Unione Sportiva Salernitana 1919
L'Unione Sportiva Salernitana 1919 S.r.l, comunemente detta Salernitana,[2] è la principale società calcistica di Salerno.
U.S. Salernitana 1919 Calcio ![]() | |
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I granata | |
Segni distintivi | |
Uniformi di gara | |
Colori sociali | ![]() |
Simboli | Ippocampo |
Dati societari | |
Città | File:Salerno-Stemma.png Salerno |
Nazione | ![]() |
Confederazione | UEFA |
Federazione | ![]() |
Campionato | Lega Pro Seconda Divisione |
Fondazione | 1919 |
Scioglimento | 1925 |
Rifondazione | 1927 |
Rifondazione | 2005 |
Rifondazione | 2011 |
Allenatore | ![]() |
Stadio | Arechi (37.500[1] posti) |
Sito web | www.ussalernitana1919.it |
Palmarès | |
Titoli nazionali | 2 Campionati di Serie B 4 Campionati di Serie C o C1 1 Campionato di Serie D |
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Si invita a seguire il modello di voce |
Fondata il 19 giugno 1919 grazie a vari soci salernitani, tra cui Matteo Schiavone (principale promotore), nel corso della sua storia la società è stata rifondata per tre volte: nel 1927 in seguito a un precedente scioglimento,[3] nel 2005,[4] e ancora nel 2011,[5][6] per questioni finanziarie.
Nella stagione 2012-2013 milita in Lega Pro Seconda Divisione dopo aver vinto il girone G di Serie D nella passata stagione.[7]
Il colore ufficiale della Salernitana è il granata dal 1943[3] (esclusa la parentesi del 2011[5]), il suo simbolo è l'ippocampo dal 1949,[3] e la squadra disputa le proprie gare interne allo Stadio Arechi dal 1990.[8] Il club è di proprietà di Claudio Lotito e Marco Mezzaroma dal 2011.[5]
Nella sua storia conta due campionati disputati in Serie A: uno nella stagione 1947-1948[3] e l'altro nel 1998-1999, nonché un campionato misto A/B nel 1945-1946.[3] Dalla fondazione ad oggi ha vinto 2 campionati di Serie B, 4 campionati di Serie C, 1 campionato di Serie D.
Prima del fallimento del 2011, la Salernitana non aveva mai concluso stagioni al di sotto del terzo livello del calcio nazionale, quindi non era mai retrocessa oltre la Serie C o C1 (attuale Prima Divisione della Lega Pro).[3]
Storia
Le origini e gli inizi (1913-1939)
- 19 giugno 1919: Fondazione della Unione Sportiva Salernitana
- Dicembre 1922: Fusione tra Salernitana e Sport Club Audax che fa nascere la Salernitanaudax
- 2 novembre 1927: Ritorno in campo della Salernitana dopo 2 stagioni di assenza (rinasce attraverso una fusione tra Campania Foot-Ball Club e Libertas Salerno Foot-Ball Club)
- 10 dicembre 1943: Adotta il colore granata sulle divise da gioco
- 21 giugno 1947: Promossa per la prima volta in Serie A (partita: Salernitana - Palermo 2-0)
- 7 settembre 1990: Salernitana-Padova, prima partita allo Stadio Arechi
- 10 maggio 1998: Seconda promozione in Serie A (partita: Salernitana - Venezia 0-0)
- 11 agosto 2005: Nasce la Salernitana Calcio 1919 in seguito al crack finanziario della Salernitana Sport
- 20 luglio 2009: Il presidente Antonio Lombardi, una volta acquisito i beni immateriali della società Salernitana Sport, li trasferisce alla Salernitana Calcio 1919
- 26 luglio 2011: Fondazione del Salerno Calcio in seguito alla radiazione dalla FIGC della Salernitana
- 12 luglio 2012 : Cambio della ragione sociale in Unione Sportiva Salernitana 1919
Il calcio nella città di Salerno ebbe origine nei primi anni dieci, quando nacquero le prime società pioneristiche. Tra le prime partite "ufficiali" del gioco del calcio nel capoluogo salernitano si ricorda una gara disputata il 22 febbraio 1913: in quel giorno Donato Vestuti, presidente del Salerno Foot-Ball Club, organizzò la prima gara della sua squadra. Nel campo di Piazza D'Armi si affrontarono il Salerno e il FBC Settembrini, e la sfida si concluse con un 2-0 per i padroni di casa. A partire dal 1913 nacquero diverse squadre nel territorio cittadino (come l'Audax Sport Club Salerno) e provinciale, ma con l'entrata in guerra dell'Italia tutte le attività furono temporaneamente sospese.[9]
Nel 1918, con la scomparsa del presidente Vestuti, vittima della guerra, il Salerno FBC si sciolse, ma il 19 giugno 1919 al n. 67 di Corso Umberto I a Salerno, si svolse l'assemblea della costituenda Unione Sportiva Salernitana, con presidente Adalgiso Onesti. La maglia ufficiale di questa squadra fu inizialmente a righe verticali bianche e celesti.[10] Tra i soci fondatori ci fu anche il rag. Matteo Schiavone, il principale promotore che ne divenne anche il primo allenatore dopo una parentesi iniziale con Vincenzo Giordano, altro socio fondatore della Salernitana.[3]
La neonata squadra campana partecipò al suo primo campionato nell'inverno del 1920 iscrivendosi nel torneo di Promozione del Comitato Regionale Campano. Venne inserita nel sottogirone B, in cui affrontò squadre come Stabia, Savoia e Pro Italia di Torre Annunziata. Vinse 6 gare su 6, concludendo il proprio girone al primo posto e venne ammessa nel campionato di Prima Categoria della Campania.[9]
In seguito a problemi di carattere tecnico ed economico la Salernitana risultò poco competitiva, e per tale motivo nel dicembre del 1922 decise di fondersi con i concittadini dell'Audax Sport Club, diventando Società Sportiva Salernitanaudax. La fusione tra i due sodalizi durò poco: se la prima stagione fu sabbatica, gli sconcertanti risultati ottenuti nelle stagioni 1923-24 e 1924-25 sancirono la scomparsa del club.[3]
La Salernitana ritornò in campo, dopo due anni, il giorno 2 novembre 1927 giocando nel girone campano (il "C") del campionato di Seconda Divisione 1927-1928. La società fu rifondata attraverso una fusione tra due squadre salernitane: il Campania FBC e la Libertas Salerno. I granata (colore sociale ereditato in quella stagione dal Campania), guidati dal tecnico Venturini e dal presidente Vittorio La Rocca, conclusero il proprio girone al primo posto, davanti a Stabia, Lecce, Nocerina, Scafatese, Aversana e Torremaggiore, accedendo di diritto al girone finale del Centro-Sud, in cui terminarono terzi, alle spalle della Goliarda Roma e della Rosetana.[3]
Nel campionato 1937-1938 la Salernitana vinse il campionato di Serie C girone E, davanti a squadre come Catania, Foggia, Cosenza, Cagliari, Lecce (quest'ultima dopo 4 partite deciderà di ritirarsi). I ragazzi guidati dal tecnico ungherese Ferenc Hirzer e dal nuovo presidente Giuseppe Carpinelli riuscirono per la prima volta nella storia del club a raggiungere la seconda serie nazionale.
Nella stagione cadetta 1938-1939 la Salernitana si mostrò molto prolifica sotto porta, e considerando che prima della promozione in B avvenuta nella precedente stagione militò per anni in terza serie, è da riconoscerle il merito di aver saputo fronteggiare a testa alta la fortissima Fiorentina di allora, dominatrice del torneo: i ragazzi guidati da Carpinelli pareggiarono 1-1 in casa contro i viola (11 dicembre 1938). Tra gli altri risultati importanti sono da ricordare la vittoria, sempre in casa, sul secondo classificato Venezia per 1-0 (22 gennaio 1939), il pareggio (1-1) a Salerno sulla terza classificata Atalanta (25 settembre 1938), la vittoria (1-0) in casa sul Siena quarto classificato, ma sono da ricordare anche le goleade che la Salernitana rifilò a Sanremese e Casale: con il Casale (ultimo) vinse 5-0, con la Sanremese (undicesima) stravinse per 7-0. Per cui, anche se alla fine si classificherà al diciassettesimo posto, retrocedendo, la compagine campana si tolse anche qualche significativa soddisfazione.[3]
Dalla terza serie alla Serie A (1939-1948)
In seguito alla retrocessione in C, la Salernitana dovrà attendere la stagione 1942-1943 per ritornare in B, ma a causa della sospensione dei campionati avvenuti per lo scoppio della seconda guerra mondiale vi parteciperà solo quando l'Italia sarà liberata dall'occupazione nazifascista.[11]
Il 10 dicembre 1943 la Salernitana assunse definitivamente il colore granata sulle divise di gioco, e le attività sportive nazionali ripresero nel 1945[3]. Nel frattempo la Salernitana vinse la Coppa della Liberazione, un torneo calcistico disputatosi in Campania dal 25 giugno al 17 dicembre del 1944.[12] Partecipò anche al Campionato campano nella prima metà del 1945, arrivando seconda.
