Horacio Verbitsky

giornalista e scrittore argentino
«Giornalismo è diffondere quello che qualcuno non vuole che si sappia, il resto è propaganda»

Horacio Verbitsky (Buenos Aires, 11 febbraio 1942) è un giornalista e scrittore argentino.

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Horacio Verbitsky

È uno dei principali esponenti del movimento argentino per la difesa dei diritti umani e tra i responsabili della sezione americana di Human Rights Watch. Editorialista del giornale argentino Página/12, collabora con El País, New York Times e Wall Street Journal ed insegna alla Fundación para un Nuevo Periodismo Iberoamericano, fondata da Gabriel García Márquez[2].

Biografia

Militante politico rivoluzionario, negli anni settanta iniziò a collaborare con testate giornalistiche argentine. Per la sua vicinanza al gruppo terroristico dei Montoneros fu costretto all'esilio in Perù durante il governo di José López Rega. Strenuo oppositore di Jorge Videla, nel periodo della dittatura diede vita con Roberto Walsh alla Agencia de Noticias Clandestinas, tramite la quale veniva denunciata la repressione del regime e venivano diffuse le prime informazioni sui campi di concentramento dell'ESMA[1].

Divenne internazionalmente nel 1995 con la pubblicazione del saggio Il Volo - Le rivelazioni di un militare pentito sulla fine dei desaparecidos, trattato relativo alle brutalità commesse durante la dittatura nel periodo 1976-1983 (il volo del titolo fa riferimento alla pratica di gettare gli oppositori in mare dagli aerei), basato sulla confessione dell'ex ufficiale di Marina Adolfo Scilingo. Il libro è stato un importante elemento probatorio nel processo condotto in Spagna dal giudice Baltasar Garzón contro lo stesso Scilingo, che nell'aprile 2005 è stato condannato a 640 anni di carcere[3].

È invece del 2005 il libro L'isola del silenzio. Il ruolo della Chiesa nella dittatura argentina, nel quale Verbitsky, raccogliendo le testimonianze di sopravvissuti e parenti dei desaparecidos, ricostruisce la storia del campo di concentramento dell'isola di El Silencio, nell'Arcipelago del Tigre. L'inchiesta di Verbitsky mette in evidenza i retroscena dei rapporti tra la dittatura argentina e le gerarchie ecclesiastiche, chiamando in causa alcune figure di spicco del Vaticano, come il nunzio apostolico Pio Laghi, papa Paolo VI e Jorge Mario Bergoglio, futuro papa Francesco[4].

Premi e riconoscimenti

  • Premio Latin American Studies Association (LASA), USA (1996)
  • Premio Fundacione Konrad Adenauer e Centro de Estudios Unión para una Nueva Mayoría Argentina (1997)
  • Premio Hellman/Hammett Grant, USA (1998)
  • Premio Martín Fierro, TV Argentina (2000)
  • Uno dei quattro vincitori del premio per la Libertà di Stampa CPJ, in seguito al suo lavoro di reportistica sui fatti della dittatura e per la sua difesa della libertà di stampa. USA (2001).
  • Commission Nationale Consultative des Droits de l’Homme, Francia, "por el proyecto de despenalización de 'calumnias e injurias' en casos de interés público". (Diciembre 2009). Eduardo Febbro, París, Página/12

Libri in italiano

Tutti i libri in spagnolo

Note

  1. ^ a b (ES) Horacio Verbitsky, Un mundo sin periodistas: las tortuosas relaciones de Menem con la ley, la Justicia y la verdad. Buenos Aires, Planeta, 1997.
  2. ^ Scheda su Horacio Verbitsky, in Feltrinelli Editore
  3. ^ Horacio Verbitsky, Il volo. Le rivelazioni di un militare pentito sulla fine dei desaparecidos. Feltrinelli, Milano, 1996.
  4. ^ Horacio Verbitsky, L'isola del silenzio. Il ruolo della Chiesa nella dittatura argentina. Fandango Libri, Roma, 2006.
  5. ^ In libreria “Doppio gioco...” di H. Verbitsky - Di Giovanni il 12 Novembre, 2011

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Collegamenti esterni

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