Nissa Football Club
La A.S.D. Nissa Football Club è una società calcistica di Caltanissetta, attualmente militante nel campionato di Serie D. Il campo di gioco è lo Stadio Marco Tomaselli. Ha militato per diverse stagioni in Serie C e l'ultima apparizione tra i professionisti risale alla stagione 1986-87, quando retrocesse dalla Serie C2 dopo aver chiuso il campionato al penultimo posto.
A.S.D. Nissa Football Club Calcio ![]() | |
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Biancoscudati | |
Segni distintivi | |
Uniformi di gara | |
Colori sociali | ![]() |
Simboli | Ape |
Inno | Nissa, piccola grande stella |
Dati societari | |
Città | File:Caltanissetta-Stemma.png Caltanissetta |
Nazione | ![]() |
Confederazione | UEFA |
Federazione | ![]() |
Campionato | Serie D |
Fondazione | 1932 |
Scioglimento | 1940 |
Rifondazione | 1947 |
Scioglimento | 1960 |
Rifondazione | 1962 |
Scioglimento | 1992 |
Rifondazione | 1992 |
Scioglimento | 1998 |
Rifondazione | 1999 |
Presidente | ![]() |
Allenatore | ![]() |
Stadio | Marco Tomaselli (11.950 posti) |
Sito web | www.nissafc.it |
Palmarès | |
Titoli nazionali | 1 Campionato di Serie D; 1 Coppa Italia Eccellenza Sicilia |
Trofei internazionali | 0 |
Si invita a seguire il modello di voce |
Storia
Le origini
L'inizio dell'attività calcistica, risale al primo dopoguerra quando non c'era nemmeno un campo di calcio e pochi appassionati si radunavano nel piazzale dei cappuccini, in fondo all'odierno viale Regina Margherita.
La Nissena
La prima squadra cittadina di football fu la Nissena, fondata nei primi anni trenta. Nel 1932 partecipò ai campionati federali; iscritta al campionato di prima divisione, sfiorò la promozione in serie B, sfumata dopo una dolorosa sconfitta casalinga (0-1) ad opera del Catanzaro, che guadagnava così l'accesso fra i cadetti. Gli eventi bellici vedono l'interruzione di ogni attività, compresa ovviamente quella calcistica, sancendo così la scomparsa della Nissena.
Il dopoguerra
Nell'immediato dopoguerra, Caltanissetta fu rappresentata calcisticamente da una squadra che si chiamava Sabaudia, formata interamente da militari di stanza in città. La squadra, allenata da Servetto, partecipò al campionato misto nazionale e sfiorò, nella stagione 1944/1945, il titolo isolano, vinto dal Palermo che era fra le poche siciliane a giocare nel medesimo campionato. Nel 1945/1946 nacque la Dinamo, successivamente rinominata A.C. Caltanissetta, che era stata iscritta al torneo di prima divisione.
1947: Risorge la Nissena
L'agosto 1947, segna una tappa importante per il calcio nisseno. Viene stilato un manifesto con 28 firme che esortava alla ripresa dell'attività agonistica sotto l'antica denominazione di U. S. Nissena. Così l'U. S. Nissena nasce effettivamente il 28 agosto 1947, sotto la presidenza di Giuseppe Gruttadauria, che riesce a coinvolgere nel progetto di rilancio della squadra un gruppo di atleti locali, tra i quali è doveroso ricordare Scarantino, Cigna, Cavallotto, Giunta, Galatioto, Gagliardi, Sanguedolce, Insalaco, Gerbino. Successivamente Gruttadauria cede la presidenza a Salvatore Gangitano, che era stato presidente della Nissena ai tempi eroici, e nel nuovo consiglio direttivo vi entrano a farne parte nuovi giovani volenterosi: Michele Falci, Vincenzo Damanti, Salvatore Cigna, Angelo Peluso, Calogero Traina, Benedetto Alù, il barone Giovanni Barile e Giuseppe Ippolito. La squadra, nonostante i pochi mezzi finanziari viene iscritta al campionato di Serie C Interregionale nella stagione 1947/1948. Il torneo si presenta subito molto impegnativo, formato da squadre siciliane e calabresi come Cantieri Navali, Notinese, Igea Virtus, Agrigento, Megara, Termini, Canicattì, Arsenal Messina, Marsala, Messina, Catania, Palmese e Reggina. Il presidente Gangitano fece giungere un allenatore di esperienza, Mirko Faotto e questi allargò la rosa dei giocatori, affiancando ai pur valorosi locali, gente di fuori, come il portiere Firpo. Fu un torneo di transizione, finalizzato alla separazione fra Serie C e Interregionale. La Nissena centrò l'obiettivo intermedio dell'Interregionale a campionato ormai concluso, giocando uno spareggio per non retrocedere nella Lega Regionale e vincendo in campo neutro a Termini Imerese per 5 a 0 contro il Cantieri Navali.