Con la ripresa dell'attività calcistica nazionale la Salernitana venne ammessa al Campionato Centro-Sud Serie A-B 1945-46, mentre nel 1946-1947 vinse il proprio girone di Serie B e venne promossa in Serie A. I granata giunsero primi in classifica, davanti a Ternana, Pescara, Lecce e i cugini della Scafatese. Tra le gare disputate dai campani sono da citare le vittorie in entrambi i derby: 3-0 a Salerno e 1-0 a Scafati per i salernitani, la vittoria a Salerno contro il Lecce (quarto classificato), il 5-0 rifilato all'Alba Roma (Salerno, 16 marzo 1947), il 5-0 rifilato al terzo classificato Pescara (Salerno, 3 novembre 1946), il 6-1 ottenuto contro la Ternana (seconda classificata, nella gara giocata a Salerno il 10 novembre 1946), il 5-0 contro l'Arsenale Taranto (Salerno, 6 aprile 1947). Definiti "Torino del Sud"[13], i granata dominarono dunque il torneo cadetto del girone meridionale grazie al contributo di giocatori come Jacovazzo, Margiotta, Valese, Onorato e Vaschetto.[14]
Il tecnico della prima Salernitana in Serie A fu Gipo Viani, il quale si affidò al suo particolare modulo di gioco: il cosiddetto "Vianema", che ha come punto cardine il ruolo del libero. L'idea era venuta a Valese, il quale lo consigliò all'allenatore per rinforzare la difesa: in questo modo un finto centravanti (Piccinini) giocava col numero 9 ma in posizione arretrata, liberando il difensore Ivo Buzzegoli da compiti di marcatura, facendolo così diventare il primo "terzino libero" (poi "battitore libero", infine semplicemente "libero") del calcio italiano.
La compagine di Salerno terminò il suo primo anno di Serie A al quart'ultimo posto, e retrocesse di conseguenza nella serie inferiore, in quanto proprio in quell'anno le retrocessioni passarono da tre a quattro per motivi politici: la Triestina venne ripescata dalla B, allargando la Serie A a 21 squadre in seguito al difficile momento dell'annessione dell'Istria allo stato della Jugoslavia. La Salerno calcistica, in quell'anno di Serie A, venne danneggiata con arbitraggi ritenuti eccessivamente a favore della Roma, che ottenne la salvezza proprio a scapito del club campano. Il commento di Antonio Ghirelli nella sua "Storia del Calcio in Italia" ne dà un'idea: "...la Salernitana si vide sacrificata all'ultimo ad un club più potente e più ricco, la Roma, che poté salvarsi grazie ad un arbitraggio molto discutibile in occasione del confronto diretto, a due giornate dalla fine". L'arbitro del match decisivo, il fiorentino Vittorio Pera, qualche anno dopo sarà riconosciuto colpevole di un altro episodio di corruzione a favore della stessa Roma, e dopo un'inchiesta della Federazione sarà squalificato a vita. Nella gara contro la Roma, alla penultima giornata di campionato, l'incontro si concluderà con un 1-0 per i giallorossi attraverso un gol viziato da un fallo sul portiere.[15]
Tra seconda e terza serie (1948-1967)
Dal 1948 al 1950 la Salernitana disputò, in Serie B, dei tranquilli campionati di metà classifica. Nel 1950, durante la partita col Genoa, a causa di un gol non convalidato, si verificò a Salerno la prima invasione di campo del dopoguerra in Italia.[14]
Nel torneo di Serie B 1952-1953 la Salernitana nella sua prima gara ospiterà il Messina, e in quell'occasione (Salerno, 14 settembre 1952) lo Stadio Comunale venne intitolato a Donato Vestuti. Subito dopo la guerra infatti il campo Littorio venne rinominato Stadio Comunale, ma i giornalisti salernitani, tuttavia, erano concordi nel chiamarlo Renato Casalbore nei loro resoconti, in onore del collega perito nella tragedia di Superga. Il Comune risolse la questione intitolando lo stadio a Donato Vestuti e dedicando a Renato Casalbore la piazza antistante lo stadio. Il campionato vedrà una Salernitana lottare per la salvezza dopo i primi risultati poco convincenti. Una serie di risultati positivi con Verona, Catania, Marzotto e Padova consentirono alla squadra di salire in classifica, e con il Monza in casa a tre giornate dal termine di conquistare i punti che le valsero la matematica salvezza.[14]
La stagione di Serie B 1955-1956 vide i granata giocare in modo deludente: in tale occasione non ce la fecero ad agguantare la salvezza.
Nel campionato 1956-1957 la Salernitana, neoretrocessa in C, lottò fin dall'inizio per la promozione in Serie B. La società a inizio campionato era a rischio fallimento, ma attraverso l'elezione dell'on. Carmine De Martino alla presidenza tutto si risolse per il meglio, e i granata disputarono un buon campionato, concluso al secondo posto.[14]
Nella stagione di Serie C 1958-1959 la società venne rilevata da Matteo Guariglia, e la squadra arrivò ultima in classifica ma non retrocesse poiché lo impedì la riforma dei campionati allora in corso. Anche nella successiva stagione i campani rischiarono di finire ultimi, ma a tre giornate dal termine in società subentrò Leopoldo Fulgione, assessore del Comune di Salerno, e riuscirono a salvarsi. Nella prima metà degli anni sessanta la Salernitana continuò la permanenza in Serie C.
Il 28 aprile 1963 si verificò a Salerno un episodio tragico: durante la gara Salernitana - Potenza (valida per il primo posto e per la promozione) alcuni tifosi locali, inferociti per l'andamento della partita, invasero il campo dello stadio Vestuti. Nel tentativo di disperdere i rissosi un poliziotto esplose alcuni colpi in aria e proprio uno di questi proiettili ferì mortalmente alla tempia destra il quarantottenne Giuseppe Plaitano, che stava assistendo la partita dalla tribuna. Plaitano è il primo tifoso in Italia a perdere la vita in seguito a incidenti negli stadi, e a lui è dedicato uno dei club del tifo più importanti della città.[16]
Nella stagione di Serie C 1965-1966 la Salernitana ottenne la promozione in serie B sotto la guida tecnica di Domenico "Tom" Rosati. Arrivata in Serie B (campionato 1966-1967) la società campana si costituì in s.p.a. (società per azioni) ma i granata, neopromossi, non riuscirono a reggere il confronto con le altre compagini cadette e ad evitare la retrocessione.[14]
Dalle crisi finanziarie al ritorno in B (1967-1990)
A partire dal torneo di Serie C 1967-1968 la Salernitana venne presieduta dall'avv. Tedesco. Il primo con Tedesco sarà un torneo che si concluderà in modo anonimo, così come quello successivo che è da ricordare poiché nel 1969 si spegne Gipo Viani, vale a dire l'allenatore della prima volta della Salernitana in serie A, e per il fatto che la società granata ottenne un importante successo con la squadra giovanile (Juniores), che si aggiudicò il prestigioso trofeo del Campionato Nazionale Dante Berretti.[17]
Nel campionato 1969-70 la Salernitana riuscì ad iscriversi al torneo quasi per miracolo a causa di molte difficoltà economiche. La squadra lottò per la salvezza durante gran parte del campionato e segnò meno reti nel suo girone (appena 20).[17]
Nel campionato di serie C 1970-1971 la Salernitana sotto la guida di "Tom" Rosati, allestì una squadra per la promozione in serie B, ma arrivò seconda, alle spalle del Sorrento. Nella stagione seguente, a metà campionato, si classificò seconda insieme al Lecce a -1 dal Brindisi. Una serie di risultati sfavorevoli però portarono il 7 aprile 1972 alle dimissioni di tutta la dirigenza. La società venne affidata ad un commissario, il dott. Americo Vessa. La Salernitana terminò il torneo al terzo posto. L'unica nota positiva della stagione è il titolo di capocannoniere del bomber granata Pantani che realizzò 18 gol.
