Eutropio

politico e storico romano
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Flavio Eutropio (in latino: Eutropius; floruit 363-387; Bordeaux, III secolo d.C. – dopo il 387 d.C.) è stato un politico, scrittore e un maestro di retorica romano.

Biografia

Era probabilmente di origine italica (così è citato nella Suda)[1]. Ricoprì in due riprese importanti cariche pubbliche sotto vari imperatori. Professava il Paganesimo.

Prese parte alla campagna sasanide dell'imperatore Giuliano nel 363. Successivamente ricoprì incarichi di estrema importanza a Costantinopoli, al servizio dell'imperatore Valente (364378), di cui fu segretario e storico (magister memoriae) e su richiesta del quale scrisse il Breviarium ab Urbe condita ("Breviario dalla fondazione di Roma"). Nel 371/372 fu proconsole (governatore) della provincia d'Asia; restaurò alcune costruzioni di Magnesia sul Menandro, e fu accusato di tradimento dal suo successore Festo, ma assolto.

Sotto Teodosio I fu prefetto del pretorio dell'Illirico nel 380-381, e nel 387 fu console posterior.

Un altro storico, Giorgio Codino, nel suo De originibus Constantinopolitanis ("Sulle origini di Costantinopoli"), afferma che Eutropio fu segretario di Costantino I, ma non è chiaro se si tratta della stessa persona. Morì dopo il 387.

Il Breviarium

  Lo stesso argomento in dettaglio: Breviarium ab Urbe condita.

Il Breviarium ab urbe condita, in dieci libri, è un compendio della storia romana, dalla fondazione della città fino alla morte di Gioviano, avvenuta nel 364.

L'attenzione dell'autore è concentrata più agli avvenimenti di politica estera, alle campagne e alle guerre di conquista, che alla politica interna. Gli ultimi quattro libri, dedicati alle vicende imperiali, offrono, però, interessanti ritratti dei sovrani.

Le fonti utilizzate da Eutropio sono varie: da Tito Livio e Svetonio, fino a cronache a noi non pervenute e ai ricordi personali dell'autore.

Lo stile, generalmente imparziale, è semplice e chiaro, rendendo l'opera accessibile a tutti e contribuendo al suo enorme successo. Essa, infatti, non soltanto fu usata come testo di iniziazione al latino nelle scuole (come ancora oggi accade), ma suscitò tanto interesse che fu ampliata a più riprese (fino all'età di Giustiniano da Paolo Diacono e, successivamente, fino al tempo di Leone l'Armeno da Landolfo Sagace nella Historia Miscella) e ne vennero eseguite traduzioni anche in greco (quella di Capitone Licio è perduta, mentre rimane pressoché completa quella di Peanio).

Note

  1. ^ Cfr. Ettore Paratore, Storia della Letteratura Latina dell'Età Imperiale, Milano, BUR Biblioteca Universale Rizzoli, 1992, pag. 302, ISBN 88-17-11253-4

Bibliografia

  • C. Santini (ed.), Eutropius. Breviarium ab urbe condita, Leipzig 1979.
  • Arnold Hugh Martin Jones, John Robert Martindale, J. Morris, "Eutropius 2", The Prosopography of the Later Roman Empire: A.D. 260-395, volume 1, Cambridge University Press, 1971, ISBN 0521072336, p. 317.

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