Franco Frattini

politico e magistrato italiano (1957-2022)

Template:Membro delle istituzioni italiane Franco Frattini (Roma, 14 marzo 1957) è un politico italiano. Già ministro dal 1994 al 1996 nei governi Berlusconi I e Dini, è stato Ministro degli Affari Esteri nel governo Berlusconi II dal 2002 al 2004, Commissario europeo per la Giustizia, la Libertà e la Sicurezza dal 2004 al 2008, nuovamente Ministro degli Affari Esteri nel governo Berlusconi IV, dal 2008 al 2011.

Franco Frattini

Ministro degli Affari Esteri
Durata mandato8 maggio 2008 –
17 novembre 2011
PresidenteSilvio Berlusconi
PredecessoreMassimo D'Alema
SuccessoreGiulio Terzi di Sant'Agata

Durata mandato14 novembre 2002 –
18 novembre 2004
PresidenteSilvio Berlusconi
PredecessoreSilvio Berlusconi
SuccessoreGianfranco Fini

Commissario europeo per la Giustizia, la Libertà e la Sicurezza
Vicepresidente della Commissione europea
Durata mandato22 novembre 2004 –
8 maggio 2008
PresidenteJosé Manuel Barroso
PredecessoreAntónio Vitorino (Giustizia ed Affari Interni)
SuccessoreJacques Barrot

Ministro per la Funzione Pubblica
Durata mandato11 giugno 2001 –
12 novembre 2002
PresidenteSilvio Berlusconi
PredecessoreFranco Bassanini
SuccessoreLuigi Mazzella

Ministro per gli Affari Regionali
Durata mandato17 gennaio 1995 –
17 maggio 1996
PresidenteLamberto Dini
PredecessoreGiuliano Urbani
SuccessoreFranco Bassanini

Presidente del COPACO
Durata mandato17 maggio 1996 –
6 giugno 2001
PredecessoreRodolfo Gill
SuccessoreEnzo Bianco

Dati generali
Partito politicoPDL

Studi e carriera giuridica

Frattini ha frequentato il liceo classico Giulio Cesare a Roma e si è laureato in giurisprudenza nel 1979.[1]

Dal 1984 è stato avvocato dello Stato, quindi magistrato del TAR Piemonte. Nel 1986 è stato nominato Consigliere di Stato e consigliere giuridico del Ministro del Tesoro.

Carriera politica

Secondo Riccardo Barenghi, già direttore del Manifesto, Frattini avrebbe iniziato la sua attività politica, fra gli anni '70 e '80, collaborando con il gruppo comunista extraparlamentare che faceva capo al giornale[2]. Tale ricostruzione, tuttavia, è stata successivamente smentita dallo stesso quotidiano[3].

Nel Partito Socialista

Frattini è stato segretario della FGSI[senza fonte] e membro del Partito Socialista Italiano[4]. Nel 1990 e 1991 ha lavorato come consigliere giuridico del vicepresidente del consiglio Claudio Martelli (PSI) nel governo Andreotti VI.[1]

Ministro degli Affari regionali (1994-96)

Segretario generale della presidenza del Consiglio dei ministri durante il governo Berlusconi I.

È stato ministro degli Affari regionali del successivo governo Dini.

Deputato di Forza Italia (1996-2001)

Nel 1996 si candida alle elezioni politiche con il Polo per le Libertà, nella lista di Forza Italia. Viene eletto al collegio di Bolzano-Laives.

Dal 1996 al 2001 è presidente del comitato parlamentare di vigilanza sui servizi segreti (COPACO) eletto con voto unanime di maggioranza e opposizione[senza fonte].

Dal novembre 1997 all'agosto 2000 è stato Consigliere comunale a Roma[1].

Deputato e Ministro degli Esteri (2001-2004)

  Lo stesso argomento in dettaglio: Legge Frattini.

Nel 2001 si era candidato alla Camera nel collegio di Bolzano: sostenuto dalla Casa delle Libertà, ottenne il 42,0% dei voti e venne sconfitto dal rappresentante dell'Ulivo Gianclaudio Bressa. Venne ripescato nel collegio proporzionale del Veneto 2, restando deputato dal maggio 2001 al novembre 2004[1]

Dal 2001 prende parte al governo Berlusconi II in qualità di Ministro della Funzione pubblica.

Dal 14 novembre 2002 al 18 novembre 2004 è stato Ministro degli Affari esteri: la nomina di Frattini segue l'interim di dieci mesi di Berlusconi stesso, a seguito delle dimissioni di Renato Ruggiero in contrasto con la linea internazionale del governo.

Il 13 luglio 2004 il Parlamento Italiano vara la Legge n. 215/2004, recante "Norme in materia di risoluzione dei conflitti di interessi" (legge Frattini). Tale legge riceveva in seguito le dure critiche della Commissione di Venezia del Consiglio d'Europa sulla sua compatibilità con gli standard internazionali in materia di libertà di espressione e pluralismo dei mezzi di comunicazione[5].

