Roberto Baggio
Roberto Baggio (Caldogno, VI, 18 febbraio 1967). Ex calciatore italiano.
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Nazionalità | |
Altezza | 174 cm |
Peso | 73 kg |
Squadra | Ritirato |
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Giocatore dotato di grandissime doti tecniche, attivo nel calcio professionistico dal 1982 al 2004, è considerato tra i migliori calciatori italiani di ogni epoca.
Carriera
Gli inizi
Dopo aver iniziato nella squadra del suo paese, Roberto Baggio si trasferisce al Vicenza, in Serie C1, a 15 anni. Con la squadra veneta dimostra di essere già un fuoriclasse, mettendo a segno con la primavera 46 gol in 48 partite. L'ottimo risultato gli permetterà di debuttare in prima squadra nel 1983. Nella stagione 1984-1985 mette a segno 12 reti in 29 partite, consentendo così alla sua squadra la risalita in serie B. In una delle ultime partite di campionato, contro il Rimini allenato da Arrigo Sacchi, subisce un grave infortunio al ginocchio destro che lo costringe a un lunghissimo periodo di assenza dai campi di gioco.
La Fiorentina, che lo aveva già ingaggiato, potrebbe recedere dal contratto, ma Piercesare Baretti decide di credere nel suo recupero. Dopo due anni di calvario esordisce in serie A il 21 settembre 1986, mentre per il suo primo gol nella massima divisione bisogna attendere il 10 maggio 1987, contro il Napoli di Maradona.
La stagione dopo si presenta a San Siro facendo "saltare il banco" (seconda giornata: Milan-Fiorentina 0 - 2) e l'Italia scopre il talento del ventunenne Baggio.
Negli anni seguenti è protagonista di una grande ascesa nel panorama calcistico italiano: i suoi numeri tecnici (e i tanti gol) incantano, la Fiorentina naviga nelle zone medio-alte della classifica e raggiunge una finale di coppa Uefa. Per questa sua partecipazione alla coppa Uefa, nel 1990 riceve il "Trofeo Bravo", unico ma importante premio vinto con la Fiorentina.
Il 16 novembre 1988 viene convocato per la prima volta in nazionale, in occasione del match contro l'Olanda. Segnerà 27 gol in 56 partite.
Rimane nel team viola fino al 1990, quando viene comprato dalla Juventus per 15 miliardi di lire tra le vibranti proteste della tifoseria fiorentina, con una rabbia dovuta alla coscienza di perdere colui che si è già affermato come fuoriclasse.
Il primo mondiale
Baggio, nello stesso anno, viene convocato dall'allora commissario tecnico della nazionale Azeglio Vicini per i mondiali di calcio di Italia '90 (giocherà con il numero 15). Sono le notti magiche nel segno di Totò Schillaci, ma Baggio, partito dalla panchina, non delude e, chiamato in causa, risponde sempre. Mette a segno un gol memorabile nella sfida contro la Cecoslovacchia partendo da metà campo e dribblando mezza squadra avversaria, e un ulteriore gol nella finale per il terzo posto contro l'Inghilterra, dopo aver brillantemente rubato la palla al portiere inglese Peter Shilton che stava per raccoglierla (da segnalare, nella medesima partita, il suo rifiuto di calciare il calcio di rigore per far vincere a Totò Schillaci la classifica cannonieri, cosa che fece con 6 reti).
Gli anni alla Juventus
Terminati i mondiali, Baggio inizia la sua avventura alla Juventus che durerà cinque anni e 78 reti. Sono gli anni della consacrazione internazionale del Codino, che vincerà coi colori bianconeri uno scudetto, una Coppa Italia e una Coppa Uefa.
Verrà inoltre premiato con il Pallone d'oro nel 1993 e col premio FIFA World Player nel 1994.
Non entrerà mai nel cuore dei dirigenti bianconeri e nemmeno del tutto in quello dei tifosi, soprattutto per i suoi trascorsi nella Fiorentina. E' celebre l'episodio in cui, alla sua presentazione alla stampa, si tolse la sciarpa bianconera e quando invece durante un Fiorentina-Juventus 1-0 dell'aprile 1991 non tirò un rigore, poi battuto e sbagliato da De Agostini, e andò a salutare i suoi ex tifosi con una sciarpa viola, in un'atmosfera contrastata e surreale, fatta di applausi e fischi. Incide anche il fatto che quelli sono anni avari di successi per la "vecchia signora": nonostante Baggio e altri campioni in rosa, in quel periodo imperversa il Milan di Capello
All'avvento di Marcello Lippi Baggio comincia a fare panchina: è una stagione in cui deve fare i conti con fastidiosi problemi fisici e la sua disponibilità è limitata.
