Contrasto di interessi

Con la locuzione “contrasto di interessi” ci si riferisce ad alcuni metodi, intesi a combattere l'evasione fiscale, basati, per l'appunto, sull'instaurazione di un contrasto tra l'interesse di chi vende e di chi compra beni o servizi.

“Scaricare” le spese sostenute

Di metodi per raggiungere questo scopo ne sono stati concepiti diversi, ma comunemente la locuzione fa riferimento alla possibilità per l'acquirente di “scaricare”, ovvero portare in detrazione fiscale, le spese sostenute e debitamente documentate. Si tratta di un tema molto popolare, riproposto di frequente sui diversi media sia dal pubblico che da personaggi autorevoli (si vedano, ad esempio, i commenti affluiti su questo blog sul sito del Corriere della Sera [1], o quanto sosteneva sull'Avvenire del 1 settembre 2011 il direttore, Marco Tarquinio [2]). Vi sono anche documenti di alcune organizzazioni [3], [4] a sostegno dell'adozione di questo metodo. In Italia vi è anche l’opinione diffusa che tale metodo sia alla base del sistema fiscale USA, dove, secondo la vulgata corrente, sarebbe possibile portare tutte (o quasi) le spese sostenute, in detrazione all’atto della denuncia dei redditi, mentre questo non corrisponde al vero [5].

Questa popolarità non sembra scalfita da alcune approfondite analisi critiche di Maria Cecilia Guerra e Alberto Zanardi, pubblicate sul sito de LaVoce.info [5], [6], che evidenziano la sostanziale inefficacia del metodo nel raggiungere il suo obbiettivo, ovvero battere l'evasione fiscale e recuperare introiti per l'erario. Tale analisi critica è stata ripresa ed anche ampliata da vari autori [7], [8].

Le critiche che porterebbero alla conclusione che l’idea di “portare tutte le spese in detrazione”, anziché essere l'uovo di Colombo per far emergere il nero e battere l'evasione, sarebbe una soluzione inefficace ed anche ingiusta sono le seguenti:

1) Esiste una facile contromossa. Il soggetto a cui noi dovremmo chiedere il documento fiscale può sempre proporci uno sconto superiore al vantaggio che noi otterremmo portando questo in detrazione. E’ chiaro infatti che lo Stato, in una transazione economica tra due soggetti, fa da terzo incomodo. I due soggetti quindi, lasciandolo da parte, possono sempre accordarsi per una transazione più conveniente per entrambi. Questo vanifica quindi l’incentivo dato dalla possibilità di detrarre la spesa dall’imponibile. Pertanto, solo se l'incentivo dato dalla detrazione fosse tale da annullare l'imposta dovuta, o da portare addirittura a credito di imposta, sarebbe conveniente la fatturazione.

2) Portando al limite il ragionamento e supponendo di potere veramente detrarre tutte le spese che si fanno (cosa che aumenterebbe enormemente gli oneri di conservazione e contabilizzazione di tutti i documenti di spesa), la tassazione finale non potrebbe che essere su quello che non si è speso, ovvero sui risparmi. Inoltre, riducendosi drasticamente la base imponibile, allo Stato non rimarrebbe che aumentare le aliquote sulla parte tassabile del reddito. Si arriverebbe così all’assurdo che non sarebbe tassato di più chi più guadagna, ma chi più risparmia e meno consuma, ovvero coloro che hanno stili di vita più sobri, e questo avrebbe anche conseguenze etiche ed ambientali inaccettabili. L’effetto pratico di una simile proposta introdurrebbe pertanto grandi distorsioni nell’imposizione e sarebbe ben lontano dall’equità fiscale, oltre ad essere un’arma spuntata, e quindi inefficace, per l’obbiettivo che intende raggiungere (combattere l’evasione).

Dalle considerazioni precedenti si deduce pertanto, che per battere l'evasione si dovrebbero seguire altre strade. Tuttavia, un tale meccanismo può essere utilizzato, specie in via parziale e transitoria, anche senza un guadagno per l'erario, per incentivare settori di interesse strategico (come ad esempio si è fatto per le ristrutturazioni edilizie mirate al risparmio energetico, dove, specie con la deduzione al 55%, le condizioni erano tali da rendere praticamente non conveniente l'esecuzione dei lavori in nero), oppure al fine di far emergere il nero in alcuni settori e scalfire così pratiche cattive ma consolidate. Sarebbe questo il senso della proposta di legge n. 3319, del Sen. Barbolini ed altri parlamentari avente per oggetto: “Disposizioni per la deducibilità delle spese sostenute per l’acquisto di beni primari e per i lavori di manutenzione ordinaria della casa, dell’automobile, delle moto e per la cura della persona, nonché per la riduzione dell’aliquota IVA relativa a tali prestazioni” [9], che avrebbe dovuto essere parte della “delega fiscale” che l'attuale legislatura non è riuscita ad approvare. Sulla norma relativa alla deducibilità di scontrini e ricevute, presentata con enfasi da diversi organi di informazione sul finire del 2012 [10], [11], [12], si erano comunque levate diverse voci critiche [13], [14], ed il governo Monti aveva espresso la sua contrarietà [15], [16].

