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Russo
русский язык
Parlato inRussia e tutte le ex Repubbliche Socialiste Sovietiche, soprattutto Ucraina, Bielorussia e Kazakistan, in tutti i paesi dell’Europa orientale, in USA, Finlandia e Israele
RegioniEuropa orientale e Asia
Parlanti
Totale180 milioni (+ 120 milioni come seconda lingua)
Classifica5
Altre informazioni
ScritturaAlfabeto cirillico
TipoSVO tonica
Tassonomia
FilogenesiIndoeuropee
 Slave
  Slave orientali
   Russo
Statuto ufficiale
Ufficiale inRussia (bandiera) Russia
Bielorussia (bandiera) Bielorussia
Kazakistan (bandiera) Kazakistan
Kirghizistan (bandiera) Kirghizistan
Abcasia
Ossezia del Sud
Moldavia (bandiera) Moldavia (Gagauzia e Transnistria)
Crimea (Ucraina)
Monte Athos (Grecia)
Finlandia (bandiera) Finlandia
CSI
AIEA
ONU
Regolato daAccademia Russa delle Scienze
Codici di classificazione
ISO 639-1ru
ISO 639-2rus
ISO 639-3rus (EN)
Glottologruss1263 (EN)
Linguasphere53-AAA-ea
Estratto in lingua
Dichiarazione universale dei diritti umani, art. 1
Все люди рождаются свободными и равными в своём достоинстве и правах. Они наделены разумом и совестью и должны поступать в отношении друг друга в духе братства.
Traslitterazione
Vse ljudi roždajutsja svobodnymi i ravnymi v svoëm dostoinstve i pravah. Oni nadeleny razumom i sovest'ju i dolžny postupat' v otnošenii drug druga v duhe bratstva.

Distribuzione geografica del russo
File:The trends of the Russian language in the XX century and the first quarter of the XXI century (estimates and projections).GIF

Il russo (nome nativo русский язык, russkij jazyk [ˌruˑskʲijɪᵊˈzɨk] ascolta) è una lingua indoeuropea appartenente al ceppo slavo orientale. Si tratta della lingua madre della maggioranza della popolazione della Russia e di parte della popolazione in quasi tutti i Paesi ex-sovietici. Si stima che il russo sia parlato da 180 milioni di persone come lingua madre e da altri 120 milioni come seconda lingua: si tratta quindi di una delle lingue più parlate nel mondo.

Le lingue ad essa più affini sono la lingua ucraina e la lingua bielorussa, entrambe appartenenti al sottogruppo orientale delle lingue slave.

Caratteristiche della lingua

Come appartenente al gruppo slavo orientale, il russo possiede tutte le caratteristiche fonetiche, morfologiche e sintattiche delle lingue slave, più alcune peculiarità del gruppo orientale. Una di queste è, nelle radici antico-slave, la forzata intromissione di vocali tra due o più consonanti in modo da far comparire il meno possibile due consonanti appaiate: golova “testa” vs glava “testa” in bulgaro. Il fenomeno, denominato "pleofonia" in italiano e "полногласие" (polnoglasie) in russo, sorto nel XV secolo, ha però subìto vari ridimensionamenti nel tempo, né risulta oggigiorno infrequente riscontrare la presenza di parole russe in cui si è conservata la radice antico-slava accanto ad altre parole con radice che ha subìto pleofonia (es. volosy/vlasy, "capelli").

Fonologia

  Lo stesso argomento in dettaglio: Fonologia della lingua russa.

Vocali

Il russo, come la quasi totalità delle lingue slave, possiede uno scarno sistema di vocali (solo 6), tra cui spicca però la “ы”, trascritta foneticamente come /ɨ/, e traslitterata in italiano come y poiché non esiste nella lingua italiana e generalmente è di difficile pronuncia al di fuori del mondo slavo; si può pronunciare sistemando lingua e bocca per dire una “i”, e spostando la lingua leggermente indietro lasciandola nella parte alta della cavità orale.

Anteriori Centrali Posteriori
Alte
Medio-basse
Basse

Consonanti

Il sistema consonantico è invece molto ricco, poiché quasi ogni consonante esiste in coppia con una compagna “palatalizzata”. La palatalizzazione è un fenomeno tipico delle lingue slave, ma accade in tutte le lingue del mondo: una consonante può essere palatalizzata alzando la lingua verso il palato mentre la si pronuncia, ottenendo così la versione palatalizzata (ossia addolcita) di quella consonante. Generalmente nei gruppi germanico e neolatino non riveste un ruolo importante: si pensi che in italiano esistono solamente due consonanti palatali, trascritti nell'ortografia mediante i nessi "gn" e "gli". Invece, nel russo è un segno distintivo: brat “fratello” vs brat’ “prendere” (in traslitterazione l'apostrofo indica la palatalizzazione della consonante precedente quando questa è indicata nell'ortografia russa dal mjagkij znakь”; sono solitamente palatalizzate anche le consonanti seguite dalle vocali e, ë, i, ju, ja).