Si partì l'anno successivo decisi a riconquistare subito la perduta serie C. Fu chiamato Del Moro come allenatore che portò con sé il mediano Penso e l'ala Cambiotti, che avrebbero scritto alcune delle pagine più belle del calcio nisseno; venne acquistato Storni per sostituire fra i pali Firpo, ma non fu una scelta felice; a fine campionato proprio su Storni s'appuntarono grossi sospetti. Fu un'annata deludente. La Nissena era decisa a vincere il campionato ma dopo un avvio felice si trovò in cattive acque; prima i numerosi infortuni ad alcuni giocatori fondamentali e poi l'incredibile sconfitta subita a Marsala, dove i biancoscudati, che avevano assoluta necessità dei due punti per vincere il campionato, si fecero rimontare due gol negli ultimi venti minuti e finirono per perdere 4-3 allo scadere dell'incontro, decretarono la mancata promozione in serie C.
La Nissena approda fra i professionisti
L’anno successivo l’U.S. Nissena, dopo un buon campionato, riuscì a piazzarsi al primo posto nel girone. Secondo regolamento, dai tre gironi meridionali di Promozione solo due squadre venivano ammesse in Serie C. Per stabilire quali fossero le formazioni ammesse alla categoria superiore era necessario ricorrere ad uno spareggio fra le prime classificate dei tre raggruppamenti. La Nissena doveva vedersela quindi con Maglie e Casertana, che si erano imposte negli altri due gruppi. Delle tre una non sarebbe stata promossa.
La Lega stabilì che gli spareggi si sarebbero svolti a giugno. Al termine delle sei settimane previste, la classifica vide tuttavia le tre squadre in perfetta parità con due vittorie ciascuna. Fu dunque necessaria una successiva tornata per stabilire le formazioni promosse. Disputato nel mese di luglio, il secondo turno di spareggi diede lo stesso risultato: Nissena, Maglie e Casertana erano ancora appaiate. Bisognava ripetere per la terza volta gli spareggi. E così fu, ma il risultato non mutò: ancora parità. La Lega, allora, decise che il contenzioso sarebbe stato risolto da un sorteggio che avrebbe finalmente deciso i nomi delle due neopromosse al campionato di Serie C 1950/1951. Per sorteggio Nissena e Maglie furono promosse; la Casertana venne poi anch'essa promossa allargando i gironi.
Il 1950 è dunque l’anno del ritorno fra i professionisti. Rispetto alla formazione che aveva vinto l'anno precedente ci furono dei mutamenti: arrivarono infatti il portiere Di Napoli, il terzino Novara, i mediani Magnani e Legnani, l'allenatore fu Ghidini. Già dopo le prime giornate, sull’onda della vittoria contro il Cosenza, qualcuno iniziò a vociferare addirittura la promozione in Serie B. In realtà, la squadra, dopo il buon inizio, faticò non poco in quel difficile torneo (allora la Serie C era articolata in soli quattro gironi) e grazie al successo, maturato proprio all'ultima giornata, sul Barcellona, poi retrocesso, la Nissena guadagnò il diritto a restare fra i professionisti.
Non fu così l'anno successivo quando, per una modifica nei tornei, la Nissena fu trasferita in un torneo di nuova istituzione: la IV serie, oggi nota come Serie D. Quell'anno, nel 1951/1952, erano giunti Masci, Zarattino, Pistrin, Resi, Morbioli. In quarta serie (la C era diventata nel frattempo a girone unico) i nisseni restarono per quattro stagioni consecutive fino al 1956, quando furono retrocessi in Promozione. Si avviò così per la Nissena uno dei periodi più bui della sua storia che culminò con la sua dissoluzione nel 1960. Finì così una squadra che aveva partecipato ad alti livelli con onore e merito.
