Dislessia
Template:Disclaimer soccorso La dislessia è una sindrome che ha la sua maggiore manifestazione nella difficoltà dei soggetti colpiti a leggere e a scrivere. Tali difficoltà non possono essere giustificate dal loro livello generale di intelligenza (sempre nella norma), di istruzione o da problemi di vista o di udito. Dato che leggere è un complesso processo mentale, la dislessia ha svariate espressioni. Questa sindrome sembra strettamente legata alla morfologia stessa del cervello. La dislessia non è una malattia o un problema mentale. La definizione più recente, approvata dall'International Dyslexia Association ([1]) è la seguente: "La dislessia è una disabilità dell'apprendimento di origine neurobiologica. Essa è caratterizzata dalla difficoltà a effettuare una lettura accurata e/o fluente e da scarse abilità nella scrittura (ortografia). Queste difficoltà derivano tipicamente da un deficit nella componente fonologica del linguaggio, che è spesso inattesa in rapporto alle altre abilità cognitive e alla garanzia di una adeguata istruzione scolastica. Conseguenze secondarie possono includere i problemi di comprensione nella lettura e una ridotta pratica nella lettura che può impedire una crescita del vocabolario e della conoscenza generale". Anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità classifica la dislessia e gli altri disturbi specifici di apprendimento come disabilità per cui non è possibile apprendere i principi di lettoscritura-matematica nei normali tempi e con i normali metodi di insegnamento.
Alcune teorie affermano che il modo di recepire la realtà del dislessico è tridimensionale. Questa caratteristica si scontra con la realtà della letto-scrittura che è invece bidimensionale: le conseguenze sono un congenito disadattamento del soggetto a tutto quello che ha a che fare con la lettura e la scrittura.
Se questo problema non viene immediatamente compreso nei primi anni di vita da chi ha la responsabilità dell’educazione del bambino dislessico le conseguenze possono risultare di una certa gravità. Se il bambino dislessico è sottoposto a un metodo d'apprendimento usuale, egli riuscirà solo con un grande dispendio di energia e concentrazione a ottenere risultati che per i suo compagni e per il suo maestro sono quasi banali. L'età migliore per intervenire è quella prescolare, periodo in cui gli interventi specifici hanno un'elevata possibilità di successo. Il problema, ad operare in età prescolare, è che spesso la lateralizzazione si definisce completamente tra i sette e gli otto anni di età circa, anche in soggetti non dislessici, se il problema viene riscontrato a quell'età le possibilità di recupero mediante lavoro logopedico sono comunque molto elevate. I problemi maggiori nascono quando i bambini dislessici non vengono compresi, essi passano per fannulloni o addirittura per stupidi. Questo li porta spesso a perdere la propria autostima, a depressione, ansia, a crisi d'identità e, purtroppo, molto spesso a rigettare in toto il mondo della scuola, rinunciando, in questo modo, a molte possibilità che la loro intelligenza non standard gli consentirebbe.
Come si manifesta la dislessia
La dislessia si può presentare in modalità molto diverse da soggetto a soggetto; di seguito le caratteristiche più comuni relative alla decodifica della singola parola o del testo scritto. Queste possono non essere tutte presenti contemporaneamente.
- Scarsa discriminazione di grafemi diversamente orientati nello spazio:
- Il soggetto mostra chiare difficoltà nel discriminare grafemi uguali o simili, ma diversamente orientati. Egli, ad esempio, confonde la “p” e la “b”; la “d” e la “q”; la “u” e la “n”; la “a” e la “e”; la "b" e la "d"... Nel nostro alfabeto sono molte le coppie di grafemi che differiscono rispetto al loro orientamento nello spazio, per cui le incertezze e le difficoltà di discriminazione possono rappresentare un vero e proprio impedimento alla lettura.
- Scarsa discriminazione di grafemi che differiscono per piccoli particolari:
- Il soggetto mostra difficoltà nel discriminare grafemi che presentano somiglianze. Egli, ad esempio può confondere la “m” con la “n”; la “c” con la “e”; la “f” con la “t”...
