Scuola di ladri

film del 1986 diretto da Neri Parenti
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Scuola di ladri è un film del 1986 diretto da Neri Parenti, interpretato da Paolo Villaggio, Lino Banfi e Massimo Boldi assieme ad Enrico Maria Salerno.

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Una scena del film
Paese di produzioneItalia
Durata93 minuti
Generecomico
RegiaNeri Parenti
SoggettoCastellano e Pipolo
SceneggiaturaCastellano e Pipolo e Neri Parenti
ProduttoreMario Cecchi Gori e Vittorio Cecchi Gori
FotografiaAlessandro D'Eva
MontaggioSergio Montanari
MusicheBruno Zambrini
ScenografiaMario Ambrosino
CostumiCristiana Lafayette
TruccoAlfredo Marazzi
Interpreti e personaggi

Il film avrà un seguito, Scuola di ladri - Parte seconda, girato l'anno successivo.

Trama

Dalmazio, Amalio ed Egisto Siraghi sono tre poveracci che cercano di arrangiarsi svolgendo lavoretti. Dalmazio fa la guardia giurata presso una banca, Amalio fa il dog sitter ed Egisto fa il venditore ambulante e pulisce i vetri delle auto ferme ai semafori. I primi due svolgono questi lavori con negligenza, Egisto invece pretende di condurre la sua attività come se gestisse un prestigioso negozio, attirandosi l'ostilità e gli insulti dei clienti. Nessuno di loro, in definitiva, ha fortuna.

L'occasione della vita si presenta loro quando vengono chiamati dal facoltoso Aliprando Siraghi, che vuole offrire loro un lavoro molto redditizio. Spacciandosi per loro zio, Aliprando riuscirà a convincerli a diventare suoi soci nell'arte del furto. Li addestrerà e si servirà di loro per furti ingegnosi e rapine pericolose, facendoli finire persino in carcere.

Quando avranno messo a segno il colpo della loro vita, scopriranno di essere stati sfruttati e truffati da Aliprando che ruberà tutti i proventi della "società" anche grazie all'aiuto del suo assistente Nero e di Marisa Padovan, che aveva finto di sposarsi con Egisto proprio per truffare i tre più facilmente. Aliprando però scoprirà che per i tre "nipoti" il duro lavoro non è stato vano, visto che li riconosce in televisione a rubare la coppa del mondo del 1986 dalle mani di Maradona.

Critica

Il film è un esempio di cinema trash degli anni ottanta. Ogni singola componente è paradigmatica del genere: il cast, ad esempio, prevede la contemporanea presenza di tre grandi attori del cinema comico italiano, per certi versi complementari tra loro. In più un magistrale Enrico Maria Salerno conferisce un'aura di serietà e rigore che accentua l'effetto umoristico complessivo. La colonna sonora utilizza canzoni in voga all'epoca dell'uscita del film, come la notissima "Run to me" di Tracy Spencer (tra l'altro vincitrice del Festivalbar 1986), icona della musica anni ottanta. Quanto agli espedienti comici utilizzati, si notano riproduzioni all'inverso, mad run sketches, schiaffoni, insomma un'antologia delle tecniche umoristiche tipiche della commedia italiana del periodo. Anche il font utilizzato per i titoli di testa e di coda, il celeberrimo Cooper Black, rappresenta l'emblema di tutte le pellicole più note del genere B-movie italiano.

Il film presenta un messaggio psicologico: non fidarsi mai di nessuno, e neanche di un presunto zio pronto a raggirare tre poveri cittadini onesti, ma imbranati.

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