Il bambino con il pigiama a righe (film)
Il bambino con il pigiama a righe (The Boy in the Striped Pyjamas) è un film del 2008 diretto e sceneggiato da Mark Herman, adattamento per il grande schermo dell'omonimo romanzo di John Boyne.
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Paese di produzione | USA |
Durata | 91 min |
Genere | drammatico |
Regia | Mark Herman |
Soggetto | John Boyne |
Sceneggiatura | Mark Herman |
Produttore | David Heyman |
Fotografia | Benoît Delhomme |
Montaggio | Michael Ellis |
Musiche | James Horner |
Scenografia | Martin Childs |
Interpreti e personaggi | |
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Il film è stato distribuito nelle sale italiane il 19 dicembre 2008.
Trama
Berlino, anni Quaranta. Bruno è un bambino di otto anni con larghi occhi chiari e una passione sconfinata per l'avventura, che divora nei suoi romanzi e condivide coi compagni di scuola. Il padre di Bruno, ufficiale nazista, viene promosso e trasferito con la famiglia in campagna. La nuova residenza è ubicata a poca distanza da un campo di concentramento in cui si pratica l'eliminazione sistematica degli ebrei. Bruno, costretto ad una noiosa e solitaria cattività dentro il giardino della villa, trova una via di fuga per esplorare il territorio. Oltre il bosco e al di là di una barriera di filo spinato elettrificato incontra Shmuel, un bambino ebreo affamato di cibo e di affetto. Sfidando l'autorità materna e l'odio insensato indotto dal padre e dal suo tutore, Bruno intenderà (soltanto) il suo cuore e supererà le recinzioni razziali.
La drammaticità della Shoah, di un inferno voluto dagli uomini per gli uomini, è inarrivabile e di fatto non rappresentabile ma questo non ha impedito al cinema di provare e riprovare a misurarsi con quella tragedia. L'approccio cinematografico di Mark Herman (regista e sceneggiatore) è diretto e il punto di vista assunto è quello di un bambino, figlio di un gerarca nazista, la cui innocenza (davanti all'orrore) trova corrispondenza soltanto in Shmuel, coetaneo internato all'inferno. A differenza di La vita è bella e di Train de vie, Il bambino con il pigiama a righe non è una favola dove ognuno ha un proprio e preciso ruolo: al contrario nel film di Herman i due universi, quello del Bene e quello del Male, si lambiscono fino a confondersi e a sconvolgersi. E' l'inadeguatezza e la debolezza degli adulti, anche di quelli buoni, a obbligare i bambini a prendere in mano il proprio destino e a determinarlo. I padri e le madri non fanno “magie” come il Guido Orefice di Benigni e il Male che li circonda finisce per inghiottire i loro figli e renderli all'improvviso consapevoli. Il regista inglese è abile a evitare gli stereotipi della storia "cattiva" e della contrapposizione tra infanzia idealizzata e abiezioni del mondo adulto, analizzando la durezza di un'epoca (la Germania nazionalsocialista) e di un'età (l'infanzia).
Muovendosi tra trappole d'apparenza ed eludendo cliché, sentimentalismi e scene madri, Herman mette in scena le ingiustizie e i rapporti di forza che si definiscono già nell'età più verde. Attraverso il minimalismo di episodi quotidiani, immersi nella severità dei colori freddi, il film svolge la memoria, rivisitandola con soluzioni e libertà che rendono la storia intollerabile e lancinante. Per questa ragione, l'autore "chiude la porta" sulla camera a gas, interponendo fra gli spettatori e il volto della Medusa la pietas di un narrare artistico che consenta di guardarla senza soccombere impietriti, atterriti. Tratto dal romanzo omonimo dell'irlandese John Boyne, Il bambino con il pigiama a righe è un film evocativo di un'epoca nera e tragica, rivista attraverso la psicologia di un'amicizia infantile e di una (pre)matura scelta di campo, complicate da una realtà storica di discriminazioni e di selezioni razziali. Immagini che richiamano per tutti la necessità di frequentare (sempre) la Memoria e di non considerare mai risarcito il debito con il nostro passato.
Riferimenti alla realtà
- Nel romanzo c'è un chiaro riferimento al Campo di concentramento di Auschwitz.
- Il comandante "Ralf", somiglia per molti aspetti a Rudolf Höß, sia per il suo aspetto che per il suo grado militare (tenente colonnello delle SS).
- Le recinzioni del campo sono le tipiche utilizzate a Birkenau.
- Ad un certo punto del film, Shmuel mostra il numero tatuato sul braccio sinistro a Bruno, ma in verità i numeri venivano tatuati solo ed esclusivamente ai prigionieri del complesso concentrazionario di Auschwitz.
Incongruenze con la realtà
- Ad Auschwitz non c'erano bambini di 8 anni, in quanto venivano gassati subito al loro arrivo, perché troppo piccoli per lavorare; erano risparmiati solo quelli che venivano utilizzati per gli esperimenti di Josef Mengele, condotti in una baracca isolata dalle altre. Nel film invece Shmuel sembra stare con tutti gli altri detenuti.
- Nel romanzo, Bruno raggiunge facilmente la recinzione del Lager. Nella realtà, a chiunque si avvicinasse a meno di 150 metri dalla zona di sicurezza del campo veniva sparato a vista dalla sentinella di turno sulla torretta, anche se era quasi impossibile avvicinarsi al lager già da 300 metri prima, in quanto, per ragioni di sicurezza, era presente un posto di blocco delle SS per ogni lato perimetrale dello stesso. Tutto questo per evitare che uscissero informazioni di ciò che accadeva all'interno.
- Il tenente Kotler, che dovrebbe essere lo Schutzhaftlagerführer (vicecomandante) del campo, somiglia fisicamente e caratterialmente al terribile vice di Höss ad Auschwitz: Karl Fritzsch.
Differenze con il libro
- Nel libro il campo di concentramento è a meno di 20 metri di distanza dalla nuova casa di Bruno, nel film invece è più lontano.
- Nel film i familiari scoprono subito la fine del bambino, mentre nel libro passano alcuni mesi e si vede l'arrivo delle truppe alleate.
- Gretel, sorella di Bruno, nel film è molto più gentile con il bambino che nel libro.
- Nel libro, quando passa dall'altra parte della rete, Bruno ha i capelli rasati perché ha preso i pidocchi, mentre nel film è l'unico dall'altra parte della rete ad avere ancora i capelli.
- Il padre di Bruno nel libro si chiama Louis, nel film ha nome Ralf.
- Nel libro uno dei tre amici di Bruno si chiama Daniel, mentre nel film si chiama Leon.
- Nel libro la madre si prende il merito per aver soccorso Bruno,quando cade dall' altalena,invece di dire che è stato Pavel a farlo.
Collegamenti esterni
- Il bambino con il pigiama a righe, su Il mondo dei doppiatori.
- (EN) 0914798, su IMDb, IMDb.com.