Frangipane (famiglia)

famiglia nobiliare italiana
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Frangipane o Frangipani è il nome gentilizio di una nobile e potente famiglia romana, ritenuta di antichissima origine, citata almeno dall'XI secolo. Una leggenda vorrebbe che la famiglia discendesse dalla gens Anicia, cui appartenevano il console Lucio Anicio Gallo (160 a.C. ), il filosofo Severino Boezio e l'imperatore d'Occidente Anicio Olibrio, ma non vi sono prove certe in merito.

Storia

Il primo Frangipane, che avrebbe dato il cognome alla famiglia, sarebbe stato tale Pietro, ricco mercante, che durante un'alluvione del Tevere a Roma distribuì pane ai bisognosi passando per le vie dell'Urbe con una barca. Da qui frangere panem, spezzare il pane, che avrebbe originato il cognome.

In realtà i documenti disponibili citano un Petrus Frajapane de Imperato o Imperator che a metà del X secolo era descritto per estrazione ex plebe, padre di Giovanni Sardo de Imperato e nonno di Cencio, nato intorno al quarto decennio del secolo XI, Romanorum Consul.

La famiglia si divise nei rami principali dei de Septizonius, dei de Chartularia e dei de Gradellis di Trastevere.

Il primo s'installò a Roma nell'area del Circo Massimo, nel Settizonio, antico ninfeo monumentale eretto al tempo di Settimio Severo, arricchendolo di una torre che tutt'oggi si eleva al lato del circo. Questo edificio fu il luogo dove si tenne il primo conclave per l'elezione pontificia nel 1241. Il secondo, nei pressi della Torre Chartularia presso l'Arco di Tito, così detta perché si trovava presso il Chartularium cioè l'Archivio dell'Impero.

Le Croniche Sublacensi dell'abbazia di Subiaco testimoniano che i Frangipane estesero i loro domini imparentandosi con i Conti di Tuscolo, ma gli storici dubitano della veridicità dei passi delle Croniche e pensano che i Frangipane abbiano esteso almeno parte del loro dominio, come nell'area di Marino, occupando terre ecclesiastiche.[senza fonte]

Il ramo del Settizonio, struttura rasa poi al suolo nel XVI secolo, si estinse nel 1266, con Pietro e Filippa; da lì iniziò una controversia per il possesso dell'eredità dei Frangipane.

Alla famiglia appartennero la terziaria francescana Jacopa de'Settesoli, che ospitò San Francesco probabilmente nella torre del Circo Massimo. Il santo la chiamava Frate Jacopa, per il suo carattere virile e secondo alcune testimonianze ella gli dovette inviare dei cantucci. Un altro membro della famiglia è sant'Ottone Frangipane.

Storica la loro rivalità con la famiglia Pierleoni nel secolo XII: la loro rivalità fu uno dei motivi che portarono allo scisma nella doppia elezione pontificia del 1130. Durante questo periodo i Frangipane fortificarono il Colosseo facendone una loro postazione militare, tanto che il Papa li infeudò della metà di questo. Un'altra Torre dei Frangipane, detta della Scimmia, è in via dei Portoghesi.

Ottone Frangipane ebbe dalla regina di Sicilia, Costanza, il titolo di principe di Taranto nel 1197.

Un Giovanni Frangipane, signore di Astura nel 1268, dopo che Corradino di Svevia, successivamente alla sconfitta di Tagliacozzo, chiese riparo e protezione a costui per poter tornare in Germania e preparare una nuova offensiva contro gli Angiò, sperando di ottenere onori e privilegi da Carlo I, nuovo Re di Sicilia, lo consegnò invece a quest'ultimo facendolo decapitare a Napoli nella piazza del Mercato. La flotta siciliana, al comando di Bernanrdo Sarriano, fedele agli Svevi, per vendicare il tradimento nel 1286, occupò il castello distruggendolo e uccidendo Michele, figlio di Giovanni.

Un Nicola Frangipani del ramo di Dalmazia-Croazia nel 1291 preservò le spoglie della sacra casa di Nazareth, inviandola al Santo Padre, da questi conservata a far data dal 1294 in Loreto.

