TIGR
La TIGR (acronimo di Trst, Istra, Gorica e Reka, nomi sloveni di Trieste, Istria, Gorizia e Fiume) fu un'organizzazione antifascista[1][2][3] e nazionalista slovena che operò tra il 1927 e il 1941 per annettere l'Istria, il litorale sloveno e Fiume al Regno di Jugoslavia e contro la politica di italianizzazione dell'Istria voluta dal regime fascista. L'organizzazione ricorse ad azioni violente come attentati dinamitardi (anche in Italia e nel Terzo Reich), omicidi di membri del Partito Nazionale Fascista e di civili, assalti a pattuglie, incendi e sabotaggi[4]. Cercò anche di organizzare un'insurrezione popolare contro il regime, che non fu mai realizzata[5]. A causa di queste azioni, era considerata un'associazione terroristica dallo stato fascista[6].

In seguito al suo disfacimento, alcuni elementi che la costituivano si unirono alla resistenza jugoslava contro il nazifascismo[7].
Contesto storico
Il 13 luglio 1920 la casa di cultura slovena di Trieste, punto di riferimento economico e culturale della comunità slovena locale, fu bruciata dalla camicie nere come rappresaglia per gli incidenti di Spalato. L'atto venne lodato da Mussolini, che lo definì "il capolavoro del fascismo triestino"[8].
La situazione divenne ancora più violenta dopo l'ascesa del fascismo al potere. Nel 1923 fu proibito l'uso dello sloveno e del croato in tutti i luoghi pubblici (compresi i mezzi di trasporto)[9]. Nello stesso anno, la riforma Gentile dichiarò l'italiano l'unica lingua della pubblica istruzione; entro il 1928 tutte le scuole slovene e croate (comprese quelle private) vennero chiuse. Nel 1925 l'uso dello sloveno e del croato fu proibito nei tribunali Nel 1927 ogni uso pubblico dello sloveno e del croato era stato vietato e tutti i toponimi slavi erano stati italianizzati. Fu proibito dare nomi slavi ai bambini e tutti i cognomi slavi furono italianizzati[10].
Entro il 1927 tutte le associazioni slovene e croate (non solo politiche, ma anche culturali, educative e sportive) furono smantellate come tutte le istituzioni economiche e finanziarie legate alla comunità slava. Dall'anno seguente lo stato iniziò a limitare l'uso dello sloveno e del croato anche nelle chiese, e nel 1934 l'uso delle lingue slave fu vietato nelle liturgie cattoliche (compresi canti e omelie).
Questa politica di italianizzazione fu accompagnata dalla repressione violenta da parte dello stato verso tutti gli oppositori del regime. Centinaia di sloveni e croati furono arrestati e imprigionati, e migliaia emigrarono all'estero, principalmente in Jugoslavia e in Sudamerica.
Gli inizi
Le prima attività organizzate contro il fascismo iniziarono nei territori orientali della Venezia Giulia a metà degli anni venti quando, in seguito al concordato del 1924 tra Regno d'Italia e Regno di Jugoslavia, viene data una soluzione al contenzioso sulla delimitazione confinaria tra i due Stati. Gli attivisti locali stabilirono dei contatti con l'organizzazione nazionalista jugoslava Orjuna e lanciarono i primi attacchi contro il personale militare italiano. Si trattava comunque di azioni spontanee e prive di una struttura organizzativa di supporto. L'intento di questi gruppi era di opporsi con violenza alla sistematica politica di assimilamento e snazionalizzazione delle minoranze slave della Venezia Giulia e alla persecuzione politica che ne conseguiva. I legami tra gli attivisti antifascisti sloveni e l'Orjuna si ruppero nel 1927 a causa di differenze ideologiche.
Nel settembre 1927 un gruppo di liberali nazionalisti sloveni si incontrarono sull'altopiano di Nanos, sulla valle Vipava, e fondarono un'organizzazione rivoluzionaria chiamata TIGR, acronimo dei nomi Trieste, Istria, Gorizia e Rijeka. Alcuni mesi dopo, a Trieste ebbe luogo un altro incontro, durante il quale un gruppo di militanti del TIGR fondò un'altra organizzazione, Borba ("Lotta"), che comprendeva anche attivisti croati dell'Istria. Sin dall'inizio le due organizzazioni operarono in alleanza.
I due gruppi erano costituiti in prevalenza da giovani liberali nazionalisti da Trieste, dal Carso, dalla Carniola e dal distretto di Tolmin. Tra il 1927 e il 1930 il TIGR organizzò numerosi attacchi contro esponenti e simpatizzanti (sia italiani che sloveni) del Partito Nazionale Fascista e uccise numerosi membri delle forze di repressione (carabinieri, guardie di frontiera, personale militare). Molte scuole elementari, costruite nei villaggi sloveni per italianizzare i bambini locali, furono bruciate.
