàn" (cioè, l'"Avversario"). Comunque, lontani dalla luce divina, i meravigliosi angeli si mutano in orridi demoni, e da allora il solo scopo del demonio, invidioso, furente e menzognero, è quello di trascinare gli uomini, novelli e privilegiati figli di Dio, nella sua dimora di disperazione per l'eternità. La dettagliata e straordinaria storia di Lucifero/Satana è narrata dal poeta inglese John Milton nel poema epico "Paradiso Perduto" ("Paradise Lost", 1667), che racconta esattamente della ribellione e della guerra in Cielo, della caduta, della Creazione del mondo (posteriore alla caduta di Lucifero) e dell'uomo, e infine della tentazione e della caduta di Adamo ed Eva.
In realtà questa storia nasce da un fraintendimento. Infatti, i brani del libro di Isaia in questione si riferivano, in origine, al re di Babilonia, che i cortigiani adulavano chiamandolo "Portatore di Luce" (in latino Lucifer). Isaia, nella sua invettiva contro il re di Babilonia (che inizia con "In quel giorno il Signore ti libererà dalle tue pene e dal tuo affanno e dalla dura schiavitù con la quale eri stato asservito. Allora intonerai questa canzone sul re di Babilonia e dirai: «Ah, come è finito l'aguzzino, è finita l'arroganza!", Isaia, 14, 3-4) gli rinfaccia questo soprannome dicendo, per l'appunto (Isaia, 14, 12-14)
"Come mai sei caduto dal cielo,
astro del mattino, figlio dell'aurora?
Come mai sei stato steso a terra,
signore di popoli?
Eppure tu pensavi nel tuo cuore:
Salirò in cielo,
sopra le stelle di Dio
innalzerò il mio trono,
dimorerò sul monte dell'assemblea,
nelle vera dimora divina.
Salirò sulle regioni superiori delle nubi,
mi farò uguale all'Altissimo."
La metafora, nel tempo, è stata interpretata in maniera via via più letterale fino a creare la leggenda di Lucifero.
Come rappresentazione di Satana, Lucifero nel Medioevo fu descritto come un mostro gigantesco, con tre facce: una nera (il colore simbolo dell'ignoranza) una gialla (simbolo di collera) e una rossa (l'impotenza), con ali di pipistrello che agitate producevano un vento gelido che ghiacciava il profondo dell'Inferno. Impressionante e spaventevole è la precisa descrizione data nella "Divina Commedia" da Dante Alighieri, che, insieme a Virgilio, incontra Lucifero di persona:
da mezzo 'l petto uscia fuor de la ghiaccia;
e più con un gigante io mi convegno,
che i giganti non fan con le sue braccia:
vedi oggimai quant' esser dee quel tutto
ch'a così fatta parte si confaccia.
S'el fu sì bel com' elli è ora brutto,
e contra 'l suo fattore alzò le ciglia,
ben dee da lui procedere ogne lutto.
Oh quanto parve a me gran maraviglia
quand' io vidi tre facce a la sua testa!
L'una dinanzi, e quella era vermiglia;
l'altr' eran due, che s'aggiugnieno a questa
sovresso 'l mezzo di ciascuna spalla,
e sé giugnieno al loco de la cresta:
e la destra parea tra bianca e gialla;
la sinistra a vedere era tal, quali
vegnon di là onde 'l Nilo s'avvalla.
Sotto ciascuna uscivan due grand' ali,
quanto si convenia a tanto uccello:
vele di mar non vid' io mai cotali.
Non avean penne, ma di vispistrello
era lor modo; e quelle svolazzava,
sì che tre venti si movean da ello:
quindi Cocito tutto s'aggelava.
Con sei occhi piangëa, e per tre menti
gocciava 'l pianto e sanguinosa bava.
Da ogne bocca dirompea co' denti
un peccatore, a guisa di maciulla,
sì che tre ne facea così dolenti.