Nelle stagioni 1960/1961 e 1961/1962 in Promozione ci fu una squadra destinata ad avere breve vita: il Caltanissetta. La sua prima stagione ufficiale fu inoltre gravemente condizionata dalla perdita di 14 punti, che la Lega Siciliana tolse assegnando la sconfitta a tavolino per 2 a 0 in tutte le gare in cui era stato schierato il giocatore Gaetano Capodici, risultato non tesserato.
La fondazione della Nissa Sport Club e i primi successi
Dalle ceneri della Nissena, risorse la Nissa Sport Club, fondata il 26 settembre 1962 alla presenza del notaio Ferdinando Capra e di personalità quali Luigi Cannistraci, Liborio Savoia e Raimondo Collodoro, ai quali poi si aggiunse Antonio Turrito. Su proposta dell’ On. Michele Falci venne presenta il 28 settembre dello stesso anno nel teatro Margherita. La squadra venne immediatamente iscritta al campionato di Seconda categoria dove restò appena una stagione. Infatti, dopo un rullino di marcia di sedici vittorie in altrettante partite venne subito promossa al campionato di Prima categoria. Nella stagione 1963/1964 venne chiamato l'allenatore Audino Arabia. Fra i pali c'era Di Marco, dal Ragusa venne prelevato Mirko Penzo. La formazione base era: Di Marco, Dalla Pietà, Fiorini, Gerardi, Garofalo, Di Lorenzo, Venniro, Penzo, Muzzi, Romei, Marea. La squadra si dimostrò altamente competitiva, anche se non riuscì ad andare oltre il quinto posto, alle spalle di Sciacca, Enel Palermo, Cantieri Navali e Alcamo, poi sconfitto nello spareggio promozione dalla Massiminiana. Nel campionato successivo arrivò Gianni Di Marco, subentrato ad Arabia. Sei partite, dodici punti. A poche giornate dal termine, però, la panchina fu affidata a Gagliardi. Alla fine del campionato si impose il Cantieri Navali (45), seconda la Juventina (44), terza la Nissa (39), quarto lo Sciacca (35). Fanalino di coda il Licata (4).
Nel 1965 la Nissa fu affidata a Gianni Bonanno. In estate giunsero a Caltanissetta anche Stefanel e Re. A novembre tornò Di Marco in panchina. Altri acquisti furono Innocenzi dall'Avezzano, Fascetti (provenienza Frosinone) e Ciardi prelevato dall’Alcamo. Indossa la maglia biancoscudata anche Ernesto Cipollone, originario della provincia di Caserta e grande figura del panorama calcistico nisseno. In quella emozionante stagione la Nissa ottenne ancora una volta il terzo posto. L'acquisto più eclatante dell’anno successivo è quello del portiere Di Cristofalo. Da segnalare una grande stagione per De Carpentieri, Di Napoli e Rubattino. A quattro giornate dalla fine, la Nissa è prima, a pari punti con il Cantieri Navali, battuto (2-1) al Palmintelli. Nisseni e palermitani non disputarono lo spareggio, per l'allargamento del numero dei posti disponibili per la serie superiore. Cipollone chiude l'annata con 18 gol. Il 1967 è dunque ricordato dai tifosi nisseni come l’anno del ritorno in serie D. Ma nello stesso anno avvenne anche un cambio al vertice dirigenziale: da Oberto a Pace, da quest'ultimo all'imprenditore edile Falzone. La società ingaggiò inoltre Barattucci, in qualità di direttore sportivo. A Caltanissetta giunse anche Sergio Ballarin, ex centrocampista della Nissena allenata dal nazionale Oronzo Pugliese. Nissa sesta nella classifica finale, a quota 36. In vetta Marsala e Acireale.