A Roma i Frangipani continuarono nel ramo dei marchesi di Nemi. Questa famiglia possedeva un palazzo, accanto a quello dei Torlonia, sull'attuale area di Piazza Venezia. Esso venne demolito insieme al palazzo Torlonia fra la fine dell'Ottocento e gl'inizi del Novecento in occasione dei lavori di sistemazione dell'area attorno all'Altare della Patria. Alla famiglia apparteneva anche una cappella gentilizia nella Chiesa di San Marcello al Corso: la cappella Frangipane si trova ancora oggi nella navata sinistra della Chiesa ed è ornata da due busti di membri della famiglia eseguiti da Alessandro Algardi.

La famiglia infine era proprietaria di un'importante villa, conosciuta poi come Villa Strozzi, che si trovava sul Viminale e venne rasa al suolo in occasione della costruzione del Teatro Costanzi, ora Teatro dell'Opera, dopo essere stata acquistata per scopi speculativi da monsignor Francesco Saverio de Mérode.

Il Boccaccio fa discendere Dante Alighieri dalla famiglia romana dei Frangipani; così infatti nel Trattatello in laude di Dante è narrata la presunta riedificazione di Firenze ai tempi di Carlo Magno: « ... infra gli altri novelli abitatori, forse ordinatore della reedificazione, partitore delle abitazioni e delle strade e datore al nuovo popolo delle leggi opportune... venne da Roma uno nobilissimo giovane per ischiatta de' Frangiapani e nominato da tutti Eliseo; il quale per avventura... in quella divenne perpetuo cittadino, e dietro a sé di figliuoli e di discendenti lasciò non picciola né poco laudevole schiatta: li quali ... per sopranome presero il nome di colui che quivi loro aveva dato cominciamento, e tutti insieme si chiamar gli Elisei. De' quali di tempo in tempo, e d'uno in altro discendendo, tra gli altri nacque e visse uno cavaliere per arme e per senno ragguardevole e valoroso, il cui nome fu Cacciaguida...».[1] La critica moderna non ha espresso un giudizio in merito a tale racconto; tuttavia considera che, se non mancano nell'operetta notizie autentiche, è innegabile l'impulso encomiastico, sì che la figura di Dante Alighieri appare circonfusa da un alone di leggenda; inoltre la tendenza ad attribuire illustri antenati doveva essere ben radicata nel Boccaccio, se è vero che anche Fiammetta viene fatta discendere dai Fresapane o dagli Annibali.[2] Tuttavia Dante Alighieri stesso rivendica attraverso le parole di Brunetto Latini un'ascendenza romana (Divina Commedia, Inferno, XV 73-78); sarebbe stato infatti il rampollo di una di quelle famiglie romane che, insieme ad altre famiglie fiesolane, fondarono Firenze dopo la distruzione di Fiesole da parte di Giulio Cesare «...ma questa è cosa molto incerta, e secondo mio parere niente altro è che indovinare», come si esprimeva il Bruni nella sua Vita di Dante.

Delle due tradizioni, quella riportata da Dante Alighieri e quella riportata da Giovanni Boccaccio, l'ultima potrebbe trarre una certa conferma dalle parole di Cacciaguida: «Moronto fu mio frate ed Eliseo» (Divina Commedia, Paradiso, XV 136); alcuni interpretano che Cacciaguida avesse due fratelli: Moronto ed Eliseo; altri che Cacciaguida faccia riferimento a un solo fratello: Moronto di nome, Elisei di cognome; quest'ipotesi, alquanto suggestiva, permette di credere che anche il trisavolo di Dante fosse un Elisei. Resterebbe ora da documentare se gli Elisei discendevano effettivamente dai Frangipani: se così fosse, la leggenda del Giovanni Boccaccio diventerebbe notizia storica.

Il primo marchese Frangipane di Nemi, Muzio, morì senza eredi legittimi diretti.

Gli ultimi discendenti di questa illustre famiglia sono sepolti presso la Chiesa di San Marcello al corso in via del Corso a Roma, nella cappella di famiglia situata a metà della navata di sinistra ov'è ben visibile lo stemma originario della famiglia Frangipane di Roma: di rosso a due leoni affrontati, accompagnato da quattro pani rotondi tra le branche dei leoni, il tutto d'oro.