Nel torneo di Serie C 1972-1973 i granata arrivarono al quinto posto, nel successivo una serie di risultati altalenanti la portarono a metà classifica (con relative proteste dei tifosi), nel campionato 1974-75 la Salernitana, a dicembre, toccò il fondo della classifica e così venne ingaggiato l'allenatore Giacomo Losi detto "core de Roma", che salvò la squadra. La stagione 1976-77 con una società in grave crisi con stipendi ai giocatori non pagati e un passivo di 1.359.000.000 di lire, osservò il presidente Piero Esposito dimettersi a stagione in corso. L'avv. Matera divenne il nuovo commissario e in un clima più tranquillo la squadra proseguì la propria attività agonistica, terminando la stagione a metà classifica.[17]
Nel 1977 il club granata, dopo il disastro economico lasciato dal commissario Pietro Esposito, venne rilevata da un gruppo di imprenditori salernitani, che, trasferendo la squadra nella neocostituita Salernitana Sport s.p.a., la salvarono dal fallimento finanziario, anche se i guai economici non finiranno qui.[17]
Nella stagione di Serie C1 1979-1980 la Salernitana venne presieduta da Antonio Ventura, che come allenatore per la prima squadra scelse Franco Viviani. La crisi economica della società campana non darà tregua al nuovo presidente, e la squadra non giocherà in modo soddisfacente (segnò tanto, ma subì molto altrettanto). Una sconfitta in casa contro i rivali della Cavese in campionato (per 2-1) segnò il destino del tecnico Viviani, che venne sostituito prima da Antonio Giammarinaro e più avanti da Luigi Gigante. A metà stagione il presidente Ventura, per i troppi problemi economici, deciderà di dimettersi. Il posto dell'ex presidente venne preso da Federico De Piano, il quale dopo pochi giorni abbandonò anche lui. De Piano venne sostituito da Vincenzo Grieco, ma il 6 marzo scattò la messa in mora della società e tutti i giocatori, pur decidendo di proseguire la stagione, vennero svincolati dai loro contratti. Malgrado le sciagure economiche, la Salernitana non sfigurò né in campionato né nelle altre competizioni: si classificò al settimo posto (insieme a Siracusa e Turris) davanti a tutte le altre squadre della Campania presenti quell'anno nel girone B della C1: Cavese (decima), Nocerina (tredicesima) e Benevento (quattordicesima) e per la prima volta nella sua storia disputò la finale di Coppa Italia di Serie C, in cui vinse all'andata (a Salerno) contro il Padova per 3-1, ma non vinse nella partita di ritorno (che finisce 4-0 per i padroni di casa), e a causa della differenza reti fu il Padova a vincere il trofeo.[17]
A partire dalla stagione di serie C1 1981-1982 la Salernitana ebbe il primo sponsor della sua storia: la pasta Antonio Amato. Il campionato di quel periodo vide i granata lottare per raggiungere la serie B, che tuttavia non arrivò. Nel torneo 1982-83 la Salernitana chiuse a metà classifica e fu contestata dai propri tifosi. Addirittura, il 22 maggio, si registrò il minimo storico di presenze: solo 700 spettatori![17]
Dalla stagione 1984-85 la situazione cominciò a migliorare: si classificò al quarto posto, nella stagione successiva decima e in quella seguente (Serie C1 1987-1988) arrivò seconda.[17]
Con il grande acquisto Agostino di Bartolomei per il campionato 1988-89, partita con propositi di promozione riuscì miracolosamente a salvarsi, ma con una rinnovata società, la Salernitana ritornò in Serie B dopo 23 anni al termine del campionato di C1 (girone B) del 1989-1990. Grazie ad un campionato disputato brillantemente, i granata riuscirono ad abbandonare la C1 e ad essere promossi in B. Guidata dal tecnico Giancarlo Ansaloni, il capitano Agostino di Bartolomei e il presidente Peppino Soglia, la Salernitana concretizzò la sua promozione nell'ultima gara della storia dei granata disputata nello Stadio Vestuti, stracolmo per l'occasione, con lo 0-0 contro il Taranto. Tra gli uomini principali della promozione, oltre al capitano Di Bartolomei, c'è da ricordare tra gli altri Lucchetti e Della Monica, giocatori abbastanza avanti negli anni ma che furono ancora capaci di fare la differenza.[18]
Gli anni novanta e la seconda volta in A (1990-1999)
Nella stagione 1990-1991 venne inaugurato il nuovo Stadio Arechi, e dopo 23 campionati di C1 la Salernitana si ritrovò di nuovo in Serie B, ma non riuscì a permanere nella categoria e tornò nuovamente in terza serie.[19]
Nella stagione 1993-1994 dal Foggia arrivò a Salerno Delio Rossi, allenatore giovane, alla sua prima esperienza con una squadra professionista. Con una squadra composta dal portiere Antonio Chimenti, i difensori Vittorio Tosto e Salvatore Fresi, gli esterni Ricchetti e De Silvestro, i centrocampisti Strada, Breda e Tudisco, e il capocannoniere del torneo Giovanni Pisano la squadra arrivò terza e raggiunse i play off. Vinti i play off contro Lodigiani e Juve Stabia la Salernitana ritornò in B.[19]
Nel torneo 1994-1995, con l'arrivo del presidente Aniello Aliberti, la Salernitana sfiorò la promozione in serie A giungendo quinta, e ripetette lo stesso piazzamento nel campionato 1995-1996, quando ingaggiò l'allora poco esperto allenatore Franco Colomba.
Nel campionato 1997-1998 il presidente Aliberti decise di riportare a Salerno il tecnico Delio Rossi. La scelta sarà azzeccatissima: la Salernitana tornerà in Serie A. L'organico venne arricchito di forze nuove, come il portiere Daniele Balli, i difensori Ciro Ferrara e Vittorio Tosto (entrambi già ex), e poi Cudini, Franceschini, i fratelli Giacomo e Giovanni Tedesco, Ciro De Cesare, Greco, e Marco Di Vaio, il quale affiancò in attacco Edoardo Artistico (acquistato la stagione precedente) e con il quale formò la più prolifica coppia-gol della stagione. Di Vaio, inoltre, conquisterà il titolo di capocannoniere della Serie B.[19]
La Serie A, nella stagione 1998-1999, vide per la prima volta dopo cinquant'anni la presenza della Salernitana.
La squadra campana, sotto la guida di Delio Rossi prima e di Francesco Oddo poi, per un solo punto non riuscì a mantenere la Serie A. Gli uomini principali di quella stagione agonistica, che videro i granata imporsi a testa alta sui campi di gioco più prestigiosi, furono soprattutto Marco Di Vaio, Salvatore Fresi, Gennaro Gattuso, Ighli Vannucchi, Roberto Breda, Vittorio Tosto, Giacomo Tedesco e David Di Michele.[19]
Dal ritorno in B alla radiazione (1999-2005)
Scesa in B, a quattro giornate dal termine del campionato 1999-2000 la Salernitana fu matematicamente esclusa dalla corsa per il ritorno in Serie A.[19]
Il presidente Aniello Aliberti, dalla stagione 2001-2002 riuscì a convincere il tecnico boemo Zdenek Zeman ad allenare la Salernitana. I campani conclusero la stagione al sesto posto, dopo aver lottato per diverse giornate per l'obiettivo della promozione in massima serie. L'avventura di Zeman si concluse nella stagione 2002-2003 dopo un girone di andata terminato all'ultimo posto. Franco Varrella, sostituto di Zeman, non riuscì in tale circostanza ad evitare la retrocessione della squadra in Serie C1. In seguito a una vicenda sportivo-giudiziaria (il "Caso Catania") che si protrasse per tutta l'estate, la Salernitana venne ripescata in B con Catania, Genoa e Fiorentina.[17]
I granata disputarono poi un campionato di media classifica, e riuscirono a salvarsi sotto la guida dell'allenatore Angelo Gregucci e grazie alle reti del giovane attaccante Raffaele Palladino, ma una volta ottenuta la salvezza, la Salernitana Sport venne esclusa dal successivo campionato di competenza per presunte inadempienze economiche.
Gli anni della Salernitana di Lombardi (2005-2011)
A seguito dell'esclusione della Salernitana Sport dal campionato di Serie B, nell'estate 2005 una cordata di imprenditori guidata da Antonio Lombardi, avvalendosi del Lodo Petrucci, fondò la Salernitana Calcio 1919, che venne iscritta al campionato di Serie C1. A campionato in corso, il presidente della precedente società iscrive, a novembre, una squadra in Terza Categoria con il nome e i segni distintivi della Salernitana Sport, ma l'esperienza durerà meno di quattro mesi, poiché alla società venne revocata l'affiliazione alla FIGC per messa in liquidazione della stessa, ed i risultati conseguiti sul campo vennero annullati. La Salernitana Calcio 1919 di Lombardi (che in seguito acquisterà i simboli della precedente) concluse il campionato al 5º posto.