Nel 1968 Falzone licenziò Barattucci e designò un nuovo segretario: Pino Spanò. Dal Veneto arrivò un importante terzino: Vinicio Donà. Allenatore Sergio Ballarin, poi affiancato da Pupo Malavasi, ex mediano del Palermo (serie A), in qualità di direttore sportivo. Non fu però una grande annata, culminata con il nono posto a quota 34 punti. Fecero meglio Enna, Floridia, Ragusa, Cantieri, Akragas, Siracusa, Paternò e Acireale. Nel 1969 un nuovo presidente, il cavaliere La Paglia, condusse la Nissa guidata da Carlo Cesarato al dodicesimo posto finale. Arrivarono, fra gli altri, Bravin, Marzaro, Ruggero Bon e Mognato.
Gli anni '70
Nella stagione 1970/1971 La Paglia scelse un nuovo allenatore, Carlo Perazzolo. Al termine della stagione, la formazione biancoscudata ottenne un incoraggiante ottavo posto finale. Promosso il Siracusa. Tuttavia l’anno successivo, al termine di un pessimo campionato, per la formazione nissena il quattordicesimo posto finale segnò il mesto ritorno fra i dilettanti. Si ripartì nella stagione 1972/1973 dalla Promozione con l’unico obbiettivo di riconquistare la perduta Serie D, obbiettivo che la Nissa non raggiunse in virtù del terzo posto finale alle spalle del Mazara e della Termitana. Dopo diverse prestazioni poco soddisfacenti nell’annata 1975/1976, il Comune sostenne con un cospicuo contributo la società, presieduta da Umberto Cortese, che eguagliò il piazzamento della stagione precedente. Dopo un altro campionato a luci ed ombre, culminato con un nono posto, la panchina biancoscudata passò a Matteo Carnevale che nella stagione 1977/1978 concluse il campionato nuovamente in terza posizione, ancora una volta alle spalle delle prime(rispettivamente il Ravanusa e l’Akragas che ottenne l’agognata promozione in Serie D). A seguito di alcuni dissapori Carnevale abbandona la panchina a quattro giornate dalla fine. Le redini della squadra passarono così a Raffaele Ammendola.
Nel 1978, la dirigenza guidata da Giovanni Piazza chiama Natale Casisa in qualità di allenatore. Casisa può disporre di un gruppo solido, forte di sei stagioni consecutive in Promozione. La formazione tipo era composta da: Bandinu, D'Agostino, Vuturo, Maira, Di Benedetto, Lo Porto, Passafiume, Italia, Colombo, Pensabene, Mondini. Il campionato si chiuse con dieci punti di distacco dalla seconda, l'Empedoclina, battuta al Palmintelli (2-1, al 90' gol decisivo di Mondini).
1979: il ritorno in Serie D
Nella stagione 1979/1980, conferma per Casisa. Rimasero anche Colombo, Italia, Maira, Mondini, Morreale, Sanfratello e Vuturo. Arrivarono Nuccio Anzalone, Angelo Terrana, Salvatore Labruzzo e Totò Falce. Ritornò Cassaro, reduce da un'esperienza con la Vigor Lamezia. La Nissa chiuse la stagione, dopo un buon cammino, al sesto posto.
Nel 1980, la società ingaggiò Gianni Gennari, proveniente dall'Akragas. Arrivarono Mormile e Caliò: il primo dalla Rossanese, il secondo dal Crotone. La Nissa cominciò la stagione con una lunghissima serie di vittorie, interrotta contro il Favara, al Palmintelli, con un 2-2. I biancoscudati conquistarono il primo posto, dando l'impressione di poter resistere sino alla fine, ma a poche giornate dalla fine scivolarono in quinta posizione. In Serie C2 vennero promosse Akragas e Modica. Nella stagione 1981/1982 passò ad Antonio Colomban la guida della squadra. Ma si trattò di un torneo all'agrodolce per i nisseni, che conclusero soltanto al nono posto, ben lontani dalla vetta.
La "Grande Nissa"
Nel 1982 il Comune di Caltanissetta intervenne nuovamente a sostegno della società, ma il potenziamento avvenne in ritardo. Tuttavia a fine agosto dello stesso anno la dirigenza chiamò Aurelio Bongiovanni e gli affidò un gruppo di prim'ordine. Fra gli altri, meritano di essere ricordati Cracolici, Iovenitti, Castellucci, Moscatiello e Indelicato. Il leader della squadra era Fausto Oliva, trentenne di Cassano all'Ionio (Cosenza), un centrocampista di straordinaria classe con un passato in Serie B (nel 1979/1980 con il Matera) ed in Serie C. La formazione tipo di quegli anni era: Morreale, Tomaselli, Labruzzo, Iovenitti, Mormile, Cracolici, Castellucci, Rio, Moscatiello, Oliva e Indelicato.