Bibiali Labio-
dentali
Dentali Alveolari Post-
alveolari
Palatali Velari
Occlusive
p  b
t  d
k  ɡ
ɡʲ
Nasali

   
n
Vibranti
   
                              r
   
Fricative
f  v
s  z
ʃ ʒ
x   
Affricate
ʦ   
                         tʲʆ
Approssimanti
   j
Approssimanti laterali
   ɫ
   
   
   

(Quasi ogni consonante possiede una controparte palatalizzata, segnata al di sotto di essa, marcata con una piccola ʲ)

Riduzione

Un fenomeno tipico che riguarda le vocali è la riduzione: quando su una vocale cade l'accento questa si pronuncia chiaramente e come l'alfabeto richiede; se sulla vocale non cade l'accento la sua pronuncia cambia. La “о” subisce una grande riduzione e la sua pronuncia finisce per assomigliare a quella della “а”: nella sillaba precedente a quella tonica la vocale “o” si pronuncerà come [ʌ], mentre la vocale “а” come [ɑ], riducendosi ulteriormente a una sorta di [ə] nelle altre sillabe atone: la parola свобода (“libertà”) viene traslitterata svobóda ma va letta [svʌ'boʌ̯da]. La “е” non accentata è molto simile ad una “и” (i) e verrà pronunciata [iᵊ]; una riduzione simile avviene anche per la “я” (ja) che si pronuncerà [iᵊ] dopo consonante e [jiᵊ] dopo vocale, “ь” e “ъ”.

Morfologia

Il russo possiede 3 generi (maschile, femminile e neutro) e 2 numeri (singolare e plurale). La differenza maggiore del russo dalle lingue germaniche e dalle lingue neolatine appare subito: il russo possiede 6 casi (падежи, padeži) (il caso è la capacità di un nome, aggettivo o pronome di modificarsi a seconda del ruolo che riveste nella frase):

Caso Nome russo Risponde a Esempio russo Esempio italiano
Nominativo Именительный падеж Chi? Che cosa? "Кто? Что?" (soggetto) Иван читает Giovanni legge
Genitivo Родительный падеж Di chi? Di che cosa? "Кого? Чего?" книга Ивана Il libro di Giovanni
Dativo Дательный падеж A chi? A che cosa? "Кому? Чему?" я дал книгу Ивану Ho dato il libro a Giovanni
Accusativo Винительный падеж Chi? Che cosa? "Кого? Что?" вижу Ивана Vedo Giovanni
Strumentale Творительный падеж Con chi? Con che cosa? "Кем? Чем?"
пишу карандашом
книга прочитана Иваном
Scrivo con la matita
Il libro è stato letto da Giovanni
Prepositivo Предложный падеж Vari complementi"О ком? О чём?" говорю об Иване Parlo (a proposito) di Giovanni

Per la maggior parte si tratta degli stessi casi dell'Indoeuropeo, con l'eccezione del Vocativo, sparito quasi del tutto, e del Prepositivo, risultante dall'unione di Ablativo e Locativo. Il genere maschile si distingue fondamentalmente per la presenza di consonante finale dura al nominativo singolare, mentre solitamente i sostantivi femminili terminano in -a/я e i neutri in -о/е/ё (con l'eccezione di "кофе", "caffè", che invece è maschile): Nom друг - drug (“amico”; Gen друга - druga); Nom мама - mama (“mamma”; Gen мамы - mamy); Nom озеро - ozero (“lago”; Gen озёра - ozëra). Il genere dei sostantivi che terminano in -ь può essere o maschile o femminile (molto spesso non è dato stabilire a priori il genere di tali sostantivi).

Al caso accusativo nasce una differenza nei nomi maschili in consonante dura al nominativo singolare. I nomi indicanti esseri viventi animati si comportano diversamente dagli oggetti inanimati; questo accade in quasi tutte le lingue slave. I maschili senza vocale finale al nominativo singolare indicanti enti animati prendono all'accusativo la desinenza del genitivo, mentre se indicano enti inanimati rimangono invariati rispetto al nominativo. Gli altri generi possiedono desinenze proprie.

