Villasor
Villasor (Bidda de Sorris o Biddesorris in sardo) è un comune italiano di 7.065 abitanti della provincia di Cagliari.
Villasor comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Città metropolitana | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Walter Marongiu (lista civica) dall'11-6-2012 |
Territorio | |
Coordinate | 39°23′00″N 8°56′00″E |
Altitudine | 26 m s.l.m. |
Superficie | 86,61 km² |
Abitanti | 7 008[1] (31-12-2010) |
Densità | 80,91 ab./km² |
Comuni confinanti | Decimomannu, Decimoputzu, Monastir, Nuraminis, San Sperate, Serramanna (VS), Vallermosa, Villacidro (VS) |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 09034 |
Prefisso | 070 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 092101 |
Cod. catastale | M025 |
Targa | CA |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[2] |
Nome abitanti | Sorresi |
Patrono | san Biagio |
Giorno festivo | 3 febbraio |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
Il territorio è attraversato dalla linea ferroviaria Cagliari-Golfo Aranci e dalla S.S. 196 (tra Decimomannu e Guspini), dalla quale si diparte la diramazione S.S. 196/d verso Samassi.
Storia
Nel territorio sono attestate presenze risalenti alla civiltà nuragica (resti di nuraghi e complesso denominato Su Sonadori). La presenza di colture cerealicole è testimoniata a partire dal periodo punico. Lo sfruttamento agricolo proseguì in epoca romana, e nel territorio si riscontra la presenza di necropoli, dei resti di un ponte in località Ponti Perda e di un piccolo insediamento presso la sorgente termale di s’Acqua Cotta.
Villasor divenne un distinto centro in epoca bizantina. Intorno all'anno 1000 vi si trovava la chiesa oggi scomparsa di Santa Maria di Gippi (Non di Santa Sofia, come erroneamente riportato in diversi testi, la quale si trovava a Decimoputzu) di cui si conservano dei frammenti marmorei con iscrizioni in greco nel Museo archeologico di Cagliari.
Nel periodo giudicale il territorio di Villasor era compreso nel Giudicato di Calari (Cagliari) e faceva capo alla curatoria di Gippi, o di parte Ippis o Jppis.
Agli inizi del XV secolo il paese, distrutto nel corso delle lotte tra le famiglie Aragona e Arborea e a causa delle incursioni dei pastori barbaricini, i quali svernavano nella zona, si era spopolato, come anche molti villaggi vicini. Nel 1414 Giovanni Sivilleri venne infeudato della curatoria di parte Ippis. La carta di infeudazione, datata al 27 ottobre, riporta come ancora popolate le seguenti ville: Ippis Suso e Jossu, Leni, Pau de Vinias, Capo di Pau Suso e di Pau Josso, Nispidi, Anquesa, Fanari Susu e Josso, Serramanna, Decimoputzu, Ussana, Seibellas e Sorris. e ottenne dall’arcivescovo di Cagliari, Pietro Spinola, il permesso di costruire un castello o una casa fortificata accanto alla vecchia chiesa parrocchiale di Santa Maria a Sorris. Sorris venne a costituire un punto di attrazione per gli abitanti della zona, e si ingrandì fino a divenire il capoluogo della curatoria.
Nel 1537 Carlo V creò a Villasor una omonima contea e nominò primo conte Biagio Alagon (30 settembre). Nel 1594 Filippo II, elevò la contea a marchesato e il primo marchese fu Giacomo Alagon (17 novembre). Nel 1610 vi fu fondato un convento di Osservanti e nel 1630 un secondo, di frati Cappuccini.
A Villasor ebbe sede una compagnia di formazione della cavalleria miliziana. La carica di comandante della Compagnia di cavalleria miliziana di Villasor divenne ereditaria per i primogeniti della nobile famiglia Vaquer di Villasor (originaria dell'Aragona) sicuramente a partire da Giovanni Battista Vaquer (n. 1662) figlio di Giuseppe, di Nicolò, di Jaume (+ 8 dicembre 1612), da cui passò a Giovanni Paolo Vaquer (1691 - 1749), al nob. cav. don Francesco Vaquer (1730 - 1801), al nob. cav. don Giuseppe Andrea Vaquer (1767 - 1825), al nob. cav. don Pietro Vaquer (1806 - 1889) che la mantenne fino alla sua soppressione nel 1832 quando gli fu offerto da S.M. il re Carlo Alberto il grado di Maggiore del Reggimento "Cavalleggeri di Sardegna" che però preferì non accettare, per seguire l'importante proprietà fondiaria della famiglia.
La carica di Sindaco Apostolico, Conservatore ed Economo del convento di San Michele Arcangelo dei Minori Osservanti di Villasor divenne ereditaria per la nobile famiglia Vaquer di Villasor, i cui membri avevano il privilegio insieme a pochi altri illustri personaggi di esservi sepolti. Tale carica fu rivestita per lo più dal ramo dei Vaquer Paderi che si trasferirà poi a Villanovafranca. Tale carica fu ricoperta sicuramente dal nob. cav. don Rocco Vaquer (1778 - 1826), da cui passò ai figli nob. cav. don Antioco Vaquer Paderi (1814 - 1861), nob. cav. don Vincenzo Vaquer Paderi (1816 - 1872) e nob. cav. don Michele Vaquer Paderi (1824 - 1885).
Personalità legate a Villasor
- Gigi Porceddu, scultore
- Biagio Arixi, scrittore
Evoluzione demografica
Abitanti censiti[3]

Etnie e minoranze straniere
Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2010 la popolazione straniera residente era di 177 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:
Marocco 71 1,01%
Luoghi d'interesse
- Castello di Villasor, edificato nel XV secolo, era la dimora fortificata dei marchesi di Villasor; oggi è sede della biblioteca comunale e ospita varie iniziative culturali.
- Chiesa di San Biagio
- Chiesa di Sant'Antioco ed ex convento dei Cappuccini
- Chiesa di Santa Vitalia
Note
- ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2010.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Dati tratti da:
- Popolazione residente dei comuni. Censimenti dal 1861 al 1991 (PDF), su ebiblio.istat.it, ISTAT.
- Popolazione residente per territorio – serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno.
Bibliografia
- Manlio Brigaglia, Salvatore Tola (a cura di), Dizionario storico-geografico dei Comuni della Sardegna, 5 (S-Z), Sassari, Carlo Delfino editore, 2006, ISBN 8-871-38430-X.
- Francesco Floris (a cura di), Grande Enciclopedia della Sardegna, Sassari, Newton&ComptonEditori, 2007.
Voci correlate
Altri progetti
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