Nella stagione 2007-2008 la Salernitana terminò il proprio girone di andata al primo posto, laureandosi Campione d'Inverno; tuttavia, dopo una sconfitta contro il Taranto, venne esonerato l'allenatore Agostinelli e ingaggiato il tecnico Fabio Brini[20], con il quale il 27 aprile 2008, grazie alla vittoria per 2-0 sul Pescara la Salernitana raggiunse la promozione matematica in Serie B.[21] La Salernitana partecipò inoltre alla Supercoppa di Serie C1, che andò al Sassuolo.[22]
Il 15 giugno 2009 Lombardi rilevò i beni immateriali della precedente Salernitana Sport all'asta fallimentare, attraverso la Energy Power, e li cedette in comodato d'uso alla Salernitana Calcio 1919. A fine campionato, quello di Serie B 2009-2010, partita con l'intento di una salvezza tranquilla, la squadra campana concluse il campionato all'ultimo posto, ritornando in terza serie.[23]
Nel luglio del 2010 Lombardi annunciò le sue dimissioni da presidente del club (pur restandone proprietario) lasciandone la gestione ad Antonio Loschiavo.[24] Nella stagione 2010-2011 come allenatore venne scelto Roberto Breda, bandiera ed ex capitano della Salernitana, con il quale i granata giunsero in finale play off contro l'Hellas Verona, non riuscendo a centrare l'obiettivo della promozione (fu 2-0 all'andata per gli scaligeri e 1-0 per i granata a Salerno nella gara di ritorno).[25]. Al termine della stagione, a causa dei troppi debiti, il 18 luglio 2011 la Salernitana venne esclusa dal successivo campionato di Lega Pro Prima Divisione,[26] e il 7 novembre la società fallì ufficialmente.[27][28] Intanto, a seguito dell'esclusione della Salernitana dai campionati ufficiali, grazie all'art. 52 delle norme federali, nell'estate dello stesso anno nacque il Salerno Calcio.
La gestione Lotito-Mezzaroma (2011-2012)
Il Salerno Calcio, capitanato dai proprietari e fondatori Claudio Lotito e Marco Mezzaroma, allestendo una rosa guidata da Carlo Perrone e composta da giocatori esperti come Raffaele Biancolino, Francesco Montervino, Ciro De Cesare, David Giubilato (che sarà nominato capitano) e più giovani come David Mounard, verrà ammesso alla Serie D e inserito nel girone G, nel quale concluderà la stagione classificandosi al primo posto. La vittoria del campionato si concretizzerà all'ultima giornata a Salerno contro il Monterotondo davanti a 11.800 spettatori, numero elevatissimo per la categoria disputata. In seguito accederà al torneo per la conquista dello Scudetto Dilettanti, ma verrà eliminato in semifinale dal Teramo ai calci di rigore. Dalla successiva stagione la squadra, acquisendo i simboli, assumerà l'identità storica della Salernitana.
Cronistoria
Cronistoria dell'Unione Sportiva Salernitana 1919 | ||
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Colori e simbolo
Colori
La Salernitana, nel corso della sua storia, ha adottato divise di gioco con colori molto diversi tra loro[3]: dal 1919 al 1922 giocava con una casacca a righe verticali bianche e celesti, in seguito, con il nome di Salernitanaudax, a partire dal 1922, giocava in maglia a strisce celesti e nere per marcare la fusione tra la Salernitana (biancoceleste) e lo Sport Club Audax (che aveva strisce bianconere) e successivamente, una volta rifondata, nella stagione 1927-28 vestiva con la maglia granata (colore ereditato dal precedente FBC Campania), fino al 1929, in cui si preferì tornare al bianco-azzurro anche se in varie occasioni della stagione la squadra continuò a vestire granata. Dal 1928 al 1932 ha indossato magliette azzurre in molteplici varianti, poi dal 1932 al 1943 giocava nuovamente con le strisce biancocelesti. Dal 10 dicembre 1943 fino al 2011 il colore sociale adottato è stato il granata, che poi ritorna dalla stagione 2012-2013 dopo la parentesi prima blu-granata (prima maglia indossata nel girone di andata del campionato) poi giallo-rosso-blu (colore adoperato nel girone di ritorno) del Salerno Calcio. |
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File:Salernitana Logo.png
Cronologia di colori e denominazioni
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Simboli ufficiali
Stemma
Il simbolo della Salernitana è per antonomasia l'ippocampo. Tale simbolo venne adottato nel 1949, quando apparve per la prima volta sulle magliette della squadra. La scelta del simbolo venne dal pittore e professore salernitano Gabriele D'Alma che ne disegnò una prima versione. Lo stemma non sempre è apparso sulle magliette di gioco: nella maggior parte dei casi serviva a rappresentare il logo della società (che ha variato forma diverse volte), ma non vi è traccia di esso fino alla fine degli anni 1970, quando comparve un cerchietto bianco con un ippocampo intero color granata al suo interno (stagione 1978-1979).[29]
Per far fronte ai sempre più grandi costi di gestione, la Salernitana decise di commercializzare il suo marchio, e così nel 1986 il simbolo venne stilizzato[3][30] La stilizzazione del 1986 nacque a Dallas dal grafico americano Jack Lever, il quale raffigurò un ippocampo disegnato solo nella sua parte superiore, bagnato dalle onde marine e sormontato da cinque bastioni che rievocano le fortificazioni longobarde e normanne. Alla destra dell'ippocampo vi è una piccola stella otto punte: ricorda il Follaro, antica moneta della Zecca di Salerno.[29]
Inizialmente lo stemma non veniva utilizzato sulle maglie ma su tutte le altre operazioni di marketing, come la copertina dei tagliandi degli abbonamenti. A partire dalla gara Salernitana-Padova 0-0 del 1990 lo stemma è sempre stato presente sulle magliette della Salernitana, inizialmente rinchiuso in un quadrato e senza la scritta "Salernitana", fino al 1995-96, stagione in cui il marchio sarà incorniciato da un quadrato con bordi dorati. Tali bordi, dalla stagione seguente, seguiranno poi la forma delle onde sottostanti. Questo simbolo è sempre stato posto sul lato sinistro della maglietta, fino al 1997-1998 in cui fu spostato a sinistra, e nel 1998-1999 in cui venne posizionato in alto al centro.[29].
Nel torneo di Serie B 1999-2000 il logo della Salernitana cambia leggermente: non vi è più la torre, ma uno scudetto granata che racchiude l'ippocampo e il Follaro, con sotto l'anno di fondazione 1919. Questo stemma fu utilizzato fino al 2005, anno in cui la Salernitana Sport venne esclusa dai campionati FIGC.
Dall'estate del 2005 all'estate del 2009 la Salernitana, rinata grazie al Lodo Petrucci in seguito alla non iscrizione (e al successivo fallimento) della precedente Salernitana Sport, ha provvisoriamente adottato un differente stemma societario privo dell'ippocampo poiché non aveva ancora acquisito i beni immateriali della precedente società.[31]
Una volta acquistati i beni immateriali tramite Energy Power, società facente capo all'allora presidente della Salernitana, la squadra campana ha potuto riutilizzare il suo storico emblema in comodato d'uso, nella versione più recente: lo scudetto del 1999. I marchi e i brevetti della Salernitana Sport sono dunque dal 2009 di proprietà della Energy Power[32] e dal 7 luglio 2012 sono stati concessi in affitto alla nuova società (che prima dell'acquisto dei beni si è chiamata Salerno Calcio).
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Primissimo logo ufficiale della Salernitana
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Primo stemma con l'ippocampo, realizzato nel 1949 da Gabriele D'Alma
Inno
Il primo inno ufficiale della Salernitana,[33] il cui titolo è Il potere deve essere granata,[34] nasce nel 2007 dal cantante e musicista salernitano Sandro Scuoppo, il quale lo presenta per la prima volta a Salerno in Piazza della Libertà nel corso della presentazione ufficiale (aperta al pubblico e stracolma di sostenitori entusiasmati dai nuovi acquisti, come ad esempio Arturo Di Napoli) della nuova rosa della squadra.
Mascotte
Ippo e Granatiello sono stati la mascotte della Salernitana in due periodi distinti, sorti per operazioni pubblicitarie e di marketing.
