Alessandro Codivilla

medico e chirurgo italiano
«Ma ora, l'Ortopedia, come s'era ardito Codivilla a concepirla, diventava cosa ben più vasta e ben più profonda e più alta di quella circoscritta da Volkmann. La parte aggiunta dall'Italiano raddoppiava l'area delimitata dal Tedesco, ed era tale da fortemente accrescere, in uno con i rischi delle operazioni, anche le esigenze verso l'operatore.»

Alessandro Codivilla (Bologna, 21 marzo 1861Bologna, 28 febbraio 1912) è stato un medico e chirurgo italiano.

Alessandro Codivilla

Biografia

Alessandro Codivilla nacque a Bologna il 21 marzo 1861[2] da una modesta famiglia (il padre era un impiegato a Monte di Pietà). Alunno brillante, amante delle matematiche e delle scienze ad esse collegate, al liceo era il migliore della classe, e durante le ore di greco e di latino (verso le quali non mostrava particolare interesse):

«...leggevo il giornale. Il guadagno era doppio: primo, mi istruivo sul fatto del giorno; secondo, non sentivo il latino»

.

Al liceo imparò il francese e fu aiutato per il tedesco da Folco Camillo Carpano, gentiluomo di fine e ricca cultura, il quale spronò il giovane Codivilla ad imparare quante più lingue possibili. Si laureò in Medicina e Chirurgia nel 1886 e iniziò a lavorare come assistente universitario di Loreta prima e di Poggi poi, ma dovette ben presto rinunciare all'incarico per motivi economici e cominciò dunque a lavorare in ospedale[3].

«Aveva avuto un duro noviziato chirurgico nei piccoli ospedali di Castiglione Fiorentino, di Città di Castello e di Macerata, noviziato fatto ancor più penoso dalla morte di due pazienti avvenuta, in queste due ultime città, in seguito a narcosi cloroformica.»

Da quanto si evince dalla nota di Corrado Tumiati, le sue prime esperienze non furono semplici, ma iniziò a farsi strada a Bergamo dove, nel concorso a chirurgo primario, figurò tra i primi tre scelti dalla commissione tecnica anche se alla fine fu eletto uno degli altri due[4]. La spuntò però ad Imola, dove entrò non per concorso, ma per diretta chiamata di alcuni amministratori che aveveno notato come il centro chirurgico di Castiglione Fiorentino fosse diventato un punto di riferimento anche per pazienti provenienti da province non vicinissime come quelle di Firenze e Roma. Ad Imola rimase fino al 1898 ed ivi raggiunse la consacrazione definitiva e la sua fama cominciò a diffondersi[5] [6].

L'arrivo a Bologna

Dopo aver passato otto anni negli ospedali di provincia, durante i quali si dedicò alla chirurgia cerebrale e soprattutto alla chirurgia delle viscere (disciplina che lo affascinava molto), nel 1899 fu invitato dall'avvocato Giuseppe Bacchelli, all'epoca a capo dell'Amministrazione provinciale, ad abbandonare la chirurgia generale per dedicarsi all'ortopedia e diventare il nuovo direttore dell'Istituto Ortopedico Rizzoli[7]. Per Codivilla lasciare la chirurgia delle viscere per dedicarsi ad una disciplina a lui ancora poco conosciuta come l'ortopedia non fu facile, ma le ragioni che lo spinsero ad accettare il posto al Rizzoli erano troppe ed irrinunciabili: Bologna era la sua città natale, lì vivevano gli uomini a lui più cari ed inoltre, sempre a Bologna, aveva tenuto delle apprezzate ed applaudite lezioni di chirurgia dell'apparato uro-genitale. Ma il motivo sicuramente più importante fu la malattia del primogenito dello stesso Codivilla contratta ad Imola, il quale si illuse che il clima del San Michele potesse in qualche modo indurre il piccolo alla guarigione. Ciò non avvenne, e Codivilla si trovò dunque non solo a dover affrontare la scomparsa prematura del figlio, ma anche la guerra mossa dal medico Cesare Ghillini e consorti, che lo accusavano di scarsa preparazione nel campo dell'ortopedia[8]. L'accoglienza riservatagli a Bologna avrebbe scoraggiato chiunque non fosse stato dotato di carattere forte e deciso. D'altronde, le critiche mossegli contro non erano del tutto infondate: egli, nonostante l'ottima preparazione nel campo della medicina generale, mancava di alcune conoscenze importanti per chiunque volesse intraprendere la strada dell'ortopedia[9]. Ma, come scriveva il suo maestro Alfonso Poggi:

«Non mancava niente in lui: di intelligenza superiore, di mente acuta ed analitica e di attento giudizio, egli aveva un ottimo senso critico. Era ingegnoso nel modificare e nel pianificare la chirurgia e gli strumenti e possedeva una manualità d'esecuzione veramente eccezionale. Egli aveva una volontà di ferro ed un'invidiabile energia nel proporre e nell'agire. Egli era un uomo onesto nel suo modo di vivere e lavorare.»