Ma se questa via non è percorribile con adeguato successo, quali potrebbero essere le alternative?

Oppure la “lotteria fiscale”

Rimanendo in un ambito di “contrasto di interessi” questo si può concretizzare in altre forme che potrebbero risultare più efficaci. Una di queste è la “lotteria fiscale”, ovvero l'istituzione di una lotteria associata ai documenti fiscali emessi (scontrini, ricevute e fatture). I consumatori sarebbero così incentivati a chiedere il rilascio dei documenti fiscali, non solo per un senso del dovere, o per non incappare in sanzioni, com’è oggi, ma anche per il vantaggio che questi avrebbero, rappresentato dalla possibilità di vincere somme non trascurabili con la lotteria fiscale. Rispetto alla deducibilità delle spese, il vantaggio dei consumatori sarebbe solo potenziale e non certo, ma potenzialmente più grande, mentre il costo per lo Stato potrebbe essere relativamente modesto, in dipendenza dal meccanismo premiale che si decide di instaurare. Il metodo dovrebbe rappresentare un incentivo sufficiente in tutti quei casi in cui non vi è contrattazione tra cliente e fornitore, è il caso dei beni o servizi che sono forniti in base ad un prezzo prefissato (negozi, bar, ecc.), in questi casi infatti il cliente avrebbe solo uno svantaggio a non richiedere lo scontrino. Sarebbe più incerto invece il caso di quei servizi in cui il prezzo viene concordato tra cliente e fornitore, poiché il cliente potrebbe preferire, ad una vincita cospicua ma poco probabile, un vantaggio piccolo ma sicuro, rappresentato da uno sconto fatto dal fornitore, per una prestazione “in nero”. Anche questo metodo quindi ha i suoi limiti, ma laddove esso è stato adottato, ad esempio in Cina, dove è in vigore da anni, i risultati sono stati buoni, come riferito da Carla Marchese [17], e da Mauro Marè [18], che hanno rielaborato e riproposto l’idea, citando l'esperienza cinese al riguardo.

In Italia si fece un gran parlare di un’iniziativa simile, ribattezzata “scontrino gratta e vinci”, sul finire del 2009, poiché l'On. Jannone voleva introdurla nella finanziaria 2010 [19]. All’epoca furono molti quelli che rivendicarono la primogenitura dell’idea, e ci fu ci ricevette addirittura un premio per aver proposto qualcosa di analogo in quel periodo [20]. Tuttavia, il merito di aver proposto per primo questa idea, almeno in Italia, va forse attribuito a Glauco Masotti, il quale, nel già citato articolo pubblicato su Scribd.com [8], riferisce di una sua proposta, che denominò “Totoscontrino”, già nel lontano 1993 (in un’epoca in cui la lotteria più famosa era il Totocalcio), successivamente rielaborata e riproposta nel 2005 in questi termini: “… Istituire una lotteria in cui ogni settimana venga estratta una partita IVA e un numero di scontrino o ricevuta fiscale …Ogni cliente di una qualsiasi attività commerciale sarebbe incentivato a chiedere il rilascio del documento fiscale … un incentivo sufficiente potrebbe essere assegnare premi il cui ammontare sia da 10 a 100 volte l'importo corrispondente al documento fiscale estratto. Il coefficiente di premio potrebbe essere inversamente proporzionale al suddetto importo,… qualora il numero di documento fiscale estratto fosse superiore al numero di quelli emessi, potrebbe essere dichiarato vincente il numero risultante dal resto della divisione del numero estratto per il numero di scontrini o ricevute effettivamente emessi. …”

O entrambi i sistemi insieme

Vi è poi una variazione sul tema rappresentata dall’esperienza fatta in Brasile, nello stato di San Paolo, analizzata da Diego Corrado e Marco Leonardi in [21]. Il sistema adottato in Brasile potrebbe essere considerato un mix dei due sistemi, di cui si è discusso qui sopra. In sintesi, gli esercenti dello Stato di San Paolo sono collegati via web ad un sistema informatico che contabilizza le transazioni effettuate dai clienti che aderiscono, su base volontaria, al programma. A questi è riconosciuto periodicamente un credito, proporzionale all’IVA versata, ovvero alle spese effettuate, che può essere riscosso o portato in detrazione di imposta. A questo si aggiungono premi che vengono estratti mensilmente a sorte. Essendo un sistema ibrido, a questo si potrebbero applicare, almeno in parte, le critiche esposte in precedenza ai due sistemi "puri" da cui deriva, tuttavia i cittadini sembrano aver apprezzato un fisco in grado anche di premiare i comportamenti virtuosi e non solo di sanzionare e reprimere quelli illeciti. Di fatto il sistema Paulista ha portato consistenti benefici all’erario. Anche questo sarebbe quindi un esempio da prendere in considerazione per una futura politica fiscale. E’ quello che pare abbia fatto Matteo Renzi, in base a quanto si legge nel suo programma per le primarie del centrosinistra [22]: “Per incentivare la registrazione delle transazioni commerciali, possono essere previste delle misure di incentivo, come una lotteria abbinata agli scontrini fiscali o un meccanismo di restituzione al contribuente di parte dell’IVA pagata all’atto della transazione (scontrini premio).”