Nei nomi del secondo gruppo esiste un secondo genitivo, chiamato Partitivo e un altro tipo di prepositivo o Locativo usato con la preposizione в (v) in:

  • genitivo: сахара (sahara), dello zucchero; partitivo: сахару (saharu), dello/un po' di zucchero.
  • prepositivo: о лесе (o lese), a proposito del bosco; locativo: в лесу (v lesu), nel bosco.

Nello slavo antico e nel russo medievale, dai quali il rutale. Si tratta della lingua mhe il caso Vocativo, che, come in tutte le altre lingue in cui esso si è conservato, veniva usato per rivolgersi ad una persona richiamandone l'attenzione. Nel russo moderno, propriamente persistono due residui di questo antico caso, entrambi di natura religiosa: "Боже" (Bože < "Бог", "Dio") e "Господи" (Gospodi < "Господь", "Signore"). Alcuni linguisti hanno ripreso l'uso di questo caso per spiegare una tendenza del russo moderno di chiamare alcune persone (nomi di persona o altro) troncando la vocale finale:

  • Nominativo: мама (mama), mamma; Vocativo: мам (mam), "mamma!".

La presenza dei pronomi personali viene sempre richiesta nella lingua scritta, mentre nella parlata essi tendono ad essere omessi in presenza di verbi al presente e al futuro, che, come in italiano, presentano desinenze differenti a seconda della persona; sono invece sempre richiesti al passato, dove i verbi cambiano solo a seconda del genere del soggetto: я взял (ja vzjal) “ho preso (maschile)” - я взяла (ja vzjalá) “ho preso (femminile)”.

Un'altra peculiarità del russo (e delle lingue slave in generale) riguarda il sistema verbale: un verbo si coniuga in:

  • cinque modi, di cui due finiti (indicativo e imperativo) e tre indefiniti (infinito, participio e gerundio); esiste una forma di condizionale, che però costituisce una forma verbale perifrastica;
  • tre tempi: passato, presente e futuro;
  • due aspetti: imperfettivo e perfettivo.

L'aspetto è una proprietà verbale molto precisa. L'aspetto imperfettivo (несовершенный вид, nesoveršennyj vid) qualifica un'azione non conclusa, il perdurare dell'azione o il ripetersi dell'azione stessa; l'aspetto perfettivo (совершенный вид, soveršennyj vid) indica un'azione conclusa, terminata, non ripetuta nel tempo. Il primo possiede tutti i tempi, il secondo possiede i tempi passato e futuro. Il più delle volte uno stesso verbo possiede due forme distinte, una di aspetto imperfettivo, l'altra di aspetto perfettivo, che insieme formano una coppia aspettuale (видовая пара, vidovaja para). Le due forme si distinguono per mezzo di prefissi, infissi o cambiamenti di radice: я писал письмо (ja pisál pis’mó), “scrivevo, stavo scrivendo una lettera” - я написал письмо (ja napisál pis’mó), “ho scritto, scrissi una lettera”. Esistono poi coppie aspettuali formate da verbi derivati da radici diverse e verbi che non formano coppie aspettuali; in questo caso il verbo può essere di aspetto solo imperfettivo o solo di aspetto perfettivo. Il sistema aspettuale supplisce perfettamente alla scarsa espressività di quello temporale, che si limita ad indicare solo se l'azione è avvenuta nel passato, nel presente o nel futuro.

Declinazione singolare dei sostantivi

maschile

fabbrica allievo cavallo museo
NOM. завод ученик конь музей
GEN. завода ученика коня музея
DAT. заводу ученику коню музею
ACC. завод ученика коня музей
STR. заводом учеником конëм музеем
PRE. заводе ученике коне музее

neutro

villaggio mare edificio
NOM. село море здание
GEN. села моря здания
DAT. селу морю зданию
ACC. село море здание
STR. селом морем зданием
PRE. селе море здании

femminile

parete paesino esercito notte
NOM. стена деревня армия ночь
GEN. стены деревни армии ночи
DAT. стене деревне армии ночи
ACC. стену деревню армию ночь
STR. стеной деревней армией ночью
PRE. стене деревне армии ночи

