A... come assassino
A... come assassino è un film del 1966, diretto da Angelo Dorigo con lo pseudonimo di Ray Morrison.
{{{titolo}}} | |
---|---|
Paese di produzione | Italia |
Durata | 90' |
Genere | giallo |
Regia | Ray Morrison |
Soggetto | Ernesto Gastaldi |
Sceneggiatura | Sergio Bazzini, Roberto Natale |
Produttore | Walter Brandi |
Fotografia | Aldo Tonti |
Musiche | Aldo Piga |
Scenografia | Amedeo Mellone |
Interpreti e personaggi | |
|
Trama
La bella Angela, nipote del facoltoso conte Prescott, dopo una serata trascorsa col fidanzato Armando, rincasando, scopre il cadavere dello zio, assassinato con un colpo di coltello alla gola. La giovane abitava nel castello insieme allo zio, al cugino Julien (minorato mentale) e alla zia Marta, sorella del defunto.
Dopo l'intervento dell'ispettore Matt, il notaio di famiglia convoca i possibili eredi del conte. Il testamento del conte Prescott, inciso su un nastro magnetico, rivela disposizioni molto particolari. Il conte Prescott lascia ogni suo avere a diversi personaggi: Angela, sua nipote; Armando, fidanzato di Angela; Julien, suo unico figlio e minorato mentale; Giacomo, suo fedele curatore; sua sorella Marta, che da tempo si occupa di Julien; George, altro suo nipote; Adriana, la consorte di George. Il testamento riporta, però, una strana clausola tassativa: i sette aspiranti eredi dovranno convivere, per un intero mese, nel castello del defunto conte Prescott. I tre aspiranti eredi che, alla fine del mese, abiteranno ancora il maniero, potranno dividersi le fortune dei Prescott. Se, alla fine del mese, rimarranno ad abitare il maniero meno di tre persone, queste ultime si divideranno, in parti uguali, la fortuna ma, nel caso in cui, al termine del mese, più di tre persone abiteranno ancora il maniero, tutta la fortuna verrà devoluta a un ente di pubblica beneficenza. L'ispettore Matt continua le sue indagini e scopre che il vecchio Prescott è stato assassinato per mezzo di un coltello tribale che, nel manico, porta incisa una lettera "A". Il coltello, però, sembra non appartenere né ad Angela, né ad Adriana né, tantomeno, ad Armando. Dall'analisi delle impronte digitali, però, sul coltello vengono ritrovate le impronte di tutti e sette gli aspitanti eredi che, prima dell'omicidio del conte, dunque, in un modo o nell'altro, sembrano aver usato il coltello. Ognuno di loro, però, sostiene di non aver mai visto quell'arma prima di quel momento. Nel frattempo, Giacomo, corteggia Adriana (moglie di George ed ex ballerina nei night clubs). Adriana ha la fama di essere una donna dai facili costumi e, infatti, resta immediatamente coinvolta dalla corte di Giacomo. Il marito di Adriana, George Prescott, da sempre molto geloso della consorte, soprattutto per il fatto che la donna sembra incline a qualunque tipo di tradimento, sorveglia con estrema arguzia la donna. Una sera, George Prescott, sorprende Adriana nelle braccia di Giacomo, soavemente distesa sul loro letto matrimoniale. Cieco di gelosia, George, fredda la moglie con una serie di colpi di pistola, dopodiché, si allontana a tutta velocità in auto, precipitando in un burrone. Solo successivamente si scoprirà che Angela, in accordo con Giacomo, aveva solleticato la gelosia del cugino George, allo scopo di spingerlo a uccidere Adriana. Successivamente, Angela, confessa ad Armando di essere molto spaventata da Giacomo. Secondo il parere di Angela, l'uomo sta architettando un diabolico intrigo per eliminare tutti gli aspiranti eredi. La ragazza si dice molto preoccupata per la sua incolumità e convince Armando a uccidere Giacomo. Armando, armato di pistola, aggredisce Giacomo che, però, dotato di un'enorme forza fisica, innesca una lotta furibonda col fidanzato di