Egli designò però eredi il ramo dei Frangipani di Dalmazia-Croazia-Ungheria, definitivamente estintosi nel 1671 con la morte del conte Francesco Cristoforo Frangipani, nonché il ramo dei Frangipani del Friuli, fiorenti in Italia successori legittimi dei Frangipani romani (Archivio di Stato di Roma), esistente un ramo supersite dei Frangipani di Dalmazia nel Regno d'Illiria, dapprima confluito nei conti Detrico Frangipani (estinti), successivamente in quello dei conti Gliubavaz Frangipani de Detrico (estinti) e da ultimo nei Conti Damiani di Vergada Gliubavaz Frangipani de Detrico, fiorenti in Italia, Canada, Croazia, Bosnia, Serbia e Austria.

Nel regno di Illiria ai conti Frangipani di Dalmazia-Croazia-Ungheria estinti (Francopanovic(h), Frankopanovic(h), Frangepanich, Francopanovits, Frankopanovits, Flangipane, Fragiapanus, Frangepan, Frangipan, Flangipan, Fragepan)[3] sopravvisse un ramo superstite probabilmente stanziatosi a Venezia.

Il ramo supersite dei Frangipani (Flangipane, Fragiapanus, Frangepan, Frangipan, Flangipan, Fragepandi, ma anche Francopanovic(h), Frankopanovic(h), Frangepanich, Francopanovits, Frankopanovits) di Dalmazia-Croazia è quello stanziatosi a Venezia con cui i conti Detrico de Frangipani si imparentarono ed i cui stemmi in varie fogge essi assunsero come propri insieme al loro in epoche antiche e risalenti.

Si vedano al riguardo per l'utilizzo durante la seconda metà del XVIII secolo del patronimico Frangipani insieme a quello Detrico, il volume di Gianantonio Bomman, Storia Civile ed Ecclesiastica Della Dalmazia: Croazia e Bosna, Venezia 1775, alla p. 402, in cui si riporta il nominativo del Nobile Co: Alvise Detrico Frangipani; mentre per l'utilizzo dello stemma Detrico insieme a quelli dei Frangipan o Flangipan di Venezia in epoche antiche e risalenti gli stemmi: a) spaccato, nel primo di oro pieno, nel secondo di argento ai due leoni affrontati, alla fascia di rosso sul tutto caricata di una stella d'oro; lo stemma b) spaccato, di azzurro a due leoni d'oro con i tre pani (1,2) di oro (Frangipani), di oro pieno alla fascia di rosso con una stella d'oro (Detrico); e ancora stemma c) inquartato, nel primo e nel quarto come nello stemma b) (Frangipani), nel secondo e nel terzo lo stemma Detrico.[4]

Successivamente nel regno di Illiria ai conti Frangipani di Dalmazia estinti (Francopanovic(h), Frankopanovic(h), Frangepanich, Francopanovits, Frankopanovits, Flangipane, Fragiapanus, Frangepan, Frangipan, Flangipan, Fragepan)[5] subentrarono, quale ramo superstite esistente della casata[6], i conti Gliubavaz (Ljubavac, Ljubovac, Liubavaz, Ljubawac) Frangipani de Detrico, i quali assunsero quale proprio unico stemma (di rosso alla fascia d'argento ondeggiante in punto, sormontata da due leoni d'oro, coronati, tenenti fra le branche un pane dello stesso) una stretta variante dello stemma dei conti Frangipani di Dalmazia Croazia Regno di Illiria (stemma dei Francopanovich : d'argento a due leoni di rosso coronati, con tre pani di color marrone; stemma Francopanovits: d'argento a due leoni di rosso coronati, con due pani di color marrone) a sottolinearne la discendenza e la stretta colleganza.[7]

Conti Gliubavaz Frangipani de Detrico, divenuti tali per aver il conte Giovanni Maria Gliubavaz contratto legittimo matrimonio in Zara con la contessa Maria Detrico de Frangipani, figlia di Alvise Detrico Frangipani, ultima discendente di questi casati (stemma partito: nel primo di rosso a due leoni di oro, affrontati e coronati, sostenuti da una fascia d'argento ondeggiante; nel secondo, troncato: a) di rosso alla stella d'oro a otto punte, b) di oro pieno.[8][9]