Nella regione di Gorizia membri del TIGR uccisero lo studente Antonio Coghelli, che voleva abbandonare l'organizzazione, e il soldato Giuseppe Ventin, intervenuto cercando di impedire l'attentato contro Coghelli. Nel complesso i militanti goriziani del TIGR ricorsero raramente ad azioni apertamente violente e preferirono iniziative di propaganda e attività culturali, educative e politiche, come l'organizzazione di adunanze e la distribuzione di pubblicazioni in lingua slovena (tra le quali le raccolte di poesie di Ciril Drekonja). La sezione goriziana del TIGR stabilì alcuni legami con una rete clandestina di socialisti cattolici guidata da dall'avvocato Janko Kralj e dal prete Virgil Šček.
La cellula istriana del TIGR era guidata dall'attivista sloveno Vladimir Gortan che, a differenza delle altre cellule, preferì svolgere azioni dimostrative, come attacchi ai convogli della polizia. Il 24 marzo 1929, durante il plebiscito fascista, Gortan guidò l'assalto al seggio di Pisino riuscendo a impedire lo svolgimento delle attività e uccidendo il contadino Francesco Tuchtan. Fu arrestato dalle autorità italiane quattro giorni dopo, mentre tentava di fuggire in Jugoslavia, e condannato a morte. Venne fucilato il 18 ottobre 1929, mentre quattro suoi compagni di Pisino vennero condannati a 25 anni di carcere ciascuno.
Le azioni della cellula triestina furono più violente. Il 3 agosto 1928 venne assassinato a San Canziano il vigile urbano Giuseppe Cerquenik, e nel novembre successivo fu rapinato l'ufficio postale di Ranziano. Il 10 febbraio 1930 membri del TIGR fecero esplodere una bomba nella redazione del quotidiano fascista locale Il Popolo di Trieste, uccidendo il direttore Guido Neri[6]. L'attentato suscitò clamore in tutta italia e spinse le autorità fascista a un'immediata reazione. Nello stesso anno la polizia italiana scoprì alcune cellule del TIGR. Numerosi membri dell'organizzazione furono giudicati nel "primo processo di Trieste" (1-5 settembre 1930). Quattro di loro (Ferdo Bidovec, Fran Marušič, Zvonimir Miloš e Alojzij Valenčič), accusati di omicidio, furono condannati a morte e giustiziati a Basovizza. Altri dodici imputati furono condannati a pene detentive[6].
Riorganizzazione
Dopo il processo del 1930, il TIGR si riorganizzò rapidamente sotto la guida di Albert Rejec e Danilo Zelen, aumentando il numero dei membri e cambiando tattica: invece di azioni dimostrative contro figure simboliche e istituzioni della repressione fascista, si preferirono attacchi alle infrastrutture e al personale militare e di polizia di alto rango. La propaganda ideologica si rafforzò e fu organizzata anche una rete spionistica in contatto con i servizi segreti britannici e jugoslavi.
Se nei tardi anni Venti l'organizzazione aveva agito insieme a gruppi nazionalisti jugoslavi come l'Orjuna, dopo la riorganizzazione del 1930 la sua ideologia si spostò a sinistra. Si rafforzarono quindi i legami con i gruppi antifascisti italiani (tra i quali Giustizia e Libertà), e nel 1936 venne firmato a Parigi un accordo di cooperazione con il Partito Comunista d'Italia. Il TIGR cercò comunque di rimanere al di sopra delle ideologie e mantenne sempre buone relazioni con il basso clero cattolico sloveno e croato e con altre organizzazioni spontanee dell'Istria e del litorale sloveno.
Tra le azioni organizzate dal TIGR negli anni trenta, la più rischiosa fu probabilmente l'attentato a Mussolini del 1938. L'attentato, previsto durante la visita del dittatore a Caporetto, fu annullato all'ultimo minuto, probabilmente a causa delle pressioni dei servizi segreti britannici, contrari all'assassinio di Mussolini nel momento in cui egli stava svolgendo un ruolo attivo nelle negoziazioni che avrebbero portato al trattato di Monaco.
Tra gli anni 1938 e 1939 il TIGR diede vita ad un'attività di contrabbando di armi dai depositi militari jugoslavi attraverso le zone di Villa del Nevoso e di Pivka (San Pietro del Carso), con l'intento di frenare le milizie italiane in caso di aggressione alla Jugoslavia.