Nel 1995 contribuisce però con un buon gruzzolo di gol alla conquista del suo primo scudetto. A campionato ancora in corso, la Juventus, per bocca del suo dirigente Bettega, rende noto che il rinnovo del contratto di Baggio, in scadenza alla fine della stagione, è in forse per le pretese del giocatore giudicate eccessive. Dopo un nulla di fatto, nell'estate del 1995 Baggio viene quindi venduto allo stesso Milan, dopo le continue pressioni su di lui del presidente Silvio Berlusconi.
Il mondiale americano
Per i mondiali 94 negli Stati Uniti, tutta l'Italia attende la sua nazionale. Per Roberto e la Juventus, la stagione 1993-1994, non è stata particolarmente riuscita. La Juventus arriva 2° in campionato senza mai realmente avere lottato contro l'AC Milan ed è eliminato ai quarti di finale della coppa UEFA. Baggio aveva fatto molta panchina, ma il selezionatore italiano, Arrigo Sacchi lo aveva sempre convocato in nazionale, considerandolo "un patrimonio del calcio italiano" e facendo di tutto per recuperarlo psicologicamente.
Inoltre la preparazione dell'Italia al mondiale, non è delle migliori: sconfitta 1-0 a Napoli dalla Francia, sconfitta 2-1 in Germania. Inoltre, Arrigo Sacchi, non sembra essere fissato né su un modulo di gioco, né su un gruppo tipo. Solo Roberto Baggio e alcuni giocatori del Milan (Baresi, Maldini, Costacurta, Donadoni) sono titolari inamovibili.
Italia-Irlanda:
Così, l'Italia comincia il suo primo incontro contro l'Irlanda usando lo schema tattico 4-4-2, mentre durante tutti gli incontri preparatori, l'Italia usava il 4-3-3. Roberto Baggio non gioca bene e l'Italia disputa la più brutta partita del mondiale. L'Irlanda si impone 1-0, con gol di Houghton al minuto 11 del primo tempo (pallonetto su Pagliuca colpevolmente fuori dai pali), e oltre alla mancanza di gioco dell'Italia, è la prestazione di Roberto Baggio che preoccupa i tifosi.
Italia-Norvegia:
Per il suo secondo incontro, l'Italia non può più sbagliare. Deve battere la Norvegia se vuole qualificarsi agli ottavi. Questa volta, tutto sembra avvenire per il meglio. L'Italia comincia bene la partita e Roberto Baggio sembra ben ispirato.
In occasione della prima azione norvegese, Gianluca Pagliuca, il portiere italiano, viene espulso dopo avere toccato il pallone con le mani oltre alla sua area di rigore. L'Italia si ritrova in 10, ed un giocatore deve uscire perché Luca Marchegiani, il portiere sostituente, possa entrare in campo. Arrigo Sacchi decide di far uscire Roberto Baggio. Nelle immagini televisive si vedono chiaramente i gesti e l'espressione di Roberto Baggio, e soprattutto il suo labiale, quando dice, riferendosi a Sacchi "Ma questo è pazzo!". L'episodio sarà all'origine delle incomprensioni tra Sacchi e Baggio fino alla fine della sua carriera.
L'Italia riesce al termine di un incontro incredibile a guadagnare la vittoria 1-0. È Dino Baggio, l' "altro Baggio", che segna il gol della vittoria. Tuttavia Franco Baresi si infortuna seriamente al menisco, e per numerosi osservatori il suo mondiale è già terminato.