A quel dinanzi il mordere era nulla
verso 'l graffiar, che talvolta la schiena
rimanea de la pelle tutta brulla. [...]»
Padre Dolindo Ruotolo ("Servo di Dio", candidato beato e santo) ne parla così, in uno dei suoi scritti: "[...] Satana ha per fine, come disse egli stesso poco tempo fa in Francia, per bocca di un indemoniato, di screditare Dio presso la creatura e la creatura presso Dio. Egli cerca d'influire nelle nostre cose per turbare l'ordine della Provvidenza, e farcelo apparire illogico e tiranno. [...] fa apparire come una fresca e deliziosa spensieratezza la vita del mondo e come un'oppressione la vita dello spirito. [...] L'arte satanica è più sottile e insidiosa di quel che pensiamo, perché il demonio si cela sempre sotto una forma a noi familiare per non destare i nostri sospetti, e in più egli si serve delle leggi e dei fenomeni naturali per insidiarci. La sua malignità è terribile perché egli è malizia assoluta, senza temperamento di sensibilità di cuore e di compassione [...]; ama dunque fare il male, e si diletta nel veder le creature agitate ed impacciate nelle sue insidie; per questo niente più lo sconcerta quanto la pazienza, l'umiltà, la carità e la mansuetudine. [...]"
La teologia cristiana ritiene il demonio non solo un'allegoria del male, ma un reale spirito angelico che opera contro il bene, avendo scelto liberamente di non servire Dio e di usare contro di lui i suoi doni. Dio, secondo il Cristianesimo, è una potenza infinitamente superiore al demonio, in quanto suo creatore ed essere onnipotente, perciò fondamento del suo essere e della sua essenza (come per tutte le altre sue creature). Pertanto, la concezione cristiana di Satana non deve essere confusa, ad esempio, con lo Zoroastrismo o con qualsiasi altra concezione che opponga due principi equipotenti (cioè il bene e il male). Le ragioni che portano al rifiuto della possibilità di un doppio principio sono puramente teoretiche, come ebbe a dimostrare Sant'Agostino contro l'eresia del Manicheismo, che proponeva una visione dualistica della metafisica, divisa in parti uguali tra bene e male.
Il Cristianesimo non nega il male, ma vi vede la spiegazione del sacrificio di Cristo sulla croce: senza questo evento non sarebbe stato possibile nient'altro che il male, per l'uomo. Infatti ad un male apparentemente così vincitore è contrapposto un bene ancora più potente ("lì dove ha abbondato il peccato, è sovrabbondata la grazia" afferma San Paolo), il bene assoluto e vittorioso.
Con il Cristianesimo l'attenzione verso il male si sposta dai mali terreni, come cataclismi, terremoti e malattie, ai mali dell'anima, all'azione del demonio che non mira tanto a peggiorare l'esistenza terrena dell'uomo, quanto a farlo peccare e dannare in eterno, provocando la cosiddetta "morte secunda", com'è chiamata da San Francesco, ovvero la morte dell'anima.
Tuttavia sarebbe errato costringere per intero il Cristianesimo nella posizione unilaterale già sostenuta da Platone (il quale ebbe comunque il merito enorme della sua scoperta come dimensione fondante dell'uomo), e tuttavia enfatizzata (per via di fattori storici e intellettuali) dal Cristianesimo medievale: la cura dell'anima non prescinde dall'attenzione verso il mondo, non è una fuga, al contrario, è il compimento dell'uomo verso il mondo e nel mondo.
Radice di tale punto di vista è il passo biblico in cui a Mosè viene ordinato di innalzare il serpente di rame, affinché gli Israeliti morsi dalle serpi nel deserto non morissero: Dio non elimina il male (fisico o metafisico) nell'uomo, ma gli dà invece i mezzi con cui affrontarlo e superarlo. Addirittura nel libro di Giobbe Satana si rivolge a Dio istigandolo a mettere Giobbe (paradigma dell'uomo giusto), alla prova.
