Gaio Petelio Libone Visolo
Gaio Petelio Libone Visolo (... – ...) è stato un politico e generale romano.
Gaio Petelio Libone Visolo | |
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Console e Dittatoredella Repubblica romana | |
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Consolato | 360 a.C., 346 a.C., 326 a.C. |
Dittatura | 313 a.C. |
Biografia
Nel 360 a.C. fu eletto console con il collega Marco Fabio Ambusto[1].
Mentre a Marco fu affidato il comdando della campagna contro gli Ernici, a Gaio Petelio fu affidato il comando della campagna contri i Tiburtini, rei di essersi alleati contro i Galli. Quando i Galli tornarono nel Lazio, per prestare soccorso agli alleati Tiburtini, fu nominato dittatore Quinto Servilio Ahala, che però lasciò a Petelio il comando delle operazioni. I romani ebbero la meglio sui Tiburtini, che si rinchiusero entro le mura, e per questo a Petelio fu concesso il trionfo[2].
Nel 346 a.C. fu eletto console per la seconda volta, con il collega Marco Valerio Corvo,[3] cui fu affidata la campagna militare con i Volsci.
Nel 326 a.C. fu eletto console, con il collega Lucio Papirio Cursore[4]. Durante il consolato fu emanata la Lex Poetelia-Papiria, con cui si aboliva la schiavitù per debiti dei cittadini romani[5].
Nel 313 a.C. fu nominato dittatore per la conduzuione della campagna contro i Sanniti. Il dittatore condusse l'esercito romano alla presa di Nola[6].
Note
- ^ Tito Livio, Ab Urbe condita, VII, 11, che però cita come console C. Poetelius Balbus e non Gaio Petelio Libone Visolo.
- ^ Tito Livio, Ab Urbe condita, VII, 11.
- ^ Livio, Ab Urbe condita libri, VII, 27.
- ^ Livio, Ab Urbe condita libri, VIII, 23.
- ^ Livio, Ab Urbe condita libri, VIII, 28.
- ^ Tito Livio, Ab Urbe condita, IX, 28.
Collegamenti esterni
- (LA) Ad Urbe Condita