Italia-Messico:
In occasione del terzo incontro, Italia e Messico pareggiano 1-1 (gol di Massaro per l'Italia e Bernal per il Messico), e come in occasione del primo incontro, Roberto Baggio è soltanto l'ombra di sé stesso, Gianni Agnelli in un intervista dice che somiglia a un "coniglio bagnato". L'Italia si qualifica agli ottavi come migliore terza. Agli ottavi si aspetta di affrontare l'Argentina di Batistuta e di Maradona. Ma gli argentini, privati di Maradona sospeso per doping, perdono contro la Bulgaria ed è la Nigeria che si classifica prima del suo gruppo e dunque giocherà contro l'Italia.
Italia-Nigeria:
A Boston, tutto comincia molto male per l'Italia: i Nigeriani campioni d'Africa aprono molto rapidamente e casualmente il punteggio. Questa volta per l'Italia, non ci sarà una seconda possibilità, occorre vincere o "tornare a casa". L'Italia gioca una prima frazione accettabile, con qualche sprazzo di bel gioco, nei limiti consentiti dalle assurde condizioni climatiche in cui si gioca (per esigenze televisive le partite si disputavano nel primo pomeriggio estivo).
La Nigeria si limita a controllare e verso la metà del secondo tempo l'Italia si spegne.
Ma gli azzurri non devono soltanto lottare contro la Nigeria, devono anche affrontare il terribile Brizio Carter, l'arbitro dell'incontro che fischia a senso unico. L'arbitro messicano espelle anche Gianfranco Zola, rientrato appena da 10 minuti, quando in verità il giocatore italiano non aveva toccato il suo avversario.
Il tempo passa e l'Italia perde sempre per 1-0. Ma all'88°, mentre tutto sembra perso, Roberto Baggio alla stregua di Paolo Rossi in occasione del Mondiale 82, decide di prendere in mano la partita. Roberto Mussi, dopo aver vinto un contrasto sulla destra, vede Roberto al limite dell'area, gli passa il pallone e Roby segna con un tiro rasoterra e angolato che entra alla destra di Rufai, il portiere nigeriano, vanamente proteso in tuffo: un colpo da biliardo. Nessuno ormai ci credeva, ma l'Italia pareggia.
Dopo non aver visto almeno due rigori indiscutibili, l'arbitro Brizio Carter, in un momento raro di lucidità, decide di accordare il terzo.
Roberto Baggio spiazza il portiere e lo trasforma con l'aiuto del palo. L'Italia vince 2-1. Il giorno dopo, la Gazzetta dello Sport intitolò: "ITALIA:" BAGGIOOOOOOOOOOO!!! in 10 contro 11, l'Italia batte l'arbitro... e la Nigeria "."
Italia-Spagna:
Ai quarti di finale, l'Italia batte la Spagna 2-1 (gol di Dino Baggio e di Roberto Baggio) Roberto Baggio segna quasi allo scadere un gol straordinario: Nicola Berti passa a Beppe Signori che lancia subito per Roby che involatosi verso l'area spagnola, aggira l'uscita di Zubizarreta e tira in porta da posizione impossibile beffando il ritorno disperato di un difensore spagnolo .
Italia-Bulgaria:
In semifinale, l'Italia batte la Bulgaria di Hristo Stoichkov per 2-1 (doppietta di Roberto Baggio).
Il primo gol è un'altra perla del numero 10 azzurro, riceve palla da una rimessa laterale si accentra dal vertice sinistro dell'area di rigore e beffa il portiere con un tiro a giro che entra sul secondo palo.
Il secondo gol lo segna con un preciso diagonale, su lancio millimetrico di Albertini, che entra a fil di palo alla destra del portiere bulgaro rimasto immobile. Lo stesso Albertini colpisce anche un palo nel primo tempo della partita meglio giocata dagli azzurri nel mondiale. Roberto Baggio si infortuna a fine partita ma decide di scendere lo stesso in campo contro il Brasile.
Italia-Brasile:
Si gioca nel primo pomeriggio allo stadio Rose Bowl di Pasadena, sobborgo di Los Angeles, con un caldo torrido; il CT della nazionale Arrigo Sacchi (ex allenatore del Milan pigliatutto a cavallo tra gli anni '80-'90) decide per l'occasione di rischiare sia il capitano Franco Baresi (rientrante dopo l'operazione al menisco) sia il Codino (gioca praticamente "stirato").
Mentre il primo disputerà una prestazione ad altissimo livello, Roby non riuscirà a raggiungere la forma delle partite precedenti.