- Scarsa discriminazione di grafemi che corrispondono a fonemi sordi e fonemi sonori:
- Il soggetto mostra difficoltà nel discriminare grafemi relativi a fonemi con somiglianze percettivo – uditive. L’alfabeto è composto di due gruppi di fonemi: i fonemi sordi e i fonemi sonori che, tra loro risultano somiglianti, per cui, anche in questo caso l’incertezza percettiva può rappresentare un vero e proprio ostacolo alla lettura. Le coppie di fonemi simili sono le seguenti:
F V T D P B C G L R M N S Z
- Difficoltà di decodifica sequenziale:
- Leggere richiede al lettore di procedere con lo sguardo in direzione sinistra - destra e dall'alto in basso; tale processo appare complesso per tutti gli individui nelle fasi iniziali di apprendimento della lettura, ma, con l’affinarsi della tecnica e con l'uso della componente intuitiva la difficoltà diminuisce gradualmente fino a scomparire. Nel soggetto dislessico talvolta ci troviamo di fronte, invece a un vero e proprio ostacolo nella decodifica sequenziale, per cui si manifestano con elevata frequenza gli errori di seguito descritti:
- Omissione di grafemi e di sillabe:
- Il soggetto omette la lettura di parti della parola; può tralasciare la decodifica di consonanti (ad esempio può leggere “fote” anziché “fonte; oppure “capo” anziché “campo”...) oppure di vocali (può leggere, ad esmpio, “fume” anziché “fiume; “puma” anziché piuma” ...) e, spesso, anche di sillabe (può leggere “talo” anziché “tavolo”; “paro” anziché “papavero”)
- Salti di parole e salti da un rigo all’altro:
- Il soggetto dislessico presenta evidenti difficoltà a procedere sul rigo e ad andare a capo, per cui sono frequenti anche “salti” di intere parole o di intere righe di lettura.
- Inversioni di sillabe:
- Spesso la sequenza dei grafemi viene invertita provocando errori particolari di decodifica della sillaba (il soggetto può, ad esempio, leggere “li” al posto di “il”; “la” al posto di “al”, “ni” al posto di “in”...) e della parola (può leggere, ad esempio, “talovo” al posto di “tavolo”...).
- Aggiunte e ripetizioni
- La difficoltà a procedere con lo sguardo nella direzione sinistra - destra può dare origine anche ad errori di decodifica caratterizzati dall'aggiunta di un grafema o di una sillaba ( ad esempio “tavovolo” al posto di “tavolo”...).
- Prevalenza della componente intuitiva:
- Il soggetto che presenta chiare difficoltà di lettura, privilegia, indubbiamente l’uso del processo intuitivo rispetto a quello di decodifica; l’intuizione della parola scritta rappresenta un valido strumento, ma, al tempo stesso, è fonte di errori. Non di rado, infatti, il soggetto esegue la decodifica della prima parte della parola, talvolta anche solo del primo grafema o della prima sillaba e procede “inventando l’altra parte. La parola contenuta nel testo viene così ad essere spesso trasformata in un’altra di significato affine o completamente diverso.
Possibili ripercussioni sulla scrittura
- Difficoltà di copia dalla lavagna
- Difficoltà di organizzazione spaziale sul foglio
- Difficoltà grafo - motorie
- Difficoltà ortografiche
Possibili ripercussioni sull'apprendimento logico - matematico
- Difficoltà nella decodifica dei simboli numerici Confusione di simboli numerici simili Inversione di cifre
- Difficoltà di decodifica del testo del problema
- Difficoltà a gestire la sequenzialità nelle operazioni matematiche
- Difficoltà ad organizzare lo spazio grafico
- Difficoltà a memorizzare le tabelline
Possibili ripercussioni sull'autonomia personale
Come spesso accade nei soggetti con disturbo specifico di apprendimento, anche nei dislessici si possono rilevare incertezze in alcune attività legate all’autonomia personale; le difficoltà più frequenti sono le seguenti:
- Difficoltà ad orientarsi nel tempo quotidiano: essere puntuali, saper aspettare il momento giusto, sapere con precisione che momento della giornata stiamo vivendo( mattino, pomeriggio, sera…)
- Difficoltà a sapere più o meno che ore sono.