La qualità della formazione era fuori discussione. Inoltre era indicata anche dagli addetti ai lavori fra le favorite per la vittoria finale. I risultati tuttavia non diedero ragione a tecnico e giocatori. La dirigenza corse ai ripari esonerando Bongiovanni e sostituendolo con il milanese Giuseppe Tamborini (ex giocatore di Serie A con un passato alla Sampdoria, alla Roma e al Varese). Al suo fianco ritroviamo Raffaele Ammendola. Nonostante i cambiamenti la Nissa continuò a perdere quota, in particolare quattro sconfitte consecutive devastarono l'ambiente biancoscudato. Ammendola si ritrovò alla guida solitaria nelle ultime giornate, ma non c'era più rimedio. Il penultimo posto fu inevitabile. La Nissa si avviava quindi in Promozione dopo quattro stagioni consecutive in D.
Il ripescaggio ed il miracolo della stagione 1983/1984
Nell'estate dello stesso anno però una buona notizia restituisce l'entusiamo perduto ai nisseni: la Lega decide di ripescare il club per alti meriti sportivi. L'allora dirigente Antonio Territo si impegnò per ricomporre il vecchio gruppo dirigenziale, con Piazza e Savoia. Si riparte da Gennari. Arrivarono fior di giocatori. Su tutti, Ercole Giudice. Ma è con l'arrivo di Giovanbattista Rappa nel mercato autunnale, che la Nissa fa il salto di qualitá. Vince a Caltagirone al 90º e inanella sei vittorie di fila (Caltagirone, Terranova Gela, Enna, Pro Trapani, Nuova Igea, Pro Sciacca) che la portano al primo posto che non abbandonerà più. La Nissa vince il campionato davanti al Mascalucia ed ottiene l'agognata promozione in C2.
Nel 1984 la Nissa approda quindi fra i professionisti dopo più di trent’anni di assenza, e cioè dai tempi della Nissena. Primo impegno in Coppa Italia, 2-2, al Palmintelli, contro la Reggina allenata da Caramanno. Sbloccò il risultato Salvatore Zappalà, bomber d'indiscusse qualità, giunto da Canicattì insieme a Salvatore Tarantino, centrocampista. La società confermò Gennari, arrivarono anche Piero Adelfio, Angelo Cracchiolo e Antonino Bosco. La formazione sembrava solida, ma in campo le cose non andarono per il verso giusto. Si cominciò con un pari in casa (1-1), contro il Sorrento, squadra di rango, poi promossa in C1. La squadra convinse, ma non portò a casa la vittoria. Il primo a pagare fu Gennari, esonerato. Al suo posto arrivò Alfredo Ballarò, che non riuscì nell'impresa di far voltare pagina alla squadra. Ballarò abbandonò la squadra dopo una sconfitta casalinga, la più pesante della stagione, fra le mura amiche, contro il Licata di Zeman:dal 2-0 in favore dei nisseni (reti di Zappalà e Ingrassia) al 2-3 per i licatesi il passo fu brevissimo. Non si trattò di una stagione fortunata. La Nissa perse anche il difensore Fabio Casadei in seguito a un terribile incidente stradale. Il giocatore romano riuscì a salvarsi, ma non poté più tornare a calcare un campo di calcio. La Nissa si salvò in extremis, vincendo le ultime quattro gare del campionato, contro Ercolanese, Rende, Gladiator e Afragolese.