Il match, difficile e teso, rimane bloccato sullo 0-0 sia ai regolamentari che ai supplementari. I rigori daranno la vittoria ai sudamericani per 3-2, con ultimo rigore sbagliato proprio da Baggio che tirerà altissimo sopra la traversa, dopo gli errori di Franco Baresi e Daniele Massaro.
Le parentesi al Milan e al Bologna
Baggio si trasferisce nell'estate del 1995 al Milan, guidato in quella stagione da Fabio Capello.
Qui vince nel primo dei due anni passati al Milan lo scudetto, il secondo per lui, ma non riesce ad essere considerato un "insostituibile" e si alternerà tra campo e panchina con Savicevic.
Non viene convocato per gli Europei del 1996, poi finiti in maniera infausta (eliminazione al primo turno) per la squadra italiana. L'arrivo di Arrigo Sacchi come nuovo allenatore, nell'autunno 1996, non migliora la situazione. L'estate successiva Baggio si presenta al raduno milanista con l'intenzione di restare, ma il nuovo allenatore, il rientrante Fabio Capello, non mostra alcuna fiducia in lui. La nuova gestione tecnica lo convince così ad abbandonare il Milan .
Baggio ha bisogno di giocare per guadagnarsi un posto tra i 22 che prenderanno parte alla spedizione francese. Decide così con umiltà di ripartire dal Bologna: sarà la stagione del record di marcature per lui, con ben 22 reti segnate in 30 partite, tanto da meritarsi la fiducia del ct della nazionale Cesare Maldini e la convocazione per il mondiale del 1998 in Francia a furor di popolo.
Il mondiale francese
Il mondiale di Francia '98 vivrà tutto sul cosiddetto "dualismo" tra Baggio e Del Piero. Cesare Maldini CT preferisce infatti puntuare sul talento di Del Piero.
Baggio, tuttavia, parte titolare contro il Cile nella prima partita dimostrandosi subito uno dei giocatori più in forma tra gli azzurri. Dopo aver giocato una bella gara e segnato il rigore del pareggio quasi al 90°, il CT inspiegabilmente lo confina in panchina preferendogli Alex Del Piero. Comunque Baggio riesce a segnare anche un'altra rete, contro l'Austria, nella terza giornata del girone eliminatorio di quel Mondiale.
In questo mondiale segnerà due reti, diventando così l'unico giocatore italiano ad aver segnato in tre mondiali diversi. L'eliminazione arriva ai quarti di finale, per mano della Francia, paese ospitante e futuro campione del mondo, ancora una volta ai calci di rigore. Baggio segnerà il primo di quell'infausta serie. Il rigore decisivo, calciato sulla traversa a portiere battuto sarà di Luigi Di Biagio.
Il rimpianto, per quello che poteva essere e non è stato, è accentuato dallo scampolo di partita concesso da Maldini al Codino: entrato dalla panchina, durante i tempi supplementari Baggio inventa l'unica azione italiana della partita e calcia di pochi centimetri alla destra di Barthez (portiere francese) ormai battuto.
Dall'Inter a fine carriera
Il richiamo dei grandi palcoscenici internazionali convince Baggio ad accettare l'offerta di un grande club. Così, in quella stessa estate Baggio si trasferisce all'Inter, guidata all'inizio di quella stagione da Gigi Simoni.
È una delle stagioni più controverse della squadra, che alla fine del campionato si trova quasi a lottare per non retrocedere (lo stesso Baggio ammise nella sua autobiografia "Una porta nel cielo" che se non avessero vinto 5-4 in casa della Roma a fine campionato, sarebbero retrocessi) con numerosi cambi d'allenatore (dopo Simoni, sono seguiti Lucescu e Hodgson e Castellini) che impediscono a Baggio di esprimersi al meglio con l'unica vera soddisfazione della doppietta realizzata in Champions League contro il Real Madrid campione in carica nei minuti finali della gara.
Nella seconda stagione arriva Marcello Lippi ad allenare la squadra, ma questi lo utilizza col contagocce. Al termine dei due anni di contratto, Baggio si congeda dall'Inter con una storica doppietta nello spareggio contro il Parma che regala ai neroazzurri l'ammissione ai premilinari di Champions League.