- Difficoltà ad orientarsi nelle routines quotidiane
- Difficoltà nell’esecuzione autonoma delle attività quotidiane (vestirsi, lavarsi, riordinare i propri materiali, prepararsi lo zaino…)
- Difficoltà ad orientarsi nell’orario scolastico (successione delle materie, organizzazione dei compiti…)
- Difficoltà ad orientarsi nel tempo prossimale (ieri, oggi, domani…)
- Difficoltà a leggere l’orologio
- Difficoltà a memorizzare i giorni della settimana
- Difficoltà ad orientarsi nei giorni della settimana (che giorno è oggi… che giorno era ieri… che giorno sarà domani…)
- Difficoltà a memorizzare i mesi dell’anno e ad orientarsi rispetto alle festività
Dislessia e difficoltà semplici della lettura
La dislessia si riconosce per la presenza di caratteristiche, più o meno presenti, sopra descritte, che impediscono o ostacolano fortemente il processo di decodifica.
Le difficoltà semplici di lettura si riconoscono per la presenza di uno o di alcuni degli elementi di riconoscimento sopra descritti, ma gli ostacoli alla conquista di adeguate tecniche di lettura risultano superabili attraverso l’esercizio graduato, la proposta di attività coinvolgenti e stimolanti, la sollecitazione delle curiosità del soggetto, lo sviluppo di capacità di base talvolta non adeguatamente interiorizzate all'ingresso della scuola elementare.
Le difficoltà semplici di lettura sono dovute, quasi sempre, a un ritardo maturazionale, a lievi difficoltà percettivo - motorie, a un inadeguato bagaglio di esperienze, a scarso investimento motivazionale, ma anche ad errori didattico - pedagogici che i docenti compiono sia nelle prime proposte didattiche relative all'approccio alla lingua scritta che, successivamente, negli itinerari di recupero conseguenti all'accertamento delle difficoltà stesse.
Alcune proposte per la terapia
Come già affermato, il soggetto dislessico necessita di un intervento specialistico, in quanto, difficilmente, il recupero effettuato in ambito scolastico può, da solo, rimuovere le difficoltà. Nel corso di anni si è parlato molto di dislessia e, da un punto di vista diagnostico, grazie agli studi effettuati, il nostro paese può definirsi all’avanguardia. Poco invece si descrive rispetto ai possibili percorsi terapeutici, per l’elaborazione dei quali è necessario tenere presente i risultati dell'osservazione diagnostica. Ogni percorso terapeutico deve essere personalizzato in relazione alle caratteristiche psicologiche del soggetto, agli ambiti di competenza, potenzialità e difficoltà riscontrati, ai tempi di attenzione, ai livelli motivazionali e di metacognizione individuati.
Dislessia e disagio psicologico
Purtroppo è frequente che le difficoltà specifiche di apprendimento non vengano individuate precocemente e il bambino è costretto così a vivere una serie di insuccessi a catena senza che se ne riesca a comprendere il motivo. Quasi sempre i risultati insoddisfacenti in ambito scolastico vengono attribuiti allo scarso impegno, al disinteresse verso le varie attività, alla distrazione e così questi alunni, oltre a sostenere il peso della propria incapacità, se ne sentono anche responsabili e colpevoli. L’insuccesso prolungato genera scarsa autostima; dalla mancanza di fiducia nelle proprie possibilità scaturisce un disagio psicologico che, nel tempo, può strutturarsi e dare origine ad una elevata demotivazione all'apprendimento e a manifestazioni emotivo - affettive particolari quali la forte inibizione, l’aggressività, gli atteggiamenti istrionici di disturbo alla classe e, in alcuni casi, la depressione. Il soggetto con disturbo di apprendimento vive quindi il proprio problema a tutto tondo e ne rimane imprigionato fino a che non si fa chiarezza, fino a che non viene elaborata una diagnosi accurata che permette finalmente di scoprire le carte.
