Profeta

persona che sostiene di parlare per conto di divinità
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Template:Avvisounicode Il termine profeta deriva dal tardo latino prophèta (pronuncia profèta), ricalcato sul greco antico προφήτης (pronuncia: profétes), che è parola composta dal prefisso προ- (pro, "davanti, prima") e dal verbo φημί (femì, "parlare, dire"); letteralmente quindi significa "colui che parla davanti", sia nel senso di parlare "pubblicamente" (davanti ad ascoltatori), sia in quello di parlare "prima" (anticipatamente sul futuro).

Nell'accezione originaria, i profeti sono figure tipicamente religiose, più o meno istituzionalizzate in diverse fedi, ispirate dalla divinità e che parlano in suo nome, annunciandone la volontà e talvolta predicendo il futuro. Il riferimento più comune è ai profeti ebraici e cristiani dell'Antico Testamento, ma quando si parla del "Profeta" senza ulteriori specificazioni si intende indicare Maometto, l'ultimo dei profeti secondo l'Islam.

Attualmente il linguaggio comune ha ampliato il significato del termine profeta ponendo in evidenza soprattutto l'aspetto di previsione del futuro e minimizzando invece l'elemento religioso, per cui spesso lo si utilizza come un sinonimo di chiaroveggente o di indovino, se non addirittura di mago od occultista, volendo comunque indicare chiunque fornisca informazioni o previsioni più o meno attendibili su qualcosa che non è ancora successo.

Il profeta Isaia. Affresco di Michelangelo Buonarroti nella Cappella Sistina.

Nell'ebraismo

  Lo stesso argomento in dettaglio: Profeta (Ebraismo).

Nella Tanakh (Bibbia ebraica) il profeta (in ebraico נְבִיא nevì, pl. נְבִיאִים nevi'ìm) è una persona che parla in nome e per conto (pro-) di Dio. L'accezione comune con cui il termine è usato oggi, per cui il profeta descrive eventi futuri, è caratteristica ma non esclusiva dell'operato dei profeti ebraici.

La Bibbia ebraica contiene nella sua seconda sezione 36 libri riferiti ai profeti, detti Neviìm. Tradizionalmente si distinguono fra di essi i quattro "profeti maggiori" (Isaia, Geremia, Ezechiele e Daniele) e i dodici "profeti minori" (Osea, Gioele, Amos, Abdia, Giona, Michea, Naum, Abacuc, Sofonia, Aggeo, Zaccaria e Malachia).

Nel cristianesimo

  Lo stesso argomento in dettaglio: Profeta (Cristianesimo).

Il Cristianesimo riconosce gli stessi profeti ebraici dell'Antico Testamento, ma non annovera figure di profeti cristiani in senso proprio ed esclusivo; riconosce piuttosto qualità profetica ai discorsi di alcuni dei suoi santi, a cominciare dal Giovanni dell'Apocalisse, sebbene le interpretazioni di questo testo possano essere diverse.

Il Concilio Vaticano II, in particolare nella costituzione dogmatica sulla Chiesa Lumen Gentium, spiega perché nella Chiesa cattolica non sono riconosciute figure particolari di profeti: in realtà ogni battezzato, in forza della sua unione con Cristo, è partecipe del suo ufficio profetico. Ogni cristiano è dunque profeta, nel senso che diventa capace con la forza dello Spirito Santo di diffondere dovunque la viva testimonianza del Cristo, soprattutto per mezzo di una vita di fede e di carità. Attraverso la propria vita i credenti ancora oggi annunciano la sovranità di Dio e la sua priorità nella vita.

La Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni (chiesa mormone) ritiene ancora necessaria l'opera dei profeti anche nei tempi moderni. I mormoni sostengono che Dio non abbia cambiato il suo modo di comunicare con gli uomini e che pertanto abbia scelto dei profeti moderni. Il primo di essi fu Joseph Smith (1805-44), fondatore e presidente di tale chiesa, e ogni suo successore è sostenuto dai santi degli ultimi giorni quale profeta, veggente e rivelatore.