Commissario Europeo (2004-2008)

Con la crisi di maggioranza del 2004 e il varo dell'esecutivo Berlusconi III, Frattini perde il posto di ministro degli Esteri a favore di Gianfranco Fini.

Nel novembre 2004, subentra a Rocco Buttiglione come Commissario europeo per la Giustizia, la Libertà e la Sicurezza della Commissione Barroso I. La candidatura di Buttiglione era stata bocciata dal Parlamento Europeo. La nomina di Frattini sollevò le perplessità dalla liberaldemocratica britannica Sarah Ludford, dovute ad accuse di appartenenza alla massoneria, sollevate da Buttiglione stesso verso Frattini e da questi smentite.[6] Frattini acquisisce inoltre uno dei cinque posti da vicepresidente della Commissione europea.

Nella dichiarazione dei redditi 2007 il suo imponibile italiano è risultato zero giacché il suo reddito di Commissario europeo era tassato a Bruxelles.[7].

Controversia sugli effetti della facilitazione dei visti con la Russia

Come commissario europeo si è fatto promotore d'un accordo intitolato “di facilitazione dei visti tra Comunità Europea e Federazione Russa” (2007/340/CE: Decisione del Consiglio, del 19 aprile 2007), che ha tuttavia provocato l'espulsione di innumerevoli cittadini europei domiciliati da lungo tempo in Russia[8] sulla base di visti annuali, che per via dell'introduzione da parte dell'accordo d'un limite di permanenza sul territorio di massimo 90 giorni su 180 si videro costretti ad abbandonare il Paese, non potendo più risiedere in loco sulla base di visti annuali illimitati come invece avveniva in passato. L'articolo 5 della legge della Federazione Russa 25/7/2002 n.115, prevede infatti il limite di 90 giorni di permanenza solo a chi non è soggetto al regime di visti, ma l'accordo stilato da Frattini estende tale limite a tutti i cittadini dell'Unione[9].

Dichiarazioni e prese di posizione

Intervistato da Reuters nel 2007, ha dichiarato la sua intenzione di indagare possibilità tecniche per mettere in atto il monitoraggio su internet di "parole pericolose" come "bombe", "uccidere", "genocidio" e "terrorismo". Il progetto non si è concretizzato[10][11].

La sua proposta di istituire un sistema di registrazione centralizzato di elementi sospetti nel traffico telefonico, per le indagini sul terrorismo internazionale, è stata approvata dalla Commissione Europea, dal Parlamento e dal consiglio europeo, ed è quindi entrata in vigore come direttiva europea[senza fonte].

Nel 2007 Frattini è stato censurato dal Parlamento Europeo per le sue esternazioni contro la libertà di movimento delle persone nella UE. Nell'intervista rilasciata e pubblicata il 2 novembre 2007 Frattini sottolineava che per rispondere al problema sicurezza

«...quello che si deve fare è semplice: si va in un campo nomadi a Roma, ad esempio sulla Cristoforo Colombo, e a chi sta lì si chiede "tu di che vivi?". Se quello risponde "non lo so", lo si prende e lo si rimanda in Romania. Così funziona la direttiva europea: semplice e senza scampo.»

La mozione di censura, presentata dalla sinistra europea, è stata votata a larga maggioranza: 306 sì, 86 no e 37 astenuti. Il paragrafo riguardante le dichiarazioni di Frattini è stato approvato con 290 sì, 220 no e 21 astenuti.[12].

Dimissioni e altri incarichi

Nel 2008 Frattini ha preso l'aspettativa dall'incarico di commissario europeo per candidarsi alle elezioni italiane, restando poi in aspettative fino alla formazione del nuovo governo Berlusconi IV in modo da evitare che la nomina del suo successore a Bruxelles potesse essere definita dal dimissionario governo Prodi. Formato il nuovo governo ha dato formalmente le dimissioni da commissario, risultando in tal modo il secondo commissario europeo di nazionalità italiana a fare questa scelta di "priorità nazionale" sugli incarichi europei dopo Franco Maria Malfatti, Presidente della Commissione dimissionario nel 1972. Il ruolo di commissario europeo per l'Italia è stato quindi assegnato ad Antonio Tajani, con delega ai Trasporti anziché alla giustizia.[13][14][15]

Durante il suo termine come commissario europeo, è stato anche delegato dal Presidente del Consiglio al coordinamento degli interventi del governo per lo svolgimento delle Olimpiadi Invernali di Torino 2006[1]

Ministro degli Esteri (2008-2011)

 
I ministri degli esteri presenti al G8 del 2011, Frattini è il primo da destra

Alle elezioni del 2008 Frattini è stato candidato del Popolo delle Libertà nel collegio del Friuli-Venezia Giulia ed eletto alla Camera dei Deputati.