Possibili atteggiamenti del bambini dislessico
Proviamo, per un attimo, a metterci nei panni di un bambino o di un ragazzo con disturbo di apprendimento e immaginiamone le esperienze e gli stati d’animo:
- egli si trova a far parte di un contesto (la scuola) nel quale vengono proposte attività per lui troppo complesse e astratte
- osserva però che la maggior parte dei compagni si inserisce con serenità nelle attività proposte ed ottiene buoni risultati
- sente su di sé continue sollecitazioni da parte degli adulti (“stai più attento!”;” Impegnati di più!”; “hai bisogno di esercitarti molto”…)
- spesso non trova soddisfazione neanche nelle attività extrascolastiche, poiché le lacune percettivo motorie possono non farlo “brillare” nello sport e non renderlo pienamente autonomo nella quotidianità
- si percepisce come incapace e incompetente rispetto ai coetanei
- inizia a maturare un forte senso di colpa; si sente responsabile delle proprie difficoltà
- ritiene che nessuno sia soddisfatto di lui: né gli insegnanti né i genitori
- ritiene di non essere all’altezza dei compagni e che questi non lo considerino membro del loro gruppo a meno che non vengano messi in atto comportamenti particolari (ad esempio quello di fare il buffone di classe)
- per non percepire il proprio disagio mette in atto meccanismi di difesa che non fanno che aumentare il senso di colpa, come il forte disimpegno (“Non leggo perché non ne ho voglia!” ; “Non eseguo il compito perché non mi interessa”…) o l’attacco (aggressività)
- talvolta il disagio è così elevato da annientare il soggetto ponendolo in una condizione emotiva di forte inibizione e chiusura.
Possibili atteggiamenti dei familiari del bambini dislessico
In famiglia non si respira certo un’aria migliore. Per la maggior parte dei genitori la scuola è importante, è al primo posto nella vita dei bambini e dei ragazzi, tutto il resto viene dopo e, se la scuola va a rotoli… Non di rado si sente dire ai genitori rispetto alla difficoltà del figlio: “Non me lo aspettavo…mi è sempre sembrato un bambino intelligente…"
L’ingresso nella scuola elementare ha, in questi casi, fatto emergere un problema; il bambino non apprende come gli altri, gli altri sanno già leggere e scrivere, lui invece… Inizia così la storia del bambino – scolaro, una storia che, in certi casi, ha risvolti davvero drammatici, non si riesce a comprendere tutta quella serie di “perché” che permetterebbero di intraprendere percorsi adeguati ed efficaci e si cercano soluzioni spesso dannose, anche se decise in buona fede. Ecco allora che si sottopongono i figli ad estenuanti esercizi di recupero pomeridiano, si elargiscono punizioni (niente più sport, niente più Playstation…) e, talvolta si arriva anche a far cambiare scuola al figlio (“quelle insegnanti non hanno capito nulla, meglio cambiare aria”).
Nonostante si parli molto di questi problemi, purtroppo c’è ancora scarsa conoscenza e non sempre la diagnosi giunge in tempi accettabili, cosicché sia il bambino che la famiglia tutta vivono esperienze frustranti, generatrici di ansia e di un clima affettivo non certamente favorevole.
Sindromi collegate
Insieme alla dislessia possono presentarsi tutta una serie di problematiche più o meno collegate:
- Disgrafia, ovvero l'incapacità di scrivere in modo corretto rispettando le regole di conversione tra linguaggio orale e linguaggio scritto
- Disortografia ovvero la difficoltà di rispettare le regole di trasformazione del linguaggio parlato in linguaggio scritto
- Discalculia, ovvero la difficoltà di svolgere calcoli aritmetici
Peculiarità dei dislessici
La loro predisposizione a concepire la realtà in modo tridimensionale ne fa spesso degli ottimi pittori e scultori. Il loro modo di pensare li facilita spesso nella comprensione di realtà complesse o realtà che devono essere simultaneamente viste da vari punti di vista. Le loro difficoltà con la scrittura e la lettura ne fanno spesso degli eccellenti oratori.