Mary Baker Eddy, (18211910), fondatrice e profetessa del movimento del Cristianesimo scientista.

Ellen G. White, (18271915), è profetessa sia della Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno che degli Avventisti del Settimo Giorno del Movimento di Riforma.

Emma Curtis Hopkins, (18491925), è profetessa del New Thought.

Davide Lazzaretti, (18341878), è stato un profeta del Giurisdavidismo (o Chiesa Giurisdavidica, nella zona del Monte Amiata).

La Chiesa di Gesù Cristo sulla terra secondo il profeta Simon Kimbangu ha come proprio profeta Simon Kimbangu (1889-1951).

David Koresh, (19591993) è stato un profeta controverso dei Davidiani.

David Berg chiamato Moses David (19191994) è il profeta dei Bambini di Dio.

William M. Branham (1909-1965) è stato un profeta e guaritore pentecostale.

Jim Jones (19311978) è stato un un profeta controverso del Tempio del popolo.

Sun Myung Moon (19202012) è stato un profeta della Chiesa dell'unificazione.

Gabriele Wittek, (1933– vivente), è la profetessa e fondatrice di Vita Universale (Universelles Leben-UL).

La funzione del profeta

Nella Bibbia la funzione del profeta, più che di predire, è di ammonire il popolo di Israele che si è allontanato dal suo Dio. Più in generale, nella religione ebraica l'esperienza mistica sconfina spesso in fenomeni di profetismo.
Nel cattolicesimo la comparsa di profeti ha spesso segnato l'inizio di movimenti ereticali, particolarmente diffusi nel Medioevo.
Alcuni movimenti cristiani ebbero origine a seguito della predicazione di un profeta, esempi tipici sono quelli del mormonismo, del Cristianesimo scientista, dell'avventismo, del New Thought, del Giurisdavidismo, del kimbanguismo, dei Davidiani, del Tempio del popolo, della Chiesa dell'unificazione, dei Bambini di Dio e di Vita Universale.

Pur parlando entrambi di Dio, però, il profeta si differenzia dal mistico perché intende operare attivamente nella storia, e in questo senso esercita o intende esercitare, come ben vide Max Weber, una funzione politica, a partire da sollecitazioni etiche.
Figure profetiche compaiono quindi e vengono riconosciute per tali in ogni tempo, a prescindere dalle singole religioni, in situazioni storiche di forte e diffuso disagio rispetto alle condizioni materiali, politiche e religiose dominanti.
Più in generale, e come è già evidente nella Bibbia, il profeta, nella storia, è l'antagonista dialettico del re - inteso come personificazione del potere costituito e dominante che impone la propria etica.

Nell'Islam

Nell'Islam viene dato un ruolo fondamentale a Maometto (Muhammad), ma non si crede che egli sia stato l'unico profeta inviato all'umanità, bensì l'ultimo e il definitivo: motivo per cui gli viene attribuito il titolo di "sigillo dei profeti" - khātim al-nabiyyīn (Cor., XXXIII:40).

L'Islam riconosce come profeti alcune figure bibliche, talora indicate anche con il nome di patriarchi; fra di esse: Adamo/Adam, Noè/Nūh, Abramo/Ibrāhīm, Isacco/Ishāq, Elia/Iliyās, Enoch/Idrīs, Ismaele/Ismāʿīl, Giacobbe/Yaʿqūb, Giuseppe/Yūsuf, Mosè/Mūsà, Davide/Dāwūd, Salomone/Sulaymān, Giovanni Battista/Yahyà, Gesù figlio di Maria/ʿĪsā ibn Maryam. Altri profeti, che Dio avrebbe inviato a diversi popoli dell'antichità, sono invece sconosciuti alla Bibbia; è il caso per esempio di Ṣāliḥ, profeta degli arabi Thamudeni, che avrebbero rifiutato di credergli causando così la propria rovina.

In altre religioni

Molte altre religioni storiche si fondano sul messaggio di un profeta:

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