La Torre della Zecca chiudeva le mura di Firenze verso l'Arno a est, per questo si può parlare di "torre terminale". Oggi si trova isolata in mezzo a uno svincolo stradale dei Viali di Circonvallazione in piazza Piave, vicino all'omonimo Lungarno della Zecca Vecchia.

La Torre della Zecca, vista dall'opposto lungarno

Storia

 
La torre prima della demolizione delle mura

La torre fu eretta a protezione del mai eseguito ponte Reale (progettato negli anni precedenti alla disastrosa alluvione 1333 e così intitolato in onore di Roberto d'Angiò) e a difesa della parte della cerchia di mura che insisteva in questo tratto, a costituirne il termine sull'Arno.

Nel 1532, scapitozzata, fu incorporata su progetto di Antonio da Sangallo il Giovane, a fungere da bastione, nella fortezza Vecchia o "baluardo di Mongibello", a sua volta collegata a gore, mulini e ad altri edifici che formavano in questa zona un tipico agglomerato. Tale progetto era stato voluto da Alessandro de' Medici per migliorare le difese della città dopo il rischioso episodio dell'assedio di Firenze.

Proprio per la presenza di opifici con magli azionati ad acqua, la fabbrica ospitò per un certo periodo l'officina della Zecca fiorentina, , dove venivano coniati i fiorini della Repubblica fiorentina, da cui la denominazione corrente. Più anticamente la zecca era stata nei pressi di Palazzo Vecchio, dove veniva utilizzata l'acqua del torrente Scheraggio che correva lungo l'attuale via della Ninna.

Nel corso dei lavori di ingrandimento della città di Firenze progettati da Giuseppe Poggi (sono documentati per questa zona espropri condotti sulla base di perizie redatte da Felice Francolini nel 1868) fu isolata e posta a traguardo dei viali di circonvallazione. Negli anni cinquanta del Novecento alcuni ambienti furono occupati da un circolo ricreativo.

La torre appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale.

Descrizione

 
La lapide dantesca

All'esterno la torre si presenta semplice e massiccia, con alcune piccole feritoie e senza coronamento merlato: ampie e ben leggibili (come altrimenti non potrebbe essere) le porzioni frutto di restauro. Sul lato che guarda alla città è la porta d'accesso con al lato un bel portabandiera in ferro di fattura novecentesca, dal lato che prospetta verso l'Arno è una targa con alcuni versi di Dante dedicati al fiume. All'ultimo piano esiste una terrazza dalla quale si gode un bel panorama. Per raggiungerla si devono salire alcune strettissime scale in pietra, per questo non è accessibile al pubblico.

All'interno sono presenti ambienti voltati un tempo ad uso dei soldati di guardia, e piani sotterranei dai quali si dipartono stretti corridoi fognari coperti da volte, uno dei quali (oggi allagato e quindi non più praticabile) passerebbe, secondo la letteratura, sotto il fiume consentendo di raggiungere la sponda opposta. Del circolo ricreativo resta un bancone in pietra abbandonato, i residui dell'impianto elettrico e dei servizi igienici.

Un targa all'esterno riporta alcuni versi danteschi che ricordano l'Arno.

«Per mezza Toscana si spazia /

un fiumicel che nasce in Falterona, / e cento miglia di corso nol sazia.»

Bibliografia

  • Federico Fantozzi, Pianta geometrica della città di Firenze alla proporzione di 1 a 4500 levata dal vero e corredata di storiche annotazioni, Firenze, Galileiana, 1843, p. 217, n. 534;
  • Nuova guida della città di Firenze ossia descrizione di tutte le cose che vi si trovano degne d’osservazione, con piante e vedute, ultima edizione compilata da Giuseppe François, Firenze, Vincenzo Bulli, 1850, pp. 406-407;
  • Emilio Bacciotti, Firenze illustrata nella sua storia, famiglie, monumenti, arti e scienze dalla sua origine fino ai nostri tempi, 3 voll., Firenze, Stabilimento Tipografico Mariani e Tipografia Cooperativa, 1879-1886, III, 1886, p. 18;
  • Ministero della Pubblica Istruzione (Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti), Elenco degli Edifizi Monumentali in Italia, Roma, Tipografia ditta Ludovico Cecchini, 1902, p. 257;
  • Walther Limburger, Die Gebäude von Florenz: Architekten, Strassen und Plätze in alphabetischen Verzeichnissen, Leipzig, F.A. Brockhaus, 1910, n. 727;
  • Augusto Garneri, Firenze e dintorni: in giro con un artista. Guida ricordo pratica storica critica, Torino et alt., Paravia & C., s.d. ma 1924, p. 169, n. LVIII;
  • Enrico Barfucci, Giornate fiorentine. La città, la collina, i pellegrini stranieri, Firenze, Vallecchi, 1958, pp. 178-179;
  • Piero Bargellini, Ennio Guarnieri, Firenze delle torri, Firenze, Bonechi, 1973, pp. 211-215;
  • Touring Club Italiano, Firenze e dintorni, Milano, Touring Editore, 1974, p. 362;
  • Borsi-Maresca 1984, pp. 56-58;
  • Touring Club Italiano, Firenze e provincia, Milano, Touring Editore, 2005, p. 423.
  • Le Torri di Firenze e del suo territorio, Lara Mercanti e Giovanni Straffi, Alinea Editrice, Firenze 2003
  • Claudio Paolini, La Caserma Baldissera e il quartiere della Zecca Vecchia, in Le caserme Tassi e Baldissera a Firenze. Opere e arredi, a cura di Maria Sframeli, Firenze, Edizioni Polistampa, 2012, pp. 78-96.

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni


Senso antiorario:
Porta alla Croce

Strutture conservate nelle
Mura di Firenze
Senso orario:
Porta San Niccolò
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