Declinazione plurale dei sostantivi

maschile

fabbriche allievi cavalli musei
NOM. заводы ученики кони музеи
GEN. заводов учеников коней музеев
DAT. заводам ученикам коням музеям
ACC. заводы учеников коней музеи
STR. заводами учениками конями музеями
PRE. заводах учениках конях музеях

neutro

villaggio mare edificio
NOM. сёла моря здания
GEN. сёл морей зданий
DAT. сёлам морям зданиям
ACC. сёла моря здания
STR. сёлами морями зданиями
PRE. сёлах морях зданиях

femminile

parete paesino esercito notte
NOM. стены деревни армии ночи
GEN. стен деревень армий ночей
DAT. стенам деревням армиям ночам
ACC. стены деревни армии ночи
STR. стенами деревнями армиями ночами
PRE. стенах деревнях армиях ночах

Declinazione singolare degli aggettivi

genere tema duro

TONICO

tema duro

ATONO

tema dolce tema in к г х

TONICO

tema in к г х

ATONO

tema in ж ч ш щ

TONICO

tema in ж ч ш щ

ATONO

NOM.
  • maschile
  • femminile
  • neutro
  • молодой
  • молодая
  • молодое
  • красивый
  • красивая
  • красивое
  • искренний
  • искренняя
  • искреннее
  • плохой
  • плохая
  • плохое
  • тихий
  • тихая
  • тихое
  • большой
  • большая
  • большое
  • хороший
  • хорошая
  • хорошее
GEN.
  • maschile
  • femminile
  • neutro
  • молодого
  • молодой
  • молодого
  • красивого
  • красивой
  • красивого
  • искреннего
  • искренней
  • искреннего
  • плохого
  • плохой
  • плохого
  • тихого
  • тихой
  • тихого
  • большого
  • большой
  • большого
  • хорошего
  • хорошей
  • хорошего
DAT.
  • maschile
  • femminile
  • neutro
  • молодому
  • молодой
  • молодому
  • красивому
  • красивой
  • красивому
  • искреннему
  • искренней
  • искреннему
  • плохому
  • плохой
  • плохому
  • тихому
  • тихой
  • тихому
  • большому
  • большой
  • большому
  • хорошему
  • хорошей
  • хорошему
ACC.
  • maschile
  • femminile
  • neutro
  • молодой/ого
  • молодую
  • молодое
  • красивый/ого
  • красивую
  • красивое
  • искренний/его
  • искреннюю
  • искреннее
  • плохой/ого
  • плохую
  • плохое
  • тихий/ого
  • тихую
  • тихое
  • большой/ого
  • большую
  • большое
  • хороший/его
  • хорошую
  • хорошее
STR.
  • maschile
  • femminile
  • neutro
  • молодым
  • молодой
  • молодым
  • красивым
  • красивой
  • красивым
  • искренним
  • искренней
  • искренним
  • плохим
  • плохой
  • плохим
  • тихим
  • тихой
  • тихим
  • большим
  • большой
  • большим
  • хорошим
  • хорошей
  • хорошим
PRE.
  • maschile
  • femminile
  • neutro
  • молодом
  • молодой
  • молодом
  • красивом
  • красивой
  • красивом
  • искреннем
  • искренней
  • искреннем
  • плохом
  • плохой
  • плохом
  • тихом
  • тихой
  • тихом
  • большом
  • большой
  • большом
  • хорошем
  • хорошей
  • хорошем

Declinazione plurale degli aggettivi

tema duro

TONICO

tema duro

ATONO

tema dolce tema in к г х

TONICO

tema in к г х

ATONO

tema in ж ч ш щ

TONICO

tema in ж ч ш щ

ATONO

NOM. молодые красивые искренние плохие тихие большие хорошие
GEN. молодых красивых искренних плохих тихих больших хороших
DAT. молодым красивым искренним плохим тихим большим хорошим
ACC. молодые/ых красивые/ых искренние/их плохие/их тихие/их большие/их хорошие/их
STR. молодыми красивыми искренними плохими тихими большими хорошими
PRE. молодых красивых искренних плохих тихих больших хороших

Sintassi

Un'altra particolarità del russo è che l'ordine dei suoi costituenti è quasi completamente libero. Nonostante la forma a cui si attiene nella maggior parte delle frasi sia quella Soggetto-Verbo-Oggetto, spesso possono capitare frasi dove l'ordine è modificato a seconda dell'enfasi che si vuol dare alle diverse parti della frase: эту девушку увидел Антон (ètu dévušku uvídel Antón) si traduce “Questa ragazza l'ha vista Anton”. Ciò avviene perché la presenza dei casi rende quasi totalmente inutile l'ordine delle parole per stabilire la funzione della parola nella frase. Nonostante ciò il russo viene considerato una lingua SVO.

