Nazionale maschile di calcio dell'Ungheria

rappresentativa nazionale maschile di calcio dell'Ungheria

La Nazionale di calcio ungherese (ungherese: Magyar labdarúgó-válogatott) è la squadra di calcio che rappresenta l'Ungheria nelle varie competizioni ufficiali o amichevoli riservate a squadre nazionali ed è posta sotto l'egida della Federazione calcistica ungherese.

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Uniformi di gara
Manica sinistra
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Maglietta
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Manica destra
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Pantaloncini
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Calzettoni
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Casa
Manica sinistra
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Maglietta
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Manica destra
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Pantaloncini
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Calzettoni
Calzettoni
Trasferta
Sport Calcio
ConfederazioneUEFA
Selezionatore{{{Selezionatore}}}
Ranking FIFA30^ (novembre 2012)
Sponsor tecnicoAdidas
Esordio internazionale
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Migliore vittoria
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Peggiore sconfitta
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E' stata, sino agli anni settanta del XX secolo, una delle rappresentative più valide e temute. Ha vinto tre Tornei Olimpici di calcio (record olimpico) e conta nove partecipazioni ai campionati mondiali (finalista nel 1938 e nel 1954, ultima partecipazione nel 1986) e due a quelli europei. Tra gli altri trofei conta anche una Coppa Internazionale (edizione 1948-1953).

Tra i calciatori più famosi che vi hanno giocato ci sono Ferenc Puskás e Flórián Albert (Pallone d'oro 1967). Proprio Ferenc Puskás, nel 2005, è stato il giocatore scelto dalla Federazione nazionale come Golden Player, ovvero il miglior calciatore del primo mezzo secolo di vita dell'UEFA, oltre che l'unico ungherese inserito dal grande Pelé nei FIFA 100, lista dei migliori cento calciatori della storia stilata per commissione della FIFA stessa per celebrarne il centenario (2004).

Gioca tradizionalmente in maglia rossa, pantaloncini bianchi e calzettoni verdi.

Storia

Dal XIX secolo alla Prima Guerra Mondiale

 
Alfréd Hajós è stato anche calciatore della Nazionale

Il gioco del calcio si approda in Ungheria a partire già dagli anni Settanta del XIX secolo, importato dagli inglesi. Le prime fonti attestate sul nuovo football risalgono al 1879, quando Lajos Molnár pubblica un libro in cui sono esposte delle metodologie di lavoro atletiche ad esso attinenti. Più tardi, nel 1890, il giornale Sport-Világ cura un opuscolo in cui illustra il regolamento di questo sport grazie a Mihály Bély e Manó Szaffka.

In virtù dell'Ausgleich l'Ungheria ha diritto ad avere una Federazione calcistica separata da quella austriaca, e così il 19 gennaio 1901 nasce la Magyar Labdarúgó Szövetség (MLSZ) con presidente Géza Jász. Nello stesso anno prende il via il primo campionato di calcio, che viene vinto dal Budapesti Torna Club, mentre i migliori calciatori sono selezionati per tre incontri amichevoli contro gli Inglesi del Richmond AFC (sconfitta 0-4) e Surrey Wanderers (sconfitte 1-5 e 1-6). Il 12 ottobre 1902 viene invece giocata la prima partita della Nazionale ungherese che, guidata dal giornalista Ferenc Gillemot in qualità di primo Commissario tecnico e dal poliedrico atleta Alfréd Hajós in campo, viene sconfitta dall'Austria con risultato finale di 0-5.

Come dimostrano i continui cambi di allenatore (quattro in sei anni), la rappresentativa magiara faticò all'inizio ad emergere e formare un gruppo consolidato. Frigyes Minder fu il primo selezionatore che riuscì a sollevare la squadra.

Il 26 maggio 1910 a Budapest venne programmatala seconda partita della Nazionale di calcio italiana, guidata da Umberto Meazza. Al termine dell'incontro i Magiari vinsero con il risultato di 6-1, con reti di Imre Schlosser (a segno due volte), Weisz, Karoly, Dobo, Korody e dell'italiano Rizzi.

Il nucleo principale della compagine era costituito da giovani, anche minorenni, come Schlosser-Lakatos autore di una doppietta contro gli Azzurri, più volte gólkirály e più longevo calciatore in nazionale maggiore (dal 1906 al 1927), appartenente al FTC, società che tra il 1908 e il 1913 conquistò cinque campionati di fila.

Successivamente la selezione ungherese cominciò ad imporsi contro nazionali già affermate. Furono quelli, infatti, gli anni della nascita della cosiddetta Scuola danubiana, che faceva capo ad Austria (nota anteguerra come Wunderteam, "Squadra delle meraviglie"), Boemia e alla stessa Ungheria, i tre principali Paesi dell'Impero austro-ungarico attraversati proprio dal fiume Danubio. Nel 1912 partecipò ai giochi olimpici, ma il Regno Unito vinse per 7-0 estromettendo i Magiari dal resto del torneo.

Anni Venti e Trenta

 
György Orth, in nazionale dal 1919 al 1926

Dopo la Prima guerra mondiale, lo scenario politico cambiò: l'Ungheria divenne indipendente, ma in seguito al Trattato del Trianon perse gran parte del proprio territorio. Nonostante ciò lo scenario calcistico non subì drastici cambiamenti.

La prima competizione post-guerra a cui prese parte furono i giochi olimpici del 1924. Nel primo turno fu vittoria contro la Polonia (5-0, doppietta della "stella" della squadra Ferenc Hirzer). Nel secondo turno, però, l'Egitto riuscì a vincere per 3-0 ai danni dei rossi di Budapest.

Nel 1930, il presidente FIFA Jules Rimet organizzò i primi Mondiali di calcio. La MLSZ decise però di non far partecipare la propria rappresentativa nazionale ai mondiali 1930 tenutisi in Uruguay a causa delle eccessive spese di viaggio.

 
Italia-Ungheria, finale del Mondiale del 1938

Decise invece di partecipare alla rassegna successiva in Italia, ai mondiali 1934, dove però l'Ungheria non figurò molto bene. Dopo la vittoria per 4-2 contro un inesperto Egitto, venne eliminata subito nei quarti dalla tradizionale rivale austriaca, vittoriosa per 2-1.

Nel 1938, al Mondiale di Francia, fu decisamente più soddisfacente, dato che l'Ungheria si arrese soltanto ai campioni in carica italiani in finale dopo una trionfale cavalcata, guidata da György Sárosi e Gyula Zsengellér, rispettivamente mezz'ala destra del Ferencváros e centravanti-interno dell'Újpest, le due stelle della squadra. Dopo il deludente Mondiale di quattro anni prima era effettivamente iniziato un nuovo capitolo della storia della nazionale ungherese. L'esordio fu strepitoso, nonostante fosse conosciuta la scarsa qualità tecnica degli avversari: infatti, negli ottavi di finale, i Magiari travolsero letteralmente le Indie Olandesi con il risultato di 6-0, con a segno proprio Sárosi e Zsengellér, autori di una doppietta a testa. Ai quarti, nel turno successivo davanti a 14.000 spettatori, a farne le spese fu la Svizzera, che cadde, ancora una volta sotto i colpi dei due calciatori più rappresentativi, per 2-0. Al leggendario Parco dei Principi si assistette ad un'altra vittoria di stampo ungherese, con la Svezia battuta per ben 5-1 con nuovamente Sárosi a segno una volta e Zsengellér due.

I tifosi in attesa della finale di Colombes erano circa 60 000, cifra importante per l'epoca. I Magiari si presentavano alla prima finale mondiale della loro storia e di fronte avevano i campioni del mondo in carica. Aprì le danze Gino Colaussi al 6' per gli Azzurri ma rispose Pál Titkos dopo due minuti di gioco. Fu il gol di Silvio Piola a riportare in vantaggio l'Italia al 16º minuto, mentre al 35' Colaussi firmò la propria doppietta, constendo all'Italia prende il largo sugli avversari. A nulla servì il gol di György Sárosi al 70'. Dodici minuti più tardi si concretizzò la doppietta di Piola. La Coppa Rimet tornò a Roma dopo soli quattro anni, infrangendo il sogno ungherese. Ma furono i cannoni della Seconda guerra mondiale a fermare di nuovo il calcio.

