Gran Premio d'Italia 1979

corsa automobilistica

Il Gran Premio d'Italia 1979 è stata la tredicesima prova della stagione 1979 del Campionato mondiale di Formula 1. Si è corsa domenica 9 settembre 1979 sul Circuito di Monza. La gara è stata vinta dal sudafricano Jody Scheckter su Ferrari; per il vincitore si trattò del decimo, e ultimo, successo nel mondiale. Ha preceduto sul traguardo il canadese Gilles Villeneuve anch'egli su Ferrari e lo svizzero Clay Regazzoni su Williams-Ford Cosworth.

Italia (bandiera) Gran Premio d'Italia 1979
326º GP del Mondiale di Formula 1
Gara 13 di 15 del Campionato 1979
Data 9 settembre 1979
Nome ufficiale L Gran Premio d'Italia
Luogo Monza
Percorso 5.800 km
Distanza 50 giri, 290,000 km
Clima Soleggiato
Risultati
Pole position Giro più veloce
Francia (bandiera) Jean-Pierre Jabouille Svizzera (bandiera) Clay Regazzoni
Renault in 1'34"580 Williams-Ford Cosworth in 1'35"600
(nel giro 46)
Podio
1. Sudafrica (bandiera) Jody Scheckter
Ferrari
2. Canada (bandiera) Gilles Villeneuve
Ferrari
3. Svizzera (bandiera) Clay Regazzoni
Williams-Ford Cosworth

In forza di questi risultati Jody Scheckter si laureeò per la prima, e unica, volta campione del mondo piloti e la Scuderia Ferrari si aggiudicò per la la sesta volta la Coppa Costruttori.

Vigilia

Controversie

 
Vittorio Brambilla tornò a Monza dopo l'incidente alla partenza dell'edizione 1978, al volante dell'Alfa Romeo.

Il 26 ottobre 1978 l'Automobile Club di Bologna annunciò l'accordo con Bernie Ecclestone, capo della FOCA, per la tenuta di un gran premio sul Circuito di Imola, per tre stagioni. L'annuncio venne criticato dall'ACI, che si considerava l'unico soggetto intitolato per chiudere un tale accordo, così come dalla Commissione Sportiva Internazionale, unico ente predisposto per l'omologazione dei circuiti.[1] Ecclestone giustificò la scelta, che avrebbe eliminato il Circuito di Monza dal calendario, non essendo previsti due gran premi in Italia, con la scarsa qualità delle strutture del tracciato brianzolo e dalla mancata progettazione dei lavori richiesti. L'altro circuito possibile, quello del Mugello non aveva una pista considerata larga a sufficienza.[2]

La pista di Imola, però, non era ancora un tracciato permanente e mancava di omologazione.[3] La CSI inoltre comunicò che la scelta definitiva della sede sarebbe spettata all'ACI.[4] Poco dopo l'annuncio un gruppo di cittadini imolesi propose un esposto alla Procura della Repubblica di Bologna contro la trasformazione del tracciato in un circuito permanente.[5]

Il presidente dell'ACI, Filippo Carpi de Resmini, ribadì la scelta del suo ente per far disputare il gran premio a Monza, accusando Ecclestone di voler gestire in proprio il Gran Premio d'Italia.[6] Il 2 dicembre venne inaugurato il Circuito di Imola nella sua configurazione permanente; il presidente dell'AC Bologna, Giancarlo Jovi, affermò la volontà di rispettare il contratto firmato con la FOCA e la volontà di ospitare un gran premio valido per il mondiale, anche senza l'intitolazione di Gran Premio d'Italia.[7] Venne poi ipotizzata la possibilità che in uno dei due autodromi potesse essere organizzata una gara non valida per il campionato.[8]

Il 13 aprile 1979 vi fu un accordo per tenere il Gran Premio d'Italia a Monza e svolgere una gara fuori campionato a Imola, che a sua volta, avrebbe ospitato il gran premio nazionale nel 1980.[9] L'accordo venne criticato dall'AC Firenze, che avrebbe voluto l'inserimento anche dell'Autodromo del Mugello nell'alternanza fra circuiti e dalla Commissione Sportiva Automobilistica Italiana, che si considerava l'unico ente intitolato per la scelta[10] e che appoggiò la proposta dell'AC Firenze. Questa possibile alternanza a tre circuiti venne bocciata dalla FOCA.[11]

Il 28 giugno Bernie Ecclestone visitò l'Autodromo Nazionale di Monza e dette il benestare alle modifiche proposte dagli organizzatori al fine di rendere più sicura la pista. Ciò consentì a confermare la tenuta del Gran Premio d'Italia sulla pista brianzola.[12] L'Autodromo Nazionale di Monza venne visitato a luglio dal delegato tecnico della FISA Robert Langford, che ne confermò l'omologazione per tre anni. Ciò garantiva definitivamente la tenuta del Gran Premio d'Italia sul circuito monzese.[13]

In agosto venne raggiunto l'accordo definitivo tra la FOCA e gli organizzatori di Imola per la tenuta del gran premio non valido per il campionato, da tenersi la settimana successiva a quello d'Italia.[14]

