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Lo stesso argomento in dettaglio: Tachanun e Tzaddiq.

Il Pentimento nell'ebraismo, chiamato Teshuvah o Teshuva (in ebraico תשובה?, letteralmente "ritorno"), è il modo di espiare i peccati nell'ebraismo, spesso raggiungendo la redenzione, anche individuale.

Secondo lo Shaarei Teshuva (lett. "Porte del Pentimento") in ebraico שערי תשובה?, un'opera standard di etica ebraica scritta da Yonah ben Abraham Gerondi (di Gerona), se qualcuno commette un peccato, un atto proibito, può essere perdonato per quel peccato se fa teshuva, il che comprende diversi passaggi.[1]

Origine della Teshuvah

Secondo il Talmud il pentimento è stato tra le prime cose che Dio ha creato, prima ancora dell'universo fisico (Nedarim 39b).[2] Quando il Tempio di Gerusalemme era attivo, all'ebreo veniva richiesto di portare i vari sacrifici a seconda dei tipi di peccato. Sebbene i sacrifici fossero dovuti, la parte più essenziale era teshuvah e la persona che eseguiva il sacrificio doveva confessare i suoi peccati. Attualmente, con il Tempio distrutto, l'espiazione può tuttavia essere ancora concessa facendo teshuvah.

Passaggi e caratteristiche della Teshuvah

  • Deplorare/riconoscere il peccato;
  • abbandonare il peccato;
  • preoccuparsi delle conseguenze future del peccato;
  • agire e parlare con umiltà;
  • agire in modo opposto a quello del peccato (per esempio, per il peccato di mentire, si deve dire la verità);
  • comprendere la grandezza del peccato;
  • astenersi da peccati minori al fine di salvaguardare se stessi contro la commissione di peccati più gravi;
  • confessare (in ebraico וִדּוּי Viddui?) il peccato;
  • pregare per espiarlo;
  • correggere il peccato in ogni modo possibile (per esempio, se uno ha rubato un oggetto, l'oggetto rubato deve essere restituito o se si calunnia un'altra persona, il calunniatore deve chiedere perdono alla parte lesa);
  • perseguire opere di Chesed in ebraico חסד carità? e di verità;
  • ricordare il peccato per il resto della propria vita;
  • astenersi dal commettere lo stesso peccato se la tentazione si presenta di nuovo;
  • insegnare agli altri a non peccare.

Guide al processo di pentimento nell'ebraismo si possono trovare presso la letteratura rabbinica, in particolare Maimonide sul suo “Regole del Pentimento della Mishneh Torah.

Yom Kippur, giorno di pentimento ed espiazione

Particolarmente adatto per fare teshuvah è lo Yom Kippur (יום כפור yom kippùr, Giorno dell'espiazione), giorno di digiuno e uno degli Yamim Noraim (HE) , letteralmente "Giorni terribili" (più propriamente "Giorni di timore reverenziale"). Gli Yamim Noraim vanno da Rosh haShana a Yom Kippur, che sono rispettivamente i primi due giorni e l'ultimo giorno dei Dieci Giorni del Pentimento. In questo giorno gli ebrei fanno di tutto per assicurarsi di aver svolto teshuvah prima della fine della giornata.

Ritorno a Dio

  Lo stesso argomento in dettaglio: Messia.

Si ritiene che la Teshuvah costituisca un ritorno a Dio da uno stato di allontamento sia interiore e spirituale sia pratico o materiale; il ritorno a Dio nella Teshuvah connota un legame di fede più forte ed un attaccamento a Dio, alla Torah ed alle Mizvot vivo e tenace.

Tramite la Teshuvah completa si è certi di essere registrati nel Libro della vita di Dio.

Non è favorita da Dio la Teshuvah che sia abbia intenzione di compiere nel momento in cui si desideri fare una trasgressione credendo che, anche seguendo l'inclinazione malvagia per il peccato, si possa fare quindi ciò che è avverso a Dio ed alla condotta delle Mitzvot.

La Teshuvah può avvenire sia per peccati o trasgressioni gravissimi sia per quelli lievi, anche per uno soltanto.

Il Talmud, in Pirkei Avot, spiega che tutti gli uomini fedeli possono riuscire a pentirsi anche un'ora prima della morte.

Colui che ha completato il percorso della Teshuvah, se divenuto Zaddiq completo, viene ritenuto persino superiore ad uno Zaddiq completo che mai ebbe peccato (invero non esistono individui che mai abbiano peccato ma per quest'ultimo caso si intende uno Zaddiq completo che mai diresse nel peccato la propria vita).

La Teshuvah può essere compiuta con gioia e, anche qualora venga inizialmente vissuta con tristezza o vi si possano vivere momenti di dolore interiore, poi essa viene certamente terminata con gioia; non deve quindi essere vissuta solo nel dolore interiore (cfr Fede). La Teshuvah risulta correlata al successo nel legame con la redenzione proprio per la forza della fede in Dio.

Casi noti

Adamo incontra Caino

Poco tempo dopo il peccato di Caino, Adamo lo incontrò e gli sembrava fosse redento infatti, sino a quel momento, Dio gli aveva concesso il perdono per metà della sua punizione: alle sue domande Caino rispose dicendo che aveva compiuto Teshuvah così ottenendo il perdono di Dio; Adamo, stupito e dicendogli che non pensava che la Teshuvah potesse espiare completamente, si accorse di aver forse perso tempo dopo il suo peccato senza pentirsi e così si impegnò per fare Teshuvah; in seguito anche Caino continuò la Teshuvah.

Non ebrei che hanno compiuto la Teshuvah

  • Il padre di Avraham Terach compì Teshuvah alla fine dei suoi giorni: per questo di Avraham, quando morì, è scritto che si riunì alla "sua gente".
  • Agar, serva di Sarah e sposa di Avraham, compì la Teshuvah dopo essere stata allontanata e per questo Dio le cambiò il nome in Qeturah (cfr Avraham e Yosef).
  • ...

Nella storia ebraica

Ruben per il fatto del fratello Giuseppe

  Lo stesso argomento in dettaglio: Ruben (tribù).

Episodi nel Talmud

L'era messianica

La Teshuvah risulta essere la causa predominante della redenzione infatti viene insegnato che chi tra gli ebrei non compie la Teshuvah spontaneamente è condotto ad essa da Dio: ogni ebreo devoto e zelante (cfr Zaddiq) deve essere coinvolto ed incluso nell'era messianica per volere di Dio.

Note

  1. ^ Yonah Ben Avraham di Gerona. Shaarei Teshuva: The Gates of Repentance. Trans. Shraga Silverstein. Gerusalemme, Israele: Feldheim Publishers, 1971.
  2. ^ Scherman, Nosson. "An Overview — Day of Atonement and Purity." An Overview. The Complete ArtScroll Machzor: Yom Kippur. By Scherman. Trad. Scherman. Brooklyn, NY: Mesorah Publications, 2008. XIV-XXII.

Voci correlate

Collegamenti esterni

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