Citroën SM

autovettura del 1970 prodotta dalla Citroën
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La Citroën SM è un'autovettura prodotta dalla casa francese Citroën dal 1970 al 1975, classificata al terzo posto al concorso Auto dell'anno nel 1972 ed insignita di premi anche negli Stati Uniti.

Citroën SM
Citroën SM
Descrizione generale
Costruttorebandiera Citroën
Tipo principaleCoupé
Produzionedal 1970 al 1975
Esemplari prodotti12.920
Altre caratteristiche
Dimensioni e massa
Lunghezza4.870 mm
Larghezza1.800 mm
Altezza1.470 mm
Massa1.210 kg
Altro
StileRobert Opron
Auto similiAlfa Romeo Montreal
BMW 3.0 CS/CSi
Fiat 130 Coupé
Ford Capri 2600 RS
Jaguar E-Type
Lamborghini Urraco
Maserati Merak
Mercedes-Benz 350 SLC
Opel Commodore GS/E Coupé
Porsche 911 S 2400

Storia

Nella seconda metà degli anni '60, la Maserati, nota Casa italiana specializzata in prestigiose auto sportive, si trovava in cattive condizioni finanziarie, ad un passo dalla chiusura. Fu la Citroën a salvarla, acquisendo il marchio nel 1968. Assieme alla Maserati, la Citroën cominciò a progettare una coupé di alto livello, dalle grandi prestazioni e dal gran comfort di marcia, sportiva, ma con tutte le comodità dell'epoca. In realtà il progetto di un'auto del genere era cominciato già molto tempo prima, precisamente nel 1961, poiché la Citroën intendeva da tempo affiancare alla DS, berlina di gran successo risalente al 1955, una sua versione coupé dalle grandi prestazioni, ma la collaborazione con la Maserati diede l'impulso definitivo per la realizzazione di tale modello. In questo modo la Casa francese poteva creare una vera Gran Turismo combinando le sue sofisticate sospensioni idropneumatiche con la leggendaria potenza dei propulsori Maserati. L'idea era quella di una vettura in grado di rivaleggiare a pieno titolo con le già affermate coupé dell'epoca, come la BMW 3.0 CSi, le Mercedes SLC 350, le Jaguar E-Type e addirittura alcune Lamborghini e Porsche.

Il risultato fu la Citroën SM, una coupé alto di gamma, presentata al Salone di Ginevra del 1970. La critica accolse da subito con favore la grossa vettura. La stampa si dichiarò impressionata dalle straordinarie doti di tenuta di strada ed inoltre alcuni giornalisti, dopo aver provato la vettura su pista a 200 orari per diverse ore, rimasero impressionati anche dallo straordinario comfort che si aveva anche guidando la vettura a simili velocità e così a lungo. Merito anche della sua linea affusolata come poche, che riduceva l'attrito aerodinamico al minimo. Tale linea era disegnata dall'estroso Robert Opron, autore di altre Citroën e in seguito anche di alcune Renault.

Con la SM la Citroën volle dimostrare come una granturismo di alta classe e dalle grandi prestazioni potesse essere anche a trazione anteriore. E di fatto lo dimostrò. Sfortunatamente, però, la SM nacque in concomitanza con il verificarsi della grande crisi petrolifera d'inizio anni '70, che sancì tra l'altro anche il pensionamento prematuro di altre grosse e meritevoli vetture che avrebbero avuto in realtà molto di più da dire. Per questo motivo la SM risultò penalizzata enormemente nei dati di vendita. Ne furono infatti prodotti solamente 12.920 esemplari. Non solo: la SM fu talmente azzardata, per il delicato periodo che si stava vivendo, che la Citroën rischiò a sua volta il fallimento. A salvarla ci pensò la Peugeot, che nel 1974 acquistò il marchio, svincolandolo addirittura dalla Maserati che fu costretta a cercare altrove un acquirente, mentre alla Citroën non restò che togliere di produzione la SM stessa. Molte parti meccaniche destinate alle future SM furono utilizzate per equipaggiare altre vetture. Per esempio le sospensioni vennero utilizzate sulla Citroën CX, mentre i motori furono rialesati e montati sulle Maserati Merak. Oggi la SM è stata rivalutata ed è molto ricercata dagli appassionati.

Estetica e styling

 
Vista posteriore di una SM

Un'auto come la SM, presentata nel 1970, non poteva che suscitare uno scalpore quasi senza precedenti. Imponente (era lunga ben 4.89 metri) ma filante allo stesso tempo. La sua linea era definita futuristica, grazie al suo profilo "a goccia" che suggeriva un senso di aerodinamicità da qualunque punto la si osservasse. L'unica auto che le si poteva avvicinare stilisticamente nel 1970 era un'altra Citroën, la GS, che mostrava molte similitudini nell'impostazione della linea del corpo vettura. A proposito del corpo vettura della SM, c'è da dire che, a differenza di molte coupé sue concorrenti dell'epoca, la SM era una coupé a quattro posti veri. Nonostante i due posti posteriori risultassero inevitabilmente più piccoli di quelli anteriori, riuscivano comunque ad assicurare un discreto margine di comodità anche per persone di una certa corporatura, purché non fossero eccessivamente robuste. La SM era caratterizzata dai grandi gruppi ottici suddivisi ognuno in tre sezioni. Tali gruppi ottici erano orientabili con lo sterzo, come sulle ultime DS, ma in più erano anche autolivellabili in funzione del carico dell'auto. Il parabrezza era dotato di tergicristalli automatici che si attivavano da soli grazie a sensori di pioggia. Le fiancate erano lisce e le ruote posteriori carenate, come nella buona tradizione di Opron. La coda, molto sfuggente, era caratterizzata da ampie cromature intorno ai fari posteriori, rettangolari e spigolosi. L'ampio portellone era caratterizzato da un'ampia superficie vetrata che assicurava un buon livello di visibilità. In sostanza, la SM era un'auto additata all'attenzione di tutti come simbolo di progresso tecnologico. Si aggiudicò inoltre l'undicesimo posto nella graduatoria delle 100 auto più affascinati di sempre.

Tecnica

 
Vista anteriore di una SM

Per il propulsore della SM la Citroën attinse dalla grande esperienza della Maserati in fatto di propulsori ad alte prestazioni. La Casa italiana progettò e realizzò un V6 da 2.7 litri a carburatori specificamente per la grossa coupé. Tale propulsore arrivava ad erogare 170 CV e a spingere la vettura a 220 km orari. Erano prestazioni superlative per l'epoca, degne di una granturismo di razza. Tra il 1973 ed il 1975 la gamma si sdoppiò: il 2.7 divenne ad iniezione elettronica, mentre fu posta in commercio la nuova motorizzazione da 3 litri, sempre ricavata prendendo come base di partenza il V6 Maserati da 2.7 litri. In questo modo, il 2.7 ad iniezione arrivò ad erogare 178 CV, mentre il 3.0 arrivò a 180, non molti di più quindi, ma in grado di erogare una gran coppia. Per quest'ultima motorizzazione era inoltre previsto il cambio automatico a 3 rapporti, mentre le altre versioni prevedevano invece un cambio manuale a 5 marce. Quanto alle prestazioni di questi ultimi due modelli, la 2.7 iniezione migliorò le prestazioni della 2.7 carburatori, arrivando anche a sfiorare i 230 orari, mentre la 3.0 automatica perdeva in allungo proprio a causa del tipo di trasmissione adottando e si fermava a circa 210 km orari. Particolarmente potente si rivelò l'impianto frenante, considerato all'epoca il migliore della sua categoria.

Curiosità

Altri progetti

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