Ma come risolvere definitivamente il problema?

Tuttavia, ogni sistema premiale non sarebbe comunque in grado di risolvere definitivamente il problema dell’evasione fiscale, specie in un paese come l’Italia, dove il fenomeno ha dimensioni abnormi, ma potrebbe costituire un valido aiuto per contrastarlo, affiancando gli strumenti, più tradizionali, anche se fatti con tecnologie modernissime, di investigazione, controllo e repressione.

Infine va ricordato che, per risolvere definitivamente il problema, c’è chi propone un minore ricorso, o addirittura il definitivo abbandono del denaro contante, il cui uso è in fondo alla radice del fenomeno dell’evasione fiscale, in favore di un impiego generalizzato della moneta elettronica, che consente la tracciabilità dei pagamenti. Ciò potrà avvenire in un futuro più o meno prossimo, la prospettiva apre numerosi problemi e su questo tema il dibattito è aperto [23], [24].

Riferimenti

  1. ^ [1], Maria Silvia Sacchi, Per piacere, mi dà lo scontrino? Così si combatte l’evasione fiscale, La ventisettesima ora, Corriere.it, 01/09/2011.
  2. ^ [2], Marco Tarquinio, Se non ora quando?, Avvenire, 01/09/2011.
  3. ^ [3], Riforma del fisco, le proposte della Cisl, CISL Veneto, 17/03/2010.
  4. ^ [4], Il documento di Rete imprese Italia sull'economia sommersa, 17/01/2011.
  5. ^ a b [5], Maria Cecilia Guerra, Alberto Zanardi, Come funziona (o non funziona) il contrasto di interessi, LaVoce.info, 20.11.2006
  6. ^ [6], Maria Cecilia Guerra, Alberto Zanardi, Ma il contrasto di interessi non è la soluzione, LaVoce.info, 20.11.2006.
  7. ^ [7],Contrasto di interessi, una bufala italiana, Phastidio.net, 27/08/2011
  8. ^ a b [8], Glauco Masotti, Il "contrasto di interessi"? Meglio una lotteria!, Scribd.com, Novembre 2011
  9. ^ [9], Disegno di legge N. 3319, Legislatura 16ª, Senato della Repubblica, 24/05/2012.
  10. ^ [10], Contro il «nero» arriva anche in Italia il contrasto d'interessi: gli scontrini fiscali saranno scaricabili, IlSole24ore.com, 22/11/2012
  11. ^ [11], Fisco, inserito il contrasto di interessi chi chiede la ricevuta la potrà detrarre, Repubblica.it, 21/11/2012
  12. ^ [12], Scontare gli scontrini dalle tasse pagate: in settimana il voto, ilGiornale.it, 26/11/2012
  13. ^ [13], Scontrini detraibili rischiano di generare 50 milioni di evasori, WallStreetItalia.com, 26/11/2012
  14. ^ [14], Contrasto d'interessi, occhio alle illusioni, IlSole24ore.com, 26/11/2012
  15. ^ [15], Scontrini, detraibilità appesa a un filo. Problemi di copertura e incertezze politiche frenano il bonus, IlSole24ore.com, 26/11/2012
  16. ^ [16], Il no del governo al contrasto di interessi, ProfessioneFinanza.com, 27/11/2012
  17. ^ [17], Carla Marchese, Una scommessa contro l'evasione, LaVoce.info, 30/11/2006
  18. ^ [18], Mauro Marè, Per lo scontrino «gratta e vinci» modello cinese e ostacoli italiani, IlSole24ore.com, 18/11/2009
  19. ^ [19], Scontrino Gratta e Vinci, l'idea piace al Governo, Corriere.it, 16/11/2009
  20. ^ [20], Scontrini abbinati alla lotteria così si sconfigge l'evasione, ilTirreno.gelocal.it, 19/11/2009
  21. ^ [21], Diego Corrado, Marco Leonardi, San Paolo, dove l'IVA non si evade, LaVoce.info, 06/09/2011
  22. ^ [22], Matteo Renzi, Un’altra Italia è già qui: basta farla entrare, Dicembre 2012
  23. ^ [23], Glauco Masotti, Sulla moneta elettronica e l'abolizione del contante, Scribd.com, Dicembre 2011
  24. ^ [24], Milena Gabanelli, "Fine del contante, fine del sommerso" Corriere.it, 12/11/2011