Dialetti

Nonostante il generale livellamento del XX secolo, specialmente nel vocabolario, esistono ancora in Russia svariati dialetti. Alcuni linguisti dividono i dialetti della lingua russa in due raggruppamenti principali a base regionale, i settentrionali ed i meridionali, con Mosca in mezzo alla zona di transizione tra i due gruppi. Altri dividono la lingua in tre gruppi, i dialetti settentrionali, centrali e meridionali, con Mosca nella regione centrale. Esistono poi raggruppamenti su scala più piccola.

I dialetti mostrano spesso delle caratteristiche distinte e non standardizzate di pronuncia e di intonazione, di vocabolario e di grammatica. Alcune di queste sono resti di fasi più antiche della lingua che sono cadute in disuso nella lingua standard.

Nei dialetti settentrionali e quelli parlati lungo il fiume Volga in modo tipico viene chiaramente pronunciata la o atona come /o/ (questo fenomeno si chiama okan'e оканье); ad est di Mosca, specialmente nella regione di Rjazan, la /e/ e la /a/ atone che seguono delle consonanti palatalizzate non vengono ridotte a [ɪ] (diversamente dal dialetto moscovita) e vengono pronunciate invece come /a/ in tali posizioni; molti dialetti meridionali palatalizzano la /t/ delle forme di terza persona e spirantizzano la /g/ in [h]. Ad ogni modo in alcune aree a sud di mosca, ad esempio intorno a Tula, /g/ viene pronunciata come a Mosca e nei dialetti settentrionali a meno che preceda una occlusiva sorda o il silenzio. In questa posizione /g/ viene spirantizzata e desonorizzata nella fricativa [x], ad esempio, друг [drux], amico, (nel dialetto moscovita solo Бог [box], Dio, лёгкий [lʲoxʲkʲij]), leggero e мягкий [mʲaxʲkʲij], morbido, e i loro derivati, seguono questa regola). Si noti che alcune di queste caratteristiche (ad esempio la /ɡ/ spirantizzata e la /t/ palatale finale alle terze persone) sono presenti anche nell'ucraino moderno, e ciò indica un continuum linguistico o una forte influenza dell'una sull'altra e viceversa.

La città di Velikij Novgorod (Великий Новгород) ha mostrato storicamente una caratteristica chiamata čokan'e/cokan'e (чоканье/цоканье), dove /ʨ/ e /ʦ/ venivano confuse (si pensa che ciò sia dovuto all'influenza delle lingue ugro-finniche, che non distinguono questi suoni). Così цапля ("airone") è stato trovato anche sotto forma di 'чапля'. Inoltre la seconda palatalizzazione delle velari non ha avuto luogo nel dialetto novgorodiano in modo che la ě², o jat (Ѣ) (dal dittongo protoslavo *-aj-) non forza /k, g, x/ a cambiare in /ʦ, ʣ, s/; là dove nel russo standard si trova цепь ("catena") nei testi storici novgorodiani si trova кепь.

Tra i primi che si occuparono dei dialetti russi ci fu Lomonosov nel XVIII secolo. Nel XIX secolo Vladimir Dal compilò il primo dizionario che includeva un vocabolario dialettale. Una mappatura dettagliata dei dialetti del russo ebbe inizio solo alla fine del secolo. Al giorno d'oggi il monumentale Atlante Dialettalogico Della Lingua Russa (Диалектологический атлас русского языка /dʲɪʌˈlʲektəlʌˈɡʲiʨəskʲɪj ˈatləs ˈruskəvə jɪzɨˈka/) è l'opera più completa, pubblicata in tre volumi tra il 1986-1989 dopo quarant'anni di lavoro preparatorio.

La lingua standard si basa sul dialetto di Mosca, ma non è esattamente identica ad esso.

Storia della lingua

  Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della lingua russa.

Il russo deriva dal protoslavo, lingua originaria dei popoli slavi. La fase primaria e media della lingua russa risente dell'influsso dell'Antico slavo ecclesiastico, lingua "koiné" creata dai monaci santificati Cirillo e Metodio per evangelizzare i popoli slavi. Questa lingua (chiamata anche paleoslavo, antico slavo, antico bulgaro, antico russo, antico sloveno) apparteneva al sottogruppo delle lingue slave meridionali e, ciononostante, influenzò molto la lingua russa, che ne assorbì il sistema di scrittura, l'alfabeto cirillico, derivato dall'antico alfabeto glagolitico.