Sfuggita la convocazione agli Europei del 2000, Baggio decide di ritornare ad una squadra provinciale, trasferendosi al Brescia, sotto la guida di Carlo Mazzone. Baggio accetta, pur rifiutando le offerte di grosse squadre come Arsenal e Real Madrid, ma l'intenzione di restare in Italia ha una motivazione ben specifica: partecipare ai mondiali del 2002. Obiettivo mancato, a causa della rottura dei legamenti del ginocchio sinistro a tre mesi dalla fine del campionato, che dissuade il commissario tecnico della Nazionale Italiana Giovanni Trapattoni dal convocarlo, nonostante gli sforzi di Baggio per rientrare in perfetta forma e gli undici gol segnati in sole dodici partite. E pensare che Baggio, rientrato in soli 70 giorni (un record mondiale per la tipologia d'infortunio), segna ben tre gol nelle ultime tre partite di campionato. Alla terz'ultima, in casa della Fiorentina, segna un gol dopo appena due minuti dal suo ingresso in campo, e poco dopo raddoppia. Le reti vengono accolte da colorosi applausi anche da parte della tifoseria fiorentina. Nell'ultima di campionato Baggio riuscirà a salvare il Brescia dalla retrocessione con un gol decisivo.
Nella stagione successiva Baggio ne approffita per fare suoi alcuni record, e il 14 marzo 2004, durante il match contro il Parma, Roberto Baggio mette a segno il suo duecentesimo goal in serie A (a fine stagione saranno 205), soglia raggiunta solo da quattro altri "mostri sacri" del campionato italiano: Silvio Piola, Gunnar Nordahl, Giuseppe Meazza e José Altafini.
Roberto Baggio disputa a S.Siro (alla sua uscita a 5 minuti dalla fine tutto lo stadio si alza in piedi a tributarli un lungo applauso) la sua ultima partita a livello agonistico della sua lunga carriera il 16 maggio 2004 (Milan-Brescia 4-2, ultima giornata della stagione 2003-2004), non prima tuttavia di essere convocato, il 28 aprile 2004, per un'ultima volta in Nazionale, in occasione di una partita amichevole contro la Spagna (fino a quel momento soltanto Silvio Piola era stato celebrato in questo modo). L'affetto degli sportivi italiani per questo campione si esprime in ovazioni continue ogni qualvolta Baggio tocca palla durante la partita e in una standing ovation quando viene sostituito negli ultimi minuti. La partita terminerà col risultato di 1-1, con i gol di Fernando Torres e pareggio di Christian Vieri.
Al termine della stagione, in suo onore, il Brescia (che con lui in cabina di regia si salva per quattro anni di seguito, cosa che non gli riuscirà nella stagione seguente) ritira la maglia numero 10 da lui indossata per quattro stagioni.
Il futuro
Dopo essersi ritirato dall'attività agonistica, Roberto Baggio si è preso un lungo periodo di vacanza e riflessione. È proprietario di una fazenda in Argentina nella quale si reca spesso per trascorrere dei periodi di relax e per praticare uno dei suoi hobby preferiti: la caccia.
Tuttavia, nel corso del 2005 ha dichiarato che in un prossimo futuro potrebbe rientrare nel mondo del calcio: non come allenatore di club, in quanto non si ritiene ancora pronto a sedere su una panchina di una prima squadra, bensì all'interno dell'organigramma di qualche società. Ha già proposte da diverse società, tra cui l'Inter.
Recentemente, il nome di Baggio è stato da più parti accostato a un possibile ruolo dirigenziale all'interno della Juventus, in particolare per quanto riguarda la carica di vice-presidente, successivamente allo scandalo esploso nelle fasi finali del campionato 2005/2006.
Varie
Roberto Baggio si sposa giovanissimo con la compagna di sempre, Andreina, da cui ha tre figli: Valentina, nata nel 1990, Mattia, nato nel 1994, e l'ultimo arrivato, Leonardo, nato nel 2005. Uno dei fratelli di Roberto, Eddy, consegue comunque un'attività agonistica nei campionati di serie B, C1 e C2 abbastanza soddisfacente.
