Crociata dei pastori
La crociata dei pastori (1251) cominciò dopo la disfatta di Al-Mansura che pose fine alla settima crociata e provocò la cattura del re di Francia Luigi IX di Francia, quando un monaco carismatico, chiamato Maestro d'Ungheria, iniziò a predicare nel nord della Francia un'azione per liberare il sovrano e riconquistare la Città Santa, asserendo di aver ricevuto dalla Vergine Maria una lettera, nella quale era scritto che i potenti, i ricchi e i superbi non avrebbero mai potuto riconquistare Gerusalemme, ma che ci sarebbero riusciti solo i poveri, gli umili e i pastori, di cui egli sarebbe stata la guida.

La superbia dei cavalieri, continuava la lettera, aveva offeso Dio. Il Maestro d'Ungheria, che si chiamava Jacob, riuscì a convincere talmente tante persone che si raggruppò un esercito di 30.000 persone. Tra questi, molti erano malviventi e riuscirono a distogliere dallo scopo principale l'esercito che cominciò a saccheggiare e distruggere persino chiese e luoghi sacri. Così, Papa Innocenzo IV li scomunicò e convinse Bianca di Castiglia, madre di Luigi IX di Francia, a mandare le truppe reali contro i crociati. In un primo momento riuscirono a scappare, arroccandosi a Bourges, ma, nei pressi di Villeneuve-sur-Cher, vennero uccisi o fatti prigionieri, insieme al Maestro d'Ungheria stesso che perse la vita negli scontri.