1948-1956: l'Aranycsapat

La nascita del mito

Passò la guerra, così come Sárosi, divenuto un allenatore importante proprio in quell'Italia che nel 1938 lo aveva privato del titolo di Campione del mondo. Zsengellér, invece, era oramai anziano e sulla via del ritiro. La guida della nazionale nel frattempo era passata sotto un tecnico rivoluzionario: Gusztáv Sebes, un ex-calciatore di poca fama che, con i colleghi Béla Guttmann e Márton Bukovi, fu promotore dello schieramento 4-2-4.

La rosa era costituita prevalentemente da giocatori della Honvéd, la squadra dell'esercito.

La geniale invenzione del CT fu quella di schierare l'interno destro Nándor Hidegkuti nel ruolo di centravanti arretrato a sostegno delle due punte (Sándor Kocsis e Ferenc Puskás) durante una partita con la Finlandia, così come era già stato fatto con Péter Palotás poco tempo prima. Si passava quindi dal normale sistema, modulo in voga i quegli anni, ad una sorta di 3-2-3-2, meglio noto come MM.

Olimpiadi 1952

Nel 1952 prevalse al torneo calcistico dei giochi olimpici segnando venti gol e subendone solo due. Il 15 luglio 1952 vinse con il punteggio di 2-1 contro Romania. Sei giorni dopo un gol di Puskás e due di Hidegkuti "vendicarono" la sconfitta del 1938 contro l'Italia. Il 24 luglio la Turchia venne sconfitta con il risultato di 7-1. I Magiari si dimostrarono di nuovo bestie nere dei Blågult e quattro giorni dopo vinsero per 6-0. Arrivò il momento della finale. Il 2 agosto 1952 a Helsinki, Puskás e compagni superarono per 2-0 la Jugoslavia.

 
Schieramento dell'Aranycsapat

Successivamente, i Magiari vinsero l'edizione della Coppa Internazionale 1948-1953 con Puskás capocannoniere con dieci marcature.

1953: prima vittoria in Inghilterra

Il 25 novembre 1953 i "maestri" del calcio, i britannici, festeggiarono il 90º anniversario della nascita della Football Association, così i vertici del calcio d'oltre Manica decisero di celebrare tale avvenimento con un'amichevole tra l'Inghilterra ed una grande compagine del momento. La scelta dell'avversario ricadde sull'Ungheria fresca campione olimpica.

L'invito fu ben accetto dall'MLSZ che inviò la propria selezione nazionale. Al Wembley Stadium andò di scena la più umiliante sconfitta del calcio inglese sino a quel momento. Per la prima volta i "maestri" perdevano nel loro stadio contro una squadra non britannica. Il risultato parlò chiaro: 3-6 per i magiari. (in gol Jackie Sewell, Stan Mortensen e Alf Ramsey per i Tre Leoni; Nándor Hidegkuti tre volte, Ferenc Puskás due volte e József Bozsik per i Magiari) Nacque così il mito dell'"Aranycsapat" (ung. squadra d'oro).

 
Monumento alla memoria dell'Aranycsapat a Seghedino

La nazionale di Sebes compirà altre grandi imprese, come quella di rimanere imbattuta per due anni. L'evento, comunque, fu sensazionale. Una partita senza precedenti in cui, secondo le testimonianze, l'intensità fu tale che la palla non uscì fuori dal terreno di gioco per tutto il primo tempo tranne in occasione dei gol.

Ferita, la nazionale dei Tre leoni chiese la rivincita. Il 23 maggio 1954, al Népstadion di Budapest, l'Inghilterra subì la più pesante sconfitta della sua storia: un incredibile 7-1. Aprì le danze Mihály Lantos con un gol su calcio di punizione. Infierirono poi ai danni degli inglesi Puskás, Kocsis (a segno due volte), Tóth e Hidegkuti. Broadis segnò l'unica marcatura britannica, ma è poi il solito Puskás che chiuse la partita sul punteggio di 7-1. Ancora oggi questa partita è ricordata come la sconfitta della nazionale inglese con più reti di scarto. Solo allora i Tre leoni si resero conto che la loro superbia assunta con il passare degli anni li ha in realtà "lasciati indietro" rispetto alle altre squadre che hanno aderito e partecipato, a differenza delle nazionali d'oltre Manica, ai Campionati del mondo e a quelli europei.

 
Il leggendario Ferenc Puskás

Nel frattempo, proprio in quell'anno, la Federazione nazionale aderì al massimo organismo calcistico europeo, la neo-nata UEFA.

Dopo imprese su tutti i campi di gioco (ad esempio il 12-0 inflitto all'Albania il 24 settembre 1950 o il 6-1 rifilato alla Finlandia il 22 giugno 1952), l'Aranycsapat sembrava imbattibile e si avviava a vincere la Coppa Rimet 1954.

Mondiale 1954

Nel primo turno del mondiale svizzero gli ungheresi sommersero la Corea del Sud per 9-0 e sconfissero sonoramente la Germania Ovest con un roboante 8-3. Purtroppo per gli Ungheresi, un difensore tedesco entrò in malo modo su capitan Puskás, che dovette saltare due partite. Dopo aver liquidato Brasile prima (nella gara ricordata come Battaglia di Berna) e Uruguay poi con il medesimo risultato (4-2) fra quarti e semifinale, in finale ritrovò proprio i tedeschi occidentali. La Germania Ovest conquistò tuttavia il titolo di campione del mondo (3-2) ribaltando lo svantaggio iniziale di due gol, segnati dal rientrante Puskás e da Czibor, con risvolti ancor oggi poco chiari.

 
Lo stendardo magiaro al Mondiale del 1954

Le uniche note positive furono gli 11 gol di Kocsis, che gli valsero il titolo di capocannoniere del mondiale, e l'elezione di Grosics quale miglior portiere del torneo.

La fine della leggenda

Quella nazionale fra le più forti della storia del calcio fu smembrata dalla diaspora dei calciatori ungheresi in seguito alla Rivoluzione Ungherese del 1956. Il 9 giugno 1956, contro il Portogallo, si giocò l'ultima partita con allenatore Gusztáv Sebes, che andò ad allenare l'Ujpest. Sei giorni dopo, sulla panchina del Népstadion di Budapest sedeva Márton Bukovi. Molti calciatori, per sfuggire alla furia dei carrarmati sovietici decisero di fuggire all'estero, guidati proprio dal capitano Ferenc Puskás. Sándor Kocsis, invece, cominciò ad attraversare il periodo più buio della sua vita, trascorso in Spagna: fu un periodo di depressione conclusosi con il suicidio dell'attaccante nel 1979. Per loro, come per molti altri, quella del 14 ottobre 1956 contro l'Austria si trattò dell'ultima convocazione in maglia magiara.

Fine anni Cinquanta

 
Nándor Hidegkuti

Nel 1957 diventò allenatore della nazionale Lajos Baróti, inizialmente in un trio con Károly Lakat e Károly Soós e, successivamente, CT unico.

Mondiale 1958

Nel 1958 il nuovo allenatore riuscì a qualificare la propria squadra, che veniva dal periodo più buio della storia del Paese, ai Campionati mondiali del 1958. In nazionale non c'erano più i grandi Puskás, Czibor e Kocsis, ma erano rimasti ancora il trentaseienne Hidegkuti, il centrocampista Bozsik, l'ala Budai e il portiere Gyula Grosics. Le novità erano rappresentate dal trequartista Lajos Tichy della Honvéd e dal centravanti Dezső Bundzsák del Vasas. Il mondiale non si aprì nel migliore dei modi: 1-1 all'esordio contro il Galles l'8 giugno; quattro giorni dopo la Svezia si impose per 2-1. Nella partita decisiva i Magiari non fallirono battendo 4-0 il Messico. Il 17 giugno 1958 però il Galles vinse nello spareggio (2-1) eliminando i vice-campioni del mondo in carica.

Tuttavia al termine del torneo la MLSZ riconfermò Baróti.

Anni Sessanta

Europei 1960

Nel luglio 1960, in Francia, si svolse il primo campionato europeo di calcio. Gli uomini di Baróti, però, furono eliminati già nel primo turno dai futuri campioni d'Europa dei Sovietici (3-1 e 1-0 i risultati).

Nel frattempo, in campionato la mitica Honvéd faticava, vista la diaspora del 1956. Stava salendo alla ribalta una nuova scuola calcistca, quella di un'altra formazione di Budapest, quella del Vasas di inizio anni sessanta. Il potere del Vasas, però, venne subito spodestato dal Ferencváros, guidata da un giovane talento emergente, l'appena diciannovenne Flórián Albert, futuro Pallone d'oro.