Ippo nacque da un'idea della Salernitana Sport di Aniello Aliberti nella stagione 1999-2000, secondo una precisa strategia di marketing che si svilupperà mediante l'apertura del primo Salernitana Store. In quel periodo con il nome "Ippo" veniva identificato sia il cavalluccio marino raffigurato sul logo a scudo (che era stato appena realizzato e che aveva sostituito il precedente logo con la "torre" e le onde marine), sia la mascotte presente allo Stadio Arechi, utilizzata anche come pupazzetto in vendita nel primo Salernitana Store.[29]
Nel 2005 la società storica della Salernitana sarà sostituita dalla neonata Salernitana Calcio 1919, società che inizialmente non ha nessun tipo di legame con la precedente, la quale nella stagione di Serie B 2007-2008 si forgerà di una nuova mascotte concessa dallo sponsor di quella stagione: Interauto Citroen. Tale sponsor offrirà Granatiello, un leone antropizzato con indosso la maglia della Salernitana n. 10.[35]
Strutture
Stadio
L'attuale stadio della Salernitana prende il nome da Arechi II, principe longobardo sotto il quale l'antica Salerno visse un periodo di grande fioritura. La sua costruzione si rese necessaria dopo la promozione della squadra in Serie B, che aveva reso insufficiente lo storico stadio "Vestuti" (attualmente utilizzato da altre rappresentative sportive salernitane). La nuova struttura venne inaugurata nel settembre del 1990, in occasione del ritorno dopo 23 anni della Salernitana nella serie cadetta contro il Padova (partita pareggiata per 0-0). Il terreno di gioco misura 105 m di lunghezza per 68 m di larghezza. Una delle particolarità è la mancanza di una pista di atletica, che ha consentito di realizzare lo stadio a forma rettangolare; ciò permette di assistere agli incontri senza l'ostacolo visivo della pista e senza influenzare la capienza.[36]
In precedenza i granata giocavano in un'altra struttura, lo Stadio Donato Vestuti, uno dei principali impianti sportivi della città di Salerno e della Campania, che per tantissimi anni ha ospitato la Salernitana. Lo stadio fu costruito nel 1932 per volere del regime fascista. Inizialmente il nome della struttura era Stadio Littorio. Terminata la guerra e caduto il fascismo a Salerno, il Littorio venne nominato Stadio Comunale, e successivamente "Donato Vestuti" in onore al primo fondatore di una squadra di calcio a Salerno: il Salerno FBC (nel 1913). Nel 1962 lo stadio Vestuti fu protagonista di un film girato a Salerno e a Napoli: "Le quattro giornate di Napoli" del regista Nanni Loy. Dal 1990 la Salernitana gioca le sue partite in casa all'Arechi, costruito appositamente per i granata che si accingono dopo 23 anni a disputare il primo campionato in Serie B. Per quanto riguarda lo stadio Vestuti, è stato utilizzato dai granata nel 2004 per presentare la rosa ufficiale al pubblico, e attualmente è utilizzato da altre rappresentative sportive salernitane, come la Salernitana Femminile.[37]
Sede sociale
Dal 2012 la sede della società è ubicata in Via Salvatore Allende a Salerno, varco n. 25: si trova ovvero all'interno dello Stadio Arechi grazie alla collaborazione con il Comune di Salerno che detiene la proprietà dello stadio. Venne inaugurata l'1 aprile 2012 alla presenza del sindaco De Luca e dei massimi vertici societari.[38]
Centro di allenamento
L'attuale sede degli allenamenti della Salernitana è lo Stadio José Guimarães Dirceu di Eboli (SA), tramite accordo con il Comune di Eboli proprietaria dell'impianto. Tale sistemazione dovrebbe essere provvisoria, dal momento in che sono in corso lavori di ristrutturazione del Campo Volpe di Salerno, che tramite una stretta collaborazione tra il Comune di Salerno e la società della Salernitana dovrà diventare il nuovo centro sportivo della prima squadra e delle rose giovanili granata.[39]
Società
Proprietà
L'Unione Sportiva Salernitana 1919 S.r.l è una società a responsabilità limitata posseduta al 50% dalla Morgenstern S.r.l di Marco Mezzaroma, e al 50% dalla Omnia Service One S.r.l che ha in Luciano Corradi la figura di amministratore unico: si tratta di due società con sede a Roma.[41]
Claudio Lotito è il co-fondatore del nuovo assetto societario della squadra insieme al cognato Marco Mezzaroma, e nella società svolge ufficialmente il ruolo di consulente, risultandone nei fatti, insieme al cognato Mezzaroma, il principale dirigente nonché comproprietario. Lotito inoltre, essendo contemporaneamente proprietario e presidente della S.S. Lazio S.p.A sfrutta tale peculiarità per cedere in prestito calciatori del settore giovanile biancoceleste alla Salernitana, attivando una sinergia collaborativa tra i due sodalizi.[42]
In seguito al ritorno della Salernitana nei professionisti, Claudio Lotito ha ottenuto nell'estate 2012 una moratoria di sei mesi per ovviare al conflitto di interessi scaturito dalla contemporanea presidenza della Lazio (art. 16-bis delle Norme Organizzative Interne Federali), altro club calcistico professionistico.[43] Anche Marco Mezzaroma non può comparire nell'organigramma societario per via di un conflitto di interessi (sempre a causa dell'art. 16-bis NOIF) visto che la famiglia dei Mezzaroma, tramite il cugino di primo grado Massimo è già proprietaria dell'A.C. Siena.[44]
L'attuale società si costituì il 26 luglio 2011 con il nome di Salerno Calcio S.r.l, aderendo all'art. 52 delle Norme Organizzative Interne Federali della Figc in seguito all'esclusione per debiti della precedente Salernitana Calcio 1919 di Antonio Lombardi.
Organigramma societario
Dal sito ufficiale della società. Aggiornato al 17-08-2012[45]
Sponsor
- 1919-1984:
- 1984-1987: Adidas[46]
- 1987-1989: N2[47][48]
- 1989-1990: TOP 87[49]
- 1990-1992: ABM[50]
- 1992-1993: Devis[50]
- 1993-1995: Erreà[50][51]
- 1995-2000: Asics[50]
- 2000-2002: autoprodotta[50]
- 2002-2003: Garman[50]
- 2003-2005: Devis[50]
- 2005-2006: Asics[50][52]
- 2006-2007: Legea[50]
- 2007-2009: Umbro[50]
- 2009-2011: Givova[50]
- 2011-2012: Givova[53]
- 1919-1980: nessuno
- 1981-1992: Antonio Amato[50]
- 1992-1994: CRAS[50]
- 1994-1996: Rainbow[50]
- 1996-1997: Salumi Spiezia[50]
- 1997-2000: Exigo Jeans & Casual[50]
- 2000-2001: Compuprint[50]
- 2001-2002: ICS[50]
- 2002-2003: Zip Jeans & Casual[50]
- 2003-2004: Centrale del Latte Salerno[50]
- 2004-2005: Caffè Motta / Centrale del Latte Salerno[50]
- 2005-2006: Cantine Monte Pugliano[50]
- 2006-2007: Mercedes Benz Fortunati[50]
- 2007-2008: Interauto Citroën[50]
- 2008-2010: Lombardi Costruzioni[50]
- 2010-2011: Lombardi Costruzioni/ Martos[54]
- 2011-2012: Tufano / Caffè Motta
Settore giovanile
Il settore giovanile della U.S. Salernitana 1919 si compone di quattro rose: Beretti (allenati da Giuseppe Avella),[55] Allievi Nazionali (guidati da Nino Belmonte),[56] Allievi Regionali (il cui mister è Emanuele Ferraro),[57] Giovanissimi (affidati a Pietro De Bonis).[58] L'attuale responsabile del settore è Antonio Ruggiero.[55]
Tra i titoli conquistati dal settore giovanile della Salernitana sono da citare quello della vittoria del Campionato Nazionale Dante Berretti nel 1969 dalla formazione Juniores, guidata da Mario Saracino[3] [59] ed il titolo di Campione della Campania ottenuto nel 2009 dagli Allievi Regionali allenati da Egidio Sironi.[60]
I principali calciatori provenienti dal vivaio granata sono: Carmine Jacovazzo, centrocampista che in seguito, dal 1936 al 1949, conterà anche 256 presenze (record assoluto) con la squadra maggiore;[61] Luca Fusco, difensore centrale che in seguito divenne capitano della Salernitana maggiore grazie anche alle numerose presenze che il calciatore ottenne con la prima squadra;[62] il portiere di origini napoletane Ciro Polito;[63] i difensori Roberto Cardinale[64] e Cristian Molinaro.[65]
Nel periodo della gestione di Antonio Lombardi, con il nome di Salernitana Calcio 1919 è stata titolare della scuola calcio Associazione Sportiva Salernitana Piccoli Granata che annualmente organizzava anche campus estivi per bambini.[66][67]
La Salernitana nella cultura popolare
La Salernitana è la squadra sportiva storicamente più seguita dai salernitani. L'attaccamento alla principale squadra calcistica è sempre stato prevalente, al punto che molte altre realtà agonistiche del capoluogo e dintorni, non soltanto quelle dedite al calcio, adottano come proprio logo lo stesso simbolo della Salernitana, vale a dire l'ippocampo.[68] L'ippocampo è presente nel logo delle squadre di calcio dell'ASD Boys Salerno, dell'Audax Salerno,[69] della AC Salernitana Femminile, dell'ASD Salerno Rugby,[68], della società di Agropoli (Salerno) chiamata ASD Polisportiva Salernitana Magna Graecia.[70]
La forte popolarità della prima squadra cittadina ha spinto alcuni sostenitori della Salernitana, nel 2012, in seguito alla nascita del nuovo Salerno Calcio che non aveva ancora acquisito legalmente l'identità della precedente squadra, a esporre striscioni per le strade di Salerno con su scritte frasi di nostalgia verso la società storica. Uno di quegli striscioni recitava "Da quando non ci sei... non è più domenica!" riprendendo alcune parole di una canzone di Cesare Cremonini il quale qualche giorno dopo dichiarerà sul social network di Twitter: "Mi è sempre stata simpatica la Salernitana e la sua storica tifoseria".[71]
Il 19 giugno 2012, in occasione del 93º anniversario della nascita del club, nella città di Salerno si assistì ad un corteo stracolmo di sostenitori della squadra che chiedevano a gran voce il ritorno in campo della Salernitana. Inoltre la città e parte della provincia vennero "colorate" di granata, con numerose bandiere e vessilli della Salernitana esposti sui balconi da parte dei campani, in un clima che spinse il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca ad incitare i dirigenti del Salerno affinché la storia della Salernitana (coi suoi segni distintivi) venisse recuperata quanto prima.[72]
Musicalmente, oltre all'inno ufficiale (Il potere deve essere granata di Sandro Scuoppo del 2007), esistono diverse altre canzoni dedicate alla squadra granata,[73] come Salernitana in serie A del cantante napoletano Gigione (scritta nel 1999, quando i granata furono promossi in massima serie) e come i brani più recenti, nati per celebrare il ritorno in B della squadra nel 2008: Ale Ale Aleooo dei Paranza Vibes, canzone di genere reggae, Cuore Granata dei Manciva, brano rock-pop, Salernitana vita mia di Felice D'Amico, Giuramento granata di Vincenzo Ceccarelli (sulle note dell'inno nazionale italiano) e Salernitana di Gianluca Vernieri, un brano di musica napoletana dedicato alla squadra e ai tifosi di Salerno.
