Dialetto bergamasco
Dialetto Bergamasco | |
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Parlato in | Italia |
Regioni | Provincia di Bergamo |
Parlanti | |
Totale | ~700mila |
Classifica | Non in top 100 |
Tassonomia | |
Filogenesi | Indoeuropee Italiche Romanze Italo-occidentali Occidentali Galloiberiche Galloromanze Galloitaliche Lombardo Dialetto bergamasco |
Statuto ufficiale | |
Ufficiale in | - |
Regolato da | nessuna regolazione ufficiale |
Codici di classificazione | |
ISO 639-2 | roa
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Linguist List | lmo-ber (EN)
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Glottolog | berg1241 (EN)
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Linguasphere | 51-AAA-odc
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Il dialetto bergamasco appartiene al ceppo dei gallo-italici ed è affine ai molti dialetti parlati in Lombardia ed in Canton Ticino, in particolare agli altri dialetti lombardi orientali.
È una lingua derivata dal latino volgare innestato sulla precedente lingua celtica parlata dai Galli e che con il tempo ha subito varie modifiche, quella più importante è avvenuta al tempo delle dominazioni longobarde di cui alcuni termini compaiono in documenti scritti anteriori all'anno mille.
È ritenuto, dai parlanti di lombardo occidentale (ma anche di lingue correlate come emiliano o piemontese), un dialetto poco comprensibile poiché, nonostanze alcune somiglianze lessicali e morfologiche, possiede, specialmente nelle varianti montane, una fonetica molto stretta e diversa da quella di lingue e dialetti simili, perfino differente dal lombardo occidentale.
Oltre a quello parlato nella città di Bergamo, che può essere considerato centrale sia in termini geografici che linguistici, ne esistono numerose varianti locali, alcune circoscritte anche a piccole comunità montane, che si differenziano tra loro per alcune peculiarità del lessico e della pronuncia di alcuni suoni; uno degli esempi più evidenti è la s sorda - come in sic (cinque) o sùra (sopra) - che diventa h aspirata (hic, hùra) in molte località di pianura e z (zic, zùra) in alcune località montane.
Tipico delle comunità montane è anche l'uso dello scötöm, un soprannome che consente di distinguere i diversi rami familiari di una comunità - a volte persino un intero paese - contraddistinta da un solo cognome; lo scötöm è solitamente un aggettivo o un sostantivo legato a una peculiarità fisica o a un'attività e si declina per genere usando una forma femminile per identificare mogli e figlie appartenenti al ramo familiare.
Tra le principali varianti del dialetto si possono annoverare quelle della Valle Imagna, della media e alta Valle Seriana, della Valle Gandino, della Valle Brembana e della Valle di Scalve. In molte zone di pianura prevale l'uso dei suoni aspirati; mentre muovendosi verso le province vicine, il lessico risulta ibridato da quello delle parlate confinanti (ad esempio dal milanese o dal lecchese).
Espressione idiomatica tipica del bergamasco è "pòta", termine di origine triviale, usato oggi come esclamazione principalmente per esprimere senso di rassegnazione davanti all'inevitabile. Il termine esiste anche in bresciano e nell'antico padovano (Ruzante) nel senso di "insomma".
Il dialetto bergamasco è la lingua in cui Ermanno Olmi ha girato il suo film "L'albero degli zoccoli", vincitore del festival di Cannes nel 1978, in cui si racconta la vita di una comunità di mezzadri della pianura bergamasca alla fine del XIX secolo.
Fonetica
Il bergamasco possiede una fonetica simile a quella degli altri dialetti lombardi orientali. Possiede gruppi di suoni consonantici non presenti nella lingua italiana - come la sequenza di s + c dolce nella parola "s-cèt" (bambino). La lettera v generalmente è muta, viene pronunciata solo per eufonia quando segue una l o una n. Non esistono regole di ortografia standardizzate, anche se l'editoria locale ha creato uno standard di fatto. La c dolce (come in cielo) in fine di parola viene resa per scritto con cc, la g dolce (come in gelo) in fine di parola viene resa per scritto con gg.