Baróti si affidò proprio a lui per la missione olimpica del 1960 a Roma che aveva il compito di risollevare lo sport in Ungheria dopo quattro anni di delusioni. Dopo essersi qualificati, i Magiari furono inseriti nel gruppo D. L'esordio fu più o meno facile con la vittoria per 2-1 contro l'India. Seguirono il 6-2 contro il Perù a Napoli e, soprattutto, il 7-0 con la Francia. Grandi prestazioni da parte di Flórián Albert, autore di 5 centri in tre partite, ma il vero mattatore fu il centravanti János Göröcs, con lo stesso bottino. In semifinale l'Ungheria fu battuta della Danimarca con il punteggio di 0-2. In finale per il terzo e quarto posto i Magiari, battendo 2-1 l'Italia, si aggiudicarono il bronzo olimpico. Furono ben tre i calciatori ungheresi a segno in cinque occasioni: i sopracitati Albert e Göröcs, ma anche János Dunai. Questo fu il primo trionfo dell'era Baróti.

Mondiale 1962

Nel 1962 i Mondiali si svolsero in Cile, che aveva avuto diverse difficoltà ad organizzare la manifestazione a causa di un violento terremoto che aveva messo in ginocchio il Paese. L'avventura iniziò nel migliore dei modi: fu vittoria nel Gruppo 4 contro l'Inghilterra il 31 maggio con il punteggio di 2-1. Il 3 giugno autentico exploit contro la Bulgaria (6-1). Il passaggio del turno divenne una pura formalità, tanto che contro l'Argentina bastò uno scialbo 0-0. Il 10 giugno, a Rancagua, gli uomini di Baróti uscirono di scena contro la Cecoslovacchia, che ben figurò inchinandosi solo in finale al Brasile. Ancora una volta il capocannoniere fu magiaro: il solito Flórián Albert con quattro centri al pari di Garrincha, di Vavá, del cileno Sánchez, del sovietico Valentin Ivanov e dello iugoslavo Dražan Jerković.

1960-1968: le vittorie olimpiche

Dopo il terzo posto alle Olimpiadi di Roma nel 1960, l'Ungheria si impone in due tornei olimpici, nel 1964 e nel 1968, e conquista il terzo posto all'Europeo 1964.

Tuttavia i calciatori non son più quelli di una volta: Bozsik, Hidegkuti, Budai e Grosics, ultimi baluardi dell'Aranycsapat, sono anziani e sulla via del ritiro.

Ma negli anni sessanta la maglia numero nove, in precedenza indossata dallo stesso Hidegkuti, viene assegnata ad un giovane ragazzo di vent'anni militante nel Ferencváros: Flórián Albert, un bomber che vincerà il prestigioso Pallone d'oro nel 1967, giungendo all'apice della carriera. È tuttora l'unico magiaro della storia a cui è stato assegnato tale premio.

Anni Settanta-Ottanta

Dagli anni settanta comincia un lungo declino, inframmezzato soltanto da qualche successo delle nazionali giovanili e dal piazzamento al quarto posto all'Europeo 1972, che porta la nazionale ungherese ai margini del calcio europeo e mondiale con pesanti eliminazioni al primo turno ai mondiali del '78, del '82 e del '86; tale crisi si aggrava maggiormente dopo il Mondiale 1986, infatti da allora l'Ungheria non si è più qualificata alla fase finale di una competizione internazionale.

Tra il 1970 e il 1980 si siedono sulla panchina ungherese ben otto allenatori diversi.

Ma negli anni ottanta l'Ungheria torna alla ribalta con campioni come Tibor Nyilasi, András Törőcsik, il difensore, nonché capitano, Imre Garaba e, soprattutto, il trequartista Lajos Détári.

Da ricordare la vittoria ottenuta il 15 maggio 1982 per 10-1 contro El Salvador, in una partita valevole per il passaggio al secondo turno del campionato mondiale del 1982, e il 3-0 rifilato al Brasile in una gara amichevole disputata al Népstadion di Budapest il 16 marzo del 1986.

Tibor Nyilasi, Gábor Pölöskei, László Fazekas (2 volte), József Tóth, László Kiss (2 volte) e Lázár Szentes timbrano l'ultima grande vittoria magiara in un Mondiale.

Anni Novanta

Durante gli anni novanta si assistette al completo declino della nazionale magiara. Tra il 1990 e il 1999 si susseguirono sulla panchina della Selezione danubiana ben otto commissari tecnici, con una media di quasi uno ogni biennio e senza ottenere i risultati sperati.

1990-1992

 
Géza Mészöly

La mancata qualificazione a Italia '90 costò il posto all'allenatore Bertalan Bicskei, rimpiazzato dal tornante Kálmán Mészöly (già CT tra il 1980 e il 1983). Il corso del nuovo allenatore lasciò ben sperare all'inizio: la nuova Ungheria del tecnico che aveva appena lasciato il Vasas, infatti, strapazzò per 2-0 gli Stati Uniti all'esordio con reti di Tamás Petres e del difensore Zsolt Limperger. Già però nel secondo test (esordio casalingo degli anni novanta) l'entusiasmo magiaro si dovette arrendere alla Francia di Éric Cantona (autore di una doppietta nel 3-1 finale). Nell'aprile 1990 l'Ungheria subì una nuova sonora sconfitta, stavolta per 3-0 dall'Austria nel "derby del Danubio". Da lì tre belle vittorie con Emirati Arabi, Colombia e Turchia, prima di un 1-0 a favore degli inglesi.

Dopo questa lunga serie di amichevoli, poté finalmente debuttare la nuova Ungheria di Kálmán Mészöly in campo europeo. Il 10 ottobre 1990 iniziarono le qualificazioni per Euro '92, riportando un buon pareggio con la Norvegia, che proprio in quegli anni si stava apprestando a vivere il suo boom calcistico. Nella partita successiva al Népsadion bloccò sull'1-1 l'Italia terza classificata al mondiale nello stesso anno. La prima vittoria arrivò contro Cipro segnando quattro gol e subendone solo due, grazie anche alla doppietta dagli undici metri del bomber József Kiprich.

Il 1991 si aprì molto bene per la Nazionale ungherese: nelle varie amichevoli vittorie con India (allenata dal magiaro József Gelei) e soprattutto il prestigioso 4-2 esterno con la Spagna. Alla ripresa delle qualificazioni agli Europei i Rossi si imposero per 2-0 nel ritorno contro Cipro (a segno Szalma e Kiprich), poi doppia disfatta con Unione Sovietica e Italia, contro cui era tornato titolare dopo un lungo infortunio il trequartista Lajos Détári. Döme (così era soprannominato) infatti era l'uomo di maggiore carisma al pari del capitano Imre Garaba e indubbiamente quello una spanna sopra gli altri per classe e fantasia.

L'Ungheria non riuscì più a vincere per tutta la durata del 1991: seguirono quindi una sconfitta (1-2) contro l'Irlanda (amichevole) e un pareggio (2-2) con l'Unione Sovietica, che estromise definitivamente la squadra di Mészöly dalla lotta per la qualificazione. Quest'ultimo risultato negativo sancì l'esonero dello stesso commissario tecnico, rimpiazzato da Róbert Glázer.

 
Zoltán Végh

L'impossibilità della formazione danubiana di qualificarsi a Euro '92, in virtù delle cattive prestazioni del biennio 1990/91 (al termine del girone i Magiari si classificarono al penultimo posto) fece sì che Glázer provasse giovani emergenti per dare nuova linfa alla Nazionale. Tra questi il portiere Zoltán Végh, appena ventenne messosi in luce con il Veszprém, il mediano Flórián Urbán, il centrocampista centrale Péter Lipcsei, futura bandiera del Ferencváros, e Béla Illés, mezzapunta classe 1968 vista come il nuovo Détári; tuttavia il calcio del Paese della Puszta dovette fare i conti con l'addio del capitano Garaba, che per più di dieci anni aveva indossato la casacca della Nazionale.

Ad ogni modo, i quattro incontri disputati con in panchina lo stesso Glázer si conclusero con 2 pareggi (di cui il più scialbo fu l'1-1 contro El Salvador) e 2 sconfitte, che non bastarono a strappare il sì da parte della Federazione per il prolungamento del contratto.

1992-1994

Sollevato dall'incarico l'allenatore, bisognava trovare un sostituto che potesse rinverdire i fasti del passato. La scelta dell'ambiziosa Federcalcio magiara ricadde sul rumeno Emerich Jenei, fresco di secondo posto nel Campionato rumeno con la Steaua Bucarest.