La Salernitana è anche citata nel film Tifosi diretto da Neri Parenti, nella prima parte relativa all'episodio con Nino D'Angelo. La scena è ambientata nel 1999, anno della Salernitana in Serie A, in un carcere della città di Napoli, dove è detenuto Gennaro Scognamiglio (Nino D'Angelo) che insieme ad altri suoi compagni di cella ascolta per radio una partita del campionato di Serie B con la sua squadra, il Napoli. D'un tratto arriva una guardia carceraria che lo chiama per scarceralo, ma lui con aria seccata si rifiuta di uscire in quel preciso momento per via della partita (contro la Sampdoria). La Salernitana è la squadra di cui il guardiano del carcere è tifoso, che nel film, come citato dai due personaggi, ha giocato di sabato vincendo 2-0.
In televisione la Salernitana detiene un curioso record assieme al Genoa: disputò la prima partita in assoluto della storia del campionato di Serie B ad essere giocata in anticipo di venerdì e trasmessa in diretta televisiva su Telepiù (Genoa-Salernitana 3-0, nella stagione 1999-2000).[74] In Campania diverse emittenti televisive locali, come Telecolore, Telecapri Sport e Lira TV presentano nel proprio palinsesto trasmissioni di approfondimento dedicate al principale sodalizio di Salerno.
Allenatori
- 1919 Vincenzo Giordano
- 1919-1921 Matteo Schiavone
- 1921-1922 Toledo
- 1922-1923 Ciminari
- 1923-1924 Alfonso Guasco
- 1924-1925 Willy Kargus
- 1925 Giovanni Belloni
- 1927-1928 Venturini
- 1928 Barone
- 1928-1929 Finizio
- 1929 Apicella
- 1929-1931 Geza Kertesz
- 1931-1932 Luigi Leone
- 1932 Adolf Mora Murer
- 1932-1933 Ivo Fiorentini
- 1933-1934 Walter Colombati
- 1934-1935 Imre Schoffer
- 1935 Attilio Buratti
- 1935-1936 Armand Halmos
- 1936-1938 Ferenc Hirzer
- 1938-1939 Franz Hänsel
- 1939 Attila Sallustro
- 1939-1940 Béla Károly
- 1940-1941 Ferenc Hirzer
- 1941 Geza Kertesz
- 1941 Antonio Valese
- 1941-1943 Gipo Viani
- 1944 Carmine Milite
- 1944-1945 Antonio Valese
- 1945 Vittorio Mosele
- 1945 Ferenc Hirzer
- 1945-1948 Gipo Viani
- 1948-1950 Pietro Piselli
- 1950 Arnaldo Sentimenti
- 1950-1951 Walter Crociani
- 1951-1952 Rodolphe Hiden
- 1952-1953 Carlo Ceresoli
- 1953-1955 Enrico Carpitelli
- 1955 Mario Saracino
- 1955 Vincenzo Varricchio
- 1955-1956 Antonio Valese
- 1956 Mario Saracino
- 1956-1957 Paolo Todeschini
- 1957 Enrico Carpitelli
- 1957-1958 Giovanni Varglien
- 1958-1959 Nicolò Nicolosi
- 1959 Vittorio Mosele
- 1959 István Mike Mayer
- 1959-1960 Pietro Piselli
- 1960-1961 Ettore Puricelli
- 1961-1962 Silvio Di Gennaro
- 1962 Gyula Zsengellér
- 1962-1963 Piero Pasinati
- 1963-1964 Ulisse Giunchi
- 1964 Rodolphe Hiden
- 1964-1965 Riccardo Carapellese
- 1965 Rodolphe Hiden
- 1965-1966 Tom Rosati
- 1967 Oscar Montez
- 1967-1969 Rinaldo Settembrino
- 1969 Pietro Magni
- 1969-1970 Sergio Piacentini
- 1970 Edi Gratton
- 1970-1971 Tom Rosati
- 1971-1972 Giancarlo Vitali
- 1972-1973 Nicola Chiricallo
- 1973-1974 Franco Viviani
- 1974-1975 Ettore Recagni
- 1975 Giacomo Losi
- 1975 Rinaldo Settembrino
- 1975-1976 Massimo Giacomini
- 1976 Ottavio Bugatti
- 1976-1977 Carlo Regalia
- 1977 Lucio Mujesan
- 1977 Carlo Facchin
- 1977-1978 Enea Masiero
- 1978 Lucio Mujesan
- 1978-1979 Tom Rosati
- 1979-1980 Franco Viviani
- 1980 Antonio Giammarinaro
- 1980 Luigi Gigante
- 1980-1981 Lamberto Leonardi
- 1981-1982 Antonio Giammarinaro
- 1982 Romano Mattè
- 1982-1983 Francisco Lojacono
- 1983 Marino Perani
- 1983-1984 Mario Facco
- 1984-1986 Gian Piero Ghio
- 1986 Giorgio Sereni
- 1986-1987 Carmelo Russo
- 1987-1988 Claudio Tobia
- 1988 Roberto Clagluna
- 1988 Carlo Soldo
- 1988-1989 Giancarlo Pasinato
- 1989 Lamberto Leonardi
- 1989-1991 Giancarlo Ansaloni
- 1991-1992 Gianni Simonelli
- 1992 Tarcisio Burgnich
- 1992-1993 Giuliano Sonzogni
- 1993-1995 Delio Rossi
- 1995-1997 Franco Colomba
- 1997 Franco Varrella
- 1997-1999 Delio Rossi
- 1999 Francesco Oddo
- 1999 Adriano Cadregari
- 1999-2000 Luigi Cagni
- 2000 Adriano Cadregari
- 2000 Luigi Cagni
- 2000-2001 Francesco Oddo
- 2001 Nedo Sonetti
- 2001 Francesco Oddo
- 2001-2003 Zdeněk Zeman
- 2003 Franco Varrella
- 2003-2004 Stefano Pioli
- 2004-2005 Aldo Ammazzalorso
- 2005 Angelo Gregucci
- 2005-2006 Maurizio Costantini
- 2006 Stefano Cuoghi
- 2006-2007 Raffaele Novelli
- 2007 Gianfranco Bellotto
- 2007-2008 Andrea Agostinelli
- 2008 Fabio Brini
- 2008 Fabrizio Castori
- 2008-2009 Bortolo Mutti
- 2009 Fabio Brini
- 2009 Marco Cari
- 2009-2010 Gianluca Grassadonia
- 2010 Ersilio Cerone
- 2010-2011 Roberto Breda
- 2011-2012 Carlo Perrone
- 2012 Giuseppe Galderisi
- 2012-2013 Carlo Perrone
Presidenti
- 1919-1920 Adalgiso Onesti
- 1920-1921 Renato De Crescenzo
- 1921-1922 Settimio Mobilio
- 1922 Raffaele Schiavone
- 1922-1923 Settimio Mobilio
- 1923-1924 Adalgiso Onesti
- 1924-1925 Settimio Mobilio
- 1925 Carmine Caiafa
- 1927-1928 Antonio Conforti
- 1928 Vittorio La Rocca
- 1928-1929 Pasquale Pinto
- 1929-1930 Luigi Conforti
- 1930 Enrico Chiari
- 1930-1931 Giovanni Negri
- 1931-1933 Enrico Chiari
- 1933-1934 Riccardo Gambrosie
- 1934-1936 Enrico Chiari
- 1936-1937 Savino Mioni
- 1937-1940 Giuseppe Carpinelli
- 1940 Eugenio Saligeri - Zucchi
- 1940-1943 Matteo Scaramella
- 1944-1945 Felice Del Galdo
- 1945-1948 Domenico Mattioli
- 1948-1954 Marcantonio Ferro
- 1954-1955 Roberto Spirito
- 1955-1956 Michele Scaramella
- 1956-1957 Carmine De Martino
- 1957-1958 Giuseppe Tortorella
- 1958-1960 Matteo Guariglia
- 1960 Leopoldo Fulgione
- 1960-1963 Pasquale Gagliardi
- 1963-1964 Antonio D'Amico
- 1964 Michele Scozia
- 1964-1965 Michele Scozia
- 1965-1967 Michele Gagliardi
- 1967-1972 Giuseppe Tedesco
- 1972-1973 Americo Vessa
- 1973 Alfredo Caiafa
- 1973-1974 Americo Vessa
- 1974 Giovanni Benvenuto
- 1974 Cesare Trucillo
- 1974-1975 Americo Vessa
- 1975-1977 Pietro Esposito
- 1977 Aldo Matera
- 1977-1978 Enzo Paolillo
- 1978 Giovanni Benvenuto
- 1978-1979 Enzo Paolillo
- 1979 Vincenzo Grieco
- 1979-1980 Antonio Ventura
- 1980 Federico De Piano
- 1980 Vincenzo Grieco
- 1980-1982 Filippo Troisi
- 1983 Antonio Scermino
- 1983-1985 Arcangelo Japicca
- 1985-1987 Augusto Strianese
- 1987-1991 Giuseppe Soglia
- 1991-1994 Franco Del Mese
- 1994-2005 Aniello Aliberti
- 2005-2010 Antonio Lombardi
- 2010-2011 carica vacante[77]
- 2011-att. carica vacante
Giocatori
Capitani della Salernitana
Lista dei capitani della Salernitana dal 1989 ad oggi[78]
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Agostino Di Bartolomei e Marco Pecoraro Scanio |
Maglie ritirate