I viaggi in Europa e la fama internazionale

Alessandro Codivilla, forte del suo carattere e temperamento, intraprese così diversi viaggi all'estero per aggiungere al suo bagaglio scientifico e culturale le mancanti nozioni ortopediche. Si recò quindi in Germania ed in Francia, dove erano stati fatti numerosi passi in avanti nel campo dell'ortopedia[10]. Soprattutto in Germania strinse amicizia con uomini esperti nel campo ortopedico alla pari di Volkmann come König, Bardenheuer, Albert, Mikulicz,Nicoladoni e Wolff. Quando poi nel novembre del 1901 fu costituita la D.O.G.(Deutsche Orthopädische Gesellschaft), fu data la possibilità a soli due stranieri di venir accolti nell'associazione, e Codivilla fu uno dei due[11]. La prima riunione dei soci si tenne nell'aprile del 1902, ma Codivilla, anzichè parlare di sè e dei contributi che aveva dato all'ortopedia nei primi tre anni da direttore del Rizzoli, preferì commemorare Pietro Panzeri, il precedente direttore dell'Istituto, elogiandone i meriti ed attirando a sè la gratitudine da parte dei milanesi che tanto piangevano la perdita immatura del caro Panzeri. Il San Michele in Bosco e l'Istituto Ortopedico Rizzoli non erano del tutto sconosciuti all'estero. Pietro Panzeri aveva infatti più volte invitato medici ed esperti nel campo dell'ortopedia dall'estero come l'austriaco Adolfo Lorenz e sei anni dopo l'Istituto e Codivilla furono citati in quello che viene considerato il primo trattato di chirurgia ortopedica da parte del tedesco Alberto Hoffa, il quale scriveva:

(tedesco)
«Das prächtige Rizzoli-Institut in Bologna unter Leitung von Codivilla[12]
(italiano)
«Il magnifico Istituto Rizzoli di Bologna guidato da Codivilla»

Codivilla, come membro della D.O.S., intervenne personalmente a Berlino nei Congressi del 1902, 1903 e 1904, intrattenendosi spesso in colloqui privati con i colleghi che gli stavano di più a cuore. Tutto ciò contribuì alla buona riuscita dell'iniziativa che Codivilla promosse quando il Rizzoli viaggiava in difficili condizioni economiche (egli stesso versava i proventi delle sue operazioni nelle casse dell'Istituto[13]). Egli decise di bandire un concorso per la migliore opera o invenzione anche straniera nel campo dell'ortopedia, con premio quinquennale di L. 2500 e, grazie alla fama raggiunta in ambito internazionale, i lavori presentati al concorso furono quattordici, di cui cinque di autori italiani, inglesi, francesi ed americani e ben nove tedeschi, a dimostrazione di come il nome di Codivilla e del Rizzoli fossero ormai più che conosciuti agli esperti in ambito medico ed ortopedico. Il vincitore del concorso fu il tedesco Oscar Vulpius, premiato il 3 dicembre 1905[14].

I contributi all'ortopedia e campi di maggior interesse

Codivilla si interessò in particolar modo alle paralisi causate dalle poliomieliti (egli perfezionò la tecnica del trapianto dei tendini); propose di modificare l'operazione di Foerster per la paralisi spastica, curò dislocazioni congenite dell'anca, trattò casi di piede-equino congeniti, torcicolli, scoliosi, tubercolosi osteoarticolari, pseudoartrosi congenite (con il metodo di Vanchetti) e numerose fratture, proponendo il metodo della trazione diretta sullo scheletro mediante l'utilizzo di un chiodo passato attraverso il calcagno, tecnica che <<si diceva usasse per torturare i bambini dato che le loro urla si sentivano da Piazza San Petronio[15]>>.

Morte ed eredità

Codivilla muore a Bologna il 28 febbraio 1912 all'eta di 51 anni a causa di un male che inizia a manifestarsi in modo evidente a partire dal 1907[16][17]. Codivilla aveva più a cuore le sorti del Rizzoli che la propria salute; l'idea che il Rizzoli potesse regredire lo tormentava ed aveva timore che l'ortopedia coltivata con tanta dedizione da lui potesse venir mutata in futuro ed allontanata da quelli standard che lo stesso Codivilla aveva creato[18]. Dopo la sua morte viene eletto presidente del Rizzoli Vittorio Putti, suo pupillo, che ne continua l'opera. Se Codivilla è da considerare come il creatore dell'ortopedia italiana e come colui che ha portato per la prima volta l'ortopedia in sala operatoria, Putti è da considerare come il rinnovatore dell'ortopedia e come colui che ha provveduto a dar vita a nuovi strumenti e tecniche anatomiche[19].

