Infallibilità papale
Il dogma dell'infallibilità papale (o infallibilità pontificia) afferma che il papa non può sbagliare quando parla ex cathedra, ossia come dottore universale della Chiesa. Dunque il dogma vale solo quando proclama un nuovo dogma o afferma una dottrina in modo definitivo come rivelata.
Tuttavia, secondo la dottrina cattolica anche il magistero ordinario della Chiesa, esercitato esclusivamente dal papa, possiede il carisma dell'infallibilità di cui Cristo ha dotato la Chiesa perché sia sacramento universale di salvezza. Gli insegnamenti dei vescovi invece non sono coperti dall'infallibilità papale, e difatti non sono assolutamente citati all'interno della definizione dogmatica stessa.
Definizione
Il dogma dell'infallibilità papale fu definito con la costituzione dogmatica Pastor Aeternus.
Questo è il testo tradotto in italiano dell'ultima parte della Pastor Aeternus, dove si trova la definizione del dogma:
Secondo tale dottrina il papa deve quindi essere considerato infallibile quando parla ex cathedra, cioè quando esercita il «suo supremo ufficio di pastore e di dottore di tutti i cristiani» e «definisce una dottrina circa la fede e i costumi»; quanto da lui stabilito sotto queste condizioni «vincola tutta la Chiesa».
Storia
L'antefatto
Pio IX nel 1854 aveva proclamato ex cathedra il dogma dell'Immacolata Concezione di Maria. Esso stabilisce che la madre di Gesù, fin dal suo concepimento, non fu macchiata dal "peccato originale". Questa proclamazione dilacerò le coscienze di alcuni cattolici perché (nonostante quanto affermato nel "Pastor Aeternus" citato sopra) fin dai tempi della chiesa primitiva la materia di fede era tipicamente definita dai Concili e non dal Papa. Si ricordi ad esempio il Concilio di Nicea, in cui la divinità di Cristo viene definita in assenza del vescovo di Roma, ed anzi con una scarsa partecipazione da parte dell'Occidente. Le polemiche riguardavano in alcuni casi l'oggetto della proclamazione (L'Immacolata Concezione), ma soprattutto la liceità da parte del papa di proclamare dogmi di fede senza il Concilio dei vescovi. Occorre osservare che l'infallibilità papale "ex cathedra" venne approvata dal Concilio Ecumenico Vaticano I.
La proclamazione
Per affermare questo diritto Pio IX convocò un concilio che doveva sanzionare questa sua scelta. Il meccanismo era chiaro: se si dubitava del fatto che un papa potesse decretare anche senza un Concilio, questa potestà poteva essere sancita (agli occhi dei dubbiosi) proprio da un Concilio che confermasse il dogma dell'infallibilità del papa ed anzi la sua assoluta supremazia in materia di fede. In passato ci furono invece concili che destituirono addirittura dei papi, ma occorre ricordare che si era nel periodo storico della restaurazione dell'assolutismo, e il papa guardava a Napoleone III.
Questo dogma fu definito nel 1870: per proclamarlo fu convocato un Concilio, il Vaticano I, il 18 luglio 1870, poi sospeso il 20 ottobre in seguito alla presa di Roma che segnò la fine del potere temporale dei papi, e non venne più concluso: ma il decreto sull'infallibilità del papa era ormai approvato.
Il dogma, voluto fortemente da papa Pio IX su prevalente ispirazione dei Gesuiti, suscitò le proteste degli ambienti laici del tempo e anche di una parte di quelli religiosi. Benché fortemente avversato dalla curia romana esisteva infatti un cattolicesimo liberale, tanto che una significativa minoranza dei padri del Concilio (prevalentemente francesi e tedeschi) preferì abbandonare Roma per non dare voto contrario al momento dell'approvazione, pur non sottraendosi all'accettazione del medesimo una volta approvato. Invece una piccola parte di vescovi dell'Europa centrale fuoriuscì dalla Chiesa di Roma dando vita allo scisma vetero-cattolico, basato sul rifiuto del dogma dell'infallibilità.
Reazioni e conseguenze
Come per il dogma dell'Immacolata Concezione, proclamato dallo stesso Pio IX nel 1854, esso non è accettato dalle altre confessioni cristiane, sia per ragioni teologiche sia perché esse non riconoscono l'autorità del papa. Alcune chiese (in particolare quelle evangeliche) reputano anzi che lo stesso istituto papale non sia in accordo con le Sacre Scritture.
La proclamazione del dogma costituì il fondamento teologico della scomunica già impartita a Vittorio Emanuele II e ai liberali italiani nel 1855, che si trasformò in attiva opposizione politica dei cattolici al Regno d'Italia con il Non expedit del 1874, attraverso la scomunica comminata per la partecipazione al voto e all'attività politica.
Critica teologica
Tra i teologi critici dell'infallibilità papale troviamo Hans Küng, Brian Tierney e August Bernhard Hasler, un discepolo di Küng.
Nel commentare la formula dell'infallibilità Bernhard Hasler parlò di "vaghezza" e "indeterminatezza" della formula ex cathedra in modo che "quasi mai si può dire quali decisioni debbano essere ritenute infallibili":
Applicazioni dell'infallibilità
La questione dell'applicabilità del dogma dell'infallibilità nei confronti dei pronunciamenti papali, è dibattuta. Secondo alcuni, finora, una sola volta il pontefice avrebbe fatto uso dell'infallibilità ex cathedra per definire un dogma. Nel 1950 papa Pio XII ha definito il dogma dell'Assunzione della Vergine Maria, usando delle parole "tecniche", cioè solenni ed esplicite, che non lasciano spazio a dubbi o discussioni dottrinali[1]:
Secondo la maggior parte dei teologi, anche tre insegnamenti dell'enciclica Evangelium Vitae devono essere considerati dogmi non modificabili; ma la mancanza di un testo così esplicito e diretto spinge alcuni altri a negare il loro carattere dogmatico. La questione è tuttora aperta.
Note
- ^ Costituzione apostolica Munificentissimus Deus. La definizione del dogma nell'originale latino è: «Quapropter, postquam supplices etiam atque etiam ad Deum admovimus preces, ac Veritatis Spiritus lumen invocavimus, ad Omnipotentis Dei gloriam, qui peculiarem benevolentiam suam Mariae Virgini dilargitus est, ad sui Filii honorem, immortalis saeculorum Regis ac peccati mortisque victoris, ad eiusdem augustae Matris augendam gloriam et ad totius Ecclesiae gaudium exsultationemque, auctoritate Domini Nostri Iesu Christi, Beatorum Apostolorum Petri et Pauli ac Nostra pronuntiamus, declaramus et definimus divinitus revelatum dogma esse : Immaculatam Deiparam semper Virginem Mariam, expleto terrestris vitae cursu, fuisse corpore et anima ad caelestem gloriam assumptam».