Nella stagione calcistica di Serie B 2004-2005 la Salernitana dell'allora presidente Aniello Aliberti, subito dopo aver battuto per 6-1 il Cesena in campionato, decise di ritirare la maglia numero 4 in onore dell'allora capitano nonché "bandiera" Roberto Breda che si avviava a terminare la sua carriera da calciatore.[82] Nella stagione seguente però la società della Salernitana fallì, e la maglia numero 4 venne ripristinata dalla Salernitana Calcio 1919 di Lombardi che la consegnò a Georgios Kyriazis nel suo primo anno di Serie B.[82]
La Salernitana e le Nazionali di calcio
Nazionale italiana Under 21
L'elenco che segue indica tutti i giocatori che contano almeno una presenza nella Nazionale Italiana Under 21 quando sono appartenuti alla Salernitana. La Nazionale Under 21 è il massimo livello mai raggiunto da un calciatore italiano della squadra campana, sebbene alcuni (come Gennaro Gattuso, Walter Zenga, Mark Iuliano, Alberto Piccinini, Nino Moltrasio, ecc.) possano vantare numerose presenze nella Nazionale maggiore quando hanno fatto parte di altri club.[83] Accanto ai nomi, tra parentesi è indicato il numero di presenze effettuato con la maglia azzurra.
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Altre nazionali
L'elenco che segue indica tutti i giocatori stranieri che contano almeno una presenza nelle proprie rispettive nazionali quando sono appartenuti alla Salernitana. Alcuni calciatori che hanno vestito la maglia granata (come Drazen Bolic e Aleksandar Kristic per la Serbia, Ruslan Nigmatullin per la Russia, Vaclav Kolousek per la Repubblica Ceca, ecc.) possono vantare numerose presenze in nazionale quando hanno fatto parte di altri club.
Palmarès
Competizioni nazionali
Campionati vinti dalla Salernitana:[89]
Competizioni minori
Competizioni amichevoli
- Coppa Amicizia: 1 (1979-80)[91]
- Trofeo Fortunato: 1 (1995-96)[92]
- Trofeo Parmacotto: 1 (1991-92)[93]
Competizioni giovanili
- Campionato Nazionale Dante Berretti (Serie C): 1 (1968-1969)
- Campionato Allievi Regionali Sperimentali: 1 (2008-2009)
Detentori dei trofei della Salernitana
I trofei conquistati dalla Salernitana dal 1927 al 2005 vennero vinti all'asta fallimentare della Salernitana Sport da Vincenzo Aliberti, nipote dell'ex presidente Aniello, ed attualmente ne è il detentore, ad eccezione del Trofeo Dante Berretti del 1969, che venne regalato nel 2012 da Aniello Aliberti alla famiglia dell'avv. Peppino Tedesco, allora presidente della società la cui formazione giovanile, Juniores, lo vinse.[94]
Statistiche e record
Partecipazione ai campionati
Livello | Categoria | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione |
1º | Prima Categoria | 2 | 1920-1921 | 1921-1922 |
Prima Divisione | 2 | 1923-1924 | 1924-1925 | |
Divisione Nazionale | 1 | 1945-1946 | 1945-1946 | |
Serie A | 2 | 1947-1948 | 1998-1999 | |
2º | Promozione | 1 | 1919-1920 | 1919-1920 |
Serie B | 23 | 1938-1939 | 2009-2010 | |
3º | Seconda Divisione | 1 | 1927-1928 | 1927-1928 |
Prima Divisione | 6 | 1929-1930 | 1934-1935 | |
Serie C | 28 | 1935-1936 | 1977-1978 | |
Serie C1 | 18 | 1978-1979 | 2007-2008 | |
Lega Pro Prima Divisione | 1 | 2010-2011 | 2010-2011 | |
5º | Serie D | 1 | 2011-2012 | 2011-2012 |
Statistiche di squadra
Nella classifica perpetua della Serie A, che tiene conto di tutte le 64 squadre di calcio che hanno militato almeno una volta nella massima serie nazionale, la Salernitana si colloca al 56º posto con 104 punti.[95] Nella classifica perpetua della serie B invece, su 115 squadre[96] che hanno militato nel torneo cadetto nazionale a girone unico, la Salernitana si piazza al 34º posto con 119 punti.[97]
Serie A
Serie B
Serie C / Serie C1 / Lega Pro Prima Divisione
Serie D
Coppa Italia Coppa Italia Lega Pro
Supercoppa di Serie C1
Coppa Italia Serie D
Vittoria più larga: Salernitana - Gladiator 9-0 (in Prima Divisione 1932-1933) Sconfitta più larga: Forlì - Salernitana 8-0 (in Prima Divisione 1931-1932) |
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Vittorie con le "grandi" della Serie A
Le vittorie della Salernitana con le grandi[98] della Serie A nel campionato 1947-1948[99]:
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Statistiche individuali
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Record di presenze[101]
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Tifoseria
La Salernitana vanta una delle tifoserie più calorose nell'Italia meridionale: ad esempio, secondo i dati relativi al campionato di Serie B 2008-2009 i granata hanno avuto una media di 11.441 sostenitori a partita, che è risultata seconda soltanto a quella del Bari in quell'anno vincitore del torneo e promosso in A (15.345),[109] e superiore a quella del Siena (11.026),[110] che in quella stagione (e in molte altre precedenti) ha militato in massima serie. Nonostante il deludente campionato della stagione successiva (2009-2010) in cui la squadra si è classificata ultima con 23 punti di distacco dalla penultima, la tifoseria granata ha fatto registrare in quell'anno una media di 6.199 spettatori a partita, classificandosi all'ottavo posto tra tutte le tifoserie della Serie B.[111] La tifoseria della Salernitana, in occasione della finale playoff giocata all'Arechi contro il Verona, grazie alla sua presenza massiccia, ha contribuito a battere il record di maggior numero di spettatori in una partita di Lega Pro Prima Divisione 2010-2011 (25.073 spett.).[112] Interessanti appaiono anche i dati relativi alla prima gara disputata nel 2011-2012 come Salerno Calcio[113] contro l'Internapoli in occasione della prima partita ufficiale della neonata società, valevole per il primo turno di Coppa Italia Serie D: si registrarono circa 4000 spettatori, un numero elevatissimo, raramente raggiunto in altre occasioni tra squadre dilettantistiche, e non raggiunto nemmeno in alcune gare di Coppa Italia della Lega Serie A.[114] Nello stesso anno la media spettatori del Salerno si è assestata sulle 3928 unità,[115] una media considerevole per la storia della categoria disputata, considerando anche che in Serie B, con tali numeri, il Salerno sarebbe posto, dodicesimo, a metà classifica, davanti al Varese (3.640 spett.) e dietro al Brescia (4.406).[116]
Negli anni novanta e nei primi anni duemila, inoltre, quella granata fu una delle tifoserie più stimate in Italia.[117]
Rapporti con le altre tifoserie
Buoni rapporti
Qui di seguito sono elencati tutti i buoni rapporti che la tifoseria della Salernitana intrattiene con le altre tifoserie.[118]
La tifoseria della Salernitana, durante gli anni ottanta, ha potuto siglare un rapporto di gemellaggio con le tifoserie di Bari e Reggina, e nel 1997 un rapporto di forte amicizia con la tifoseria del Brescia.
