San Carpoforo
San Carpoforo (III secolo – Como, 303 o 305) fu un martire cristiano ai tempi delle persecuzioni di Diocleziano e Massimiano Erculeo.
| San Carpoforo | |
|---|---|
Martire | |
| Nascita | III secolo |
| Morte | 303 o 305 |
| Venerato da | Chiesa cattolica |
| Ricorrenza | 7 agosto |
Biografia
Le notizie sul suo conto sono, tuttavia, scarse. Carpoforo venne martirizzato insieme a Cassio, Essanto, Severo, Secondo, Licinio. Le Vite riportano che essi fossero fra i sopravvissuti alla decimazione della Legione Tebea: i pochi sopravvissuti si sarebbero spinti oltre le Alpi, verso la Lombardia.
Un primo sopravvissuto sarebbe stato Alessandro, portato prigioniero a Milano e fatto fuggire verso Como da San Fedele, ovvero dalla persona che aveva assunto la responsabilità di evangelizzare quella plaga. Qui Alessandro sarebbe stato catturato e riportato prigioniero a Milano: forse era un personaggio di maggiore importanza, come sembrano suggerire le Vite che lo descrivono comandante di centuria.
Analogamente, Cassio, Carpoforo, Essanto, Severo, Secondo e Licinio passarono da Milano a Como e, prima di entrare in città, vennero arrestati.
Vennero, quindi, portati alle falde del castel Baradello, in un luogo ove è testimoniato (grazie al ritrovamento di alcune lapidi) un culto al dio Mercurio. Qui vengono martirizzati.
La circostanza che alcune Vite riportino come al gruppo appartenesse anche san Fedele, sembrano suggerire che al gruppo di Carpoforo appartenesse anche sant'Alessandro. San Fedele, in ogni caso, poté sfuggire alla cattura, risalì il lago ma venne catturato e martirizzato nei pressi di Samolaco.
Culto
La Chiesa lo festeggia come santo (insieme a Cassio ed agli altri martiri della giornata) il 7 agosto.
Sul luogo del martirio, sorse, alla fine del IV secolo, la Basilica di San Carpoforo, per volere del primo vescovo di Como, San Felice, a Como dal 386.
All'interno del chiostro di San Carpoforo ora sorge la scuola Istituto San Carpoforo gestita dalle religiose dell'Assunzione di Santa Maria Eugenia.