Agostino Patrizi Piccolomini

vescovo cattolico italiano

Agostino Patrizi Piccolomini (Siena, 1435 ca. – 1495) è stato un vescovo cattolico italiano.

Agostino Patrizi Piccolomini
vescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricopertiVescovo di Pienza e Montalcino dal 1484 alla morte
 
Nascita1435
Consacrazione a vescovo1485
Morte1495

Biografia

Agostino Patrizi nacque a Siena intorno al 1435[1] dal notaio Luigi Patrizio Patrizi; il cognome Piccolomini gli fu aggiunto dal suo patrono, Enea Silvio Piccolomini, che prima di salire al trono pontificio nel 1458 col nome di Pio II era stato dal settembre 1450 vescovo di Siena. Compì gli studi a Siena dove fu l'allievo del canonista Fabiano Benci e, ricevuti gli ordini, nel 1560 raggiunse Roma in qualità di amanuense privato del papa e lettore pontificio[2]. Il 1º aprile 1464 fu nominato abbreviatore e alla morte di Pio II, entrò al servizio del cardinale Francesco Todeschini Piccolomini. Dal 1466 al 1488 ricoprì la carica di maestro delle cerimonie pontificie. Il 13 gennaio 1469 licenziò il De adventu Friderici III imperatoris, rendiconto storico redatto su incarico di Paolo II dedicato alla seconda visita a Roma dell'imperatore Federico III (24 dicembre 1468-9 gennaio 1469). Nell'estate del 1471 accompagnò il Todeschini alla dieta di Ratisbona, di cui rese conto nel De legatione Germanica. Nel 1479 gli fu rinnovata la nomina di abbreviatore. Con il favore del Todeschini, il 19 gennaio 1484 fu nominato da Sisto IV vescovo delle diocesi aeque principaliter unite di Pienza e Montalcino. In vista della nomina episcopale, Agostino Patrizi rinunciò alla carica di abbreviatore in favore di Agostino Piccolomini ed a quello di cerimoniere della cappella pontificia in favore del Burcardo. Tuttavia fu richiamato nel collegio dei cerimonieri dal 24 dicembre 1485 (al posto di Antonio Rebioli) al 31 maggio 1489, quando lasciò il posto ad Aldello Piccolomini. Nel 1485, durante il pontificato di papa Innocenzo VIII, pubblicò il primo Pontificale Romano stampato. Compì anche visite pastorali in Alto Adige e nel Tirolo.

Morì nel 1495 e dal 31 ottobre di quell'anno il cardinale Todeschini fu designato amministratore della diocesi[3].

Opere

  • De adventu Friderici III imperatoris
  • De legatione Germanica
  • Vita optimi ac integerrimi viri Fabiani Benci Politianensis canonum professoris clarissimi
  • Epitoma Casinensis historiae
  • Summarium concilii Basilensis (1480)
  • Historiarum Senesium libri
  • De antiquitate civitatis Senarum


Compendi liturgici

  • Caeremoniae Legati de latere
  • Pontificale
  • Caeremoniale


Note

  1. ^ Cfr. Rino Avesani, cit., pag. 3: «Nel quarto o quinto decennio del secolo XV»
  2. ^ Cfr. Rino Avesani, cit., pag. 5: «Oltre a copiare egli stesso qualche codice, si occupava de quelli che altri copiavano o decoravano, rivedendo anche copie degli scritti stessi del papa»
  3. ^ Cfr. Rino Avesani, cit., pag. 28. L'anno di morte è quello che compare sulla porta principale del duomo di Pienza. Le fonti che fissano la morte al 1496 sono vittime della confusione tra il Patrizi e l'Agostino Piccolomini, figlio naturale di Giacomo Piccolomini e nipote del tedeschini, che infatti morì il 3 giugno 1496. Circa l'imbarazzo storiografico venutosi a creare si veda la ricostituzione in Apostolo Zeno, cit. pagg. 97-99, nonché Rina Avesani, cit., pag. 2 note 3 e 4; pagg. 27-28

Bibliografia

Voci correlate

Collegamenti esterni

Successioni