Satana, come tutti gli angeli e come l'uomo, possiede intelligenza e volontà, pertanto la possibilità di scegliere se porre come fine delle proprie azioni Dio (corrispondendo a Dio e quindi permettendo l'instaurazione di una relazione d'amore), oppure no. Nel caso di Lucifero si tratta della prima infrazione. Tenendo ben fermo che l'uomo non è in grado di esulare dal proprio contesto spazio temporale, e che quindi la riflessione verte su un tempo eternamente presente (ovvero: la caduta di Lucifero e dell'uomo non è interna alla creazione fisica, quindi un fatto; è bensì uno stato spirituale), 'prima' che Lucifero si ribellasse non esisteva il male.
Sant'Agostino si interrogò a lungo sul problema del male, sulla natura del male. Per quel che riguarda il male morale: non si tratta di scegliere tra un bene e un male, bensì di decidersi tra un bene inferiore e uno superiore, in quanto nulla di ciò che è stato creato da Dio può essere detto cattivo, a meno che non ci si voglia assurgere a giudici della creazione. Non si può scegliere il male: si può solo scegliere male. Il peccato è un disordine dell'anima che invece di rivolgersi a ciò che è migliore, più elevato, si abbassa.
Come un'allegoria
Alcuni cristiani considerano che il diavolo nella Bibbia si riferisca figurativamente alla tentazione, tra i quali: David Joris, Thomas Hobbes (1651), Isaac Newton, Joseph Mede, Arthur Ashley Sykes, Richard Mead, John Simpson (1804), John Epps (1842), John Thomas (1848), Peter Watkins (1971).
Nella Bibbia e nel simbolismo satanico, il demonio è rappresentato dal numero 666. Nella Bibbia 3 è il numero perfetto che rappresenta la Trinità nei suoi vari aspetti. Il 333, indicato una volta, cioè per 1, esprime il mistero dell'unità di Dio; il 333, indicato due volte, indica le due nature, quella divina e quella umana, unite nella Persona divina di Gesù Cristo; il 333, indicato tre volte, cioè per 3 (come 999), indica il mistero delle Tre Persone divine, distinte e una sola.
999 è il numero più sacro (3 x 3 scritto per tre volte), mentre 666 è il rovesciamento del più sacro dei numeri. Nell'Apocalisse di San Giovanni (13,18): Qui sta la sapienza. Chi ha intendimento conti il numero della bestia, poiché è numero d'uomo; e il suo numero è 666.
Satana nella tradizione islamica
Da notare, innanzi tutto, che il mitologema della ribellione angelica è integralmente fatto proprio anche dall'Islam, essenzialmente per il tramite ebraico.[13]
Nell'Islam, Iblīs (in arabo إبليس ?), è il diavolo principale. Appare più spesso nel Corano con il nome di Shayṭān (in arabo شيطان ?): Iblis è citato 11 volte e Shayṭān 87 volte.
È il capo degli spiriti del male, e la sua personalità ricorda quella del diavolo cristiano. Disubbidì ad Allāh quando gli fu ordinato (come a tutti gli angeli) di adorare Adamo da Lui creato. L'obiezione da lui avanzata che Egli era l'unico degno di essere adorato, potrebbe apparire assolutamente corretta e iper-monoteistica se essa non fosse stata invece, incontestabilmente, un atto di disubbidienza, peccato massimo nei confronti di Dio.
Fu quindi cacciato dal Suo cospetto. Da allora è noto in ambiente arabofono islamico come Shayṭān o Shayṭān il lapidato ( Shayṭān al-rajīm ), come affermato nel versetto 98 della sura XVI del Corano che riferisce l'episodio in cui egli aveva tentato Ibrāhīm (Abramo), o secondo alcuni suo figlio Isacco o Ismāʿīl (Ismaele), perché non ubbidisse all'ordine di Dio - che voleva mettere alla prova l'ubbidienza del Suo servo - che Gli sacrificasse il figlio.