La nuova era Jenei non sarebbe potuta iniziare meglio: vittoria all'esordio per 2-1 sui rivali di sempre, gli austriaci, in amichevole (in gol la stella Détári e Kálmán Kovács). Senza tuttavia il biondo fantasista, andato soggetto all'ennesimo infortunio all'inizio del 1992, i risultati smisero di sorridere. A parte il debutto esterno infatti, avvenuto il 29 aprile 1992 contro la neonata Ucraina (3-1 il finale), si cominciarono a registrare le prime sconfitte.

La prima si consumò solo due settimane dopo il trionfo ucraino, ad opera della solita Inghilterra. Nell'ultima amichevole prima dell'inizio delle gare ufficiali, invece, la formazione di Jenei si dovette arrendere alla doppietta dello svedese Stefan Schwarz.

Il debutto nelle qualifiazioni per USA '94 fu molto negativo: 1-2 casalingo a favore dell'Islanda, nazionale non certo all'avanguardia calcistica, sebbene gli Ungheresi siano andati in vantaggio dopo solo due minuti con Kovács. Delusa dal risultato, l'Ungheria si rifece vincendo di nuovo contro l'Ucraina, stavolta in casa, per 2-1.

A settembre, con il ritorno di Détári, il team di Jenei cambiò andazzo, seppur con qualche lacuna: i Magiari non subirono più, infatti, alcuna sconfitta fino alla pausa invernale di novembre. La disfatta islandese fu subito dimenticata grazie ad un rotondo 3-0 in terra lussemburghese contro i padroni di casa, in virtù delle marcature dello stesso Döme (appena passato dal Bologna all'Ancona) e del goleador Kálmán Kovács (due reti per lui).

Nello scialbo 0-0 contro Israele nel match successivo furono invece schierate parecchie riserve, da István Sallói a Béla Illés, che non furono però capaci di dare una svolta favorevole all'incontro. L'amichevole successiva fu invece un vero trionfo a Doha contro il Qatar. Al termine della partita segnatrono il solito Kovács, sempre più nel cuore dei sostenitori magiari, ma soprattutto Kiprich, autore di una tripletta. Due giorni dopo, nel replay della sfida, i Qatarioti riuscirono a frenare gli uomini di Jenei sull'1-1, ma Kovács andò ancora in rete. Il 1992 si concluse però con un inutile 0-0 in Grecia.

Il 1993 fu un anno da dimenticare: il cammino di Jenei si prolungò di tre sole partite.

In marzo la Selezione danubiana fu invitata a partecipare alla Kirin Cup, un torneo amichevole organizzato dalla Nazionale giapponese ogni anno. Nel 1993 i contendenti furono i Nipponici, i Magiari e gli Statunitensi. Il 7 marzo si giocò l'esordio contro i padroni di casa, nei quali brillavano le stelle Masami Ihara e, soprattutto, Kazuyoshi Miura. A Fukuoka bastarono 48 minuti a Kiprich per andare in gol ed archiviare la pratica. Nel secondo incontro invece 0-0 il risultato finale, con gli Ungheresi rimasti in dieci dopo soli 37 minuti per l'espulsione del difensore Emil Lőrincz. I quattro punti conseguiti nelle due sfide, però, consentirono ai Magiari di portare a casa la coppa conquistata.

Tre settimane dopo il trionfo a Oriente, i Rossi dovettero riprendere il cammino per USA '94. Jenei mise in campo la migliore formazione possibile, con Kovács e Kiprich in attacco, József Duró a sinistra, Détári trequartista e Urbán (che era diventato oramai titolare inamovibile) in mediana. Nonostante ciò, nel girone di ritorno i Greci riuscirono ad espugnare il Népstadion di Budapest con una rete su calcio di rigore da parte di Stratos Apostolakis.

L'Ungheria di Emerich Jenei aveva fino a quel momento conquistato solo quattro punti in altrettante partite, troppo pochi per l'M.L.SZ.. La Federazione decretò così la fine dell'avventura del tecnico transilvanico in Nazionale: si trattò del secondo esonero in due anni. Al suo posto fu nominato CT ad interim il più grande campione ungherese di tutti i tempi: Ferenc Puskás.

"El Cañoncito" fece il suo esordio il 15 aprile 1993 al Népstadion in amichevole contro la Svezia, subendo però una sconfitta per 0-2.

Il nuovo allenatore provvisorio (in attesa di uno definitivo) non portò particolari innovazioni, anzi, puntando su quasi gli stessi undici del suo predecessore, i risultati non poterono che peggiorare. Nelle qualificazioni mondiali, allo Stadio Lužniki di Mosca, la nuova Russia nata dalle ceneri dell'URSS si impose con un secco 3-0, guidati da Igor' Šalimov e Igor' Kolyvanov (che segnò il secondo gol).

Il 29 maggio 1993 l'Ungheria di Puskás riuscì a trovare la sua prima vittoria contro l'Irlanda, che giocò tra le mura amiche. I Boys in Green (soprannome dei padroni di casa) subito partirono con il piede sull'acceleratore: al 4' era già 2-0 (Roy Keane e Niall Quinn). Per la reazione degli ospiti si dovette aspettare il secondo tempo, quando il giovane centrocampista István Hamar firmò una doppietta. Il successo maturò solo nel finale dell'incontro, con due marcature a cavallo tra l'85º e l'87º minuto: il primo fu siglato da Tibor Balog, il secondo da Urbán.

In particolare si fece notare lo stesso Hamar, all'epoca appena ventitreenne, che era stato da poco acquistato dalla Honvéd. L'esterno mancino da allora si cominciò a ritagliare sempre più spazio tra i titolari, fino a diventarlo, nel pieno della attività agonistica, sul finire degli anni novanta.

La quarta sfida con il grande campione ex attaccante come coach, invece, ebbe tutt'altro responso. Gli islandesi, guidati dal trainer Ásgeir Elíasson, si aggiudicarono i tre punti in casa sconfiggendo Hamar e compagni (orfani di Kovács, Kiprich e Détári e con un undici iniziale rimaneggiato dagli innesti di Ferenc Orosz e András Keresztúri) con un secco 2-0 che allungò ulteriormente la serie negativa dei Magiari in gare ufficiali.

Tre sconfitte e una vittoria: ecco il bilancio del "Cañoncito". I vertici calcistici del Paese danubiano decisero quindi di licenziare l'allenatore ed assumerne un altro. La scelta cadde su un ex CT che aveva già guidato la selezione nazionale nel 1987 subentrando ad Imre Komora: József Verebes.

Il Duemila

 
Gábor Király, 87 presenze in Nazionale (terzo di sempre), con cui ha esordito nel 1998

Dopo aver fallito l'accesso a Francia '98, la Federazione ungherese affida nuovamente la Selezione all'ex tecnico dell'Honvéd Bertalan Bicskei con il compito di ben figurare nel girone per le qualificazioni a Euro 2000. Al termine delle eliminatorie l'Ungheria è però quarta alle spalle di Romania, Portogallo e Slovacchia, riuscendo ad ottenere solo tre vittorie con Azerbaigian (2) e Liechtenstein e segnando solo 14 gol, a differenza dei 25 della Romania prima in classifica. Sotto la conduzione di Bicskei fanno il loro esordio in Nazionale A alcuni ragazzi che diverranno poi pilastri della squadra: il portiere Gábor Király, i difensori Csaba Fehér, György Korsós e János Mátyus e il centrocampista Pál Dárdai. Come capitano invece, accantonato János Banfi, Bicskei sceglie Béla Illés.

 
Imre Gellei, CT dell'Ungheria dal 2001 al 2003

Conclusasi nell'ottobre 1999 la sessione per le qualificazioni ad Euro 2000 (Portogallo-Ungheria 3-0), a discapito del risultato negativo, Bicskei viene confermato nel suo ruolo di CT. La qualificazione al Mondiale di Corea e Giappone del 2002 risulta difficoltosa come quella del biennio precedente, con i Magiari che si classificano quarti (penultimi) nel Gruppo 8. Il girone viene vinto dall'Italia, seguono poi Romania, Georgia, la stessa Ungheria e infine la Lituania, nonostante una buona partenza della squadra di Bicskei (pareggio 2-2 in casa con l'Italia e vittoria 1-6 in Lituania). Tra in nuovi calciatori a mettersi in mostra risalta l'attaccante Attila Tököli, pur segnando solo 2 gol dei 14 totali in gara ufficiale tra il 2000 e il 2001. Alla fine del 2001, in seguito alla doppia sconfitta contro Georgia (3-1) e Romania (2-0), si chiude anzitempo la carriera da CT di Bicskei che lascia il posto ad Imre Gellei. Gellei esordisce contro l'Italia il 6 ottobre 2001 in un match terminato 1-0 per gli Azzurri.