Angela. Al culmine della lotta Armando viene scaraventato dal cornicione del castello, perdendo la vita. Prima di cadere, però, Armando riesce a sparare un colpo di pistola a Giacomo, colpendolo di striscio alla gola. Giacomo, compreso il doppio gioco di Angela, le si fionda addosso come una furia, nel tentativo di strangolarla. La donna sta per soccombere ma, la ferita alla gola, già riportata da Giacomo durante la colluttazione, porta alla morte Giacomo prima che l'uomo che possa portare a termine il suo insano gesto. A questo punto morti Adriana, George, Giacomo e Armando, la contessina Angela si prepara a godere dell'enorme eredità. Solo a questo punto si scopre tutta la verità: il conte Prescott si era arricchito dopo avere scoperto una favolosa miniera di diamanti in Sud Africa. Il giacimento di diamanti era stato scoperto dal vecchio Prescott e dal cognato Arthur (marito defunto di Marta). A qualche giorno dalla scoperta, Arthur, fu trovato assassinato. L'assassino (tuttora ignoto) gli aveva squarciato la gola per mezzo di un coltello tribale (coltello di proprietà dello stesso Arthur) e sopra il cui manico era incisa la lettera "A" (l'iniziale del nome dell'uomo). I sospetti caddero sul vecchio Prescott ma, la polizia africana, non trovò mai le prove della sua colpevolezza. Qualche mese prima del delitto del conte Prescott, Angela, aveva rinvenuto, in un cassetto della scrivania del vecchio Prescott, un coltello sul cui manico era incisa la famosa lettera "A". Conoscendo bene gli avvenimenti del Sud Africa, Angela, aveva immediatamente intuito che, il coltello rinvenuto, era lo stesso che, molti anni prima, ferì e uccise Arthur. Con un abile stratagemma, Angela, aveva fatto in modo che Marta rinvenisse l'arma. La zia, dopo avere rinvenuto il coltello, ebbe la prova che da sempre cercava: il coltello che uccise il marito era custodito da suo fratello. A questo punto Marta, raccolta la prova inconfutabile che dimostrava la colpevolezza di suo fratello, mise in pratica la sua vendetta. Una sera, mentre Angela e Armando erano al cinema, dopo aver fatto addormentare Julien, si era recata nello studio del conte Prescott e lo aveva finito sgozzandolo col coltello tribale. Il cadavere del conte fu rinvenuto da Angela nel rincasare. Angela aveva sempre saputo la verità e, ora, dopo aver tramato un piano diabolico che facesse uscire di scena tutti i potenziali eredi, ordisce un sordo ricatto ai danni di Marta. Se la donna le prometterà di andarsene e di portare con sé Julien, lei non la denuncerà alla polizia. Marta accetta e, Angela, si appresta a godere, in qualità di unica erede, tutto il patrimonio dei Prescott. Più tardi, però, Julien confessa a Marta di essere stato lui a incidere, su suggerimento di Angela, la "A" sul manico del coltello! Marta, solo in quel momento, capisce di essere stata vittima dell'inganno di Angela che, in maniera molto astuta, aveva consolidato i sospetti di zia Marta nei raffronti del fratello, di modo da spingerla a ucciderlo. Solo ora Marta si rende conto di aver assassinato il fratello in base a un semplice sospetto e che, la certezza della colpevolezza del conte Prescott, circa l'omicidio di Arthur, è tutt'altro che sicura. Cieca di rabbia, Marta, strappa il coltello dalle mani di Julien e, dopo essere salita nella stanza di Angela, la sgozza senza alcuna pietà. Sopraggiunta la polizia, Marta viene tratta in arresto. Il film si conclude con le gelide risate di Julien (figlio minorato del conte Prescott) che, durante un suo ennesimo delirio, confessa al padre morto, di avere inciso la "A" sul coltello di sua spontanea volontà: Angela non le aveva mai dato alcun suggerimento in proposito. Julien resta l'unico erede del patrimonio dei Prescott.