Con la formula apotropaica musulmana Aʿūdhu bi-llāh min al-Shayṭān al-rajīm (mi rifugio in Dio da Satana "il lapidato"), sempre in ottemperanza con quanto prescritto da Cor., XVI:98, si usa avviare la lettura testuale del Testo sacro dell'Islam, facendola seguire dalla basmala che, salvo in un caso, premette qualsiasi sura coranica.
La lapidazione con pietre ( jimār ) di 3 diverse colonne nella zona della ʿAqaba di Mecca, nel corso della conclusione del rito canonico del hajj, costituisce uno dei momenti obbligatori della cerimonia e uno dei suoi momenti più spettacolari, anche se potenzialmente pericolosi a causa dell'affollamento e delle pietre che possono colpire i fedeli più a ridosso delle colonne che rappresentano appunto Shayṭān.
Satana nel Satanismo
La visione di Satana nel satanismo è molto controversa, ed è obbligatorio fare una netta distinzione:
- Nel Satanismo Razionale, la figura di Satana non è considerata come reale, bensì viene utilizzata come simbolo per sottolineare la propria avversione al sistema di valori cristiani. I satanisti razionali sono quindi atei, ma allo stesso tempo fortemente anticlericali.
- Nel satanismo acido, invece, viene accettata la descrizione di Satana che fornisce la Bibbia, e viene adorato quel lato oscuro che si è soliti identificare nella figura del diavolo. I satanisti acidi, come dimostra il più famoso esempio di setta satanica acida (le Bestie di Satana) sono soliti commettere fatti criminosi, tra cui azioni violente, l'abuso e lo spaccio di droga e l'attività di profanazione di cimiteri, che essi dichiarano di compiere in nome di Satana e contro il Dio giudaico-cristiano.
- Infine vi è la visione di Satana nel Satanismo Spirituale. I Satanisti Spirituali non accettano la definizione di Satana che si trova nella Bibbia, poiché non credono che Satana sia sinonimo di Diavolo o di malvagio. Secondo i Satanisti Spirituali, Satana è l'unico e vero Padre e Dio Creatore dell'umanità, espressione del bene, in contrapposizione alla visione Cristiana, Islamica o Ebrea. Non condividendo la descrizione della Bibbia, i Satanisti Spirituali, a differenza di quelli acidi, non credono nell'esistenza del Dio cristiano, che immaginano come una figura fittizia. Totalmente rispettosi della legge, i Satanisti Spirituali non partecipano in, e non incitano nessun sacrifico di sangue o di esseri viventi, a differenza di ciò che si potrebbe pensare con la concezione errata che abbiamo di Satanismo. I Satanisti Spirituali credono nella magia e la praticano, con l'aiuto di demoni e di divinità inferiori. Lo scopo ultimo del Satanismo Spirituale è quello di diventare "un Dio", e quindi di avanzare nella propria esperienza e nelle proprie abilità per perfezionarsi e purificarsi. Al termine della propria vita si attraversano varie fasi, affinché la propria anima possa raggiungere il "Magnum Opus", l'ultimo stadio che consiste nella trasformazione dell'anima in divinità.[senza fonte]
Satana nella cultura popolare
Satana viene associato al Dio Ptah dell'Antico Egitto. Il nome Satana deriva dall'Ebraico Shaitan che significa avversario.
Anche nello sport, molte squadre, come il Milan ed il Manchester United, hanno un diavolo come simbolo.
Satana nel cinema, nella televisione, nei libri, nei manga e negli anime
- In un episodio della nuova versione di Doctor Who di Sydney Newman, C. E. Webber e Donald Wilson appare Satana, infatti l'episodio doppio è intitolato L'abisso di Satana.
- In 666 Satan di Seishi Kishimoto, il protagonista, Jio, possiede il potere di trasformarsi nella bestia, cioè in Satan, e durante la sua trasformazione, sulla fronte del ragazzino appare il Numero della bestia, cioè il 666.