Nel 1985 arrivò Franco Rondanini alla guida tecnica. In biancoscudato per la prima volta Artale, Aurisano, Diana, Dromì, Praticò, Fazio, Federico, Losio e Vizza. Stupende le vittorie esterne contro Nocerina (0-1, rete di Diana) e Ischia (0-1, gol di Lo Giudice). La Nissa chiuse al settimo posto a quota 34, prima fra le formazioni siciliane. In C1 furono promosse Nocerina e Reggina, quest'ultima battuta in casa, nella primavera del 1986, con un perentorio 2-0. Capocannoniere dei nisseni, con sei gol, Salvatore Tarantino, 33 volte presente su 34. La stagione 1986/1987 rappresenta una delle pagine più nere della storia biancoscudata. Complice la scomparsa del compianto Marco Tomaselli (al quale da qualche anno è stato intitolato lo stadio comunale di Caltanissetta) a soli 25 anni, dopo un gravissimo incidente stradale. La tragica notizia gettò tutti nello sconforto. La squadra, affidata a Rondanini, confermato, non riuscì a trovare la via della risalita, sprofondando fra le ultime della classe. A poco servì la grande tecnica di Umberto Marino, napoletano, giunto a Caltanissetta dalle giovanili dell'Inter, insieme a Giovanni Macera. Neppure l'innesto di Francesco Bruno, ex Nocerina, al centro della difesa, salverà dal tracollo. Dopo Totò Grillo, ceduto al Pisa, in Serie A, nella prima squadra anche Marcello Grosso, Michele Giannone e Renato Di Prima. Ultimo presidente della Nissa in C2, Liborio Savoia, con amministratore delegato Giovanni Carabellò, poi al Messina. Ultima partita fra i professionisti il 7 giugno del 1987, sul campo neutro di Termini Imerese, contro la Lodigiani, che sancì la retrocessione al diciassettesimo posto, con soli 34 punti, sei vittorie, dieci pareggi e diciotto ko. Era l’addio ad una categoria che la Nissa non avrebbe mai più rivisto.
La dissoluzione della Nissa S.C.
La Nissa ripartì quindi dall'Interregionale: in panchina andò Tommaso Angrisani, napoletano, ex giocatore del Sorrento (Serie B 1971/1972). La squadra centrò senza patemi d'animo la salvezza con Beppe Colombo, che prese il posto dello stesso Angrisani. Indimenticabile per i tifosi nisseni il 3-0 rifilato alla Juventina Gela, prima della classe, al "Palmintelli" nell'aprile del 1988, a poche giornate dalla fine (con doppietta di Michele Giannone). Nella stagione 1988/1989, la Nissa visse una difficile crisi societaria, che culminò nella retrocessione in Promozione, nonostante gli sforzi dell'allenatore-giocatore Beppe Colombo. Nel 1990,tuttavia, i nisseni riconquistarono l'Interregionale, sotto la presidenza di Valerio Terenzio. In panchina vi era Maurizio Mazza. Nel 1992, i nisseni ripiombarono però nella crisi, stavolta irreversibile: prima la sconfitta nello spareggio di Messina, contro la Nuova Rosarnese, poi il fallimento societario decretarono la fine della Nissa Sport Club, sorta nel 1962, fra le lacrime dei tifosi più affezionati al vessillo biancoscudato.
1992: rinasce la Nissa
Nell'estate del 1992, Mario Privitera, presidente del Caltanissetta (Promozione), ottenne il ripescaggio della sua società in Eccellenza e la chiamò Nuova Nissa. Privitera confermò Lucio Falletta e altri giocatori della precedente stagione. Nell’annata 1994/1995, con Maurizio Mazza in panchina, l'Unione Sportiva Nissa vinse il campionato e anche la fase regionale siciliana della Coppa Italia Dilettanti, meritandosi la conquista della Serie D: fra i migliori, Nicosia, Parenti, Filippazzo, Mallia, Cartone, La Paglia, Barbieri e Grillo. L'avventura in D fu però breve: soltanto una stagione, con un avvicendamento di diversi tecnici: da Gennari a Fernando Rossi, sino a Colombo. Inutile il successo nell'ultima fatica di campionato a Crotone. L'Unione sportiva Nissa chiuderà i battenti nell'estate del 1998, in Eccellenza. Dopo un anno di inattività, dalla fusione fra Sommatino e Nissena 1996, nasce la Nissa Football Club (1999). Quindi un anno in Promozione, con Anzaldi in panchina, e il ripescaggio in Eccellenza, dopo aver guadagnato l'accesso alla fase finale del Torneo "Tomaselli".
