Gergo

varietà di lingua che vengono utilizzata da specifici gruppi di persone
Versione del 6 dic 2006 alle 01:53 di LucaLuca (discussione | contributi) (Gerghi in senso lato secondo Berruto e Forcono (bibliografia) / corretto interlink tedesco)

Gergo (analogo a slang, in inglese e ad argot, in francese ) è un termine usato comunemente per definire una una varietà di lingua che è utilizzata da specifici gruppi di persone e che si è sensibilmente allontanata dalla lingua standard o dal dialetto parlato normalmente in zona.

Generalmente ogni generazione o gruppo sociale sviluppa delle sue varietà di linguaggio, per il semplice fatto che i vari componenti parlano più spesso "tra loro" che "con gli altri", oppure perché essi deliberatamente intendono non farsi capire da chi non fa parte del gruppo. Un esempio di linguaggio tendenzialmente gergale è la lingua dei giovani: il fenomeno è interessante per il fatto che qualche volta gli adulti non riescono a capire la lingua dei giovani, ed il fenomeno non può essere semplicemente spiegato con il graduale mutamento della lingua (esso ha delle ragioni anche e soprattutto sociali).


Caratteristiche dei gerghi

Le caratteristiche fondamentali di un gergo sono, secondo Berruto:

  • L’uso di una lingua base come può essere il dialetto del posto o la lingua ufficiale: il gergo non ha infatti una sua base indipendente (come invece si riscontra nel caso di un dialetto o dell’idioma di una minoranza linguistica). Senza l’appoggio di questa lingua, il gergo non può svilupparsi.
  • Una notevole differenza rispetto alla lingua originale.
  • La segretezza: il gergo in senso stretto ha infatti come scopo quello di impedire la comprensione da parte di parlanti estranei al gruppo sociale. Questa particolarità si chiama funzione criptica. L’uso di alcune parole speciali da parte di un gruppo di studenti, ad esempio, non ha necessariamente ha lo scopo di rendere segreto un linguaggio e non costituisce un fenomeno gergale in senso stretto.

Esempi classici di gergo erano quelli di alcuni mestieri come i salumieri norcini in varie parti d'Italia oppure nelle grandi organizzazioni criminali come la camorra e, come visto, in alcuni mestieri.

Per altri paesi si ricorda il fenomeno dei Cockney londinesi chiamato en:rhyming slang, in cui alle parole o frasi vengono sostituite altre parole o frasi che fanno rima con esse (ad esempio apples and pears al posto di stairs). In Francia, parlando il Verlan, le parole vengono pronunciate all'inverso, anagrammando singole lettere o sillabe: lo stesso nome di questo di questa parlata non è altro che l'inverso dell'espressione francese l'invers.

Dato che spesso i gerghi perdono la loro segretezza o cadono in disuso, alcune parole nate in un gergo possono sopravvivere per poi passare alla lingua standard: è ad esempio il caso del termine cosa nostra, parola che proviene dal gergo della mafia.

I gerghi in senso lato

Accanto ai gerghi in senso stretto come li abbiamo visti finora, si parla anche di gerghi in senso lato. Si tratta dunque di parlate in qualche modo codificate e usate da un determinato gruppo sociale, ma alle quali manca l’elemento di segretezza: spesso ci si limita a pochi elementi stilistici non necessariamente impossibili da comprendere (secondo Berruto, queste parlate devono essere chiamate senza funzione criptica e allusive). I gerghi giovanili rientrano la maggior parte delle volte in queste categorie. Questi linguaggi si avvalgono qualche volta di metafore o di semplici procedimenti metrici di troncamento o allungamento della parola:


  • Paglia, per dire 'sigaretta' o 'spinello'
  • Darsi una punta oppure un puntello, per dire 'darsi appuntamento'.

Si tratta spesso di termini che devono possibilmente avere a che vedere con il mondo dei tabù e della vita come non è stata oggetto di esperienza nella vita familiare piccolo borghese: sesso, droga, mondo dei paninari, piccola malavita: se possibile il gruppo sociale di giovani cerca di prendere le distanze nei confronti di un establishment di persone viste come „benparlanti“ e „benscriventi“ (vedi Forconi).

Va comunque detto che anche i gruppi di giovani sono in grado di creare gerghi veri e propri.

Per finire, l'uso di vocabolario scientifico, tecnico e finanziario non rientra in nessun modo sotto la definizione di gergo, in quanto la creazione di parole speciali nasce da esigenze legate alla comunicazione (che deve essere specifica) e non alle caratteristiche sociali dei parlanti. Se nella vita di tutti i giorni si può sentire parlare di gerghi scientifici, in questi casi la linguistica usa il termine di linguaggi settoriali.


Bibliografia

  • Berruto, G., Sociolinguistica dell'italiano contemporaneo, Roma, Carocci, 2002.
  • Camporesi, P., Il libro dei vagabondi, Milano, Garzanti, 2003.
  • Coveri, L., Prospettive per una definizione del linguaggio giovanile in Italia, in Varietätenlinguistik des Italienischen, a c. di G. Holtus ed E. Radtke, Tubinga, Narr, 1983, pp. 134-141.
  • Ferrero, E., Dizionario storico dei gerghi italiani. Dal Quattrocento a oggi, Milano, Mondadori 1991.
  • Forconi, A., La mala lingua. Dizionario dello 'slang' italiano. I termini e le espressioni gergali, popolari, colloquiali, Milano, Sugarco 1988.
  • Massariello G., La lessicografia, Bologna, Zanichelli 1982.



Curiosità su internet

Dal 2001 sul sito internet de L'espresso è presente la sezione Slangopedia, un vocabolario on-line di espressioni gergali, colloquiali e giovanili della lingua italiana curato da Maria Simonetti ed aggiornato ogni due settimane con le nuove segnalazioni inviate dai lettori alla redazione.