- Il personaggio Marvel Mefisto, nonostante sia una figura diversa da Satana, ne prende numerose caratteristiche, in quanto ha un aspetto simile, il potere di fare patti con i mortali, una malvagità che supera qualsiasi altro personaggio conosciuto ed il dominio su un mondo posto sottoterra, molto simile all'Inferno. Lo stesso Mefisto ha più volte dichiarato di essere veramente Satana.[senza fonte]
- Satana è il principale antagonista del manga e anime Devilman di Go Nagai: non è però un demone, bensì un bellissimo angelo. Scacciato dal paradiso da Dio, si è schierato dalla parte dei demoni, e vuole sterminare il genere umano. Ciononostante non può essere definito completamente malvagio, ed è dotato di sentimenti molto umani, al punto di innamorarsi di Akira Fudo (protagonista della storia) e sacrificare il suo soldato più potente per dargli la possibilità di sopravvivere allo sterminio della razza umana.
- Satana è uno dei personaggi della serie televisiva Reaper - In missione per il Diavolo di Michele Fazekas e Tara Butters, in onda su MTV.
- Nel film Tenacious D e il destino del rock di Liam Lynch, Satana è interpretato Dave Grohl in una delle scene finali del film.
- Nella serie tv Supernatural di Eric Kripke appare nella stagione conclusiva, nelle vesti di un angelo caduto ferito da Dio (che lo ha punito per troppo amore) e anche da altri angeli, infatti appare un Lucifero (viene chiamato con i suo nome angelico), molto umano e con sentimenti, oltre ad una forte capacità di insinuare il dubbio nei suoi interlocutori.
- Nel film L'infernale Litterio di Nicola Calì, Satana stringe un patto con il professor Tartini, il proprietario di una villa nel paese del protagonista, Litterio. L'accordo prevede che debba morire Maria, la figlia del professor Tartini. A risolvere la questione e a vedersela col diavolo è lo stesso Litterio.
- Nel libro Il maestro e Margherita sotto il nome di Woland (nome tratto a sua volta dal Faust di Goethe) Satana appare come un uomo alto, vestito in nero con un occhio verde e l'altro nero e vuoto.
- Nel romanzo "Memnoch il Diavolo" di Anne Rice, Memnoch sarebbe il vero nome di Satana, che qui non è il Male Assoluto, bensì un'entità angelica che, mossa a pietà di un'umanità ancora in stato primordiale, si ribellò al divieto d'interferire di un Dio indifferente, e da allora continua la sua attività da Prometeo portando l'umanità sulla strada verso Dio. L'autrice abbraccia l'idea di un Inferno non eterno e che, in linea di massima, altro non è che un Purgatorio.
- J.R.R. Tolkien si è ispirato alla figura del Satana cristiano per ideare il personaggio di Morgoth, che nell'universo di Arda rappresenta il male assoluto.
- Nella saga de La torre nera (di Stephen King) il personaggio del Re Rosso sembra avere molti tratti in comune con il Satana cristiano.
- Nella saga horror Hellraiser a svolgere le veci di Satana è il dio infernale Leviathan: la sua forma è quella di un immenso trapezoedro dorato e coperto di simboli che incombe sul mondo dei Cenobiti.
- In Blue Exorcist Satana, rappresentato come il demone più potente di Gehenna (il mondo dei demoni nell'opera), è il padre naturale dei due gemelli Rin e Yukio Okumura. In quest'opera non ha una forma propria ma possiede i corpi di altre persone, tuttavia nessuno si è dimostrato in grado di sopportare il suo immenso potere. Durante il Filler Arc dell'anime viene mostrato che la sua "forma base" è null'altro che una fiamma blu, suo segno distintivo e potere più pericoloso nell'arco dell'intera opera.
- In Stargate SG-1 Satana è una delle identità di Sokar, e nelle sue intenzioni la luna di Ne'tu è basata sull'Inferno della tradizione giudaico-cristiana.
Note
- ^ Satana, su treccani.it, Vocabolario Treccani.it. URL consultato il 04/08/2011.