Dal 2002 il nuovo allenatore decide di impostare in maniera diversa l'undici titolare, che infatti perde, tra gli altri, Gábor Halmai, János Mátyus, Vilmos Sebők e il capitano Béla Illés, a cui succede proprio Gábor Király; tra i volti nuovi vi sono invece i tornanti Péter Lipcsei e Gábor Urbán. Tali modifiche non danno risultati nell'immediato, anzi l'Ungheria subisce diverse sconfitte in amichevole, tra cui un 2-5 interno con la Bielorussia. Nell'ottobre 2002 cominciano le qualificazioni ad Euro 2004, che si concludono ancora una volta con i Magiari quarti classificati (e penultimi), ma con dei visibili miglioramenti dal punto di vista dei risultati. L'Ungheria ha infatti il secondo miglior attacco con 15 reti all'attivo (ma la seconda peggior difesa, 9 gol subiti) e 11 punti in graduatoria finale. Tra i calciatori che si mettono in mostra durante la commissione di Gellei si distinguono il centrocampista offensivo Krisztián Lisztes e gli esordienti Imre Szabics e Zoltán Gera, destinato a diventare stabilmente capitano nella gestione successiva. L'ennesima mancata qualificazione ad un torneo ufficiale comporta poi la MLSZ a non riconfermare Gellei e ad assumere come nuovo Commissario Tecnico Lothar Matthäus.

Stadio

 
Il Szusza Ferenc stadion

L'Ungheria è solita disputare le proprie partite interne in diversi impianti distribuiti in varie città: Di solito l'Ungheria è solita giocare le partite in casa al Puskás Ferenc Stadion di Budapest, impianto polivalente quasi sempre appannaggio del calcio o dell'atletica, sito a Pest, sulla riva orientale del Danubio. Costruito nel 1948 grazie all'ausilio di un gran numero di volontari e soldati per ultimare i lavori, l'impianto fu inaugurato nel 1953 con il nome di Népstadion (Stadio del popolo), ed aveva in origine una capienza di circa 104.000 posti a sedere, ridotti poi a 68.976. Tra le gare calcistiche più importanti che lo stadio ha ospitato vi sono il 7-1 che l'Aranycsapat inflisse alla Nazionale inglese il 23 maggio 1954 e le gare interne di Champions League del Debreceni VSC nella stagione 2009-2010, primo club ungherese a qualificarsi alla blasonata competizione; inoltre annualmente vi si sfidano le finaliste di Magyar Kupa e di Magyar Szuper Kupa. Intitolato nel 2002 alla leggenda sportiva Ferenc Puskás, l'impianto potrebbe essere demolito nel corso del 2012 per lasciar posto al Nuovo Puskas Ferenc Stadion.

Vi sono poi stadi minori designati ad ospitare spesso amichevoli o comunque partite con avversari modesti, situati tanto a Budapest quanto nelle altre città sportive del Paese. I principali impianti sono l'Albert Flórián Stadion (Budapest, 18.100 posti), l'Hidegkuti Nándor Stadion (Budapest, posti), il Szusza Ferenc Stadion (Budapest, 13.501 posti), l'Illovszky Rudolf Stadion (Budapest, posti), il Sóstói Stadion (Székesfehérvár, 14.300 posti), l'ETO Park (Győr, 16.000 posti), l'Oláh Gábor utcai stadion (Debrecen, 10.000 posti) e la ZTE Aréna (Zalaegerszeg, 14.000 posti).



Colori e simboli

 
Stemma Kossuth (1902-1940 circa)
 
Stemma Rákosi (1946-1956)
 
Stemma Kádár (1957-1989)
 
La nuova variante del Kossuth (1990-)

  
Colori dell'Ungheria nel 2008

Sin dagli esordi l'Ungheria ha sempre giocato le partite in casa con una divisa che ricordava la bandiera nazionale, composta cioè da maglia rossa, pantaloncini bianchi e calzettoni verdi. Da quando la tedesca Adidas è diventata fornitore ufficiale della selezione magiara (1970) sono state poi aggiunte decorazioni e stilizzazioni bianche e, occasionalmente, verdi su maglia e calzettoni e rosse sui pantaloncini.

La prima divisa è cambiata sostanzialmente poco nel corso degli anni, anzi sono mutati solo pochi particolari: nei primi anni Dieci la casacca prevedeva il collo con laccetto, poi scomparso dopo gli anni Trenta; in seguito, durante il periodo d'oro dell'Aranycsapat si preferì adottare il "collo a V", resistito sino agli Ottanta, ripreso brevemente nei Novanta e scomparso definitivamente nei Duemila, mentre il colore, inizialmente scuro, è diventato un rosso più caldo con il passare degli anni.

La seconda divisa invece è stata generalmente sempre bianca (maglia e calzettoni) e rossa (pantaloncini). Caso unico è la variante in uso tra gli anni Dieci e i Cinquanta, che prevedeva una tripla banda orizzontale sul petto rossa, bianca e verde e che, anche in questo caso rimandante alla tricolore ungherese.

Sul cuore è cucito lo stemma nazionale (il "Szent Koronás címer"), a differenza di molte altre squadre che espongono il logo della federazione calcistica. Con il passare degli anni si sono inoltre succeduti anche i diversi stemmi imposti dall'occupazione comunista del Paese (il "Rákosi-címer" e il "Kádár-címer"), in origine posti sotto la punta della "V" del colletto. Dal 2008 hanno fatto la loro comparsa i nomi sulle spalle dei calciatori.


Evoluzione della divisa

Casa
1902 - 1912
Trasferta
1902 - 1912
Casa
1912 - 1930
Casa
1930 - 1945
Casa
1945 - 1949
Casa
1949 - 1956
Casa
1978 - 1980 / 1986
Casa
1998 - 2001
Casa
2001 - 2003
Casa
2003 - 2005
Casa
2005 - 2006
Casa
2006 - 2007
Casa
2007 - 2008
Casa
2008 - 2009
Casa
2010 - 2012
Trasferta
2010 - 2012
Casa
2012 -
Trasferta
2012 -

Divise generiche

Casa
Trasferta
Alternativa 1
Alternativa 2
Portiere
Portiere 2
Portiere 3

Rivalità

Non essendo una squadra molto blasonata, la nazionale ungherese non è mai stata caratterizzata da particolari rivalità, ma solo da "sfide storiche" che si ripetono spesso con il tempo.

Austria

Con l'Austria c'è un legame speciale per gli Ungheresi. Infatti le due compagini danubiane si sono contrapposte oltre 130 volte e nel primo Novecento davano vita al "derby" dell'Impero austro-ungarico.

Con il passare del tempo si è assistito a sfide molto appassionanti, dagli anni trenta (in cui sfidavano il Wunderteam, privo di elementi singoli di grande caratura ma caratterizzato da una fitta rete di passaggi e da improvvisi cambi di posizione che disorientavano gli avversari, e l'Ungheria di György Sárosi, Gyula Zsengellér, Pál Titkos e István Avar), sino ad oggi.

Durante gli anni cinquanta l'Aranycsapat si imponeva senza difficoltà su tutti gli avversari e, naturalmente, anche sull'Austria (6-1; 4-3; ancora 4-3; 3-2; 1-0; 4-1; ancora 6-1; 2-0). Una curiosità: il 14 ottobre 1956 è l'ultima partita della leggendaria Aranycsapat. I due gol che liquidano l'Austria sono di Ferenc Puskás e Károly Sándor.

Negli anni settanta e ottanta gli incontri fra queste due compagini ebbero una doppia valenza: infatti si fronteggiavano l'Ungheria filo-Sovietica e l'Austria neutrale tendente all'alleanza con gli Stati Uniti.

I recenti risultati danno ragione ai Magiari, come la vittoria per 2-1 del 16 agosto 2006 (reti di Kuljic per gli austriaci e Zoltán Gera e András Horváth per gli Ungheresi).

Tra le due tifoserie, come già detto, non vi è assolutamente rivalità né avversione.

