Moscato di Scanzo

vino DOCG lombardo
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Il Moscato di Scanzo (o Scanzo) è un vino DOCG (unica DOCG bergamasca) la cui produzione è consentita solo nella fascia collinare del Comune di Scanzorosciate provincia di Bergamo. Il Moscato di Scanzo DOCG è GARANTITO dal "Consorzio Tutela Moscato di Scanzo" - il Valcalepio passito non può per legge essere definito "Moscato di Scanzo"

Moscato di Scanzo
Dettagli
StatoItalia (bandiera) Italia
Resa (uva/ettaro)60 q
Resa massima dell'uva40,0%
Titolo alcolometrico
naturale dell'uva
12,0%
Titolo alcolometrico
minimo del vino
17,0%
Estratto secco
netto minimo
22,0‰
Riconoscimento
TipoDOCG
Istituito con
decreto del
03/08/1976; superato dal decreto D.M. 17 aprile 2002  
Gazzetta Ufficiale del18/11/1976,
n 308 (la modifica è contenuta nella Gazzetta Ufficiale n.111 del 14.05.2002)
Vitigni con cui è consentito produrlo
  • Moscato di Scanzo: 100.0%
[senza fonte]

Caratteristiche organolettiche

  • colore: rosso rubino più o meno intenso che può tendere al cerasuolo con riflessi granati.
  • odore: delicato, intenso, persistente, caratteristico.
  • sapore: dolce, gradevole, armonico, con leggero retrogusto di mandorla.

Cenni storici

La prima testimonianza "scritta" della presenza di questo vino giunge a noi l'8 giugno 1347 quando Alberico da Rosciate (divenuto ora, con Simone da Scanzo, il simbolo rappresentativo di questo vino) lasciava a Jonolo da Priatini un'indefinita quantità di Moscato prodotto in terra bergamasca. Riapparve successivamente grazie alle "Effemeridi" di Donato Calvi nelle quali venne citato l'episodio risalente al 1398 attraverso i quali i Guelfi si impossessarono di 42 carri di Moscato Rosso di Scanzo.

La tradizione lo fa risalire all'epoca degli Atestini - Rosciate o Rosate come scrive il Capitano di Venezia Giovanni Da Lezze, ha il significato dal greco "Ros" (grappoli o fascio di uva), con il celtico "ate", che significa villaggio. Da qui "Rosate" oggi Rosciate.

Lunga è la storia di questo vino che può vantare anche il fatto di essere stato dono prezioso del grande architetto Giacomo Quarenghi alla zarina Caterina II di Russia. Da qui conquistò velocemente quote del mercato londinese; furono proprio i londinesi a trasformarlo in delizioso passito, spinti dalla voglia di creare un nuovo sherry di uva. Si dice che nel settecento, fosse il vino più caro al mondo, quotato alla borsa di Londra. (fonte: "Rosciate e le sue Colline", Corrado Fumagalli").

Abbinamenti consigliati

Tra gli abbinamenti consigliati sicuramente quello dei formaggi è il più adatto, visto il deciso sapore di questo vino. I formaggi bergamaschi sono numerosi e tra i più conosciuti ci sono:

Ottimo anche l'abbinamento con cioccolato fondente, max 70% di cacao

Produzione

La vendemmia di questo vino avviene in un periodo successivo rispetto a quella delle altre tipologie.

Le uve vengono attentamente selezionate e si calcola che ogni ettaro possa produrre al massimo 6 tonnellate di uva. Quest'ultima viene fatta appassire per circa 40 giorni in apposite stanze molto areate, ma soprattutto asciutte.

Successivamente troviamo la fase della pigiatura attraverso la quale si ottiene un mosto carico di zuccheri ed aromi. La pigiatura rappresenta una delle fasi più importanti e delicate in quanto è qui che si deve ottenere il particolare equilibrio tra alcool e zuccheri rimasti, non compromettendo però i profumi.

Questa macerazione dura al massimo 5 giorni e le fasi successive sono la svinatura ed il travaso in una vasca differente; si procede poi alla fase finale della fermentazione dove il mosto precedentemente ottenuto viene posto in recipienti di acciaio inox o vetro. Dopo tale pratica si procede all'illimpidimento, al travaso ed all'affinamento.

Infine troviamo la fase dell'invecchiamento della durata di circa due anni dalla vendemmia; quest'ultimo passaggio avviene per il vino in bottiglia, lo stesso luogo dove poi continuerà la sua maturazione per anni.

Provincia, stagione, volume in ettolitri

  • Bergamo (1995/96) 108,2
  • Bergamo (1996/97) 121,63