Recenti ricerche
Secondo quanto riportato dal notiziario on line de Le Scienze, ricercatori della Scuola di Medicina dell'Università di Yale, hanno identificato un gene nel cromosoma umano 6, chiamato DCDC2, le cui alterazioni sarebbero associate alla dislessia. Secondo questi studiosi una mutazione genetica di DCDC2 condurrebbe a un difetto nella formazione dei circuiti cerebrali preposti alla lettura. L’alterazione genetica sarebbe ereditaria. Il principale autore della ricerca, Jeffrey R.Gruen, ritiene che questi risultati, se confermati, potrebbero portare ad una migliore diagnostica per identificare la dislessia e potrebbero portare ad una migliore comprensione del funzionamento a livello molecolare della lettura. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences. La ricerca si basa su un campionamento statistico effettuato su 153 famiglie dislessiche. Le prove statistiche dimostrerebbero che circa il 20% dei casi di dislessia è dovuto all'alterazione nel gene DCDC2. L'alterazione genetica su questo cromosoma corrisponde alla cancellazione di una regione regolatrice. Lo stesso gene è responsabile, nei centri della lettura del cervello, della modulazione della migrazione di neuroni. Questa architettura cerebrale è necessaria per leggere normalmente.
Il mondo della scuola
Purtroppo i bambini dislessici ancora faticano ad essere compresi ed accettati a scuola. Recentemente la circolare Prot. n 4099/A/4 emanata dal MIUR il 05.10.2004 ha raccomandato agli insegnanti di utilizzare strumenti compensativi e dispensativi che agevolano l'apprendimento di bambini e ragazzi dislessici e di applicare con loro una valutazione specifica in tutte le fasi del percorso scolastico, compresi i momenti di valutazione finale. Si specifica, altresì, che per adottare tali misure possa essere sufficiente la diagnosi specialistica di disturbo specifico di apprendimento (o dislessia). Per bambini e ragazzi dislessici non si ritiene opportuno l'appoggio di un insegnante di sostegno.
L'Italia è fanalino di coda dei paesi occidentali nel riconoscimento e nel trattamento dei Disturbi Specifici di Apprendimento.
Bibliografia
- Monica Pratelli, Difficoltà di apprendimento e dislessia, Edizioni Junior, Azzano San Paolo, Bergamo
Dislessici famosi
- Carlo XVI Gustavo di Svezia attuale Re di Svezia
- Carlomagno
- Cher (Cantante)
- Muhammad Ali (alias Cassius Clay) (pugile)
- Anne Bancroft (attrice)
- Harry Bellafonte ( cantante http://en.wikipedia.org/wiki/Harry_Belafonte )
- Napoleone Bonaparte (Generale)
- Richard Branson (Virgin Group)
- George Burns (attore)
- William Butler Yeats (Poeta)
- Stephen J. Cannel (scrittore)
- Hans Christian Andersen (Scrittore)
- Winston Churchill (Primo ministro inglese)
- Tom Cruise (Attore)
- Leonardo da Vinci (probabilmente)
- Albert Einstein (Scienziato)
- Walter Elias Disney (Walt Disney Fondatore della The Walt Disney Company)
- Henry Ford (Imprenditore)
- Galileo Galilei
- Noel Gallagher
- Danny Glover (attore)
- Whoopi Goldberg
- Alexander Graham Bell (Fisico)
- Anthony Hopkins
- Bruce Jenner (campione olimpico decatlon a Montreal)
- Ingvar Kamprad (IKEA)
- John F. Kennedy
- Keira Knightley
- William Lear (inventore)
- Jay Leno (conduttore televisivo)
- Greg Louganis (è considerato il più grande tuffatore di tutti i tempi)
- Alyssa Milano (attrice)
- Nicholas Negroponte (guru dell'informatica)
- Isaac Newton (Fisico)
- George Patton (Generale)
- Nelson Rockfeller (Imprenditore)
- Lee Ryan (cantante)
- Charles Schwab
- Ashley Scott
- Gwen Stefani (Cantante)
- Jackie Stewart (pilota di Formula1)
- Quentin Tarantino (Regista)
- Ted Turner (AOL Time Warner)
- George Washington (Primo presidente degli Stati Uniti)
- Woodrow Wilson (Presidente degli Stati Uniti)
- Henry Winkler (attore)
- W.B. Yeats (Poeta, premio Nobel per la letteratura nel 1923)