Biblioteca (Fozio)
La Biblioteca è un'opera bizantina, scritta in greco medievale dal patriarca Fozio I di Costantinopoli.
È anche nota come Myriobiblos ("mille libri").
È una raccolta di notizie e frammenti di altri testi, di diverse opere di Erodoto e del patriarca Niceforo I di Costantinopoli (806-815). Queste notizie, che assommano a un totale di 279 estratti, sono chiamati codici. L'opera inizia e si conclude con due lettere di Fozio spedite al fratello Tarasio, da cui si riesce a capire che Fozio e Tarasio, dovrebbero rappresentare tutta l'opera fatta da Fozio e dai suoi amici.
In quest'opera sono rappresentati solo autori di prosa, visto che i bizantini del IX secolo disprezzavano la poesia. L'opera non presenta un ordine cronologico e gli autori sono sparsi, divisi solamente da codici. L'opera è un insieme di pensieri cristiani e pagani. La letteratura cristiana, nell'opera della biblioteca è la più trattata, con 157 codici che ne fanno riferimento, mentre la letteratura pagana viene trattata in 122 codici, di tutti autori profani.
Apparente l'opera dei codici foziani sembra disordinata, ma è possibile ricostruire alcuni raggruppamenti, da cui emergono gli interessi dell'autore:
- Atti dei Concili: codici dal 15 al 20 e dal 52 al 54.
- Storie ecclesiastiche: codici dal 27 al 31 e dal 40 al 42.
- Storiografia: codici dal 33 al 35, dal 57 al 58, dal 62 al 72, dal 76 al 80, dal 82 al 84, dal 91 al 93 e dal 97 al 99.
- Scritti antiereticali: codici dal 120 al 123.
- Lessici: codici dal 145 al 158.
- Mitografia e paradossografia: codici dal 186 al 190.
- Medicina: codici dal 216 al 221.
- Oratoria: codici dal 259 al 268.
Per molti autori, l'opera della Biblioteca è spesso quanto ci resta di loro: per esempio, di Antonio Diogene e Giamblico sono romanzieri perduti, che vengono però trattati da Fozio, e grazie a quest'ultimo sappiamo che certi autori sono esistiti, e quello che hanno detto, che sono stati inglobalizzati nella grande opera della biblioteca.
Qui elencati alcuni letterati che quello che sappiamo di loro e grazie a Fozio:
Fozio lesse il racconto drammatico di Giamblico, che narra storie d'amore inventate, e poi lo trascriverà nella sua opera, che grazie a questa conosciamo l'opera di Giamblico.
Fozio lesse ventiquattro libri di Antonio Diogene, riguardanti Sulle meraviglie oltre Thule, che poi ripoirtò nella sua opera, e grazie a lui ora abbiamo frammenti dell'opera di Antonio Diogene.
All'inizio l'opera di Fozio sembra una presentazione quasi bibliografica dell'autore (Giamblico, Antonio Diogen, ecc...), segue un breve riassunto dell'opera interessata da Fozio, soprattutto per le opere considerate rare; Fozio conclude poi il codice con valutazioni morali e stilistiche e con dei confronti tra l'autore ed altri esponenti dello stesso genere letterario. Possiamo dunque dire che l'opera di Fozio sia una continua scheda che cataloga varie opere letterali in confronto tra loro.
Le indicazioni di Fozio ci permettono di ricostruire dati di moltissime opere, da cui si può capire che: su 122 autori menzionati da Fozio, di 90 autori perduti, oggi abbiamo solo la sua scheda con estratti più o meno lunghi, quindi Fozio è un testimone fondamentale, tramite gli ampi estratti che ha esposto, per parti dell'opera, senza quest'opera non conosceremmo molti autori. In altri casi, le schede di Fozio testimoniano un tipo di divisione delle opere non pervenuta nei manoscritti: è l'esempio delle Vite di Plutarco o della trasmissione delle orazioni attiche.