Dopo l'Anschluss del 1938, il TIGR estese le sue attività al vicino Terzo Reich con attentati dinamitardi a infrastrutture strategiche (ferrovie e linee elettriche). Le azioni scatenarono le reazioni della polizia fascista, che dopo un'imponente indagine scoprì gran parte delle cellule segrete tra il 1940 e il 1941.
La seconda guerra mondiale
Durante il "secondo processo di Trieste" del 1941 nove membri del TIGR vennero accusati di terrorismo e spionaggio in periodo bellico: la condanna a morte di quattro di loro (Viktor Bobek, Ivan Ivančič, Simon Kos e Ivan Vadnal) insieme al militante comunista Pinko Tomažič segnò la fine dell'organizzazione.
Dopo la capitolazione del Regno di Jugoslavia nel 1941, alcuni ex membri del TIGR si unirono ai partigiani, anche se l'organizzazione nazionalista non fu invitata a unirsi al Fronte di Liberazione del Popolo Sloveno, di ispirazione comunista. Altri militanti (tra i quali Albert Rejec, considerato la massima autorità politica e morale dell'organizzazione tra il 1931 e il 1941) scelsero autonomamente di non aderire a una lotta antifascista guidata da comunisti. Il 13 maggio 1941 sulla Mala Gora presso Ribnica un gruppo del TIGR (composto da Anton Majnik, Danilo Zelen, Ferdo Kravanja) si scontrò con una formazione militare italiana.
Dopoguerra
Dopo la proclamazione della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia nel 1945, molti ex membri del TIGR non parteciparono alla vita politica. La polizia segreta jugoslava continuò a sorvegliare alcuni ex militanti fino agli anni settanta, e le loro attività in tempo di guerra non trovarono spazio nelle ricostruzioni storiche ufficiali.
Nella seconda metà degli anni settanta cominciarono ad apparire i primi saggi storici dedicati al TIGR, ma fu sono negli anni ottanta che le azioni antifasciste del gruppo furono rivalutate, con la pubblicazione di numerosi libri in materia. Per tutti gli anni novanta la storia del gruppo ricevette notevole pubblicità e fu frequentemente citata nei discorsi pubblici.
Nel 1997, in occasione del cinquantesimo anniversario dell'annessione del litorale sloveno alla Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia]], l'allora presidente Milan Kučan ha simbolicamente insignito l'organizzazione TIGR con la più alta decorazione di stato della Slovenia.
Polemiche
Nel 1997, in occasione dell'anniversario dell'annessione del Litorale alla Slovenia, Milan Kučan, allora Presidente della Repubblica slovena, ha conferito al TIGR la più alta onorificenza dello Stato, la Medaglia d'oro per la Libertà della Repubblica. Questa riabilitazione dei membri del TIGR quali eroi della resistenza è stata molto criticata da tutte le associazioni dei partigiani delle repubbliche ex jugoslave ed a livello internazionale[senza fonte].
Note
- ^ Marco Girardo, Sopravvissuti e dimenticati: il dramma delle foibe e l'esodo dei giuliano-dalmati, Ed. Paoline, 2006.
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- ^ (SL) Borut Rutar, Iz primorske epopeje: Mirko Brovč in narodna vstaja organizacije TIGR, 1938-1941, Mohorjeva Družba, 2004)
- ^ a b c Tribunale speciale per la difesa dello Stato, Reg. Gen. n.81/1930 Sentenza n.29, su coordinamentoadriatico.it Errore nelle note: Tag
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non valido; il nome "TSdS" è stato definito più volte con contenuti diversi - ^ http://www.primorske.si/pn/article_wide.aspx?pDesc=19065,1,42
- ^ Armando Testani, I profughi istriani, dalmati e fiumani a Lucca, Instituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea della Provincia di Lucca, 2012, pp. 12-13.
- ^ Paul N. Hehn, A Low Dishonest Decade: The Great Powers, Eastern Europe, and the Economic Origins of World War II, 1930–1941, Continuum International Publishing Group, 2005, pp. 44–45.
- ^ Regio Decreto Legge del 10 gennaio 1926, n. 17: Restituzione in forma italiana dei cognomi delle famiglie della provincia di Trento.
Bibliografia
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Altri progetti
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Collegamenti esterni
- Tribunale speciale per la difesa dello Stato, Bevk -1930.pdf Reg. Gen. n.81/1930 Sentenza n.29 su coordinamentoadriatico.it
- 60mo della liberazione: la Slovenia divisa, di Franco Juri
- I Balcani / L'Italia e i Balcani / Porzus
- Fondo - Sklad Dorče Sardoč ex militante del Tigr