Cecoslovacchia, Repubblica Ceca e Slovacchia

All'interno del calcio europeo del primo Novecento vi era l'élite danubiana. Ungheria, Austria e Boemia componevano un triangolo di nazionali all'avanguardia, ma non ancora adatte a sfidare i "maestri" inglesi. Così si organizzavano sfide tra queste tre grandi selezioni dell'Impero austro-ungarico.

Gli Ungheresi e i Boemi diedero vita a diverse sfide che appassionarono i tifosi del tempo. Successivamente, entrambi i Paesi divennero indipendenti dall'Austria e organizzarono più incontri, che sorrisero più ai Magiari che ai neo-Cecoslovacchi. Gli atleti ungheresi si imposero più volte su quelli dell'ex-Boemia, vincendo per ben tre volte nella loro storia con cinque gol di scarto (8-3 nel 1937 e 5-0 nel 1950 e nel 1952, sconfitte più pesanti per la Cecoslovacchia stessa).

Dopo la scissione del 1º gennaio 1993 e la successiva divisione in Repubblica Ceca e Slovacchia, sono state raramente giocate partite tra le compagini ex cecoslovacche e quella ungherese degne di nota.

Romania

Palmarès

Tornei Internazionali

1952, 1964, 1968
1948-1953
1941, 1943, 1983, 2007, 2008

Tornei Amichevoli

1947
1993
1983, 1986
1967
1980

Partecipazioni ai tornei internazionali

Campionato del mondo
Edizione Risultato
1930 Non partecipante
1934 Quarti di finale
1938 Secondo posto  
1950 Non partecipante
1954 Secondo posto  
1958 Primo turno
1962 Quarti di finale
1966 Quarti di finale
1970 Non qualificata
1974 Non qualificata
1978 Primo turno
1982 Primo turno
1986 Primo turno
1990 Non qualificata
1994 Non qualificata
1998 Non qualificata
2002 Non qualificata
2006 Non qualificata
2010 Non qualificata
Campionato europeo
Edizione Risultato
1960 Non qualificata
1964 Terzo posto  
1968 Non qualificata
1972 Quarto posto
1976 Non qualificata
1980 Non qualificata
1984 Non qualificata
1988 Non qualificata
1992 Non qualificata
1996 Non qualificata
2000 Non qualificata
2004 Non qualificata
2008 Non qualificata
2012 Non qualificata
Giochi olimpici[1]
Edizione Risultato
1908 Ritirata[2]
1912 Quarti di finale
1920 Non partecipante
1924 Ottavi di finale
1928 Non partecipante
1936 Ottavi di finale
1948 Non partecipante
Confederations Cup
Edizione Risultato
1992 Non invitata
1995 Non invitata
1997 Non qualificata
1999 Non qualificata
2001 Non qualificata
2003 Non qualificata
2005 Non qualificata
2009 Non qualificata
2013 Non qualificata
UEFA Nations League
Edizione Risultato
Coppa Internazionale
Edizione Risultato
1927-1930 Quarto posto
1931-1932 Terzo posto  
1933-1935 Terzo posto  
1936-1938 Non terminata[3]
1948-1953 Campione  
1955-1960 Secondo posto  


Legenda: Grassetto: Risultato migliore, Corsivo: Mancate partecipazioni


Statistiche dettagliate sui tornei internazionali

Anno Luogo Piazzamento V N P Gol
1930   Uruguay Non partecipante - - - -
1934   Italia Quarti di finale 1 0 1 5:4
1938   Francia Secondo posto 3 0 1 15:5
1950   Brasile Non partecipante - - - -
1954   Svizzera Secondo posto 4 0 1 27:10
1958   Svezia Primo turno 1 1 2 7:5
1962   Cile Quarti di finale 2 1 1 8:3
1966   Inghilterra Quarti di finale 2 0 2 8:7
1970   Messico Non qualificata - - - -
1974   Germania Ovest Non qualificata - - - -
1978   Argentina Primo turno 0 0 3 3:8
1982   Spagna Primo turno 1 1 1 12:6
1986   Messico Primo turno 1 0 2 2:9
1990   Italia Non qualificata - - - -
1994   Stati Uniti Non qualificata - - - -
1998   Francia Non qualificata - - - -
2002   Corea del Sud /   Giappone Non qualificata - - - -
2006   Germania Non qualificata - - - -
2010   Sudafrica Non qualificata - - - -
Anno Luogo Piazzamento V N P Gol
1960   Francia Non qualificata - - - -
1964   Spagna Terzo posto 1 0 1 4:3
1968   Italia Non qualificata - - - -
1972   Belgio Quarto posto 0 0 2 1:3
1976   Jugoslavia Non qualificata - - - -
1980   Italia Non qualificata - - - -
1984   Francia Non qualificata - - - -
1988   Germania Ovest Non qualificata - - - -
1992   Svezia Non qualificata - - - -
1996   Inghilterra Non qualificata - - - -
2000   Belgio /   Paesi Bassi Non qualificata - - - -
2004   Portogallo Non qualificata - - - -
2008   Austria /   Svizzera Non qualificata - - - -
2012   Polonia /   Ucraina Non qualificata - - - -
Anno Luogo Piazzamento V N P Gol
1908 Londra Ritirata[2] - - - -
1912 Stoccolma Quarti di finale 0 0 1 0:7
1920 Anversa Non partecipante - - - -
1924 Parigi Ottavi di finale 1 0 1 5:3
1928 Amsterdam Non partecipante - - - -
1936 Berlino Ottavi di finale 0 0 1 0:3
1948 Londra Non partecipante - - - -
1952 Helsinki Oro   5 0 0 20:2
1956 Melbourne Ritirata[4] - - - -
1960 Roma Bronzo   4 0 1 17:6
1964 Tokyo Oro   5 0 0 22:6
1968 Città del Messico Oro   5 1 0 18:3
1972 Monaco di Baviera Argento   5 1 1 18:7
1976 Montréal Non qualificata - - - -
1980 Mosca Non qualificata - - - -
1984 Los Angeles Non qualificata - - - -
1988 Seul Non qualificata - - - -
1992 Barcellona Non qualificata - - - -
1996 Atlanta Primo turno 0 0 3 3:7
2000 Sydney Non qualificata - - - -
2004 Atene Non qualificata - - - -
2008 Pechino Non qualificata - - - -
2012 Londra Non qualificata - - - -
Anni Piazzamento V N P Gol
1927–1930 Quarto posto 4 1 3 20:23
1931–1932 Terzo posto 2 4 2 17:15
1933–1935 Terzo posto 3 3 2 17:16
1936–1938 Non terminata[3] 5 0 2 24:15
1948–1953 Campione 5 1 2 27:17
1955–1960 Secondo posto 6 3 1 34:16

Tutte le rose

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Rosa attuale

I convocati per l'amichevole contro la Norvegia (14 novembre 2012).

Presenze e reti aggiornate al 14 novembre 2012.

N. Pos. Giocatore Data di nascita (età) Pres. Gol Squadra
12 P Gábor Király 1º aprile 1976 (49 anni) 87 0
1 P Ádám Bogdán 27 settembre 1987 (38 anni) 12 0
22 P Balázs Megyeri 31 marzo 1990 (35 anni) 0 0
23 D Roland Juhász 1º luglio 1983 (42 anni) 76 6
3 D Vilmos Vanczák 20 giugno 1983 (42 anni) 67 2
13 D Péter Halmosi 25 settembre 1979 (46 anni) 34 0
8 D József Varga 6 giugno 1988 (37 anni) 18 0
21 D Zsolt Korcsmár 9 gennaio 1989 (36 anni) 14 0
# D Zoltán Lipták 10 dicembre 1984 (40 anni) 12 1
4 D Tamás Kádár 14 marzo 1990 (35 anni) 7 0
# D Norbert Mészáros 19 agosto 1980 (45 anni) 5 0
2 D Richárd Guzmics 16 aprile 1987 (38 anni) 1 0
# C Zoltán Gera (capitano) 22 aprile 1979 (46 anni) 77 23
20 C Tamás Hajnal 15 marzo 1981 (44 anni) 52 6
7 C Balázs Dzsudzsák 23 dicembre 1986 (38 anni) 49 10
11 C Vladimir Koman 16 marzo 1989 (36 anni) 25 7
6 C Ákos Elek 21 luglio 1988 (37 anni) 23 1
16 C Ádám Pintér 12 giugno 1988 (37 anni) 13 0
19 C Tamás Koltai 30 aprile 1987 (38 anni) 11 0
# C Ádám Gyurcsó 6 marzo 1991 (34 anni) 5 1
# C Péter Szakály 17 agosto 1986 (39 anni) 3 0
5 C Máté Pátkai 6 marzo 1988 (37 anni) 2 0
18 A Imre Szabics 22 marzo 1981 (44 anni) 32 12
9 A Ádám Szalai 9 dicembre 1987 (37 anni) 14 7
14 A Krisztián Németh 5 gennaio 1989 (36 anni) 11 0