La decisione degli organizzatori di non consentire agli spettatori di erigere delle tribune provvisorie dal quale poter vedere il gran premio, provocò delle forti proteste, tanto che alcuni spettatori minacciarono di boicottare il gran premio con il lancio di bottiglie sulla pista. Vi fu anche una telefonata anonima che annunciava la presenza di un ordigno in Autodromo.[15]

Aspetti tecnici

Venne ampliata la zona dei parcheggi sul retro del paddock e vennero costruiti nuovi box. La corsia dei box stessa venne ampliata a 11 metri di larghezza, contro i 9 precedenti. Sul rettilineo di partenza, onde evitare possibili imbottigliamenti al via, come accaduto nel tragico Gran Premio d'Italia 1978, dovuti al taglio da parte dei piloti della linea bianca che delimitava il tracciato, vennero inseriti nell'asfalto dei piccoli coni di gomma. Nel regolamento della gara venne anche stabilito che chi avesse superato la linea sarebbe stato penalizzato di un minuto. Vennero poi ampliate parti della pista, come la prima chicane, e molte vie di fuga, sia alla Curva Grande che alle Lesmo. Nei punti più pericolosi vennero anche sistemate della barriere fatte con gli pneumatici, per meglio assorbire gli eventuali impatti delle vetture contro il guardrail. Vennero infine abbattute delle piante alla Ascari per garantire maggiore visibilità e la stessa banchina venne arretrata.[16]

Le modifiche al tracciato vennero giudicate positivamente dai piloti: Clay Regazzoni, nel corso di alcuni test della Goodyear effettuati a metà agosto, affermò che la pista risultava più aperta e paddock e box più adeguati. Il ticinese, come Alan Jones, sollevò perplessità solo sull'altezza dei cordoli alla Seconda di Lesmo.[17]

La Wolf utilizzò il modello WR8, mentre la Brabham presentò ancora delle vetture motorizzate dall'Alfa Romeo. Il pilota messicano Héctor Rebaque, che fino a quel momento aveva utilizzato per la sua scuderia una Lotus 79, fece esordire la vettura che portava il suo nome, la Rebaque HR100, costruita con l'appoggio della Penske. La Ferrari fornì a entrambi i piloti sia la vecchia che la nuova versione della 312 T4.[18]

Aspetti sportivi

Si rivide, dopo quattro gare d'assenza, l'Alfa Romeo, che iscrisse due vetture: il nuovo modello 179 per Bruno Giacomelli e il vecchio 177 per Vittorio Brambilla, che tornava alle gare dopo un anno dall'incidente del 1978, avvenuto proprio a Monza. All'Ensign fu il turno dello svizzero Marc Surer, all'esordio in Formula 1, ancora in lotta nel campionato di Formula 2.

I prezzi dei biglietti per assistere alla gara andavano dalle 50.000 lire per la Tribuna Centrale alle 7.000 per il prato.[19]

Qualifiche

Resoconto

 
Jacky Ickx impegnato con una Ligier.

La pole è ancora una volta conquistata da una Renault con Jean-Pierre Jabouille, secondo è René Arnoux, anch'egli su Renault, terzo Jody Scheckter a un passo dal mondiale, in seconda fila c'è pure Alan Jones, protagonista con la Williams di una seconda parte di stagione fenomenale. Terza fila per l'altra Ferrari e l'altra Williams, quelle di Villeneuve e Regazzoni.

Gara

Resoconto

Scheckter va subito al comando seguito da Arnoux, Gilles Villeneuve, Jacques Laffite (partito settimo), Jabouille, Regazzoni, Nelson Piquet (partito ottavo) e Mario Andretti (partito decimo). Alan Jones, autore di una cattiva partenza, è ventesimo. Al secondo giro esce Piquet e abbandona la gara, mentre Arnoux passa Scheckter. Il francese comanda sino al giro 14 quando il suo turbo lo abbandona.

Ora è in testa di nuovo Scheckter, davanti a Gilles Villeneuve, terzo è Laffite, quarto Jabouille, quinto Regazzoni, sesto Lauda. Al ventesimo passaggio Bruno Giacomelli passa Mario Andretti e va alla caccia di Lauda e dei primi punti Alfa. Otto giri dopo sarà costretto al ritiro da un'uscita di pista. Nel frattempo Regazzoni ha passato Jabouille.

Laffite, l'unico che potrebbe ancora portare via il titolo a un ferrarista, rompe il motore al giro 42 dando così via libera alle due Ferrari. Villeneuve, ancora potenzialmente in corsa per il titolo, non attacca Scheckter ma di fatto lo scorta fino al traguardo.

Il sudafricano vince gara e mondiale e la Scuderia Ferrari vince il mondiale costruttori. Terzo arriva Clay Regazzoni, pilota sempre amato dal pubblico monzese, quarto Niki Lauda che finalmente torna a punti dopo nove gare, quinto Andretti, sesto Jarier.

