Inno ad Apollo
L'Inno ad Apollo è stato attribuito dalla tradizione ad Omero. È un inno cletico (da kaleo = "chiamo", "invoco") d'invocazione, formato dal saluto alla divinità dall'aretologia (da aretè = "virtù bellica", vedi Ares), il racconto delle imprese del dio e dal congedo. L'inno narra della nascita del dio Apollo a Delo da Latona e Zeus, dei suoi prodigi a Crisa nella Troade, dell'uccisione del serpente Pito (da puto = "faccio marcire"), della punizione inflitta alla ninfa Telfusa che aveva osato ingannarlo, della sua trasformazione in delfino, della ricerca del luogo a lui sacro (che poi sarà Delfi) e dell'aiuto prestato alla nave cretese che viaggiava proprio verso Delfi. Sul retro della tavoletta su cui l'inno è stato inciso fu trovata la sfragis dell'autore che reca la scritta: "il vecchio cieco che abita la rocciosa Io" (forse Chio, isola delle Cicladi). Tale incisione è stata considerata la prova dell'esistenza di un poeta cieco di nome Omero.

"È un cieco, e dimora nella pietrosa Chio."»