Dal 2008 al 2011 Frattini è tornato Ministro degli Affari esteri del governo Berlusconi IV, come già tra 2002 e 2004.

Nell'ottobre 2009 gli è stato conferito presso la Camera dei Deputati il Premio America della Fondazione Italia USA.

Ruolo nelle relazioni italo-libiche e controversia sui respingimenti in alto mare

Durante la prima estate del suo ministero è stato firmato il Trattato di amicizia tra Italia e Libia; con tale trattato, la Libia di Gheddafi acconsente a riprendere i barconi di migranti sub-sahariani partiti dalle coste libiche verso l'Italia. La cooperazione tra le due guardie costiere si avvia nel maggio 2009, con le proteste dei gruppi internazionali per la protezione dei diritti dell'uomo, che criticano la consegna dei migranti - inclusi potenziali richiedenti asilo - alla Libia, che non ha ratificato la convenzione ONU sui rifugiati; la politica è in seguito sospesa ma non ripudiata officialmente. Frattini ha sostenuto apertamente la politica dei respingimenti, contraria al principio di diritto internazionale umanitario del non refoulement,[16] qualificandola come "doverosa applicazione delle regole europee",[17] e criticando come "indegno" il rapporto 2010 di Amnesty International che evidenziava la criticità di tale politica alla luce del diritto internazionale ed europeo.[18] Nel settembre 2010, in occasione della seconda visita di Gheddafi a Roma, Frattini dichiarava "Abbiamo bloccato la tratta dei clandestini", nonostante le cifre mostrassero la continuità dei flussi migratori, e nonostante si trattasse per la maggior parte di persone aventi diritto a forme di protezione internazionale.[19] Nel febbraio 2011, nel quadro mutato dalle rivolte della primavera araba, Frattini sosteneva di voler "mobilitare i Paesi del Mediterraneo" e dell'Ue, attraverso l'agenzia Frontex, per pattugliamenti e respingimenti.[20] Ancora nell'agosto 2011, un barcone con oltre 100 migranti, intercettato in mare, viene trasferito alle autorità tunisine, tra le critiche di NGO e UNHCR. La Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, nel caso Hirsi v. Italia giudicato il 23 febbraio 2012, ha condannato l'Italia per mancato rispetto della Convenzione, in particolare per quanto riguarda l'articolo 3 (divieto di tortura e trattamenti inumani e degradanti) e l'articolo 4 del protocollo IV (divieto di espulsioni collettive); nel caso in specie, 200 migranti somali ed eritrei erano stati respinti in Libia, senza aver possibilità di porre domanda di asilo politico.[21]

Ruolo durante le crisi internazionali

Durante l'invasione russa della Georgia nell'estate 2008, Frattini è in vacanza alle Maldive. La rappresentanza dell'Italia durante le riunioni d'urgenza dei ministri degli esteri dell'Unione Europea viene assicurata dal sottosegretario Vincenzo Scotti[22].

L'ambasciatore statunitense in Italia, Ronald Spogli, informava Washington, in un cablogramma riservato divulgato da Wikileaks, di come Berlusconi “rifiuta costantemente i consigli strategici del suo ministro degli esteri, demoralizzato, privo di risorse e sempre più irrilevante”. La debolezza di Frattini veniva rilevata dagli Stati Uniti particolarmente riguardo alle relazioni italo-russe.[23].

A fine dicembre 2008, durante l'attacco di Israele a Gaza (Operazione Piombo fuso), Frattini è di nuovo in vacanza. L'intervista di Frattini al TG1 in tuta da sci solleva polemiche per l'abbigliamento inappropriato e irrispettoso[24]. Frattini risponde via Facebook[25].

Dichiarazioni e prese di posizione

Nel marzo 2009 Frattini ha condannato la Conferenza mondiale contro il razzismo del 2009 dell'ONU, definendo non accettabile il documento proposto, contenente le posizioni anti-israeliane emerse nella conferenza del 2001, che qualificavano il Sionismo come una forma di razzismo[26].

Si è in seguito espresso contro il multiculturalismo[27], ma a favore del diritto di voto amministrativo per gli immigrati regolari[28], e ha richiesto una politica europea di accoglienza degli immigrati clandestini[29].

Nel novembre 2009 ha definito «suggestiva» la proposta di Roberto Castelli per un emendamento costituzionale che inserisse una croce all'interno della bandiera italiana: «Noi per ora vogliamo difendere il diritto a tenere il crocifisso nelle nostre classi, poi vediamo se si può fare di più». «Ci sono nove Paesi europei che hanno il crocifisso nella loro bandiera, è una proposta assolutamente normale»[30].