Dal 2000 al 2010
Nel 2001 la Nissa sfiorò la promozione in D, dopo un emozionante testa a testa con il Favara. A fine stagione la società presieduta da Franco Galiano reclamò il salto di categoria, chiedendo tre punti a tavolino dopo la sconfitta subita nella penultima giornata di ritorno a Palagonia (1-0), con incidenti in campo e fuori prima della gara. La "battaglia" legale fu però inutile: la Nissa dovette disputare regolarmente il campionato d’Eccellenza. L'anno seguente si ripartì con l’arrivo dal mercato dei fratelli Sergio e Pippo D'Antoni che chiamarono il tecnico Andrea Pensabene. Al termine della stagione non si andò oltre lo spareggio con l’Alcamo.
Nel 2003, un nuovo presidente, Totò Navarra, allestì un organico di qualità, andando vicino al salto di categoria con i gol di Mariano Cordaro. Successivamente la presidenza del club nisseno toccò a Luca Mannino. Egli ha il merito di essere riuscito a trascinare la Nissa in Serie D (dopo tredici anni d’assenza) grazie ad un entusiasmante cammino terminato con alcune giornate d’anticipo. In particolare dopo il match contro l’Enna (vinto per 1-0, con gol-partita di Cutaia), con il quale i biancoscudati hanno matematicamente conquistato il primo posto nel girone d' Eccellenza “strappandolo” al Trapani, giunto secondo. La formazione granata trovò ugualmente l’ammissione in Serie D dopo aver vinto i play-off.
La stagione seguente la Nissa si guadagnò l'accesso ai play-off di Serie D (dove fu eliminata al primo turno dall'Adrano), avendo concluso il campionato regolare al terzo posto. Resta indimenticabile per i tifosi il 4-1 rifilato al "Tomaselli" alla capolista Siracusa, che poi fu promossa quello stesso anno in Seconda Divisione. Durante i mesi estivi la società attraversò una difficile crisi culminata con le dimissioni del consiglio direttivo e del presidente Mannino, che lamentò un grande disinteresse da parte degli imprenditori al suo progetto per la squadra. La crisi fu tuttavia superata in breve tempo con la nomina di un nuovo presidente, Alessandro Giammorcaro, già vice presidente nella passata stagione, che coronò un suo sogno personale (essendo un tifoso storico Ultrà) con l'iscrizione in Serie D della Nissa per la stagione 2009/2010.
Nel 2010 nuovi soci entrarono a far parte del gruppo societario: Umberto Ilardo fu nominato nuovo presidente mentre Franco Galiano, già ex presidente della Nissa, diventò direttore generale. La nuova dirigenza provvedette a confermare sulla panchina il tecnico Gaetano Di Maria.
Anni 2010
Nel 2011 la società nissena ha presentato domanda di ripescaggio per ottenere l'accesso in Lega Pro in Seconda Divisione. Il Consiglio federale, tuttavia, ha respinto tale richiesta.
Sempre nell' estate del 2011 si è aperta una insanabile crisi societaria: anche il presidente Ilardo, infatti, ha lamentato un grande disinteresse da parte dei ceti imprenditoriali e politici cittadini e, dopo una dura contestazione subita dai propri tifosi ad inizio stagione, ha dichiarato ufficialmente di avere messo la società in vendita, incitando un nuovo acquirente a farsi avanti.[1] In risposta a questo appello sembra intervenire un numero molto consistente di aspiranti acquirenti, spesso costituiti da cordate di imprenditori.
Nei mesi autunnali, mentre la situazione in classifica inizia farsi critica, prende consistenza l'ipotesi di una cordata nissena pronta a rilevare la società. Le voci di mercato iniziano, però, a susseguirsi in modo incontrollato. Infine è annunciato il passaggio di proprietà ai fratelli Dugo (che acquistano la Nissa gratuitamente); presidente è nominato Antonino Monterosso. Il tecnico Salvatore Marra è esonerato e sostituito prima con Cacciola e poi con Salvatore Bianchetti. I rapporti tra la nuova dirigenza e l'ambiente nisseno non sono facili (anche a causa della crisi di risultati). Così, già dal mese di febbraio 2012, iniziano a susseguirsi voci (non sempre fondate) e smentite su un possibile nuovo cambio di gestione. Dopo altre vicissitudini finanziarie, il 16 marzo i fratelli Dugo cedono la società alla cordata nissena capeggiata da Roccia il quale viene nominato nuovo Presidente. Ma il valzer di allenatori continua: Bianchetti è sostituito nuovamente con Marra. Obiettivo dichiarato è tentare di raggiungere la salvezza. [2] Dopo aver concluso un girone di ritorno decisamente più positivo (con ben 24 punti in più rispetto a quello d'andata), la Nissa conclude la regular season al terzultimo posto, riuscendo ad agguantare all' ultima giornata la qualificazione per i play-out salvezza. Dopo aver battuto l' Acri ai play-out la Nissa si guadagna la permanenza in Serie D.