Risultati

I risultati del gran premio[20] furono i seguenti:

Pos No Pilota Costruttore Giri Tempo/Ritiro Pos. Griglia Punti
1 11   Jody Scheckter Ferrari 50 1:22:00.22 3 9
2 12   Gilles Villeneuve Ferrari 50 +0.46 5 6
3 28   Clay Regazzoni Williams-Ford 50 +4.78 6 4
4 5   Niki Lauda Brabham-Alfa Romeo 50 +54.40 9 3
5 1   Mario Andretti Lotus-Ford 50 +59.70 10 2
6 4   Jean-Pierre Jarier Tyrrell-Ford 50 +1:01.55 16 1
7 2   Carlos Reutemann Lotus-Ford 50 +1:24.14 13
8 14   Emerson Fittipaldi Fittipaldi-Ford 49 +1 Giro 20
9 27   Alan Jones Williams-Ford 49 +1 Giro 4
10 3   Didier Pironi Tyrrell-Ford 49 +1 Giro 12
11 9   Hans Joachim Stuck ATS-Ford 49 +1 Giro 15
12 36   Vittorio Brambilla Alfa Romeo 49 +1 Giro 22
13 29   Riccardo Patrese Arrows-Ford 47 +3 Giri 17
14 15   Jean-Pierre Jabouille Renault 45 Motore 1
Ret 26   Jacques Laffite Ligier-Ford 41 Motore 7
Ret 20   Keke Rosberg Wolf-Ford 41 Motore 23
Ret 25   Jacky Ickx Ligier-Ford 40 Motore 11
Ret 18   Elio de Angelis Shadow-Ford 33 Frizione 24
Ret 35   Bruno Giacomelli Alfa Romeo 28 Testacoda 18
Ret 16   René Arnoux Renault 13 Motore 2
Ret 7   John Watson McLaren-Ford 13 Incidente 19
Ret 8   Patrick Tambay McLaren-Ford 3 Motore 14
Ret 30   Jochen Mass Arrows-Ford 3 Sospensione 21
Ret 6   Nelson Piquet Brabham-Alfa Romeo 1 Incidente 8
DNQ 17   Jan Lammers Shadow-Ford
DNQ 22   Marc Surer Ensign-Ford
DNQ 24   Arturo Merzario Merzario-Ford
DNQ 31   Hector Rebaque Rebaque-Ford

Classifiche

Note

  1. ^ Questa volta Monza chiude, in Stampa Sera, 27 ottobre 1978, p. 4.
  2. ^ Carlo Ricono, "Perché ho scelto Imola", in La Stampa, 28 ottobre 1978, p. 23.
  3. ^ Bologna com'è nata l'iniziativa, in La Stampa, 28 ottobre 1978, p. 23.
  4. ^ Fra Monza e Imola decisione all'ACI, in La Stampa, 1º novembre 1978, p. 17.
  5. ^ Un esposto alla magistratura contro la Formula 1 a Imola, in La Stampa, 16 novembre 1978, p. 21.
  6. ^ Michele Fenu, "Il Gran Premio soltanto a Monza", in La Stampa, 23 novembre 1978, p. 23.
  7. ^ Cristiano Chiavegato, "Rispetteremo Ecclestone", in La Stampa, 3 dicembre 1978, p. 21.
  8. ^ Carlo Ricono, "La Formula uno a Imola o non si corre in Italia", in La Stampa, 24 dicembre 1978, p. 20.
  9. ^ Monza e Imola per il gran premio d'Italia, in La Stampa, 14 aprile 1979, p. 23.
  10. ^ Michele Fenu, G. P. d'Italia, ma infine si correrà?, in La Stampa, 28 aprile 1979, p. 19.
  11. ^ (ES) Xavier Ventura, Italia F-1: nueva mecha al polvorin, in El Mundo Deportivo, 3 maggio 1979, p. 28. URL consultato il 5 settembre 2012.
  12. ^ Okay di Ecclestone per la pista di Monza, in La Stampa, 29-6-1979, p. 17.
  13. ^ Monza o.k. per tre anni, in La Stampa, 18-7-1979, p. 15.
  14. ^ (ES) Xavier Ventura, Imola: luz "verde" para el 16 de Septiembre, in El Mundo Deportivo, 15 agosto 1979, p. 23. URL consultato il 5 settembre 2012.
  15. ^ Gian Dell'Erba, Hanno telefonato "c'è una bomba", in Stampa Sera, 7-9-1979, p. 9.
  16. ^ Ercole Colombo, Monza, ora si rischia di meno, in La Stampa, 5-9-1979, p. 17.
  17. ^ Ercole Colombo, L'Alfa comincia con una figuraccia, in La Stampa, 17-8-1979, p. 15.
  18. ^ Cristiano Chiavegato, Quattro Ferrari per vincere, in La Stampa, 6-9-1979, p. 19.
  19. ^ "Tutto Monza" per tre giorni, in Stampa Sera, 6-9-1979, p. 11.
  20. ^ Risultati del gran premio

Collegamenti esterni

Campionato mondiale di Formula 1 - Stagione 1979
                             
   

Edizione precedente:
1978
Gran Premio d'Italia Edizione successiva:
1980
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