Conti Gliubavaz Frangipani de Detrico successivamente divenuti, per legittimo matrimonio in Zara il 26 agosto 1780, tra il Conte Pietro Damiani di Vergada e la Contessa Rosa Maria Gliubavaz Frangipani de Detrico, ultima discendente di queste tre famiglie, Conti Damiani di Vergada Gliubavaz Frangipani de Detrico, con acquisizione dei titoli, feudi, patrimoni e diritti tutti di questi casati in ordine ai rispettivi rami di provenienza.[10]

Attualmente conti Damiani di Vergada (comites) e Damiani di Vergada Franzetti, viventi e ramificati in Italia, Croazia, Canada, Austria, Bosnia, Serbia con utilizzo odierno degli antichi patronimici Conti Damiani (Damianich, Domnanovich sive Tihcinovich, Tisinovich, Thicievich, Ticinovi (Stemma: D'argento alla banda di nero, controdoppiomerlata di oro, accostata da sei branche di leone rosso, tre in capo e tre in punta[11]) di Vergada Gliubavaz (Liubavaz, Ljubavac, Ljubovac, Ljubowac) Frangipani (Flangipane, Fragiapanus, Frangepan, Frangipan, Flangipan, Fragepandi, ma anche Francopanovic(h), Frankopanovic(h), Frangepanich, Francopanovits, Frankopanovits) de Detrico (Detrica, Detricho, Detricum, Tetrico, Thedrici, Thetricum, Thetrigi), dei relativi titoli, Conti di Vergada e Nobili di Vergada, iscritti al Consiglio dei Nobili di Zara, Scardona e Sebenico, Nobili dei Conti Gliubavaz (iscritti alla nobiltà di Zara e di Nona), nobili dei Conti Frangipani (plurimi titoli) di Dalmazia Regno di Illiria, nobili dei Conti Detrico (iscritti alla nobiltà di Zara, Cattaro, Spalato, Traù e probabilmente Ancona non documentato), iscritti alla nobiltà austriaca col titolo di Nobili, Conti e Nobili di Vergada, iscritti alla nobiltà italiana con il titolo di Conti e Nobili di Vergada, iscritti alla nobiltà veneta, fors'anche con il titolo di patrizi veneti, titolo non documentato e presumibilmente ascrivibile unicamente alla famiglia Detrico, come risulterebbe da uno stemmario del patriziato veneto del secolo XVI riprodotto a cura di Nicolò Orsini de Marzo, Casa Ed. Sankt Moritz Press, Saint Moritz, 2009) e stemmi araldici in tutte le loro fogge tanto nelle versioni originarie e risalenti quanto in quelle successive e più recenti[12]

Famiglie legittime discendenti da un ramo supersite dei Conti Frangipani (Frankopanovic(h), Francopanovich, Francopanovits, Frankopanovits, Frangepanich, Frangipan, Flangipan) di Dalmazia (Regno d'Illiria) il cui stemma con diploma 2 giugno 1804 in Zara e con diploma 19 ottobre 1821 in Vienna è inserito in quello dei conti Damiani di Vergada Gliubavaz Frangipani de Detrico (Stemma: Inquartato: Nel primo spaccato, di rosso alla stella d'oro a sei punte d'oro pieno (Detrico). Nel secondo, di rosso a due leoni affrontati d'oro tenenti un pane d'oro (Frangipani Dalmazia). Nel terzo d'azzurro alla mano aperta in fascia, al naturale (Gliubavaz). Nel quarto d'argento alla colomba al naturale, posta su di un monte (Damiani di Vergada), ed attualmente da questi utilizzato nelle versioni più antiche e originarie quanto in quelle più recenti.[13]

