Giorgio Griffa (Torino, 29 marzo 1936) è un pittore, tra i principali e più originali esponenti dell’astrattismo italiano. La critica d'arte americana Roberta Smith ha scritto di lui: «La sua arte merita un posto nella storia mondiale dell'astrattismo» (The New York Times, 7 febbraio 2013)

Biografia

Inizia a dipingere ancora bambino e riceve i primi insegnamenti dai pittori tradizionali che all'epoca frequentavano il Circolo degli Artisti, antica istituzione torinese.
Nel 1958 consegue la laurea in giurisprudenza e da allora esercita la professione d'avvocato.
Dal 1960 è allievo di Filippo Scroppo. Il dibattito sulla pittura, che negli anni '60 si sviluppa sulle ceneri dell'informale e si snoda attraversando la pop-art americana e l'arte concettuale, lo vede fra i protagonisti della scena italiana.
Nel 1970 espone nelle gallerie di Ileana Sonnabend a New York e Parigi.
Partecipa a molte rassegne nazionali e internazionali le quali, nel confronto con il proliferare degli strumenti extra-pittorici, attestano la forte persistenza della pittura nell'esperienza artistica contemporanea, quale strumento idoneo agli eventi in corso anziché quale mezzo di conservazione o restaurazione o di nostalgia del passato.
Si ricorda la partecipazione alla Biennale di Venezia del 1978 e del 1980; Prospekt a Dùsseldorf nel 1969 e nel 1973; la fondamentale esposizione curata da Michel Claura nel 1973 a Parigi, Mónchen-gladbad, Anversa, dal titolo significativo: Une expositson de peinture réunissanf certains pein-fres qui mettraient la peinture en question.
Nel 1970 al Kunstmuseum di Lucerna partecipa ad altra mostra, dal titolo Processi di pensiero visualizzati, che vede la convivenza della pittura con altri aspetti della contemporaneità, arte concettuale, arte povera, land art, ecc..
Da allora sino ad oggi, per circa 40 anni è presente in numerose esposizioni nei musei italiani e stranieri

I suoi lavori fanno parte di collezioni di privati e musei.