Utente:Itaka1960/Sandbox

Versione del 21 gen 2013 alle 20:06 di Itaka1960 (discussione | contributi) (ripulita sandbox e avviato nuovo lavoro)

La Dichiarazione di Teheran (anche Comunicato di Teheran) fu una dichiarazione congiunta di pace redatta nella capitale dell'Iran il 7 maggio 1992, con le mediazione del president Ali Akbar Hāshemi Rafsanjāni, tra i presidenti Yagub Mammadov (Azerbaigian) e Levon Ter-Petrossian (Armenia). L'intenzione alla base di questa dichiarazione era quella di porre fine alla conflittualità etnica che contrapponeva armeni ed azeri per il controllo del Nagorno Karabakh e raggiungere un accordo di pace.

Antefatto

Il contenzioso riguardante l'Oblast Autonomo del Nagorno Karabakh si era riacceso nel 1987 con la petizione popolare cui il Soviet locale richiedeva l'annessione della regione alla Repubblica Socialista Sovietica Armena svincolandosi così dalla Repubblica Socialista Sovietica Azera[1] alla quale era stata attribuita da Stalin nel 1921 nonostante i pareri contrari dei Congressi del popolo tra il 1918 ed il 1920. Nel febbraio del 1988 il soviet del Nagorno Karabakh aveva votato il passaggio al soviet dell'Armenia.[2] Pochi giorni dopo si era avuto il pogrom di Sumgait, a novembre quello di Kirovabad. Negli anni a seguire la tensione tra armeni ed azeri aumentò ulteriormente. Dopo la secessione dell'Azerbaigian dall'Unione sovietica il 30 agosto 1991, il soviet del Nagorno Karabakh in virtù della legislazione all'epoca vigente dichiarò la nascita della repubblica del Nagorno Karabakh il 2 settembre, mentre il 21 settembre anche l'Armenia lasciava ufficialmente l'Urss.[3] Il 31 gennaio 1992 inizia ufficialmente la guerra allorché migliaia di soldati azeri lasciano la città di Agdam ed entrano nel territorio del Nagorno Karabakh il cui capoluogo viene fatto oggetto di un incessante bombardamento.[4] I primi mesi di guerra registrano violenti combattimenti e stragi mentre migliaia di profughi abbandonano le aree dove più violento è lo scontro

Iniziative diplomatiche

L'Iran, vuoi per la vicinanza geografica, vuoi perché una parte dei profughi azeri preme sui suoi confini, vuoi per un interesse geopolitico, cerca di avviare una trattativa negoziale fra le parti. Il 20 marzo riesce a far entrare in vigore una tregua che però ha vita effimera, mentre l'inviato dellOnu, Cyrus Vance arriva nella regione accolto a colpi di mortaio.[5] L'inviato iraniano Mahmoud Vaezi porta avanti una diplomazia cosidetta "navetta", compiendo frequenti viaggi da una capitale ad un'altra al fine di riuscire ad organizzare l'incontro di maggio.

La dichiarazione

Durante i colloqui tra i leader armeni ed azeri fu deciso che sarebbero stati organizzati incontri tra i rappresentanti di alto livello di entrambi i paesi, incluso il personale militare e che tutte le dispute tra le parti si sarebbero risolte con mezzi pacifici sulla base dei principi della Conferenza per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (CSCE, ora OSCE e del diritto internazionale. Le parti si impegnarono ad attenersi alle norme del diritto internazionale e alla Carta delle Nazioni Unite per assicurare la pace e la stabilità dei confini come pure risolvere la crisi dei rifugiati. Come risultato dei colloqui, le parti concordarono di aprire tutte le comunicazioni come conseguenza della visita dell'inviato iraniano Mahmoud Vaezi a Baku, Step'anakert e Yerevan e coinvolgere la CSCE per la continuazione degli sforzi di mediazione.

Fallimento del negoziato

However, the peace efforts failed the next day, when Armenian troops attacked and captured the Azerbaijani town of Shusha on May 8, 1992 forcing 23,156 ethnic Azerbaijanis out,[1] in violation of the ceasefire agreement.[6][7][8] This significantly undermined the outcome of the peace efforts.[9] Official Baku relied on assurances from Tehran on keeping the ceasefire but with loss of Shusha, even before Yagub Mammadov returned to Baku, Iran was considered morally responsible by Azerbaijani authorities.[10] Final effort of Vaezi to mediate a ceasefire after fall of Shusha with his visit to Baku and Yerevan did not succeed due to escalation of conflict and capture of Lachin by Armenian troops on May 18, 1992.[11] As a result, Iranian authorities emphasized that Iran would not accept any border changes hinting at its disapproval of the Armenian approach of the conflict.[12]


Note

  1. ^ E.Aliprandi, Le ragioni del Karabakh, AndMyBook, 2010, pagg. 31-34
  2. ^ N.Hovhannisyan, Il problema del Karabakh, Ed. Studio 12, 2011, pag. 56
  3. ^ E.Aliprandi, ibidem, pagg. 64 e segg.
  4. ^ E.Aliprandi, ibidem,pag. 68
  5. ^ E.Aliprandi, ibidem, pag.74

Voci correlate

  • [[Guerra del Nagorno-Karabakh
  • [[Principi di Madrid
  • [[Accordo di Bishkek
  • [[Dichiarazione di Zheleznovodsk