Nell'antica Rus' di Kiev, e in seguito nella Moscovia, era presente una situazione di diglossia, almeno nelle classi media e alta; venivano utilizzate due lingue, l'antico russo e l'antico slavo ecclesiastico, la suddetta lingua che il principe Vladimir il Grande adottò per l'uso religioso nel momento in cui adottò ufficialmente il Cristianesimo nel 988. Anche se non è chiaro se esistesse già un sistema di scrittura, è possibile ritenere che la stragrande maggioranza, se non la totalità, della Rus' era analfabeta e perciò adottò automaticamente l'alfabeto in cui già venivano scritti i testi liturgici. Le due lingue non avevano campi di sovrapposizione, dato che l'antico slavo ecclesiastico veniva utilizzato per il campo religioso, politico e culturale, mentre l'antico russo era la lingua comune di un popolo ancora analfabeta e non veniva mai usata in forma scritta. In seguito la situazione cominciò a mutare e lo slavo ecclesiastico scritto risentì dell'influenza della lingua parlata comunemente. Tale influenza si rese evidente già nel XVI secolo nella corrispondenza epistolare di Ivan IV di Russia, in cui lo stile alto normalmente richiesto dalla lingua di scrittura si mescolava a termini della lingua popolare.

Lentamente la diglossia cedette il passo al bilinguismo. L'antico slavo, lingua di cultura, rimaneva immutata nel tempo, mentre il russo si evolveva naturalmente. In questo periodo il russo scritto, di cui si trovano pochissime opere (soprattutto poche opere, con la vistosa eccezione del Canto della schiera di Igor', Слово о пълку Игоревѣ, Slovo o pǔlku Igorevě), iniziò ad affermarsi sempre di più. Verso la metà del XVII secolo venne pubblicata la Vita dell'Arciprete Avvakum, scritta da lui stesso (Житіе протопопа Аввакума, имъ самимъ написанное, Žitie protopopa Avvakuma, im samim napisannoe), in cui l'autore raccontava la propria vita scrivendo unicamente in russo, intendendo rivolgersi alla gente comune in modo che il suo scritto risultasse una predica comprensibile a tutti.

Il russo scritto non aveva una codificazione, ovvero ogni autore scriveva come meglio riteneva, mentre lo slavo ecclesiastico si atteneva all'antica codificazione tradizionale, che non rispecchiava più ormai la pronuncia reale. Dal russo erano sparite le vocali nasali (ѧ, ѫ) e alcune lettere venivano ormai pronunciate uguali ad altre lettere (ѡ, ѵ, ѳ, ѯ, ҁ, ѣ).

La prima riforma che riguardasse la lingua russa ebbe luogo sotto il governo di Pietro il Grande, che, influenzato dalla cultura dell'Europa occidentale, si rese conto della necessità di una lingua scritta che corrispondesse alla realtà della lingua parlata, almeno dalla classe alta. Incaricò una commissione di studiare una riforma nazionale dell'alfabeto e quest'ultima varò la "scrittura civile" (гражданский шрифт, graždanskij šrift), rimuovendo quasi tutte le lettere ritenute inutili e regolarizzando l'ortografia della lingua russa. Pietro I fece aprire inoltre le prime stamperie regolari, sottraendo al clero il privilegio della stesura di libri e svincolando quindi la letteratura dall'ambito religioso; fu in questo periodo che nacque il primo quotidiano, scritto in russo, "Vedomosti" (Вѣдомости, ovvero "Notizie"). Vennero inoltre tradotti in russo molti testi stranieri. Lo slavo ecclesiastico restrinse pian piano il proprio ambito unicamente alla sfera religiosa. Inoltre nello stesso periodo si diffuse il modo di scrivere corsivo, unicamente per il russo, che contribuí notevolmente alla diffusione ed alla nobilitazione della lingua russa.

L’ultimo grande “svecchiamento” del russo moderno che lo avvicinò a quello contemporaneo avvenne dopo la Rivoluzione d'ottobre. L'ortografia venne riformata e semplificata: dapprima le parole che terminavano in consonante non palatalizzata dovevano posporre un segno preciso che lo indicasse, il твёрдый знак (tvërdyj znak) “ъ”, che perse questa funzione e rimane oggi solo all'interno di poche parole. Inoltre l'alfabeto cirillico dapprima usato possedeva per esprimere il fonema “i” anche la stessa lettera dell'alfabeto latino, che fu rimpiazzata estendendo l'uso della più moderna e più “russa” “и”; е in maniera simile si abolì la “Ѣ” (jat’), generalizzando la “е”.

Sul finire degli anni venti fu proposto l'uso dell'alfabeto latino al posto del cirillico, ma l'opposizione di Stalin bloccò il progetto[1].