Convocati di recente

N. Pos. Giocatore Data di nascita (età) Pres. Gol Squadra
P Péter Gulácsi 6 maggio 1990 (35 anni) 0 0
P Norbert Csernyánszki 1º febbraio 1986 (39 anni) 0 0
D Zsolt Laczkó 18 dicembre 1986 (38 anni) 21 0
D Pál Lázár 11 marzo 1988 (37 anni) 6 0 Svincolato
D Ákos Takács 14 febbraio 1982 (43 anni) 5 1
D András Debreceni 21 aprile 1989 (36 anni) 1 0
C Krisztián Vadócz 30 maggio 1985 (40 anni) 40 2
C Ákos Buzsáky 7 maggio 1982 (43 anni) 20 2
C Dániel Tőzsér 12 maggio 1985 (40 anni) 20 1
C Péter Czvitkovics 10 febbraio 1983 (42 anni) 10 0
C György Sándor 20 marzo 1984 (41 anni) 8 0
C Zoltán Stieber 16 ottobre 1988 (37 anni) 2 0
C Gábor Gyömbér 27 febbraio 1988 (37 anni) 0 0
A Tamás Priskin 17 settembre 1986 (39 anni) 41 12
A Róbert Feczesin 22 febbraio 1986 (39 anni) 11 4

Staff Tecnico

 
Sándor Egervári
Ruolo Nome
Commissario Tecnico   Sándor Egervári
Allenatori in seconda   Imre Kenyeres
  József Csábi
Allenatore dei portieri   József Andrusch
Manager della squadra   József Bazsánt
  Attila Tömő
Medico sociale   Dott. György Szilágyi
Addetto ufficio stampa   László Pajor-Gyulai
Massaggiatori   László Eisemann
  Tamás Halmai
Responsabile divise   Imre Ambrus
Commissario Tecnico Under 21   Antal Róth
Commissario Tecnico Under 19   László Szepessy
Commissario Tecnico Under 18   Frigyes Tuboly
Commissario Tecnico Under 17   Ferenc Bene
Commissario Tecnico Under 16-15   István Pisont

Record individuali

Presenze e gol

Tabella aggiornata al 14 novembre 2012. Il grassetto indica giocatori ancora in attività.

Record presenze

# Giocatore Periodo Presenze Reti
1 József Bozsik 1947-1962 101 11
2 László Fazekas 1968-1983 92 24
3 Gábor Király 1998- 87 0
4 Gyula Grosics 1947-1962 86 0
5 Ferenc Puskás 1945-1956 85 84
6 Imre Garaba 1980-1991 82 3
7 Sándor Mátrai 1956-1967 81 0
8 Ferenc Sipos 1957-1966 77 1
8 Zoltán Gera 2002- 77 23
10 László Bálint 1972–1982 76 3
10 Ferenc Bene 1962-1979 76 36
10 Máté Fenyvesi 1954–1966 76 8
10 Roland Juhász 2004- 76 6
14 Flórián Albert 1959–1974 75 31
14 Károly Sándor 1949–1964 75 27

Record reti

# Giocatore Periodo    Reti  Presenze Reti/pr.
1 Ferenc Puskás 1945-1956 84 85 0,99
2 Sándor Kocsis 1948-1956 75 68 1,1
3 Imre Schlosser 1906-1927 59 68 0,87
4 Lajos Tichy 1955-1964 51 72 0,71
5 György Sárosi 1931-1943 42 62 0,68
6 Nándor Hidegkuti 1945-1958 39 69 0,57
7 Ferenc Bene 1962-1979 36 76 0,47
8 Gyula Zsengellér 1936-1947 32 39 0,82
8 Tibor Nyilasi 1975-1985 32 70 0,46
10 Flórián Albert 1959-1974 31 75 0,41
11 Ferenc Deák 1946-1949 29 20 1,45
12 József Kiprich 1984–1995 28 70 0,4
13 Károly Sándor 1949–1964 27 75 0,36
14 József Takács 1923–1933 26 32 0,81
15 Géza Toldi 1929–1940 25 46 0,54

Esordiente più giovane

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Altri record

# Nome Data debutto Avversario Età
1 József Horváth 1º aprile 1906   Boemia 16 anni e 90 giorni
2 Gyula Bíró 7 ottobre 1906   Boemia 16 anni e 150 giorni
3 György Orth 4 novembre 1917   Austria 16 anni e 188 giorni
4 Károly Zsák 12 luglio 1912   Russia 16 anni e 317 giorni
5 Imre Schlosser 7 ottobre 1906   Boemia 16 anni e 361 giorni
6 Antal Vágó 5 maggio 1912   Austria 17 anni e 54 giorni
7 Jenő Károly 5 aprile 1903   Boemia 17 anni e 60 giorni
8 József Braun 6 ottobre 1918   Austria 17 anni e 222 giorni
9 Flórián Albert 28 giugno 1959   Svezia 17 anni e 286 giorni
10 Ferenc Bene 14 ottobre 1962   Jugoslavia 17 anni e 301 giorni
11 István Tóth 9 maggio 1929   Inghilterra 17 anni e 305 giorni
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L'ex capitano Béla Illés nel 2011

Capitani storici

Questo elenco comprende i calciatori che per un determinato periodo hanno vestito stabilmente la fascia di capitano.

Lista dei Commissari Tecnici

La nazionale ungherese è stata guidata da 47 commissari tecnici (tra cui Ferenc Stobbe, che è stato il primo e che è tornato in panchina altre due volte).

Elenco dei CT

Il seguente elenco somma le presenze da singolo CT (in uno o più periodi) o all'interno di una o più commissioni.

Esempio: Il leader della classifica Lajos Baróti ha guidato la nazionale ungherese come commissario unico per 137 volte, più 4 in collaborazione con Károly Lakat e Károly Soós, perciò il suo totale è 141.

 
György Mezey, ottavo per presenze da CT
Record Nome Data Avversario Cifre record
Marcatore più giovane József Horváth 7 ottobre 1906   Boemia 16 anni e 291 giorni
Marcatore più anziano József Bozsik 18 aprile 1962   Uruguay 36 anni e 141 giorni
Calciatore più longevo Imre Schlosser 7 ottobre 1906-10 aprile 1927   Boemia-  Austria 20 anni e 185 giorni
Calciatore con più gol in una partita György Sárosi 19 settembre 1937   Cecoslovacchia 7 gol

Record presenze da CT

# Allenatore Pres.
1 Lajos Baróti 141
2 Gusztáv Sebes 66
3 Kálmán Mészöly 60
4 Bertalan Bicskei 45
5 Károly Dietz 41
6 Gyula Kiss 40
7 Rudolf Illovszky 39
8 György Mezey 35
9 Frigyes Minder 33
10 Lajos Máriássy 31

