Stefano Sertorelli

sciatore di pattuglia militare, sciatore alpino e allenatore di sci alpino italiano (1911-1994)
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Stefano Sertorelli (Bormio, 24 dicembre 1911Sondalo, 17 dicembre 1994) è stato uno sciatore di pattuglia militare, sciatore alpino e allenatore di sci alpino italiano.

Stefano Sertorelli
NazionalitàItalia (bandiera) Italia
Pattuglia militare
Palmarès
Competizione Ori Argenti Bronzi
Olimpiadi[1] 1 0 0

Vedi maggiori dettagli

Sci alpino
SpecialitàDiscesa libera, slalom speciale
Termine carriera1941

Biografia

Pattuglia miliare

Fratello del fondista Erminio e dello sciatore alpino Giacinto, prese parte ai IV Giochi olimpici invernali di Garmisch-Partenkirchen 1936, dove fece parte della squadra italiana di pattuglia militare, disciplina progenitrice del biathlon. Il Comitato olimpico internazionale aveva rifiutato l'ammissione di questa gara nel programma olimpico, ma - su espresso desiderio di Adolf Hitler -[senza fonte] la pattuglia militare, che già aveva assegnato medaglie ai Giochi di Chamonix-Mont-Blanc 1924 e a quelli di Sankt Moritz 1928, venne comunque certificata come sport dimostrativo. Nel 1936 la squadra italiana, composta oltre che da Sertorelli anche da Enrico Silvestri, Luigi Perenni e Sisto Scilligo, vinse la medaglia d'oro con il tempo di 2:28,35.0, precedendo la Finlandia (2:28,49.0)[2] e la Svezia (2:35,24.0[senza fonte]).

Sci alpino

Stefano Sertorelli si dedicò anche allo sci alpino, partecipando sia a gare di slalom sia di discesa. Prese parte ai "Mondiali" del 1941[senza fonte], in seguito dichiarati nulli dalla Federazione internazionale sci, classificandosi tredicesimo in slalom e undicesimo in discesa[senza fonte].

Tra le sue doti spiccava l'abilità come scivolatore. Dopo il ritiro dalle gare divenne allenatore della squadra nazionale italiana[3] e si dedicò all'insegnamento dello sci[4].

Palmarès

Note

  1. ^ a b Sport dimostrativo
  2. ^ "Scisto Sciligo" su Fondoitalia.it, su fondoitalia.it. URL consultato il 7 agosto 2010.
  3. ^ Elio Trifari, Garmisch e i Sertorelli dalla gioia alla tragedia, in La Gazzetta dello Sport, 3 giugno 2005, p. 21. URL consultato il 7 agosto 2010.
  4. ^ "La famiglia Sertorelli" sul sito Sertorelli.it, su sertorelli.it. URL consultato il 14 dicembre 2009.

Collegamenti esterni

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