Personalità

D'animo forte e temperato, Codivilla non rinunciava mai a quell'orgoglio tipico di tutti gli uomini di alto valore, ma pareva quasi compiaciuto che gli si tenesse testa qualora non si fosse in completo accordo con quanto da lui detto. Uomo di grande bontà, era apprezzato da tutti[20] e:

«Solo esseri insensati o di animo basso, accecati da gelosia di mestiere potevano avergli astio e solo esseri scimuniti e temerari rendersi seguaci di chi lo avversava»

Bibliografia

  • Augusto Anzoletti, Alessandro Codivilla e Vittorio Putti nel ricordo di un loro contemporaneo, Cappelli editore, 1954, Rocca San Casciano, 131 pagine
  • Alfredo Cioni-Anna Maria Bertoli Barsotti, The Rizzoli Orthopaedic Institute in San Michele in Bosco, Istituti Ortopedici Rizzoli, 1996, Bologna, 287 pagine

Note

  1. ^ Cappelli editore, Rocca San Casciano, 1954, 133 pagine - p. 78
  2. ^ Alfredo Cioni-Anna Maria Bertoli Barsotti, The Rizzoli Orthopaedic Institute in San Michele in Bosco, Istituti Ortopedici Rizzoli, Bologna, 1996, 287 pagine - p. 134
  3. ^ Alfredo Cioni-Anna Maria Bertoli Barsotti, The Rizzoli Orthopaedic Institute in San Michele in Bosco, Istituti Ortopedici Rizzoli, Bologna, 1996, 287 pagine - p. 134
  4. ^ Augusto Anzoletti, Alessandro Codivilla e Vittorio Putti nel ricordo di un loro contemporaneo, Cappelli editore, Rocca San Casciano, 1954, 133 pagine - p. 100
  5. ^ op.cit., p.100
  6. ^ Alfredo Cioni-Anna Maria Bertoli Barsotti, The Rizzoli Orthopaedic Institute in San Michele in Bosco, Istituti Ortopedici Rizzoli, Bologna, 1996, 287 pagine - p. 134
  7. ^ Alfredo Cioni-Anna Maria Bertoli Barsotti, The Rizzoli Orthopaedic Institute in San Michele in Bosco, Istituti Ortopedici Rizzoli, Bologna, 1996, 287 pagine - p. 135
  8. ^ Augusto Anzoletti, Alessandro Codivilla e Vittorio Putti nel ricordo di un loro contemporaneo, Cappelli editore, Rocca San Casciano, 1954, 133 pagine - pp. 100-101
  9. ^ Alfredo Cioni-Anna Maria Bertoli Barsotti, The Rizzoli Orthopaedic Institute in San Michele in Bosco, Istituti Ortopedici Rizzoli, Bologna, 1996, 287 pagine - p. 127
  10. ^ Augusto Anzoletti, Alessandro Codivilla e Vittorio Putti nel ricordo di un loro contemporaneo, Cappelli editore, Rocca San Casciano, 1954, 133 pagine - pp. 40-41
  11. ^ op.cit., p. 41
  12. ^ Augusto Anzoletti, Alessandro Codivilla e Vittorio Putti nel ricordo di un loro contemporaneo, Cappelli editore, Rocca San Casciano, 1954, 133 pagine - p. 47
  13. ^ op.cit., p. 95
  14. ^ op.cit., pp. 48-49
  15. ^ Alfredo Cioni-Anna Maria Bertoli Barsotti, The Rizzoli Orthopaedic Institute in San Michele in Bosco, Istituti Ortopedici Rizzoli, Bologna, 1996, 287 pagine - p. 128
  16. ^ op.cit., p. 134
  17. ^ Augusto Anzoletti, Alessandro Codivilla e Vittorio Putti nel ricordo di un loro contemporaneo, Cappelli editore, Rocca San Casciano, 1954, 133 pagine - p. 100
  18. ^ op.cit., p. 71
  19. ^ Alfredo Cioni-Anna Maria Bertoli Barsotti, The Rizzoli Orthopaedic Institute in San Michele in Bosco, Istituti Ortopedici Rizzoli, Bologna, 1996, 287 pagine - p. 128
  20. ^ Alessandro Codivilla e Vittorio Putti nel ricordo di un loro contemporaneo, Cappelli editore, Rocca San Casciano, 1954, 133 pagine - pp. 66-69
  21. ^ op.cit., pp. 68-69

Collegamenti esterni