Palazzo De Carolis
Palazzo De Carolis è un edificio sito in Roma, Via del Corso n. 307 (Rione IX Pigna).
Storia
Il Palazzo prende il nome da Livio De Carolis, ambizioso e ricco mercante, nobile per antico possesso (titolo conferito da Papa Benedetto XIII). Acquisì nell’arco di un decennio, agli inizi del ‘700, una vasta area con edifici minori di fronte alla Chiesa di San Marcello al Corso, ed incaricò l’architetto Alessandro Specchi di costruire una lussuosa residenza. L’opera, iniziata nel 1714, assunse l’aspetto definitivo nel 1728 circa. Il neo-marchese non badò a spese per abbellire gli interni, chiamando famosi pittori quali Andrea Procaccini, Benedetto Luti, Giovanni Paolo Pannini, Francesco Trevisani, Giovanni Odazzi, Domenico Muratori e Sebastiano Conca. Il palazzo doveva essere come un biglietto da visita per ottenere importanti cariche pubbliche che permettessero il rientro dell’investimento, ma ciò non avvenne e gli eredi di Livio, oberati di debiti, nel 1748 furono costretti a venderlo all’asta. L’edificio passò alla Compagnia di Gesù, che fece periziare ed inventariare l’immobile dall’architetto Luigi Vanvitelli, affittandolo poi a personaggi illustri. Il palazzo subì poi altri passaggi di proprietà, tra cui l’Ambasciata di Francia, fino al 1908, quando i Boncompagni Ludovisi lo vendettero al Banco di Roma, tuttora proprietario (Unicredit Banca di Roma). Il complesso fu ristrutturato per ospitare gli uffici di rappresentanza della Banca, su progetto dell’architetto Pio Piacentini, che realizzò il piano attico e adattò diversi ambienti in stile Liberty. Il grande cortile fu coperto e trasformato in salone dell’agenzia. È rimasta quasi intatta la scala elicoidale adorna di colonne doriche binate progettata dallo Specchi.
Descrizione
La facciata sulla Via del Corso, scompartita da lesene, è a quattro piani più attico. Al piano terra presenta sedici finestre con davanzale, architrave ed inferriata che sovrastano altrettante finestrelle del seminterrato. Al centro quattro colonne doriche sostengono il balcone del piano nobile ed inquadrano il portale, sormontato da una testa femminile. Il piano nobile presenta 16 finestre, e tre porte-finestre corrispondenti al balcone. Sono con timpano curvo, su quella centrale lo stemma del Banco di Roma. Al secondo piano le finestre hanno un timpano adorno di conchiglie, al terzo piano finestre più piccole con cornice. La facciata originale termina con un bel cornicione con rosette e teste di leone sorretto da mensole, tra le quali sono stati posti elementi araldici dei Boncompagni Ludovisi. Il sovrastante attico presenta porte-finestre semplici e con balconcini. I cantonali, bugnati al piano terra, sono formati da lesene con elemento curvilineo. Sulla facciata di Via Lata è stata trasferita la Fontana del Facchino.
Curiosità
Sul balcone centrale era stato costruito, verso il 1845, un “bussolotto”, sorta di veranda coperta con persiane (una simile è tuttora presente nel Palazzo Bonaparte) dalla quale si poteva assistere, non visti, ai cortei carnevaleschi ed alla corsa dei cavalli berberi. Fu demolito in occasione della ristrutturazione dell’edificio. Il principe Boncompagni aveva qui fondato un centro culturale dotato di una ragguardevole biblioteca scientifica, ora dispersa, e di una piccola tipografia per la stampa di articoli e riviste. Nel 1849, come ricorda un’iscrizione nel cortile, il palazzo fu colpito da una cannonata sparata dai francesi durante l’assedio di Roma.
Bibliografia
- Giorgio Carpaneto, I palazzi di Roma, Newton Compton, Roma 1991.
- Sergio Delli, Le strade di Roma, Newton Compton, Roma 1998.
- Guide rionali di Roma, IX Pigna, parte terza, (Carlo Pietrangeli), Palombi, Roma 1977.
- Rita Dietrich, Palazzo de Carolis: ascesa e caduta di una ricca famiglia borghese, in l’Osservatore Romano, 23/02/2005, pag. 9