Le vocali, come nel bresciano, sono nove
- a, come la a italiana
- é, come la e chiusa italiana
- è, come la e aperta italiana
- i, come la i italiana
- ó, come la o chiusa italiana
- ò, come la o aperta italiana
- ö, come la ö tedesca e lo oeu francese
- u, come la u italiana
- ü, come la ü tedesca e la u francese
Grammatica
Alcune peculiarità grammaticali rispetto all'italiano sono l'esistenza di una forma interrogativa del verbo (an va, andiamo; an vài?, andiamo?) e, di origine probabilmente germanica, la caratteristica di avere il verbo coniugato allo stesso modo per le terze persone singolare e plurale e per la prima persona plurale. Queste voci verbali vengono distinte tra loro tramite un pronome clitico obbligatorio posto tra il pronome personale (facolativo) e la voce verbale, come nei dialetti veneti.
- (nóter) an màia = noi mangiamo
- (lur) i màia = loro mangiano
Come nel dialetto milanese e in altri dialetti lombardi ed emiliani, la negazione - espressa con l'avverbio mìa - segue il verbo anziché precederlo, come invece avviene nell'italiano.
- ndomà laùre mìa = domani non lavoro
Articoli e sostantivi
Articoli e sostantivi del bergamasco sono di due generi (maschile e femminile) e di due numeri (singolare e plurale).
L'articolo indeterminativo maschile singolare è ü, femminile è öna; come in italiano non esiste un articolo indeterminativo plurale, ma si ricorre all'articolo partitivo de + articolo determinativo (dol, d'la, di).
L'articolo determinativo maschile singolare è ol, femminile è la, al plurale è identico per entrambi i generi ed è i.
Aggettivi
Concordano in genere e numero col soggetto; quelli maschili al singolare terminano generalmente per consonante e al plurale rimangono invariati, a meno che non terminino per -t, in tal caso la consonate finale viene addolcita in -cc; quelli femminili al singolare terminano generalmente per -a e al plurale la loro desinenza cambia in -e (mat, macc, màta, màte).
Verbi
Come l'italiano, i verbi del dialetto bergamasco hanno sei persone, ma essendo tre di esse identiche, è necessario distinguerle con il pronome clitico, obbligatorio. Come in italiano è invece facoltativo esplicitare il pronome personale soggetto.
I tempi dei verbi dialetto bergamasco nel modo indicativo sono tre: presente, passato e futuro; non vi è distinzione tra passato remoto ed imperfetto. Ai tre tempi semplici corrispondono altrettanti tempi composti costruiti con i verbi ausiliari is (essere) e ìga (avere).
Esiste un modo condizionale, mentre il senso reso in italiano dal congiuntivo viene reso in bergamasco con l'indicativo passato.
Esempio di coniugazione di un verbo regolare
presente | passato | futuro | condizionale | |
mé | màe | maiàe | maierò | maierès |
té | to màet | to maiàet | to maierét | to maierèset |
lü lé |
al màia la màia |
al maiàa la maiàa |
al maierà la maierà |
al maierès la maierès |
nóter | an màia | an maiàa | an maierà | an maierès |
óter | maìf | maiàef | maierìf | maierèsef |
lur | i màia | i maiàa | i maierà | i maierès |
È frequente nel bergamasco (come anche in altri dialetti lombardi) l'uso di preposizioni al seguito del verbo per modificarne il significato, con una logica analoga a quella dei phrasal verbs della lingua inglese.
- maià = mangiare; maià fò = (letteralmente "mangiar fuori") vendere, svendere per necessità
- catà = prendere, cogliere; catà fò = scegliere; catà sö = raccogliere
Bibliografia
- "Dizionario italiano-bergamasco", compilato da Carmelo Francia e Emanuele Gambarini, Bergamo: Grafital, 2001.
- "Dizionario bergamasco-italiano", compilato da Carmelo Francia e Emanuele Gambarini, Bergamo: Grafital, 2004.