- ^ a b
Giulio Busi, Śaṭan שטן. Avversario, in Simboli del pensiero ebraico. Lessico ragionato in settanta voci, pp. 318-320.«Il sostantivo śaṭan ha dunque, in ebraico, il significato di «colui che si oppone», e di «avversario», anche nel senso generico di nemico di guerra. Cosí, nel libro dei Re, vengono indicati con tale termine i nemici di Salomone[IRe II.I4, II.23 e II.25], mentre nei libri di Samuele śaṭan è sia Davide - in tal modo definito dai suoi antagonisti filistei[ISam.29.4] - sia, in senso collettivo, i rivoltosi che si oppongono al ritorno di Davide stesso[ISam.19.23]. In due passi la parola è poi impiegata nel senso tecnico di «colui che sostiene l'accusa in giudizio»»
- ^
Giovanni Semerano, Satana in Il mondo del divino e degli eroi , da Le origini della cultura europea, Vol. I; pag. 147.«Šāṭān in ebraico è assunto per lo più col significato di "accusatore in giudizio, contraddittore"»
- ^
Giovanni Semerano, Satana in Il mondo del divino e degli eroi , da Le origini della cultura europea, Vol. I; pag. 148.«Šāṭan corrisponde a babilonese Šatām > šatān (st. c. di šatāmu, šatāmmu, controllore e capo di una amministrazione, 'Verwaltungsdirektor ') nome poi anche di divinità (š. ereti Ade, ' Unterwelt '), successivamente "capo di un tempio" (neob.: ' Verwaltungsdirektor, meist. v. Tempel '); la voce deriva dal sumero ša-tām (vS, 1999)»
- ^ (EN) G. J. Riley, DEVIL Διάβολος, in Karel van der Toorn, Bob Becking, Pieter Willem van der Horst (a cura di), Dictionary of Deities and Demons in the Bible (DDD), Wm. B. Eerdmans Publishing; pag. 244, 1999. URL consultato il 05/08/2011.«The term 'devil' is a rendering of the Greek word διάβολος, used as loan word by Latin Christian writers as diabolus. As a proper noun in intertestamental Jewish texts and Christian writers the word denotes the great Adversary of God and righteousness, the Devil. It is so used in the Septuagint as a translation for the Hebrew śāṭān (→Satan)(e. g. Job 1 and 2; 1 Chr 21:1), and appears often with this meaning in the New Testament (e.g. Matt 4:1)»
- ^ Codex Leningradensis, su biblos.com. URL consultato il 04/08/2011.
- ^ Interconfessionale, su bibbiaedu.it. URL consultato il 04/08/2011.
- ^ (ebraico)«וַתֵּ֣רֶא הָאָתֹון֩ אֶת־ מַלְאַ֨ךְ יְהוָ֜ה נִצָּ֣ב בַּדֶּ֗רֶךְ וְחַרְבֹּ֤ו שְׁלוּפָה֙ בְּיָדֹ֔ו וַתֵּ֤ט הָֽאָתֹון֙ מִן־ הַדֶּ֔רֶךְ וַתֵּ֖לֶךְ בַּשָּׂדֶ֑ה וַיַּ֤ךְ בִּלְעָם֙ אֶת־ הָ֣אָתֹ֔ון לְהַטֹּתָ֖הּ הַדָּֽרֶךְ׃»(italiano)«L'asina vide l'angelo del Signore fermo in mezzo alla strada con la spada in mano; allora si scostò e passò attraverso i campi. Balaam frustò l'asina per riportarla sulla strada.»