Famiglie imparentate con le più illustri casate dalmate tra cui i Palcich nob. di Pag, i cui discendenti ex foemina sono i conti Rosati di Monteprandone marchesi De Filippis Dèlfico, ma anche, si affermerebbe senza alcuna prova e sulla base di meri indizi araldici, con i Frangipani del Friuli, Patr. Romano, March., Cont., signori di Tarcento e Castelporpetto, tesi peraltro sostenuta dallo stesso Conte Doimo Frangipane del Friuli, posto che il relativo stemma reca (inquartato nel 1° e 4° di rosso a due leoni affrontati, accompagnato da tre pani rotondi, ordinati in palo, due tra le branche dei leoni ed uno in capo, il tutto d'oro) quello dei Frangipani di Roma per essere a questi legittimamente succeduti in quanto designati eredi da Muzio Frangipane.[14]

Null'altro di adeguatamente motivato, documentalmente provato e risalente nei secoli deve essere aggiunto in ordine alla legittima discendenza dei Conti Damiani di Vergada Gliubavaz Frangipani de Detrico da un ramo superstite dei Conti Frangipani (Flangipane, Fragiapanus, Frangepan, Frangipan, Flangipan, Fragepandi, ma anche Francopanovic(h), Frankopanovic(h), Frangepanich, Francopanovits, Frankopanovits) di Dalmazia (regno di Illiria), se non che in relazione a questo specifico aspetto i Conti Damiani di Vergada Gliubavaz Frangipani de Detrico, diffidando formalmente chiunque intenda fare uso dei propri antichi patronimici, stemmi araldici e relative tradizioni famigliari, con espressa riserva di adire l'autorità giudiziaria per la tutela delle proprie ragioni, dei propri diritti e relativi interessi, devono essere considerati e tenuti nettamente distinti e separati da qualsivoglia altro eventuale, occasionale, recente, sopraggiunto e successivo ramo famigliare che essi non solo non riconoscono, ma con il quale non hanno alcuna relazione.[15]