Il gemellaggio con i tifosi del Bari nasce nella stagione 1983-84, quando il match giocato allo Stadio della Vittoria di Bari terminò 1-1 e molti sostenitori della Salernitana si ritrovarono fianco a fianco a quelli baresi nel settore Curva Nord, cuore del tifo biancorosso. Il gemellaggio con i tifosi della Reggina nasce nella stagione 1986-87 dopo che nei precedenti confronti si erano registrati scontri molto duri tra le diverse fazioni. Con i sostenitori di Brescia, Arezzo, Ravenna e Spezia (con questi ultimi anche grazie al gemellaggio reciproco col Bari) esistono recenti rapporti di forte amicizia, sorti negli anni novanta e duemila, mentre in anni più remoti nacquero buoni rapporti anche con le pugliesi Barletta, Andria, Monopoli, e le campane Turris e Nola.[119] C'è invece un accordo reciproco di rispetto e "non belligeranza" tra salernitani e milanisti, blucerchiati e torinisti.[118][120][121]
Cattivi rapporti
Qui di seguito sono elencati i cattivi rapporti che la tifoseria della Salernitana intrattiene con le altre tifoserie.[118]
I sostenitori della Salernitana hanno cattivi rapporti con diverse altre tifoserie. I tifosi con cui i granata vanno meno d'accordo sono senza dubbio quelli di Cavese, Nocerina, Napoli e Avellino (squadre con cui la Salernitana disputa da decenni i più sentiti derby regionali) unitamente a quelli del Hellas Verona, del Taranto, del Foggia, del Messina, del Cosenza e del Perugia (con questi ultimi c'era in passato un gemellaggio poi bruscamente interrotto). Con queste tifoserie molti sostenitori della Salernitana si sono scontrati violentemente in diverse occasioni, a livello sia verbale che fisico.[120]
Tra le rivalità minori, quella più significativa, visto il palese stretto legame tra le due squadre, riguarda l'inimicizia con la tifoseria della Lazio sorta a causa di scontri tra esponenti delle opposte fazioni, verificatisi a Salerno fuori dallo stadio qualche minuto prima dell'inizio della gara amichevole dell'8 agosto 2012.[122]
Il gemellaggio con il Perugia Calcio si interruppe alla fine del campionato di Serie B 1995-1996 e sfociò in odio profondo, tra sfottò e scontri tra le due tifoserie: secondo i tifosi della Salernitana, infatti, è a causa delle decisioni arbitrali di quella stagione se il Perugia è potuto salire in Serie A a scapito del club campano.[120]
Il 13 settembre 2010 un rapporto di amicizia, con i tifosi paganesi, si ruppe durante l'incotro valido per la 4ª giornata di Lega Pro Prima Divisione 2010-2011 in seguito ad una lite tra le rispettive tifoserie (con un bilancio di quattro paganesi rimasti feriti).[123][124] Da allora la tifoseria granata annovera tra le sue rivali anche la tifoseria della vicina cittadina campana.
La rivalità con la tifoseria del Verona, inoltre, si riconferma in occasione del doppio confronto per la finale dei play off di Lega Pro Prima Divisione nel 2011: in tale occasione i veronesi accusarono i salernitani di essere stati eccessivamente favoriti dagli arbitri in entrambe le gare, e nonostante ad accedere alla Serie B sarà proprio la società veneta, in data 20 luglio, nel corso della presentazione della nuova squadra, il tecnico del Verona Andrea Mandorlini istiga i tifosi veronesi ad insultare quelli campani, intonando il coro "Ti amo terrone" derivante da una canzone degli Skiantos. Tale comportamento sarà fortemente criticato dalla Lega Calcio di Serie B e la procura federale della FIGC aprirà un'inchiesta contro il tecnico degli scaligeri.[125] Mandorlini sarà in seguito deferito, e sarà deferito anche l'Hellas Verona per responsabilità oggettiva.[126]
I derby più sentiti
La Salernitana nel corso della sua storia si è confrontata più volte con le squadre della sua stessa regione, ma i derby più "sentiti" dalla tifoseria granata sono sicuramente quelli con la Cavese (la cui rivalità ha origine sin dalla nascita di entrambi i club), quelli con il Napoli, e con l'Avellino (la cui rivalità ha origine negli anni cinquanta tra i campionati di serie C1 e in seguito di B). Anche con la Nocerina, squadra che ha sede a pochi chilometri dal capoluogo Salerno, c'è stata in passato una forte rivalità,[127] fino agli anni 1980 in cui le due squadre si sono affrontate per l'ultima volta nella loro storia fino ad oggi.[128]
Il derby con la Paganese (club di Pagani, in provincia di Salerno) era molto sentito da entrambe le parti, ma in modo positivo, perché tra le tifoserie dei granata e degli azzurro stellati esisteva un rapporto di forte amicizia (quasi un gemellaggio). Il rapporto di amicizia tra le due tifoserie venne bruscamente interrotto il 13 settembre 2010 allo Stadio Arechi di Salerno durante una gara di Lega Pro Prima Divisione (vinta 2-0 dai granata), in seguito ad una banale lite tra i sostenitori delle rispettive squadre.[124]
Organico
Rosa
Aggiornata al 1 settembre 2012[129][130][131]
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Staff tecnico
Aggiornato al 20 settembre 2012[132]
- Massimo Mariotto - Direttore sportivo
- Carlo Perrone - Allenatore
- Tommaso Grilli - Allenatore in seconda
- Sandro Fantoni - Preparatore atletico
- Luigi Genovese - Preparatore portieri
- Gerardo Salvucci - Magazziniere
- Italo Leo - Medico sociale
- Giuseppe Magliano - Fisioterapista
- Michele Santangelo - Fisioterapista
Note
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- ^ Si veda il video dal titolo: Speciale Telecolore - 90 anni di Salernitana con Giovanni Vitale all'indirizzo: http://www.youtube.com/watch?v=tHL6z9Hu4E4 a partire dal minuto 6.45
- ^ La società di Lombardi adottò tuttavia la nomenclatura di "Salernitana 1919" ed il colore granata sulle maglie di gioco, e per tale motivo in seguito ad una denuncia esposta dall'ex presidente Aniello Aliberti nel 2005, la Salernitana il 15 giugno 2011 viene condannata dal tribunale di Napoli a pagare circa 3,5 milioni di euro di risarcimento danni alla curatela fallimentare della Salernitana Sport per l'uso illegittimo di marchi e brevetti. Fonte: Salernitana, doppia batosta. Multa da 3,5 milioni e arrestato Casale, su corrieredelmezzogiorno.corriere.it.
- ^ Marchio, Lotito non tratterà l’acquisto con Lombardi, su salerno-calcio.it.
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- ^ Salernitana 1919 2012-2013, su tuttocalciatori.net. URL consultato il 10-09-2012.
- ^ Staff tecnico della Salernitana, su ussalernitana1919.it. URL consultato il 17-08-2012.
Bibliografia
- Alfonso Carella, Storia della Salernitana dai pionieri (1910) al mancato ritorno in A (1995), Boccia Editore, 1995.
- Giovanni Vitale, Salernitana -Storia di gol, sorrisi e affanni, International Printing Editore, 2010.
Voci correlate
Altri progetti
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Collegamenti esterni
- Sito ufficiale
- (DE, EN, IT) Unione Sportiva Salernitana 1919, su Transfermarkt.it, Transfermarkt GmbH & Co. KG.