trad. it. bibbia interconfessionale, su bibbiaedu.it. URL consultato il 04/08/2011. - ^ Giulio Busi, Śaṭan שטן. Avversario, in Simboli del pensiero ebraico. Lessico ragionato in settanta voci, pp. 318-324.«Adirato contro Balaam, Dio invia il proprio angelo affinché si apposti lungo la strada come avversario contro di lui (Num. 22.22). Per indicare questa fiera figura angelica, che si erge lungo il cammino con la sua spada sguainata nella mano (Num. 22.23), l'autore biblico usa, per la prima volta nella Scrittura, il termine śaṭan, che serve dunque qui a denotare il nemico che fronteggia minaccioso, intenzionato a frapporre un ostacolo insormontabile. [...] Quest'angelo [...] riassume in sé alcuni attributi fondamentali del śaṭan biblico. Come inviato di Dio, di cui esegue fedelmente il comando [R.S. Kluger, Satan in the Old Testament, Evanston 1967, p. 75, ha tuttavia osservato che in Num. 22 il «vero» avversario di Balaam non sarebbe altri che Dio stesso. Cfr anche C. Breytenbach e P. L. Day, s.v. Satan, in Dictionary of Deities cit., col. 1372.], egli ha lo scopo di dissuadere Balaam dal percorrere una strada storta, per evitargli di cadere in un errore irreparabile. Con l'arma della provocazione l'avversario suscita l'ira della sua vittima, riuscendo però ad aprirne gli occhi»
- ^ Coogan, Michael D.; ‘’A Brief Introduction to the Old Testament: The Hebrew Bible in its context’’
- ^ John Kitto, Henry Burgess, Benjamin Harris Cowper, The Journal of sacred literature; pag. 68'.
- ^ Robert Eisen, The book of Job in medieval Jewish philosophy; pag. 73'.
- ^ AA.VV., Angeli - Ebraismo Cristianesimo Islam; pag. 73, a cura di G. Agamben e E. Coccia, Vicenza, Neri Pozza, 2009, pp. 1455-2012.
Bibliografia
Fonti cristiane
- Sacra Bibbia
- John Milton, Paradise Lost (Paradiso Perduto),1667
- Dante Alighieri, Divina Commedia - Inferno
- Padre Dolindo Ruotolo, La Genesi - commenti
- Sant'Agostino d'Ippona, Confessiones (Confessioni)
- Sant'Agostino d'Ippona, De natura et gratia contra Pelagium (La natura e la grazia contro Pelagio)
- Sant'Agostino d'Ippona, De civitate Dei (La città di Dio)
- Sant'Agostino d'Ippona, De genesi contra Manicheos (La Genesi contro i Manichei)
Fonti islamiche
- Il Corano
- Abū l-Faraj ibn al-Jawzī, Talbīs Iblīs (La delusione di Iblīs). Più un lavoro di polemica verso al-Ghazali che un'opera vera e propria di demonologia.
- Shiblī, Akām al-mirjān fī aḥkām al-jānn (Le barriere di corallo nelle disposizioni riguardanti i jinn). Da ricordare che Iblīs, nello stesso Corano, è definito talora un jinn, con tutta una serie di problemi teologici di non facile soluzione.
Monografie
- Sergio Quinzio, Mysterium iniquitatis, Adelphi, Milano, 1995
- Livio Fanzaga, Il falsario, Edizioni SugarCo, Milano 1999
- Śaṭan שטן. Avversario, in Simboli del pensiero ebraico. Lessico ragionato in settanta voci, Giulio Busi, Torino, Einaudi 1999, p. 319.ISBN 88-06-15138-X
- G. L. Brena (a cura di), Mysterium iniquitatis. Il problema del male, Ed.Libreria Gregoriana, 2000
- Marcello Craveri (a cura di). I Vangeli apocrifi. 13ª ed. Torino, Einaudi, 2001. Nota 2 p. 433. ISBN 88-06-11674-6
- Satana, in Le origini della cultura europea. Vol.I. Rivelazioni della linguistica storica. in appendice Il messaggio etrusco, Giovanni Semerano, Leo S. Olschki Editore, Firenze 2002, pp. 147–148. ISBN 88-222-3254-2
Voci correlate
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Collegamenti esterni
- Commento integrale su Satana e sulla Genesi di p. Dolindo Ruotolo
- Dizionario dei Nomi Angelici di www.angelologia.it