Il 22 ottobre 2010 dichiara all'Osservatore Romano che l'Ebraismo, il Cristianesimo e l'Islam dovrebbero allearsi per contrastare l'ateismo, da lui definito, nella stessa intervista, un "fenomeno perverso" al pari dell'estremismo[31]. Tali dichiarazioni hanno causato le critiche da parte di numerosi commentatori e soprattutto dell'UAAR, che ne ha chiesto le dimissioni[32].

Nel novembre 2010 ha definito le rivelazioni di Wikileaks come "l'11 settembre della diplomazia mondiale"[33] e ha affermato che Julian Assange "vuole distruggere il mondo"[34].


L'uscita dal Pdl

Nel dicembre 2012 lascia il Popolo della Libertà e aderisce al nuovo movimento politico di Mario Monti, l' Agenda Monti per l'Italia[35]


Incarichi successivi

Dal 2011 è presidente della Fondazione Alcide De Gasperi.

Dal 2012 è presidente della Società Italiana per l'Organizzazione Internazionale (SIOI), ente morale a carattere internazionalistico, operante sotto la vigilanza del Ministero degli Affari Esteri. Frattini è il primo politico a ricoprire un incarico finora riservato a diplomatici ed accademici di altissimo livello.

Onorificenze

«Per particolare servigio a Sua Santità»
— 2008[37]

Note

  1. ^ a b c d e Scheda sul sito del Ministero degli Esteri
  2. ^ Mimun dà la carica al TG1, un Manifesto per Frattini, su archiviostorico.corriere.it, Corriere della Sera, 8 luglio 2002.
  3. ^ «Fascisti», nella lite La Russa-Frattini spunta la leggenda del «manifesto», su ilmanifesto.it, il Manifesto, 12 novembre 2011.
  4. ^ De Michelis, basta un fischio e i migliori vengono da me, su socialisti.net, Corriere della Sera, 22 maggio 2004.
  5. ^ Commissione di Venezia, Considerazioni della Dott.ssa Sabrina Bono (Presidenza del Consiglio dei Ministri) sulla compatibilità della legge “Frattini” con gli standard del Consiglio d'Europa in materia di libertà di espressione e pluralismo dei media, 13 giugno 2005,
  6. ^ Frattini: Mai stato Massone -Rainews24 14 novembre 2004
  7. ^ [1]
  8. ^ La farsa della “facilitazione dei visti”
  9. ^ Lo scandalo degli italiani espulsi dalla Russia senza giusta causa
  10. ^ Web search for bomb recipes should be blocked: EU – Reuters, 2007-09-10
  11. ^ Frattini, censurare le parole pericolose – Punto Informatico, 2007-09-10
  12. ^ Ue approva la risoluzione contro Frattini, Corriere della Sera, 15 novembre 2007
  13. ^ Frattini resigns as Tajani steps in[collegamento interrotto]
  14. ^ Frattini leaves Brussels for Rome
  15. ^ Marco Zatterin, L'audace colpo di Frattini, su lastampa.it, La Stampa, 6 giugno 2008. URL consultato il 24-11-2012.
  16. ^ Laura Boldrini su Repubblica.it
  17. ^ Gazzetta del Mezzogiorno, 10 maggio 2009
  18. ^ La Repubblica
  19. ^ L'Unità
  20. ^ Notizie.it
  21. ^ Fondazione Soros
  22. ^ Corriere della Sera, 13 agosto 2008
  23. ^ Wikileaks, cablogramma di Ronald Spogli del 19 novembre 2008
  24. ^ Corriere della Sera, Lina Sotis, 31 dicembre 2008
  25. ^ Corriere della Sera, 1º gennaio 2009
  26. ^ Onu, l'Italia boicotta conferenza sul razzismo. "Nella bozza frasi aggressive e antisemite"., su repubblica.it, La Repubblica, 5 marzo 2009. URL consultato il 21 aprile 2009.
  27. ^ Corriere della Sera, 12 maggio 2009, intervista di Maurizio Caprara
  28. ^ Corriere della Sera, 3 settembre 2009
  29. ^ Frattini: «Immigrati, problema europeo», Corriere della Sera, 23 agosto 2009
  30. ^ Croce sulla bandiera, no di La Russa, La Stampa, 30 novembre 2009
  31. ^ Frattini: «La libertà di promuovere la pace» (L’Osservatore Romano) (in translation)
  32. ^ comunicato stampa UAAR su Frattini
  33. ^ Corriere della Sera, 28 novembre 2010
  34. ^ AGI, 29 novembre 2010
  35. ^ Huffingtonpost
  36. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
  37. ^ Maroni diventa «cavaliere» del Vaticano «Che onore il saluto delle Guardie svizzere»
  38. ^ Ordine Olimpico, a Frattini il Collare d’Oro

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