La vittoria dell'Unione Sovietica nella seconda guerra mondiale, nonché il suo ruolo primario nella Guerra Fredda, fecero del russo una lingua ad alto livello internazionale.

Per via della grande influenza politica che aveva l'Unione Sovietica, il russo è una delle lingue ufficiali delle Nazioni Unite, e fino a poco tempo fa era ampiamente studiato e conosciuto in tutti i paesi dell'Europa Orientale. Le lingue dei paesi dell'Europa Orientale sottoposti al regime sovietico e sotto il Patto di Varsavia hanno subito dal dopoguerra in poi una forzata russificazione, con l'introduzione quasi forzata di termini dalla lingua russa, in forza anche del comune ceppo linguistico, specialmente per le lingue slave. Con la dissoluzione dell'Unione Sovietica, tutte le lingue orientali si sono sottoposte ad un processo di accelerata derussificazione che le portasse ad una completa autonomia dalla lingua di Mosca. Il russo ha pagato per questa politica linguistica apparendo sempre di più come una “lingua di regime”, che lo ha screditato agli occhi dei popoli dell'Europa Orientale a favore della lingua inglese e della lingua tedesca.

È una delle lingue ufficiali dell'ICAO, l'Organizzazione Internazionale per l'Aviazione Civile, e rimane la lingua principale della tecnica e delle arti in tutta l'ex Unione Sovietica.

Alfabeto cirillico russo

  Lo stesso argomento in dettaglio: Alfabeto cirillico.

Questo è l'alfabeto oggi in uso nella Federazione Russa (le altre lingue che ricorrono all'alfabeto cirillico possiedono alcuni caratteri differenti, come in serbo o in bulgaro, oppure modificati per trascrivere suoni estranei alle lingue slave, come per le lingue iraniche e turche della ex-Unione Sovietica):

carattere stampatello corsivo traslitterazione pronuncia
А а А а A a
Б б Б б B b
В в В в V v, a volte quasi f in finale di parola
Г г Г г G g di gatto;
v nelle desinenze "-его" e "-ого", nonché nel possessivo "его" (suo di lui) ed in poche parole isolate come "сегодня" ("oggi")
Д д Д д D d
Е е Е е E ie di ieri quando accentata, altrimenti i breve
Ё ё Ё ё Ё io di iota, sempre accentata
Ж ж Ж ж Ž j del francese jardin
З з З з Z s sonora di rosa o di sguardo
И и И и I i
Й й Й й J i breve, come in dai
К к К к K c dura di casa
Л л Л л L l
М м М м M m
Н н Н н N n
О о О о O o (chiusa e prolungata) quando accentata, altrimenti a breve
П п П п P p
Р р Р р R r
С с С с S s sorda di sì
Т т Т т T t
У у У у U u
Ф ф Ф ф F f
Х х Х х CH ch del tedesco Achtung, o h aspirata
Ц ц Ц ц C z sorda di pazzo
Ч ч Ч ч Č c dolce di ciao
Ш ш Ш ш Š sc di scivolo
Щ щ Щ щ ŠČ come il precedente, ma più lungo e palatalizzato
Ъ ъ Ъ ъ "segno duro" - muto, fa da pausa all'interno di una parola
Ы ы Ы ы Y "i gutturale", un suono intermedio tra i e u /ɨ/
Ь ь Ь ь "segno morbido", palatalizza la consonante che lo precede
esempi: НЬ = N' = gn in stagno; ЛЬ = L' = gl in aglio
Э э Э э Ė e aperta di bello
Ю ю Ю ю JU iu di iuta
Я я Я я JA ia di iato quando accentata, altrimenti i breve

Numeri

Numeri cardinali (caso nominativo)
  • 1 один (m), одна (f), однo (n)
  • 2 два (m, n), две (f)
  • 3 три
  • 4 четыре
  • 5 пять
  • 6 шеcть
  • 7 семь
  • 8 восемь
  • 9 девять
  • 10 десять
  • 11 одиннадцать
  • 12 двенадцать
  • 13 тринадцать
  • 14 четырнадцать
  • 15 пятнадцать
  • 16 шестнадцать
  • 17 семнадцать
  • 18 восемнадцать
  • 19 девятнадцать
  • 20 двадцать
  • 21 двадцать один
  • 22 двадцать два
  • 30 тридцать
  • 40 сорок
  • 50 пятьдесят
  • 60 шестьдесят
  • 70 семьдесят
  • 80 восемьдесят
  • 90 девяносто
  • 100 сто
  • 200 двести
  • 300 триста
  • 400 четыреста
  • 500 пятьсот
  • 600 шестьсот
  • 700 семьсот
  • 800 восемьсот
  • 900 девятьсот
  • 1 000 тысяча
  • 1 000 000 миллион
  • 1 000 000 000 миллиард

Dal 20 in poi, i numeri vengono formati semplicemente ponendo l'unità dopo la decina: ad esempio il 43, formato da 40 (сорок) e 3 (три), viene letto сорок три. Per formare i multipli di migliaia, milioni e miliardi, si fa precedere il nome dell'unità prima di тысяча, миллион o миллиард: 2761 si legge две тысячи семьсот шестьдесят один.

