Tommaso Besozzi
Tommaso Besozzi (Vigevano, 20 gennaio 1903 – Roma, 18 novembre 1964) è stato un giornalista e scrittore italiano.
Biografia
Nasce a Vigevano. Si diploma presso il Real Liceo Benedetto Cairoli; all'università frequenta i corsi di laurea in Scienze matematiche e Lettere.
Nel 1926 inizia a lavorare come giornalista al Corriere della Sera. Nel 1945 passa a L'Europeo grazie ad Arrigo Benedetti, fondatore e primo direttore del settimanale. Nel 1950 diventa noto con una inchiesta sulla vicenda dell'uccisione del bandito Giuliano dal titolo Di sicuro c'è solo che è morto, nella quale smentisce la versione ufficiale del fatto.[1]
Oltre che di nera scrive anche di sport, in particolare di ciclismo, facendo resoconti delle tappe del Giro d'Italia.
In seguito collabora anche con il Sole 24 Ore, il Giorno e il Corriere Lombardo.
Nel 1952 vince il Premio Saint Vincent per il giornalismo.
Si suicida il 18 novembre 1964 a Roma.
Riconoscimenti
Nel 1961 ha vinto il Premiolino per l'articolo "Il diavolo non sta di casa solo a Sarsina"[2]
Bibliografia
- Enrico Mannucci (cura). I giornali non sono scarpe. Tommaso Besozzi una vita da prima pagina. Baldini Castoldi Dalai, 1995. ISBN 9788885989979.
- Enrico Mannucci (cura). Tommaso Besozzi. Il sogno del settimo viaggio. Fazi, Roma, 1999. ISBN 88-8112-123-9.
Note
- ^ Antonello Sacchetti, Il reportage perfetto di Tommaso Besozzi, su ilcassetto.it. URL consultato il 22-09-2010.
- ^ La motivazione ufficiale del Premiolino
Collegamenti esterni
Controllo di autorità | VIAF (EN) 48489184 · ISNI (EN) 0000 0000 4403 1598 · SBN SBLV238333 · LCCN (EN) n96022896 |
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