Durante i mesi estivi nuovi volti entrano a far parte del gruppo dirigenziale, tra cui il nuovo allenatore Tarcisio Catanese, che sostituisce il dimissionario Marra, con il quale la dirigenza della Nissa continuerà ad avere dei dissidi per tutta l'estate. Il 25 luglio è siglato un accordo di collaborazione tra la Nissa e le altre principali società di calcio giovanile della città, al fine di selezionare gli atleti più promettenti per il debutto nella squadra maggiore.
Il 13 novembre è stato esonerato l'allenatore Tarcisio Catanese, ed il suo posto è stato preso temporaneamente (per 2 partite) da Fabrizio Fama (tecnico delle giovanili). Nel frattempo il 17 novembre Santo Prospero è stato nominato nuovo Presidente ed amministratore unico. Il 27 novembre Dario Golesano è diventato il nuovo allenatore, anche se per breve periodo (a gennaio in panchina è tornato di nuovo Fama). Tuttavia, il presidente Prospero ha disatteso il passaggio delle quote e la dirigenza dimissionaria, il 28 dicembre ha consegnato simbolicamente la squadra al Comune. Nel mese di dicembre la società ha ufficializzato il trasferimento dello storico capitano Salvatore Avola al Città di Messina: Avola lascia il club dopo quasi 12 stagioni, 5 delle quali vissute in Serie D, dove ha totalizzato con la maglia biancoscudata 130 presenze e 14 reti. La Nissa, all'inizio del 2013 si presenta completamente allo sbando ed in una profondissima crisi finanziaria e sportiva, nel generale disinteresse dei suoi tifosi e del'ambiente sportivo nisseno; inoltre non appare neppure certo che la società riesca a trovare i mezzi finanziari per terminare la stagione. Il 17 gennaio la società pubblica un documento sul suo sito ufficiale dove registra una perdita secca di oltre 130.000 € per la stagione 2011-2012, limitatamente al periodo febbraio-giugno.
Cronistoria
Cronistoria della Nissa Football Club | |
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Curiosità
Fatto curioso, nel 1994 l'Under-21 a causa di un disguido tecnico giocò una partita indossando la seconda maglia rossa della Nissa (primo e finora unico caso nella storia delle nazionali calcistiche italiane). Ciò avvenne durante una gara contro i pari età croati a Caltanissetta, in occasione della quale entrambe le formazioni si presentarono con la sola divisa bianca: gli Azzurrini scesero così in campo indossando la seconda divisa della squadra cittadina.[3]
Statistiche e record
Partecipazione ai campionati
Categoria | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione |
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C2 |
3 | 1984-85 | 1986-87 |
D |
19 | 1967-1968 | 2012-2013 |
Eccellenza Sicilia |
13 | 1992-1993 | 2007-2008 |
Altri piazzamenti di rilievo
Campionati
- Campionato II categoria
- primo posto : 1962-1963
- Campionato I categoria
- primo posto : 1966-1967
- Campionato Promozione
- primo posto : 1978-1979
- Campionato Serie D
- primo posto : 1983-1984
- Campionato Serie C2
- settimo posto : 1985-1986
- Campionato Promozione
- primo posto : 1989-1990
- Campionato Eccellenza Sicilia
- primo posto : 1994-1995; 2007-2008
Coppe
- vincitrice : 1994-1995
- ottavi di finale : 2011-2012
Note
- ^ Comunicato ufficiale, in nissafc.it, 14 ottobre 2011.
- ^ vedi "La Nissa nel pallone", articolo apparso sul numero di marzo de Il fatto Nisseno
- ^ Le maglie dell’ultimo minuto: quando da una distrazione nasce una casacca da collezione, in passionemaglie.it, 20 gennaio 2011. URL consultato il 26 febbraio 2012.