Quando il numerale esprime una quantità, dopo один, одна e однo (anche nei numeri più grandi di 20 che terminano con 1) si utilizza il nominativo; dopo два, две, три e четыре (anche nei numeri più grandi di 20 che terminano con 2, 3 o 4) si usa il genitivo singolare; negli altri casi si usa il genitivo plurale. Ad esempio:

  • двадцать одна книга (ventuno libri)
  • двадцать две книги (ventidue libri)
  • двадцать пять книг (venticinque libri)

Se il numerale è un complemento, viene declinato a seconda del caso grammaticale richiesto. Ad esempio:

  • с пяти до шести (dalle cinque alle sei - i numerali sono al caso genitivo)

Esempi

Preghiera "Padre Nostro"

Esistono due versioni del Padre nostro, una prettamente ortodossa in slavo ecclesiastico, ed una corrispondente al Padre nostro protestante.

Padre nostro ortodosso

Oтче наш
иже еси на небесех
да святится имя Твое
да приидет царствие Твое
да будет воля Твоя
яко на небеси и на земли
хлеб наш насущный даждь нам днесь
и остави нам долги наша
якоже и мы оставляем должником нашим
и не введи нас во искушение
но избави нас от лукаваго
Аминь

Traslitterazione latina:

Otče naš
iže esi na nebeseсh
da svjatitsja imja Tvoe
da priidet сarstvie Tvoe
da budet volja Tvoja
jako na nebesi i na zemli
khleb naš nasuščnyj dažd’ nam dnes’
i ostavi nam dolgi naša
jakože i my ostavljaem dolžnikom našim
i ne vvedi nas vo iskušenie
no izbavi nas ot lukavago
Amin’

Padre nostro protestante

Отче наш, сущий на небесах
да святится имя Твоё
да придёт царствие Твоё
да будет воля Твоя
и на земле как на небе
хлеб нас насущный дай нам на сей день
и прости нам долги наши
как и мы прощаем должникам нашим
и не введи нас в искушение
но избавь нас от лукавого
ибо Твоё царство и сила и слава во веки веков
Аминь

Traslitterazione latina:

Otče naš, suščij na nebesakh
da svjatitsja imja Tvoë
da pridët сarstvie Tvoë
da budet volja Tvoja
i na zemle kak na nebe
khleb naš nasuščnyj daj nam na sej den’
i prosti nam dolgi naši
kak i my proščaem dolžnikam našim
i ne vvedi nas v iskušenie
no izbav' nas ot lukavogo
ibo Tvoë сarstvo i sila i slava vo veki vekov
Amin’

Trascrizione fonetica IPA:

'ottʲʆɪ naʃ 'suʆʆɪj nə nʲɪbʲɪ'sax
'da svʲɪ'tʲiʦə 'imʲə tvʌ'jo
'da prʲɪj'dʲot 'ʦarstvʲɪɪ tvʌ'jo
'da 'budʲɪt 'volʲə tvʌ'ja
'i nʌ 'zʲɛmlʲɪ kak nʌ 'nʲebʲɪ
'xlʲɛp naʃ nʌ 'suʆʆnɪj daj 'nam nʌ sʲej 'dʲenʲ
i prʌ'stʲi nam 'dolgʲɪ 'naʃɨ
kak i 'mɨ prʌ'ʆʆaɪm dəlʒnʲɪ'kam 'naʃɨm
i nʲɪ vvʲɪ'dʲi nas v isku'ʃɛnʲɪɪ
no iz'bafʲ nas ʌt lu'kavəvə
'ibə tvʌ'jo 'ʦarstvə i 'sʲilə i 'slavə və vʲɪ'kʲi vʲɪ'kof

ʌ'mʲinʲ

Premi Nobel per la letteratura di lingua russa

Altri progetti

Note

Bibliografia

  • Breve prontuario della grammatica russa - I. M. Pul'kina - 1981

Collegamenti esterni

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