Statistiche partite

Aggiornato al 3 settembre 2010

Nazionale Giocate Vinte Pareggiate Perse Gol Fatti Gol Subiti Differenza Reti
  Albania 4 3 1 0 17 1 +16
  Algeria 1 1 0 0 3 1 +2
  Antigua e Barbuda 1 1 0 0 3 0 +3
  Arabia Saudita 2 0 2 0 2 2 0
  Argentina 7 1 1 5 6 15 -9
  Armenia 1 1 0 0 2 0 +2
  Australia 2 0 0 2 0 0 -2
  Austria 136 66 30 40 297 252 +45
  Azerbaigian 4 4 0 0 13 1 +12
  Belgio 12 2 2 8 16 27 -11
  Bielorussia 1 0 0 1 2 5 -3
  Bolivia 2 2 0 0 9 2 +7
  Bosnia ed Erzegovina 4 2 2 0 6 3 +3
  Brasile 5 3 1 1 11 7 +4
  Bulgaria 18 11 4 3 49 18 +31
  Canada 2 2 0 0 3 0 +3
  Cile 2 0 1 1 1 5 -4
  Cina 1 0 0 1 1 2 -1
  Cipro 7 6 0 1 13 5 +8
  Colombia 1 1 0 0 3 1 +2
  Corea del Sud 2 2 0 0 10 0 +10
  Croazia 9 1 5 3 7 14 -7
  Danimarca 15 8 3 4 35 16 +21
  Egitto 6 3 1 2 9 6 +3
  El Salvador 2 1 1 0 11 2 +9
  Emirati Arabi Uniti 2 2 0 0 6 1 +5
  Estonia 4 2 1 1 10 5 +5
  Finlandia 12 8 2 2 43 11 +32
  Francia 22 12 2 8 47 31 +16
  Galles 10 3 2 5 14 15 -1
  Georgia 2 1 0 1 5 4 +1
  Germania 33 11 10 12 64 69 -5
  Germania Est 15 7 4 4 23 17 +6
  Giappone 2 2 0 0 4 2 +2
  Giordania 1 0 1 0 1 1 0
  Grecia 16 3 5 8 27 24 +3
  Indonesia 1 1 0 0 6 0 +6
  Inghilterra 22 5 2 15 30 56 -26
  Iran 3 3 0 0 6 1 +5
  Irlanda 11 5 4 2 25 18 +7
  Irlanda del Nord 4 4 0 0 6 1 +5
  Islanda 9 6 0 3 17 10 +7
  Israele 4 1 1 2 2 4 -2
  Italia 34 9 9 16 56 63 -7
  Jugoslavia 30 14 9 7 55 48 +7
  Lettonia 5 4 0 1 11 6 +5
  Libano 1 1 0 0 4 1 +3
  Liechtenstein 2 1 1 0 5 0 +5
  Lituania 4 3 1 0 11 2 +9
  Lussemburgo 9 9 0 0 46 10 +30
  Macedonia 3 2 1 0 6 0 0
  Malta 11 8 2 1 25 6 +19
  Messico 7 1 1 5 6 15 -9
  Montenegro 2 0 1 1 4 5 -1
  Norvegia 16 7 5 4 32 17 +15
  Nuova Zelanda 3 3 0 0 6 2 +4
[[File:Template:Naz/Olanda|class=noviewer|Template:Naz/Olanda (bandiera)|20x16px]] [[Selezione di calcio Template:Naz/Olanda|Template:Naz/Olanda]] 13 5 2 6 24 30 -6
  Paraguay 1 0 1 0 1 1 0
  Perù 2 0 0 2 3 5 -2
  Polonia 31 20 4 7 85 38 +47
  Portogallo 10 0 3 7 7 23 -16
  Qatar 3 2 1 0 8 2 +6
  Rep. Ceca[5] 46 22 12 12 104 81 +23
  Romania 21 11 5 5 45 23 +22
  Russia 5 2 1 2 23 7 +16
  San Marino 2 2 0 0 8 0 +8
  Scozia 8 4 2 2 18 13 +5
  Slovacchia 4 0 2 2 1 3 -2
  Slovenia 4 1 0 3 3 5 -2
  Spagna 13 3 5 5 18 21 -3
  Svezia 41 16 10 16 83 74 +9
  Svizzera 44 29 5 10 125 60 +65
  Tunisia 1 1 0 0 10 1 +9
  Turchia 11 6 1 4 28 14 +14
  Ucraina 2 2 0 0 5 2 +3
  Unione Sovietica 20 4 6 10 19 34 -15
  Uruguay 4 1 2 1 6 6 0
  Stati Uniti 3 1 1 1 2 2 0

Partite consecutive senza sconfitte

  Lo stesso argomento in dettaglio: Squadra d'oro.

Ranking Fifa

Anno Gen. Febr. Mar. Apr. Mag. Giu. Lug. Ago. Sett. Ott. Nov. Dic.
1992 36. (–)
1993 42. (36) 48. (34) 49. (33) 50. (34) 50. (34)
1994 50. (34) 49. (34) 52. (32) 53. (32) 49. (33) 56. (30) 55 (31.) 55 (31.) 54. (32) 52. (32) 59. (31) 61. (31)
1995 61. (31) 63. (30) 63. (30) 57. (32) 53. (35) 54. (35) 55. (35) 61. (30) 54. (32) 65. (32) 60. (33) 62. (33)
1996 64. (33) 66. (33) 66. (33) 74. (29) 82. (26) 82. (26) 87. (26) 81. (29) 74. (32) 78. (32) 72. (34) 75. (34)
1997 75. (34) 76. (34) 76. (34) 72. (35) 74. (35) 71. (38) 71. (38) 72. (38) 71. (38) 68. (40) 78. (37) 77. (37)
1998 77. (37) 84. (36) 82. (36) 73. (37) 62. (41) 62. () 56. (42) 60. (41) 59. (41) 49. (44) 45. (46) 46. (47)
1999 45. (533)[6] 46. (531) 47. (528) 45. (540) 44. (540) 46. (532) 48. (531) 50. (530) 43. (547) 46. (538) 47. (536) 45. (533)
2000 46. (533) 50. (532) 50. (530) 53. (526) 54. (524) 53. (523) 50. (529) 53. (528) 49. (540) 53. (532) 48. (555) 47. (556)
2001 48. (556) 49. (554) 47. (560) 48. (559) 53. (551) 53. (561) 54. (559) 54. (557) 64. (540) 67. (532) 64. (540) 66. (537)
2002 67. (537) 68. (535) 68. (531) 68. (528) 68. (523) 68. (523) 67. (511) 71. (499) 64. (517) 54. (546) 58. (533) 56. (533)
2003 58. (532) 56. (538) 56. (535) 58. (534) 54. (544) 49. (570) 48. (568) 48. (564) 52. (549) 67. (525) 67. (524) 72. (517)
2004 72. (516) 74. (514) 67. (531) 72. (519) 68. (522) 74. (519) 78. (514) 77. (514) 76. (523) 68. (540) 74. (539) 64. (562)
2005 63. (562) 65. (561) 69. (556) 69. (556) 69. (552) 65. (561) 66. (559) 65. (557) 66. (557) 66. (562) 71. (551) 74. (547)
2006 70. (552) 72. (550) 72. (548) 75. (538) 76. (535) 76. (535) 84. (383)[7] 80. (383) 59. (484) 76. (437) 67. (466) 62. (483)
2007 61. (494) 64. (474) 64. (474) 58. (518) 57. (521) 66. (461) 65. (461) 65. (464) 55. (544) 48. (630) 52. (581) 50. (588)
2008 50. (594) 52. (598) 51. (594) 56. (546) 57. (546) 52. (580) 52. (591) 50. (591) 50. (561) 62. (507) 56. (551) 47. (603)
2009 47. (606) 43. (629) 48. (596) 44. (662) 43. (662) 43. (687) 44. (681) 43. (681) 47. (669) 50. (645) 55. (603) 54. (613)
2010 52. (615) 48. (645) 52. (589) 56. (567) 57. (565) 57. (565) 62. (534) 62. (534) 51. (567) 44. (598) 43. (615) 42. (632)
2011 41. (632) 37. (632) 36. (654) 52. (559) 52. (559) 45. (603) 47. (603) 45. (613) 27. (754) 36. (701) 37. (665) 37. (665)
2012 37. (665) 15 feb. 14 mar. 11 apr. 9 mag. 6 giu. 4 lug. 8 ago. 5 sett. 3 ott. 7 nov. 19 dic.

Piazzamenti importanti

Pos. Data
Posizione più alta   27 Settembre 2011
Posizione più bassa   87 Luglio 1996
Miglior spostamento   +21 Settembre 2006
Peggior spostamento   -17 Ottobre 2006

Note

  1. ^ Come da regolamento FIFA vengono considerate le sole edizioni comprese tra il 1908 ed il 1948 in quanto sono le uniche ad essere state disputate dalle nazionali maggiori. Per maggiori informazioni si invita a visionare questa pagina.
  2. ^ a b Iscritta all'Olimpiade ma ritiratasi per motivi finanziari.
  3. ^ a b La competizione venne interrotta a causa dell'annessione dell'Austria da parte della Germania nazista il 12 marzo 1938. Al momento dell'interruzione l'Ungheria si trovava al primo posto.
  4. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore ritiro2
  5. ^ Comprese anche quelle giocate con i nomi di Boemia e Cecoslovacchia.
  6. ^ Dal gennaio 1999 è cambiata la modalità di calcolo dei punti per la classifica.
  7. ^ Dal luglio 2006 è cambiata la modalità di calcolo dei punti per la classifica.

Voci correlate

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