Roberto Baggio è un devoto buddhista: diventò praticante durante i suoi anni a Firenze, quando abitava a Sesto Fiorentino e un suo caro amico gli consigliò di provare con questa fede: lui non la abbandonò più; anche per tale motivo egli è particolarmente amato in Estremo Oriente, specialmente in Giappone, dove numerose squadre hanno provato in passato ad ingaggiarlo come giocatore nel locale campionato, ma senza esito. Infatti dopo l'esperienza con l'Inter, nell'estate del 2000 ammise che un'esperienza nel calcio giapponese gli sarebbe piaciuta, ma alla fine optò per una soluzione più vicina a casa e passò al Brescia.
Baggio ha anche scritto una sua autobiografia, pubblicata nel 2001 col titolo Una porta nel cielo (Limina Edizioni, ISBN 88-88551-92-1), nella quale, tra le altre cose, oltre a raccontare i periodi difficili susseguenti ai suoi gravi infortuni, descrive e approfondisce i suoi rapporti difficili con numerosi suoi passati allenatori, in particolare riferendosi a Marcello Lippi, da lui conosciuto prima nel suo ultimo anno alla Juventus poi nel periodo interista, ma anche elogiando le doti di alcuni altri come Giovanni Trapattoni, Carlo Mazzone e Gigi Simoni.
Nel corso del 2006 Roberto, sebbene ritirato dall'attivita agonistica da oltre due anni, ha ricevuto un'offerta per tornare in campo dalla squadra australiana del Sydney FC e dal neo allenatore del Livorno Carlo Mazzone: il Divin Codino ha rifiutato a causa dei suoi problemi fisici, i quali lo hanno costretto al "ritiro forzato". Precedentemente si era parlato di un interessamento da parte del Boca Juniors, che voleva ingaggiare un numero 10 di fama mondiale nell'anno del suo centenario.
Palmarès
- 1 Guerin d'oro come miglior calciatore di serie C nel 1985, quando giocava nel Vicenza.
- 1 Bravo nel 1990 con la Fiorentina.
- Terzo ai mondiali Italia '90.
- 1 Pallone di Platino nel 1993 con la Juventus.
- 1 Coppa Uefa nel 1992/93 con la Juventus.
- 1 Pallone D'oro nel 1993 con la Juventus.
- 1 Onze D'Or nel 1993 con la Juventus.
- 1 World Soccer nel 1993 con la Juventus
- Vicecampione del mondo con la Nazionale nel campionato del mondo USA '94.
- 2 scudetti: 1994/95 con la Juventus, 1995/96 con il Milan.
- 1 Coppa Italia nel 1994/95 con la Juventus.
- 1 Fifa World Player nel 1993 con la Juventus.
- 1 Guerin d'Oro dell'Amicizia nel 1996 con il Milan.
- Azzurro del secolo nel 2000.
- Guerin d'oro nel 2001 con il Brescia.
- Premio Scirea alla carriera.
- Quarto calciatore di sempre (alle spalle di Pelè, Maradona e Eusebio) in un sondaggio mondiale promosso dalla Fifa via internet, in occasione del suo centesimo anniversario.
- Roby ha vinto il premio " The Champions Promenade - Golden Foot 2003".
- Unico calciatore italiano della storia ad aver segnato in tre differenti edizioni di un mondiale.
Bibliografia
- Roberto Baggio, Una porta nel cielo, 2001, Limina Edizioni, ISBN 88-88551-92-1
- Giorgio Comaschi, Il rapimento di Roberto Baggio, 2003, Pendragon, ISBN 88-83422-27-9
- Enzo Catania, Toccato da Dio. Le sette vite di Roberto Baggio, 2001, Limina Edizioni, ISBN 88-86713-76-2
- Italo Cucci, Roberto Baggio, 1999, Gremese, ISBN 88-77422-55-6
- Mario Sconcerti, Baggio vorrei che tu Cartesio e io... Il calcio spiegato a mia figlia, 1998, Baldini Castoldi Dalai, ISBN 88-80894-93-5
- Darwin Pastorin, Ti ricordi, Baggio, quel rigore? Memoria e sogno dei mondiali di calcio, 1998, Donzelli, ISBN 88-79893-97-1
Voci correlate
Collegamenti esterni
- Il sito ufficiale di Roberto Baggio
- Una porta nel cielo: l'autobiografia di Roberto Baggio
- Baggio Etrusco: Roberto Baggio riflesso nello specchio dell'arte
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