Note

  1. ^ Giovanni Boccaccio, Trattatello in laude di Dante ediz. a c. di P.G. Ricci, Milano-Napoli 1965, pp. 570-571
  2. ^ Ameto, ediz. Quaglio, Firenze 1963
  3. ^ Friederich Heyer von Rosenfield, Wappenbuch des Königreichs Dalmatien, Nürnberg, 1871, pp.44-45 e tavola illustrativa delle armi n.30; J.B. Riestap, Armorial General, G. B. Van Goor Zonen, Gouda 1884-1888, Vol.II, pp.703-704
  4. ^ Friederich Heyer von Rosenfield, Wappenbuch des Königreichs Dalmatien, Nürnberg, 1871, p.45; ma anche nel volume di J.B. Riestap, Armorial General, G. B. Van Goor Zonen, Gouda 1884-1888, vol.II, pp.703-704; e ancora nel volume di Eugenio Morando di Custoza, Libro d'arme di Venezia, Verona 1979
  5. ^ Friederich Heyer von Rosenfield, Wappenbuch des Königreichs Dalmatien, Nürnberg, 1871, pp.44-45 e tavola illustrativa delle armi n.30; J.B. Riestap, Armorial General, G. B. Van Goor Zonen, Gouda 1884-1888, Vol.II, pp.703-704
  6. ^ Friederich Heyer von Rosenfield, Wappenbuch des Königreichs Dalmatien, Nürnberg, 1871, pp.44-45 vedasi la descrizione degli stemmi a), b) c) indicati al numero X
  7. ^ Friederich Heyer von Rosenfield, Wappenbuch des Königreichs Dalmatien, Nürnberg, 1871, pp.44-45 e tavola illustrativa delle armi n.30 ; J.B. Riestap, Armorial General, G. B. Van Goor Zonen, Gouda 1884-1888, Vol. II, pp.786; V.& H.V. Rolland's Illustrations to the Armorial General Rietstap J.B, Heraldry Today, London, 1967; Zmajic B. Heraldika, Sfragistika, Genealogija, Zagreb, 1971; Jelena Kolumbić, Coats of Arms of the Zadar Nobility, Radovi - Institute for Historical Sciences of the Croatian Academy of Sciences and Arts in Zadar, Vol. No. 47, 2005, pp.58, 60, 88, 89, 97
  8. ^ Friederich Heyer von Rosenfield, Wappenbuch des Königreichs Dalmatien, Nürnberg, 1871, pp. 22-23, 87, tavola 30; J.B. Riestap, Armorial General, G. B. Van Goor Zonen, Gouda 1884-1888, p.786; V.& H.V. Rolland's Illustrations to the Armorial General Rietstap J.B, Heraldry Today, London, 1967; Zmajic B. Heraldika, Sfragistika, Genealogija, Zagreb, 1971; Jelena Kolumbić, Coats of Arms of the Zadar Nobility, Radovi - Institute for Historical Sciences of the Croatian Academy of Sciences and Arts in Zadar, Vol. No. 47, 2005, pp.58, 60, 88, 89, 97
  9. ^ Si vedano al riguardo per l'utilizzo durante la seconda metà del XVIII secolo del patronimico Frangipani insieme a quello Detrico, il volume di Gianantonio Bomman, Storia Civile ed Ecclesiastica Della Dalmazia: Croazia e Bosna, Venezia 1775, alla p. 402, in cui si riporta il nominativo del Nobile Co: Alvise Detrico Frangipani; mentre per l'utilizzo dello stemma Detrico insieme a quelli dei Frangipan o Flangipan di Venezia in epoche risalenti gli stemmi: a) spaccato, nel primo di oro pieno, nel secondo di argento ai due leoni affrontati, alla fascia di rosso sul tutto caricata di una stella d'oro; lo stemma b) spaccato, di azzurro a due leoni d'oro con i tre pani (1,2) di oro, di oro pieno alla fascia di rosso con una stella d'oro (Detrico); e ancora stemma c) inquartato, nel primo e nel quarto come nello stemma b), nel secondo e nel terzo lo stemma Detrico; stemmi tutti come meglio descritti nel volume di Friederich Heyer von Rosenfield, Wappenbuch des Königreichs Dalmatien, Nürnberg, 1871, pp.44-45; ma anche nel volume di J.B. Riestap, Armorial General, G. B. Van Goor Zonen, Gouda 1884-1888, pp.530, 703-704; e ancora nel volume di Eugenio Morando di Custoza, Libro d'arme di Venezia, Verona 1979
  10. ^ Archivio di Stato di Venezia, Vienna e Zara, vedasi l'elenco delle famiglie nobili e titolate, le conferme di nobiltà con annessi atti di matrimonio e di nascita; ma anche Friederich Heyer von Rosenfield, Wappenbuch des Königreichs Dalmatien, Nürnberg, 1871, pp.22-23, 44-45, 87; J.B. Riestap, Armorial General, G. B. Van Goor Zonen, Gouda 1884-1888, vol.II, pp.86 e 507; G. Sabalich, Guida Archeologica di Zara, Tipografia di Leone Woditzka, Zara 1897, p.42; G. Sabalich, Antichità Zaratine, Tipografia R. Prefettura, 1925 Zara; Angelo Nani, Notizie storiche di Zara, Tipografia di Leone Woditzka, Zara 1905; V.& H.V., Rolland's Illustrations to the Armorial General Rietstap J.B, Heraldry Today, London, 1967; Zmajic B. Heraldika, Sfragistika, Genealogija, Zagreb, 1971; Jelena Kolumbić, Coats of Arms of the Zadar Nobility, Radovi - Institute for Historical Sciences of the Croatian Academy of Sciences and Arts in Zadar, Vol. No. 47, 2005, pp.58, 60, 88, 89, 97
  11. ^ Friederich Heyer von Rosenfield, Wappenbuch des Königreichs Dalmatien, Nürnberg, 1871
  12. ^ Friederich Heyer von Rosenfield, Wappenbuch des Königreichs Dalmatien, Nürnberg, 1871, pp.22-23, 44-45, 87; Aa.vv, Elenco storico della nobiltà italiana compilato in conformità dei decreti e delle lettere patenti originali e sugli atti ufficiali di archivio della Consulta araldica dello Stato italiano, Tipografia Poliglotta Vaticana, Roma 1960, p.169; Libro d'oro della nobiltà italiana, a cura del Collegio Araldico di Roma, Vol. XXI e XXII, Anni 1990-1994, Roma; Andrea Borella (a cura di), Annuario della Nobiltà italiana, Volume I° famiglie Titolate, S.A.G.I. Casa Editrice, Teglio 2010
  13. ^ Così come indicato e rappresentato non solo nei documenti conservati presso l'archivio di Stato di Venezia, Vienna e Zara, ma anche da F. Heyer von Rosenfield nel volume Wappenbuch des Königreichs Dalmatien, Nürnberg, 1871, pp.da G. Sabalich nel volume Guida Archeologica di Zara, Tipografia di Leone Woditzka, Zara 1897, nonché da J.B. Riestap, nell'Armorial General, G. B. Van Goor Zonen, Gouda 1884-1888, e ancora da V.& H.V. Rolland's Illustrations to the Armorial General Rietstap J.B, Heraldry Today. London, 1967, Zmajic B. Heraldika, Sfragistika, Genealogija, Zagreb, 1971; Jelena Kolumbić, Coats of Arms of the Zadar Nobility, Radovi - Institute for Historical Sciences of the Croatian Academy of Sciences and Arts in Zadar, Vol. No. 47, 2005.
  14. ^ Friederich Heyer von Rosenfield, Wappenbuch des Königreichs Dalmatien, Nürnberg, 1871
  15. ^ Friederich Heyer von Rosenfield, Wappenbuch des Königreichs Dalmatien, Nürnberg, 1871; G.Sabalich, Guida Archeologica di Zara, Tipografia di Leone Woditzka, Zara 1897; J.B. Riestap, Armorial General, G. B. Van Goor Zonen, Gouda 1884-1888; V.& H.V. Rolland's Illustrations to the Armorial General Rietstap J.B, Heraldry Today, London, 1967; Archivio di Stato di Venezia, Vienna e Zara

