Senato di Milano
Il Senato di Milano (Senatus Excellentissimus Mediolani) fu uno degli organi governativi più importanti dello Stato di Milano, investito di funzioni giurisdizionali e legislative, che funzionò dal 1499 al 1786.
Senato di Milano Senatus Excellentissimus Mediolani | |
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Stato | ![]() |
Istituito | 1499 |
Operativo dal | 1499 - 1786 |
Soppresso | 1786 |
Sede | Milano |
Indirizzo | Palazzo del Senato, via Senato, 10 - Milano |
Storia
Il Senato fu istituito da Luigi XII di Francia, con l'editto di Vigevano dell'11 novembre 1499, sul modello dei parlamenti francesi, in sostituzione di due precedenti collegi: il consilium secretum (consiglio segreto) e il consilium iustitiae (consiglio di giustizia).
Fu mantenuto dagli spagnoli, che ne ampliarono notevolmente le competenze, e dagli austriaci, rappresentando un importante elemento di continuità dello stato.
Fu soppresso dall'imperatore Giuseppe II d'Austria, con editto dell'11 febbraio 1786, nell'ambito delle riforme che innovarono profondamente, modernizzandolo, il sistema giuridico dello Stato di Milano. In relazione a tali riforme Carlo Cattaneo ebbe a scrivere: "Si abolirono le preture feudali, s'abolì un Senato, sul quale pesava la memoria di supplizii iniqui e crudeli ... si abolì la tortura, che puniva nell'innocente i delitti dell'ignoto, sparvero le fruste, le tenaglie infocate, le orribili rote, l'inquisizione".[1]
Struttura
I membri del Senato (senatores, al singolare senator) erano nominati a vita. Al momento della creazione erano 17 milanesi, più alcuni francesi di fiducia di Luigi XIII. Nel tempo il loro numero aumentò, attestandosi a 27, oltre al presidente, nel 1535, di cui 9 cavalieri, 5 prelati e 13 giureconsulti. Nel Seicento si ridussero a 15, compreso il presidente, di cui tre di nazionalità spagnola. I giureconsulti, tratti dal patriziato milanese, finirono con prevalere all'interno del collegio, grazie alla loro estrazione culturale; l'appartenenza al Senato e, in particolare, la presidenza dello stesso rappresentava per un giureconsulto il culmine della carriera.
Pur essendo il Senato un organo collegiale le cause erano di norma trattate da un senatore di turno (o di lettura), che riceveva e giudicava nella propria abitazione; solo le cause più delicate o controverse erano trattate dal collegio riunito, che teneva le sue sedute in un'aula (detta Sala dell'Udienza) situata nel piano nobile del Palazzo Regio-Ducale (attuale Palazzo Reale).
Funzioni
Il potere più rilevante del Senato era il diritto di interinazione delle leggi, ossia il potere di confermare le disposizioni del sovrano (o del Governatore che lo rappresentava) oppure di opporsi ad esse nel caso fossero in contrasto con le leggi dello Stato di Milano.
Il Senato era inoltre il tribunale supremo dello Stato di Milano in materia civile e penale: era giudice in unica istanza per le cause civili di maggior rilievo (in materia di confini tra fondi, diritto di famiglia e successorio, nomina dei tutori, obbligazioni tra privati e diritto feudale) e per i reati puniti con la pena di morte; era giudice di seconda istanza per le sentenze delle magistrature superiori e giudice di ultima istanza per quelle delle magistrature inferiori. Poteva avocare a sé le cause di competenza degli altri giudici o spedire agli stessi ordini (rescritti) con le istruzioni su come trattare la cause loro sottoposte; tutti giudici dovevano recarsi settimanalmente dal senatore di turno per relazionare sulle cause trattate.
Le sentenze (decisiones, al singolare decisio) del Senato non erano motivate ed erano inappellabili; costituivano precedente vincolante per i giudici inferiori che le dovevano rispettare come fossero leggi. Il Senato aveva anche il potere di disapplicare per ragioni di equità le leggi nei casi sottoposti al suo giudizio. Per questi motivi le sue sentenze venivano raccolte e pubblicate.
Tra le ulteriori competenze del Senato si possono ricordare l'amministrazione dell'Università di Pavia (dove venivano formati i giureconsulti), la censura sui libri e la tutela della salute pubblica, attraverso il magistrato di sanità sul quale sovrintendeva e di cui nominava il presidente (oltre a due questori) scegliendolo tra i propri membri.
Note
- ^ C. Cattaneo. Notizie naturali e civile su la Lombardia. 1844
Bibliografia
- AA. VV., Bibliotheca Senatus mediolanensis, 2002.
- Bascapè G.C., I palazzi della vecchia Milano, ristampa 1986.
- Cattaneo, Carlo, Notizie naturali e civili su la Lombardia (1844) in: Scritti su Milano e la Lombardia, 1990.
- Cavanna A., La codificazione penale lombarda, 1975.
- Massetto, G.P., Saggi di storia del diritto penale lombardo, 1994.
- Petronio, U., Il Senato di Milano, 1972.
- Signorotto G.V., Il ruolo politico di Bartolomeo Arese nell'Europa secentesca, Convegno di studi "Mecenatismo culturale e spettacolo al tempo dei conti Bartolomeo Arese e Vitaliano Borromeo. 1650-1690", Cesano Maderno, 13-14 giugno 1998.
- Zeppegno, L., Le chiese di Milano, 1999.
- Monti, A., Iudicare tamquam Deus. I modi della giustizia senatoria nel Ducato di Milano tra Cinque e Settecento, 2003
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