Bibliografia

  • Archivio di Stato di Venezia;
  • Archivio di Stato di Vienna;
  • Archivio di Stato di Zara;
  • Gianantonio Bomman, Storia Civile ed Ecclesiastica Della Dalmazia: Croazia e Bosna, Volume primo, Venezia 1775, p. 402;
  • (DE) Friederich Heyer von Rosenfield, Wappenbuch des Königreichs Dalmatien, Nürnberg, 1871, v. Frangipani, Gliubavaz, Detrico, Damiani di Vergada;
  • J.B. Riestap, Armorial General, G. B. Van Goor Zonen, Gouda 1884-1888;
  • G. Sabalich, Guida Archeologica di Zara, Tipografia di Leone Woditzka, Zara 1897;
  • G. Sabalich, Antichità Zaratine, Tipografia R. Prefettura, Zara 1925;
  • Angelo Nani, Notizie storiche di Zara, Tipografia di Leone Woditzka, Zara 1905;
  • Aa.vv, Elenco storico della nobiltà italiana compilato in conformità dei decreti e delle lettere patenti originali e sugli atti ufficiali di archivio della Consulta araldica dello Stato italiano, Tipografia Poliglotta Vaticana, Roma 1960;
  • (EN) V.& H.V. Rolland's, Illustrations to the Armorial General Rietstap J.B, Heraldry Today. London, 1967;
  • Zmajic B. Heraldika, Sfragistika, Genealogija, Zagreb, 1971;
  • Libro d'oro della nobiltà italiana, a cura del Collegio Araldico di Roma, Vol. XXI e XXII (oltre innumerevoli e continue annate), Anni 1990-1994, Roma.
  • E. Morando di Custoza, Libro d'arme di Venezia, Verona 1979.
  • (EN) Jelena Kolumbić, Coats of Arms of the Zadar Nobility, Radovi / Institute for Historical Sciences of the Croatian Academy of Sciences and Arts in Zadar, Vol. No. 47, 2005;
  • Niccolò Orsini De Marzo (a cura di), Stemmario Veneziano, Casa Ed. Orsini De Marzo, Saint Moritz 2009.
  • Andrea Borella (a cura di), Annuario della Nobiltà italiana, S.A.G.I. Casa Editrice, Teglio 2010.
  • Dizionario Biografico degli Italiani, v. Frangipane singole voci;
  • Enciclopedia Treccani, v. Frangipane singole voci;

Collegamenti esterni